Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 19 - 15 ottobre 1908

506 RIVISTA POPOLARE ♦ Nap( t per Matteo Renato lmbrlanl. - A N~- ,li si e inaugurato un busto a Matteo R.:-- uato IL • .-iaµi con largo concorso di popolo, di sodalizi, di bandiere ed anche delle rappresentanze 11fficiali del Parlamento, del Municipio di Napoli, di Corato e di Torre del Greco. • Dire che il ricordo marmoreo era dovuto e meritato è dire poe(\; dire che il momento in cui venne inaugnrato era i! più opportuno sarebbe contrario a verità. Infatti Matteo Renato Imbriani, come bellamente dimostrò parlando di lui Roberto MirabelJi, che glifo amico e fratello, rappresentò la sintesi più alta del patriottismo fattivo e non verbale, della rettitudine nella vita pubbliea e privata, dt:Jla sincarità spinta sino all'inverosimile, del carattere nel Aenso più bello e completo della parola. E tutto questo, ahimè! in questa ora triste decade, precipita ... La inaugurazione del ricordo per sacrifizio e virtù di pochi suonerà rampogna e sprone al miglioramento della nostra educazione e della nostra azione ? Speriamolo ! Intanto notiamo che Irene Scodnik, la vedova inconsolabile, modello di virtù domestiche e di vita intemeratissima, sopratutto eminente per la sua modestia, era assente dalla festa. Cosi doveva essere e la circostanza non sarebbe stata degna di rilievo se altre vedove di uomini pii1 o meno illustri· non dessero frequente e doloroso spettacolo di vanità. Ad Irene Scodnik in quest'ora vada il nostro reverente saluto e volgendo a lei il nostro pensiero siamo sicuri che se Matteo Renato Imbriani rivivesse con tutto l'entusiasmo di cui egli era capace ci griderebbe: Grazie! ♦ Pel giubileo di Giuseppe Cesare AbbaI nostri lettori conoscono che non siamo usi con soverchia fac' 1it.!\ a commemorare i morti ... e molte meuo l Vl Vl. Ma quando i vivi e i morti presentano doti rare non esitiamo a consacrare a loro qualche stelloncino disadorno ma riboccante di sincerità. Oggi perciò nei ci associamo al Comitato di Cairo Monlenotte, cbe al proprio concittadino Giuseppe Cesare Abba, ricorrendo il 70° anniversario della sua nascita ha voluto coniare una bellissima medaglia d'oro colla sua effip;ie rassomigliantissima ed ha fondato un opera di beneficenza scolastica che prende nome dal suo. ~ plaudiamo al repubblicano Astorre Copetta che propose che il Consiglio comunale di Brescia, dove da molti anni l'Abba vive, gli accordasse la cittadinanza onoraria, votata per acclamazione. In G. Cesare Abba rispettiamo uno .dei Mille e il soldato valoroso di Calatafirni, di Palermo, di Milazzo, • del Volturno nel 1860, di Bezzecca nel 1866. Questo, però, non ci sarebbe bastato a dire di lui C'è di più: Abbll è artista e letterato di raro valore. C'è di meglio: egli à 70 anni conserva i vecc}li ideali sinceramente e largamente democratici e di lui non si riuscì a fare un volgare servitore della dinastia sabauda,.:iche 'a suo benefizio falsifica la storia. Ne dette prova nelle ultime polemiche sulla parte avuta da Cavour nella spedizione dei Mille e che noi ricordammo. Chi scrive ha avuto il piacere di vederlo_ da recente a Brescia e provò sinceriHsimo rompiacimen to nel tro- -varlo vegeto e diritto della persona e diritto di coscienza : gli anni· non ne hauno infiacchito nè i mu • sco,i, nè la meute, oè il cuore. Poss·:t conservarsi I 11ngamente a-l'Italia e alla democrazia, esempio vivente di ~·irtù cittadina ai giovani, che di tali esempi banno bisogno. ♦ Le dimenticanze di Lord Cromer. - Il generale Luchi110 Dal Verme, ch'ebbe parte nelle trattat!ve par la cessione di Cassala a.Il' Inghilterra nell'ultimo nirmero