Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 18 - 30 settembre 1908

RIVISTA POPOLA.RE 4-85 della diversa importazione dei grani duri e teneri, Lt diversità dei p1ezz1 sul mercato interno tra i Grani nazionali grani nazionali è 'quelli esteri, ce lo sommtmstra l'esportazionedei prodotti fabbricati con : Grani importali temporaneamente Paste Farine Fa1 !ne e fari nette Semolino Crusca 1 da minestra e farinette Semolino I Crusca l Paste da minestra 1897 98 1898 99 1905-06 1906 07 13 907 9 787 4 95° 2 I 58 34 42 IO 340 Tutto cio eh' e stato detto in questa rivista nei questi elo- numeri precedenti va completato con quenti confronti (1): settemb, rseettembrse ttembrse ttembre 1897 1093 1907 1908 Parigi . L. 29,38 2 I ,52 23,65 23,38 Berli110. ~ 19,60 22 ,30 26,00 Budapest . » 15,13 16,25 23,84 New .York ~ l 6, 16 I 5, 55 20,85 Chicago )) 14,98 14,50 18,82 Odessa. )) 14,70 14,07 2 l ,75 Italia ll 26,95 23,27 27,61 ( 1) l dati del settembre 1 897 e 1907 mi sono stati fa ,,ori ti dall'egregio signor Borsellini direttore del Sole e si riferiscono ai mercati dì Mantova , Ferrara , Verona , Milano e Genova per l' Jtalia; quelli del settembre 1903 e 1908 sono tolti dal Bollettino settimanale del ministero di agricoltru-a del 27 settembre 1908 e si rife1iseano allo stesso giorno 26 del set ternbre r903 e del settembre 1908. Per Budapest, New York, Chicago e Odessa i dati della terza colonna (Sdtembre 1907) si riferiscono ~, dicembre 1906 e sono tolti dal suddetto Bollettino italiano del 27 settembre 1908. Unitfaederaeieautonomia separatista I. Saggi di logica degli autonomisti Non curante di popolarità; amante di tutto c10 che mi sembra la verità e la giustizia; preoccupato del bene del mio paese, nel suo insieme e nelle singole parti, che lo compongono, ho discusso sempre i più gravi problemi del momento, ho giudicato del passato ed ho preconiZ7ato e vagheggiato l'avvenire sempre con tali direttive senza badare alle ire che sollevo, alle insolenze, ai vi tuperi , alle calunnie che in premio della mia azione, sempre sincera, anche quando avrà potuto essere erronea, avrei potuto raccogliere. Ne raccolsi sempre larghissima messe in molte e gravi occasioni ; più larga quando la mia coscienza era più sicura di essere nel vero e di avere ottemperato al proprio dovere. Confesso, però, che tutto ciò che avrei potuto immaginare venne superato da ciò che mi capitò quando pubblicai l'articolo : Vento di follia ! ; e ciò che mi capitò allora è stato superato da ciò che si è scritto contro di me all'indomani dei due articoli pubblicati nel Giornale di Sicilia d~ Palermo; in uno dei quali stabilivo iì dare e l'avere della Sicilia di fronte allo Stato italiano e nell'altro dimostravo: come e perchè fa/lito il concetto unitario. Li scrissi nella speranzà di porre un argine al. dilagare delle esagerazioni e delle menzogne sui rapporti economico finanziari tra la Sicilia e l'Italia malignamente e stupidamente divulgate dagli uoQuintali 4 945 4 990 7 422 73 653 94 352 308 895 395 12 7 33 5°5 39 o7o 152 894 10 9 983 43 °57 54 181 166 957 332 184 104 585 I I 4 I 42 Quest:) confronto non ha bisogno di molti commen ti. I prezzi dei mercati esportatori sono più elevni nel settembre 1908 di quelli di ogni altra epoca. Solo il mercato di Parigi fa eccezione : ivi nel 1907 furono al disotto di quelli del mercato di Londra non ostante il dazio di L. 7 a quintale; e cio perchè la produzione locale basta al consumo. Ma ciò che deve da re da riflettere è il confronto per l'Italia. Oggi in Italia i prezzi sono molto più elevati che nel sett.t,mbre 1907 ; sono ancora più elevati che nel settembre 1897..... E' tutto dire! L'ostinazione del governo nel mantenere oggi il dazio e più che un accec,1mento; e quasi criminosa. Il governo con questa ostinazione rende odioso il dazio ; noi lo vogliamo salvare pei giorni nei quali sarà necessario per l'agricoltura. Il governo si preoccupa del bilancio dello Stato ; noi, proponendone la sospensione, ci preoccupiamo della economia nazionale e della pubblica tranquillità. La Rivista mini che furono prima palinoliani poi nasiani ed ora paladini di un cosi detto partito siciliano, cui vogliono dare, astutamente, una ragione di essere ed una base economica con quelle menzogne e con quelle esagerazioni, mentre non intendono, fraintendono ed adulterano miserabilmente tutto ciò che può e dev'essere detto per giustificare le basi e la ragion di essere politica e morale di un partito federalista, che non può e-non dev'essere confuso con una accozzaglia informe e mostruosa di partiti si- . ciliano o lombardo napoletano o veneto , sardo o . piemontese. Qualcuno , ed anche a me , amico , ha osservato che perdo il mio tempo e sfondo porte aperte combattendo con insistenza un pericolo immaginario qual' era ieri quello del nasismo ed oggi quello del partito siciliano. Questì critici, credo che sbagliano di grosso quando non vogliono tener conto delle migliaia di voti, che nei grandi e nei piccoli centri si raccolgono su certi nomi presi a pretesto e come bandiera del movimento e dei tanti altri fenomeni che ho esposto altra volta quì stesso. Essi non apprezzano al giusto i fatti attuali; molto più s' ingannano nel valutarne la potenzialità. Ciò che oggi può sembrare fenomeno di scarsa importanza, la psicologia politico sociale, insegna che in certi momenti può divenire un fattore poderoso di avvenimenti, che possono riuscire dolorosi e pericolosi e che a c:ose fatte si prova v~ivo rammarico di non aver tentato di prevenire. Restiamo in Sicilia per dimostrare a luce meridiana la necessità, il dovere, di combattere all'inizio certi movimenti in applicazione della regola: principiis obsta. Ecco qua: sembrarono cose insi-

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