Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 18 - 30 settembre 1908

RIVISTA POPOLARE 497 Cambridge e Norfolck per 647 acri Cheshire • 800 • Oornwall Holland Wiltshire Bedfordshire cooperativa. > 146 > • 285 " • 452 » • 800 > affittati ad una Oltre a questi che sono affitti o compre fatte dai comuni per conto de'terzi i Commissari hanno ricevuto richieste da privati per compre o affitti di altre 1000 acri di suolo. E' opportuno notare che il· Tesoro ha autorizzato una garanzia dì prestito di 1,200,000 sterline l'anno alla Società d'Organizzazione agricola per aiutare ed incoraggiare gli acquisti e gli affitti cooperati vi. Naturalmente vi sono stati alcuni proprietari recalcitranti e contro questi i comuni hanno dovuto applicare la espropriazione forzata, ma i più hanno acceduto di buon grado , spesso hanno offerto essi stessi come il Duca di Bedford che ha ceduto 232 acri a Whitebread che ne ha 363. Nel Ken t sparano. ottenerne 500 da Michaelmas, e Lord Oorrington spera che la Corona ne cederà a sua volta 250. Naturalmente la legge, e ne convengono gli stessi liberali, non è ·perfetta. Dovrà essere riveduta, ritoccata., ampliata. In alcuni punti e per ciò che riguarda i piccoli prestiti, l'affitto a luuga scadenza, la compra a rate e la possibilità di espropriazioni la legge dovrà essere molto migliorata. Anche per ciò che riguarda l' affitto a cooperati ve agricole dovrà essere resa più elastica, per essere di maggiore utilità; oggi il timore di evitare gli uomini di paglia , e di non favorire la speculazione ha reso la legge un po' dura ; ma anche tale qual' è rappresentà ;un progrElSSo su la stabilità della proprietà fondiaria in Inghilterra. C'è stato chi l'ha chiamata una rivoluzione pacifica e forse è vero, se ai c9nsidera che la terra non poteva essere acquistata che per un periodo di tempo di 100 anni dopo i quali doveva tornare all' originario possessore. Non sembra, ma la vecchia Inghilterra si avvia ad una grande e profonda e pacifica trasformazione sociale. Superfluo aggiungere per parte nostra, che se i prezzi dei cereali ritorneranno bassissimi, l'agricoltura inglese rimarrà sempre tristissima senza misure protezioniste. AI NOSTRI ABBONA TI-Preghiamo vivamente i nostri abbonati di volerci mandare, senza alcuna responsabilità da parte loro, ·indirizzi di amici e conoscenti che possano, con probalità, abbonarsi alia rivista. Li preghiamo ancora , volendo diffondere la Rivista , che riteniamo utilissima per la formazione del carattere, tanto deficiente in Italia, di voler procurare qtialche nuovo abbonato. A vvertiamo che i nuovi abbonati che pagheranno anticipatamente l'abbonamento annuale (lire SEI) riceveranno la Rivista fino a tutto Dicembre 1909, COQ_ diritto ai premi gratuiti e semigratuiti. La lingua itaJiana • 111 Egitto Gli avventurati precursori dell'Egitto contemporaneo, con disinteresse unico piiÌ che raro, avevano atteso all'organizzazione del paese, al suo sviluppo morale e materiale senz'altra protezione che la simpatia e l'affetto degl'ind i geni, guiderdone assai ambito per un popolo d'indole generosa. Frattanto però altre genti; ben diversamente animate, protette da Governi forti, dediti ali' espansione coloniale, a quella fertile regione rivolgevano le loro mi,,e, e presto cominciò la gara dello nazioni europee che si proponevauo di ·affermarvi la propria influenza. Più sagace si mostrò la Francia , la quale nou ristette alle sole pressioni politiche, quantunque validamente sostenute 1ialla forza dei connoni: d'accordo col potere burocratico, a lei congiunta per la lotta contro lo spirito nuovo che fremeva nei cuori italiani (la campagna del 1859 - fulgida gloria - parve una ge~ nerosa parentesi in quel triste periodo storico), iuviò alla conquista del Levante l'esercito formidabile dei suoi ordini religiosi che allacciarono città e villaggi nell'immensa e fittiBsima rete della lol'O scuola. Col verbo della fede, frati e suore propagavano e continuano a propagare sulle opposte rive lingua, usi, costumi della patria di Voltaire, attirandole dappertutto simpatia che dovevano consolidare anche in Egitto la sua preponderanza per sl lungo tempo invano contrastata, creandole una nuova som_ma incalcolabile di morali e materiali interessi. L'Italia ancor divisa e straziata, raccolta nella meditazione della riscossa, o appena ricostituitasi, intenta all7assetto nazionale, non poteva tender l'occhio vigile e la mano sollecita a proteggere dalla rapacità altrui il primato che i loro figli avevano saputo conquistare al nome nostro; e l' italianita, che aveva cosi nobilmente fecondato l'Egitto, fu sopraffatta. L' insegnamento del nostro idioma, ~già dominante nelle scuole fondate da Mohamed Ali al Bulacco in Zairo, scomparve - non si sa con precisione quando, ma in tempo assai lontano -~dovendo cedere il posto al francese, nuovo signore; e non riapparve più in alcuna istituzione scolastica del Governo egiziano; e solo di recente è stato accolto in un'unica scuola indigena, a cura del nostro Governo , per le insistenze della Dante Alighieri. I giovani indigeni od europei non vennero a fare i loro studi in Italia, nè a compiervi la loro istruzione superiore e professionale: Parigi forma la meta delle menti avide di sapere e di civili costumanze. L'apertura del Canale di Suez, consacrando con una opera grandiosa il predominio del!' influenza francese segnò pure il termine della pacifica preponderanza dell'elemento italiano in Egitto; ma d'altra parte, risvegliando le preoccupazioni dell' Inghilterra per (la nuova via sbarrata alle Indie, rese più acute le cupidige di questa nazione. La quale forse d'allora meditò le insidie alla indi pendenza Egiziana: certo, d'allora spiegò maggior solerzia nell'azione coloniale che

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