della Nuovr. Antologia pubblica 11n documentato e sereno articolo, in cui corregge q 11alche asserzione erronea del precedente articolo delJ' onorevole Di Rudinl e rnetie in evidenza le di1uenticanze di Lord Crorner in quanto si riferisce al valore spiegato dagli italiani attorno a Cassala e ai grandi servizi resi daJl'Italia all'Inghilterra intArvenendo nella lotta contro i Dervisci del Sudan .. Sul primo punto noi deploriamo che l'on. Dal Verme abbia atteso la morte dell'on. Di R11dinì per èontraddirlo. In quanto al secondo gli diamo ragione piena ed intera. Lord Cromer è un grande amministratore benemeri_to del proprio· paese; ma egli mof::ltrò sempre dell'antipatia verso i! nostro e non si lasciò mai sfuggire l'occasione di punzecchiare l'Italia o gl'Italiani mentre governava l'Egitto. Un giorno, ad esempio , accusava Martini di favorire la tratta degli schiavi; un altro giorno in un rapporto alla Regina s,11!' am ministrazione egiziana per dimostrare che la delinquenza egiziana non era allarmante non sapeva far di meglio che paragonarla a quella italiana; .e cosi via ... Figuriamoci se egli si sarebbe mostrato equamine e grato verso gli italiani nel suo libro! BRne ha fatto, dunque, l' on. Dal Verme a rinfrescargli la memoria. ♦ II nuovo Marocco. - Gli avvenimenti nei Balcani hanno fatto perdere di vista gli ultimi incidenti Marocchini, e l'atteggiamento delle varie potenze di fronte a Mnlai Hafid. Ormai la lotta violenta, nel Marocco, è finita. Abd-ul-Aziz si ritira a vita privata, il suo ultimo luogotenente, l'intrepido M' Tong11i si è arreso ed ha riconosci11ta la sovra.nità di Mulai Hafid; ed il nuovo Sultano mette mano ora a pacificare e riorganizzare il paese desolato dalla recente guerra e dall'opera .... eivilhzatrice dei francesi e degli spagnuoli: ~ vi riuscirà se le potenze Europee Jo lasceranno libero di agire. Tale è la richiesta della Germania : e sembra aStiai onesta, come equa è pure la risposta della Germania alla Nota Franco-Spag-nola, risposta che, in termini cortesi ma fermi, consiglia la Francia e la Spagna a non essere troppo strozzine verdo il Marocco, poichè ora la questione della indennità è forse la pi11 aspra di tutta la faccenda. La Nota Franco-Spagnuola faceva un po' troppo capire che chiedendo una impagabile indennità per l' occnpazione di Casablanca ed il ristabilimento del1' ordine nei porti Maro.chini, la Francia intendeva mettere nel Marocco una ipoteca che il povero disperato paese non avrebbe mai potuto saldare, e la Francia cosi avrebbe pot11to considerare il Marocco una. sua proprietà. L' intervnto e la fermezza della Germania salvano , in questo caso, il Marocco. La Germania, visto che non può pigliarsi il Marocco per sè sola, tende a che neppure altri se lo prendano, ed esige che la indipendenza del Marocco rimanga intatta in tntte le sue forme. Noi. perciò, in questa occt1sione diamo lode - e ci accade di raro il darla - alla Germania e ci augnriamo che la Francia non accolga i cattivi consigli, che gli vengono dal Leroy-Beaulieu. L'illustre economista, infatti, nell'ultimo numero dell' Economiete francaise raccomanda di non contentarsi di una ind~nnità inferiore ai 60 milioni. E come mai potrebbe pagarli il Marocco? Qnindi pagamento d'indennità, si; ma anche adeguato e ragionevole valore della medesima indennità. Mulai Hafid è tutt'altro che uno stupido. Egli conosce e sente tutte le difficoltà della s•1a situazione: i snoi dqveri di Sultano del più fanatico fra i popoli musulmani , ed al tempo stesso di regnante che vuol condurre a buon porto il suo regno e che deve di

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