Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 18 - 30 settembre 1908

RIVISTA POPOLARE 479 Tribnnale di Parigi è stato condannato sia pel tentato ricatto, sia per l'aggressione contro l' Aliotti consigliere dell'ambasciata italiana presso la Repubblica francese. Non c'è da ridire sulla condanna del Sacco, che dall'insieme dei fatti e· delle discussioni apparisce poco simpatico; ma le coòsiderazìoni del Procuratore della Repubblica e le motivazioni della s~n-tenza mettono in pessima luce l'Aliotti. Le nne e le alt.re ribadiscono il severo giudizio dato dalla stampa italiana contro un diplomatico che fa da sensale e in cui si può sospettare anche un contrabbandiere. Non è davvero cosa umiliante per una nazione il sentire squalificati da un tribunale straniero i propri rappresentanti all'estero? Si dice che l' Aliotti tornerà in Italia e riprenderà posto tra i funzionari della Consulta; ma noi vorremmo sperare - e la speranza nostra è scarsissima - che egli , invece, fosse mandato a casa sua ad esercitare il mestiere di mediatore, che per lui forse riuscirà pecuniariamente più profic110e libererebbe l'Italia da un òiplomatico , che ha compromesso seriamente la dignità della sua rappresentanza, ♦ Le manovre tedesche In Alsazia. - Veramente il Kaiser non è stato fortunato. Scelta l'Alsazia ouale terreno di manovre, riuscendo cosi a fare alla Francia un dispetto che certamente non sarà dimenticato, ha trovato modo di provare eh' egli è tanto cattivo capitano quanto inabile pittore, stonato cantante , maldestro artefice, inesatto storico e sballato filosofo. Nessnno dei competenti nell'arte di massacrare il prossimo ha lodato l'imperatore per la sua condotta delle manovre. E' evidente che quel formidabile istrumento di distrnzione, che è l'esercito tedesco preciso come un orologio, esatto come un bilanciere, disciplinato come un formicaio è monco del cervello che lo renda atto a servire allo scopo per il qnale sembra organizato. L'imperatore ama la coreografia: s'egli non fosse I' imperatore di Germania , sarebbe certamente un magnifico organizatore di spettacoli teatrali; e alla coreografia ha sacrificato lo studio della verità, e tutto fa credere che alla coreografia egli sacrificherebbe in una vera guerra il suo esercito; la vittoria e il sno paese. Ciò è buono a sapersi, per quanto - sia disperso il malo augurio - potesse essere utile il ricordarlo. E queste manovre hanno anche dimostrato che non c'è niente di peggio del comando di un autocrate, chè tale, in queste manovre, si è rivelato il Kaiser. Egli ha ordinato, ha disposto e comandato, ed i competenti hanno conchiuso, che dopo due o tre battaglie ordinate, dispost~, comandate a quel modo l'esercito tedesco non esisterebbe più. L'imperatore non ha tenuto alcun conto delle nuove condizioni nelle quali sarebbe combattuta una guerra ai nostri giorni; sem, bra che la guerra Russo-Giapponese non gli abbia insegnato nulla. Memore della tattica di Moltke nel 1870 egli ha mandato le grandi masse della- sua cavalleria contro i reggimenti di fanteria disposti in quadrato; ha mandato enormi masse di fanteria, contro le batterie d'artiglieria ed ha assegnato la vittoria ai cavalieri, od ai fantoccini senza tener conto che cavalieri e fantocciui sarebbero stati distrutti prima di poter arrivare a contatto diretto con i nemici , se si fosse trattato di vera guerra. Le armi attuali , la rapidità del tiro , la polvere senza fumo, gli shrapnel , le granate sono oggi tanto differenti e su_periori da ciò che erano nel '70 che una ripetizione delle medesime situazioni è assoluta.mente impossibile. Ma il Kaiser guerriero ha voluto che le medesime situazioni, e la medesima finzione si ripe• tessero. C' è chi disse , e qualche giornale inglese lo ha anche stampato , che questo metodo di manovre è soltanto una finta per ingannare possibili nemici; ma chi si lascerebbe pigliare a. questa malizia cucita di filo troppo bianco ? Le grandi manovre non si