RIVISTA POPOLARE 527 miseramente annegando nel putrido pantano della corruzione. ♦ Queste rre varietà psicologiche di mafiosi unite e fuse insieme, formano l'onorata società attiva e militante, la quale funziona regolarmente con un meccanismo che si modifìca e si perfeziona sempre, che fu spiegata in modo più o meno esatto da tanti scrittori e che non tocca a me descrivere. Ma per completare il mio quadro ho bisogno di aggiungere l'entourage de' simpatizzanti, cioè a dire de' manutengoli. L' atmosfera di simpatia è una condizione indispensabile all'esistenza della mala vita, come indispensabile è la paura de' molti che, pur sentendosi stanchi e nauseati delle turpi azioni della mafia, tacciono e la subiscono ..... per prudenza. Costoro non hanno abbastanza furberia e malanimo per affiliarsi, non abbastanza coraggio per ribellarsi e restano così sospesi come fra. due forze contrarie in attesa che un aiuto p-rovvidenziale venga a levarli dalla tortura. Ma la cerchia de' simpatinanti è tutt'altra cosa. Costoro sono come certe donne fisicamente, anatomicamente oneste, ma prostitute nell' anima , che amano e s'inebriano del vizio pur senza penetrarvi. I simpatinanti non figurano, s' intende, ne' ruoli della mafia, ma fanno i galantuomini e come tali sono gl' indispensabili testimoni che garentiscono l'onestà degli amici dinanzi alla giustizia ufficiale e ne hanno per ricompensa dall'onorata società speciali riguardi e speciali favori. Che canaglia la gente onesta! direbbe Emilio Zola. Se si aggiunge a tutto questo la rete intricatissima de' legami di parentela e degli interessi di ogni genere, e specialmente elettorali, attorno. alla mala vita, si comprende com' essa viva, cresca e prosperi indisturbata ; poichè la simpatia degli amici, la paura de' timidi, le relazioni d'interesse e di parentela le costituiscono una specie di preservativo contro i possibili attacchi della giustizia ufficiale. ♦ La quale, a dir vero,· non si affanna troppo per scovare e punire le associazioni a delinquere; nè, riuscendovi, potra mai estirpare la mala pianta colla pena della reclusione. I nostri sistemi penitenziarii, irrazionali e barbari, non sono pe' mafiosi che una scuola di perfezionamento, donde escono più corrotti e più temibili di prima. Ci sarebbe proprio da seri vere· pagine assai fosch_e, se si volesse dire qual terribile focolajo d'infezione sociale sia il carcere che accoglie per breve tempo i delinquenti della mala vita e li rende alia società perfezionati nel delitto e aumentati di numero. Ma non è mio compito dire di ciò. E, affrettandomi alla conclusione , posso , dopo quanto ho esposto, ripetere col Colajanni che di tanta jattura che grava sulle nostre regioni il responsabile maggiore è il governo; il governo che per risanare l'ambiente in mezzo a cui cresce rigogliosa la pianta del delitto non ha saputo far di meglio che esercitarvi in ogni tempo tutte le varie forme di corruzione politica, il governo che fa sentire alle nostre popolazioni gli artigli del fisco rapace, il governo che ci manda i suoi peggiori funzionarii e perpetua o colla sua inerzia o colla sua nefasta influenza la notte dell'ignoranza e della barbarie. S. Stefano d'Aspromonte, settembre 1908. ANTONINO FILASTÒ ~IVl5T/.I [)ELLE ~IVl5TE Pèladan. - Dell'inutilità della Riforma protestante: La concezione d'un rito~no al tempo t!vangelico o a quello della Chiesa primitiva non è che il parto d' una mente puerile. Non si ritorna indietro collettivamente; l'11manità obbedisce ad una ltgè\e evolutiva p'ù forte d'ogni volontà: Leone X, invece di pescare sulle spiagge del lago di Bolsena, avrebbe potuto predicare o scrivere un trattato rii teologia; ma non avrebbe risparmiato alla Chiesa la p:Ù piccola eresia. La quistione delle indulgenze non merita discussione alcuna: il principio n' è legittimo, la pratica fu certamente abusi va : consideriamo il risultato. L'egemonia di Roma nel 1500 era tanto kgittima quanto quella di Arene nel 5° secolo prima di Cristo. Senza il denaro deg!r alleati, Pericle non avn.'Jbe po-- tuto inalzare il Partenone, nè gli altri te.mpìi dell'Acropoli; senza il denaro dei fedeli, Leone X nc,n avrebbe potuto co,n - piere ed ornare il Vaticano. Alcune lettere del Picco!omini (più tardi P;o Il) discolpano i papi di moltiplicare i prekvamenti e le decime; la diett'. di Asburgo protesta rontr le esigenze pontificie. Nei due casi, un interesse immediato nasconde l'interesse trascendentale del l'umanità. Oggi, la storia applaudisce Pericle per aver reso un gran servizio al!' umanità di tutti i tempt e di tutti i paesL; la stessa penna, rimprovera Leone X per avere egli seguito la stessa via ottenendo un i ientico risultato. La Rinascenza ebbe il suo Voltaire in Erasmo di Rotterdam. Questo normanno sopratutto satirico ha dei segni del rifor. mista ; letterato esclusivamente, non comprende che si ammiri un marmo. I motteggi su S. Cristoforo e S. Giorgio e in genera le sugli apostoli , seno delle cose me~chine; nemico dei monaci, egli li accu~a d'ogni vizio e sopratutto d' igroranza; egli non risparmia i vescovi, attacca la confessi0ne, I' asti nenza. D'altra parte, egli insegna come ben comprendere la messa e come confessarsi bene: nelle note alla sua edizione del Nuovo Testamento, egli di-:e: (( Il sole illumina ;1 mond') perchè non dovrebbe essere lo stesso della dottrina di Gesù Cristo? lo vorrei che le donne più ignoranti leggessero il Vangelo e le Epistole di S. Paolo e che la Bibbia fosse tradotta in tutte le lingue li. Si sa che Paolo III ebbe !' intenzione di di creare cardinale I' umanista olandese e questo fatto non bi sogna trascurarlo : la stessa critica acerba e il d•spregio Jel cle;o non contaminavano l' ortoJossia <li uno scrittore. Difficilmente possiamo comprendere !' enorme influenza di questo satirico e la portata dei suoi motteggi : fondatore dello anticlericalismo, chiamò il pubblico a testimonio della degenera:>:ione delle congregazioni e mancò al patto umanista , in quanto che egli fu uomo di tradizione, che esortava a sof frire la tirannia, anzichè avventurarsi nella Rivoluzione. Tre poeti della Rinascenza servono a giustificare la famosa aci:usa di paganesimo: Pulci, Boiardo ed Ariosto. Non c' inganniamo, diffid:amo dell'ortodossia delle loro opere ; tuttavia C"lloro che li vituperano non li hanno lette. E' lo stesso di questa Calandra che inaugura la commedia moderna (1514). Essa si svolge in una continua c0nfusione di sesso tra un fratetlo ed una sorella, Lidio e Santilla. Evidentemente , ciò non è opera cardinalizia per diletto papale: intanto questo lavoro, pieno di qui-pro-quo, ha osservazioni, ha del comico, e non merita l'autore il titolo di settario apparentemente in• sipido. Una parola basta ad accusare : occorro 10 delle pagine per giustificare. Leone X ti·a B,bbiena e Bembo non consiJera il sacerdote : onesto uomo, non sant' uomo, egli merita il lauro non l'incenso. Egli fu un papa che ha fatto più per l' umanità che per la C:hiesa benchè egli abbia dato il suo nome al
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