Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 19 - 15 ottobre 1908

RIVISTA POP O L·A, RE 515 Chiesa sono divenuti termini antitetici; fra loro corre l'abisso. Da una parte la Chiesa, raccolta in sè stessa, che per mezzo del suo supremo gerarca ribadisce la dottrina che ogni potere deriva da Dio, che il temporale deve essere sottoposto allo spirituale come il corpo all'anima, che bisogna passivamente obbedire al volere del capo1 dall'altra la società moderna figlia della Rivoluzione, che deriva ogni diritto dal popolo e si ribella a qualsiasi dogma : da una parte una gerarchia inflessibile, ferrea, formata e comandata da un solo; dall'altra i pubblici poteri a tutti aperti e ravvivati dal suffragio: da una parte l'accentramento, la teocrazia, il diritto divino; dall'altra il dc(entramento, la democrazia, il diritto èiel popolo. Il cozzo tra Chiesa e Stato è dunque fatale, l'anima moderna lo ha preparato, e tuttavia sgomenta resta titubante e vorrebbe arrestarsi a mezza via; ma ormai è impossibile; la lotta appare inevitabile. ♦ Ma nòn •per questo la lotta non deve aver limiti Est modus in rebus. Logicamente non dovrebbe essere così ; logicamente lo Stato dovrebbe schiacciare la Chiesa, o la Chiesa lo Stato ; ma in fatto non è, nè può essere: la logica scompare innanzi alla pratica; è questa una verità innegabile. L'oscuro medio-evo era logico, S. Francesco, San Domenico erano logici, la Rivoluzione era logica; ognuno, pel suo verso, è logico. Fortuna però per l' umanità che, ad un certo punto, la logica restò e resta tra i ferrivecchi della pratica; ne nacque e ne nasce l'assurd0 ; flla non importa. Il cattolico sincero e fervido dovrebbe logicamente mettere il mondo a ferro e a fuoco per imporre a tutti il suo Dio; in fatto però egli vive in pace e non pensa a molestare quelli che non credono od anche dispregiano il suo Dio. Egli cade nell'assurdo, nessuno lo nega; ma è un assurdo benefico. Stato e Chiesa dovrebbero essere logici, e lo furono un tempo, e la vita divenne inferno, e il sangue scorse a fiumi e macchiò tiare e corone , e fu grave danno per l'umanità. Contentiamoci quindi che Stato e Chiesa siano assurdi. Rimettere in onore, come fa il Perego, la formula che la politica ecclesiastica non può avere che due grandi atteggiamenti: o lo Stato, schiaccia la Chiesa o la Chiesa lo Stato, significa rinnegare la civiltà odierna, voler licondurre r umanità nella notte triste del medio-evo. ♦ Ma, se non vogliamo la lotta nei suoi termini logici, nemmeno vogliamo l'unione, che sappiamo impossibile, e l'accordo, che dovrebbe necessaria mente essere basato sul sospetto e sulla malatede. Sia la lotta che l' unione e l'accordo tra le due autorità ci farebbero ritornare indietro. Ecco perchè propugniamo la separazione tra Stato e Chiesa, e la separazione non come metodo, ma come finalità giuridica, come sistema che garentisca a tutti la libertà ed attivi, senza privilegi e senza esclusioni, l'uguaglianza. La democrazia moderna, che ha tanto lottato, tanto sofferto per la libertà, mancherebbe al suo compito se volesse con leggi odiose opprimere la Chiesa; la democrazia modern1, che tanto sangue ha sparso ed ha perduto per conquistare la libert.ì di coscienza, ha il dovere e la missione di garentirla, comunque essa si appalesi. Ed a questa finalità giuridica si è ispirata ed attenuta la democrazia francese: basta leggere attentamente i lavori prepa_ratorii ed il testo della legge della separazione tra Stato e Chiesa del 1905 per convincersene subito e non avere più alcun dubbio. La Francia, in ciò, si è mostrata all'altezza della sua missio1i.e nel mondo. ♦ Ma libertà non sìgniGca arbitrio; libertà importa la necessità che ognuno segua la sua fede e persegui il suo scopo soltanto in modo conciliabile colla fede e col tì ne degli altri. Altrimenti si avvera la negazione della libertà, si rende impossibile la pacifica coesistenza e si cade inevitabilmente nell'anarchia. Lo Stato antico garantiva solo la libertà di una casta o di una classe ; era intollerante e perciò intollerabile. • Allo Stato moderno incombe il dovere di rispettare e fare rispettare la libertà di tutti; perciò è, oltre che legittimo, anche bene accetto il suo diritto d'impero e di polizia, inteso in senso elevato, cioè di tutela e quindi di '-Ottomissione della Chiesa allo Stato, senza ingerenza da parte di questo nella sfera puramente spirituale di essa; diritto di impero e di polizi.a, che non è negazione, ma tutela della libertà, ed a cui la Chiesa deve sottostare, • non come Chiesa , ma come qualsiasi associazione che vive ed agisce nell'orbita dello Stato. La separazione tra Chiesa e St o importa la libertà; ma la libertà importa il lin.ite; se la Chiesa varca il limite, incorre quasi automa ti :amen te nelle restrizioni dettate dallo Stato; allora essa non deve lamentarsi dello Stato, ma di se stessa. I governi devono, senza astiosità , applicare la legge ; ma anche senza titubanza ; se vacillano e tollerano i trascorsi della Chiesa , allora essi prostrano il prestigio dello Stato, com promettono l'equilibrio che la separazione richiede e per conseguenza incosciamente riaprono la lotta tra le due autorità. + Solo in momenti gravi ed eccezionali, quando la Chiesa assume posizione di battaglia contro lo Stato; allora cessa per questo il dovere di rispettare la libertà di tutti e sorge il diritto supremo della difesa per la sua conservazione. Quando la Chiesa vuole concretamente schiacciare lo Stato e mette in opera tutti i mezzi all' uopo necessarii; allora anche lo Stato deve assumere la posizione di belligerante. I provvedimenti estremi, le misure di rigore e le leggi oppressi ve per là Chiesa sono allora non solo giusti, ma necessari i. ln tale contingenza si è trovato recentemente lo Stato in Francia ; eppure esso non ha ricorso a provvedimenti estremi e non ha adottato leggi per la Chiesa oppressive; ha resistito ali' assalto , solo servendosi· di alcune misure di rigore e sottoponendo la Chiesa ad una legge speciale, non oppressiva nè eccezionale. Ma ciò ha potuto fare per la sua grande forza e pel suo temperamento veramente libero. Riassumendo : noi pr11pugniamo come finalità giuridica, non come metodo, la separazione tra Stato e Chiesa; beninteso che la separazione non esclude la tutela ; non l'esclude perchè la separazione non significa parallelismo, giacchè, la Chiesa non è un potere, ma un'associazione od istituzione dentro lo Stato. Vogliamo che la Chiesa non abusi della libertà (he lo Stato le garentisce; ali' uopo crediamo indispensabile che :e leggi de 11• Suto prevengano e reprimano gli abusi della Chiesa e che i governi non titubino mai nell' applicazione delle leggi. Solo a queste condizioni sarà possibile la separazione.

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