fanno per far vedere agli altri come si è capaci di fare ma sibbene per studiare, vedere e provare quale sar~bbe il miglior modo di battere l'avver::iario su certi terreni e date certe condizioni. Le finte per ingannare gli altri si risolve:-ebbero in un inganno fatto alla propria educazione militare, e di ciò l'imperatore di Germania non può essere accusato. Egli parte da un concetto antiquato della guerra, cioè dalla possibilità dell' attacco ad arma bianca, o a breve distanza: ora questa possibilità è la eccezione nel nostro tempo, o è tutt'al più, come nella guerra Russo Giapponese, il corollario d'una azione precedente, e per giungere a questo corollario gli Enropei non sono da tanto; l' indifferenza dinanzi alla morte non è carattere dei popoli Ariani. Dì queste manovre, tanto strombazzate, che co~a dunque rimane? La conferma della incapacità dell' Imperatore ad es3ere un grande capitano; ed un dispettuccio alla Francia. Due cose mes~hine. + Questioni ardenti in Inghilterra. - Un rimprovero assai grave, e in fondo giusto, è mosso al governo liberale da ogni ordine e partito di cittadini in Inghilterra. Si dice: sono ormai più di due anni da che il governo liberale promise che darebbe, in qualche modo, un'assetto alla quistione dei disoccupati ed invece siamo ora al punto di prima. In verità la situazione è peggiorata; e la impotenza del governo dinanzi a questo doloroso e gigantesco problema è manifesta. Ed è forse un torto farne carico al governo; certamente fu, del governo liberale, errore gravissimo il promettere troppo leggermente che sarebbe stato risoluto un problema che è, da anni, il cancro roditore dell'Ingbilterra. La questione dei disoccupati è complessa eri. ha, in Inghilterra, un carattere tutto diverso da quello che assunse sul continente ed in America. La disoccupazione, in Inghiltfrra, consta di elementi molti disparati, ed è appunto questa varietà nei tipi che la compongono, che ne rende difficile l'estirpazione. C'è prima di t11tto il tramp. Corrisponde, soltanto in parte, al tl'imardeur francese, al vagabondo, classico, Italiano; con que.:ita differeuza che l'Italiano ed il Francese sono operai, hanno un mestiere e non lavorano perchè preferiscono la libartà e la miseria, l'avventura e la pena delle strade maestre. Il tramp è, invece, figlio della strada. Suo padre e sua madre, forse anche i nonni, furono tramps. ~, nato sul ciglio d'un fossato, sotto l'arco d'un ponte, accanto ad una siepe. Piccino ha viaggiato l'Ingilterra portato dietro le spalle della madre, in un sacco; grandicello ha rubacchiato quà e là, abbandonato solo in una grande città, o nell'aperta campagna; uomo ha vissuto di tutto fuori che di lavoro; non ha conosciuto nessuno dei comodi o dei beni della vita, neppure l'abitare due giorni nel medesimo luogo. Porta in se i germi della tubercolosi , ha sul volto le macchie dell'erpete, e spesso su la pelle le ulceri della sifilide. La miserabile vita lo ha indebolito, i geilitori gli hanno lasciato una eredità di clorosi cosi che egli è assolutamente inadatto al lavoro; lo volesse anche non può lavorare; gliene manca la forza fisica, e forse la sua non volontà di lavorare non è che il resultato della sua stessa debolezza muscolare. E i t1-amps sono qualche ,centinaio di migliaia. Il rimedio? .J ohn Burns, il ministro del lavoro, e ora del commercio dichiarò che ce n'è uno solo: fare fra loro una selezione, i bambini ed i più giovani mandarli in qualche colonia, dopo aver loro accordato per un periodo di tempo un regime fortificante, e lasciare che la morte liberi il paese del rimanente. Ma questo rimedio per la spesa che comporta, per la difficoltà della scelta, per le recriminazioni che solleva è parso inattuabile. Si é dunque rimasti al punto di prìma. I tramps ci_'.sono,.e poichè qu~st'anno la raccolt&.del luppolo, che otrre per un certo tempo lavoro a parecchie diecina. di migliaia di loro,

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