RIVISTA POPOLARh 498 + Gli es leti e gli intellettuali in genere ( ed io non intendo disprezzare le loro raffinate preferenze) non saranno certo soddi::ifatti del congresso di Firenze. Neppure gli amatori colti e pratici della politica vi avranno trovato alcunchè di notevole. Soltanto i socialisti riformisti ne sono usciti, non so se più convinti, •certo più entusiasti di quando vi eutrarono. Essi sono dei politicanti di facile contentatura! Vedete, infatti : ora si affrettano a proclamarsi i vincitori del congresso di Firenze ; e, quello che mi sembra ancor più ..... coraggioso, dichiarano che questo congresso ha finalmente sanzionato il trionfo del metodo e dei concetti del riformismo nel partito socialista. È inutile opporre loro dei numeri, ricordare che dei diciottomila voti ( su 29 mila votanti). afferma.tisi sull'ordine del giorno cosidetto di concenfrazione non meno di diecimila erano integralisti e non più di ottomila erano riformisti; che gli integralitlti morgariani e quelli intransigenti ebbero oltre undicimila voti complessi va.mente, sicchè è..... curioso trasformare in una vittoria riformista la contrapposi~ione di circa ventimila voti non riformisli a. poco più di otto o novemila voti riformisti per davvero l È anche inut.ile dimostrare con l'ordine del giorno concentrat01·e alla mano che esso è zeppo di affermazioni e di proposizioni tradizionalmente repugnanti al riformismo. Vi si leggono, infatti, dei brani di questo genere: . e I sindacati non compiranno completamente il loro dovere nella lotta di emancipazione dei lavoratori, se non quando i loro atti si uniformeranno ad uno spirito interamente socialista >. e Considerato, poi, che nell'attuale condizione della società nessun altro mezzo decisivo hanno i lavoratori dei servizi pubblici per mantenere la difesa dei loro diritti e che nei momenti risolutivi della storia, la sospensione dei servizi pubblici è fra le più efficaci armi di cui il proletariato possa avvalersi per disorganizzare Ja difesa del governo ; ·e- ritiene perfoolosa qualunque disposizione intesa a far penetrare nella legislazione il principio dell'abolizione del diritto di sciopero ed afferma la necessità di respingere qualsiasi tentativo in tale senso, bastando la cresciuta potenza interna delie organizzazioni a disciplinare automaticamente i conflitti del lavoro•. E a proposito di ..... riformismo: e Il Congresso dichiara che l' azione elettorale e parlamentare dei socialisti per la difesa del proletariato e per la conquista delle riforme orientate verso il fine socialista , non si propone la partecipazione al governo ; afferma che i socialisti debbono distinguere la loro azione riformatrice, da quella dei riformatori borghesi, anche se momentaneamente alleati, mettendone in rilievo la caratteristica diversità di finalità e di metodo, per tener desta nei lavoratori la coscienza della inevitabilità degli antagonismi di classe fino a che sussiste il privilegio della proprietà capitalistica>. e Per il programma elettorale , afferma che il programma massimo del partito è la premessa necessaria di un programma minimo che voglia mantenere la impronta socialista anche nella propa.ga.nda elettorale >. E, dulcis in fundo: « Per la tattica parlamentare, afferma che il gruppo parlamentare deve riunirsi con le rappresentanze del partito e della Confederazione del lavoro ogni qualvolta uno dei tre enti lo ritenga opportuno, e per respingere un tentativo di !egis!"azione reazionaria~ impegnando l'ostruzionismo in Parlamento, combinato con le agitazioni proletarie che potrebbero anche culminare nello sciopero generale o per approfittare di una situazione politica favorevole a urgenti e gravi interessi del proletariato ,. . La iniziati va del la concenfrazione sovra un simile lérreno per essi alquanto scottante, fu da parte dei riformisLi un espediente tattico escogitato per vincere comunque, o per non subire una nuova sconfitta; fu, da parte loro, l'adozione e, in certa guisa, il peggioramento di quello empirico eccletismo, che in precedenti congressi rimproverarono agl' integralisti. E, a mio avviso, non milita neppure a. loro favore l' attenuiinte della preoccupazione unitaria del partito, perchè non è possibiie, 11011 è ·serio sperare una durevole concordia fra integralisti e riformisti ( non. parlo dei rivoluzionarii!) sovra un ordine del giorno integralista, affidato per l'applicazione ad elementi riformisti, come_ quelli che certo predomineranno e nella direzione del partito e nell'Avanti I Riformisti e integralisti hanno perdn8o a Firenze un'ottima occasione , per definire una bnona volta, nettamente, e senza pericoli per I' unità del partito, la vecchia bega delle tendenze, con un'esplicita e recisa affermazione di idee tanto da una parte quanto dall'altra. Una buona parte degl' integralisti rimasti fedeli a Morgari non tarderà ad ingrossare il nuéle.o degl' intransigenti , mentre le attività ufficiali del partito assumeranno una intonazione esplicitamente riformista. Risorgerà, cosi, l' antica divisione prodotta ad Imola nel 1902 fra transigenti e intransigenti, e m un prossimo congresso .... torneremo da capo ? + Intendiamoci: il mio pessimismo non investe punto l' azione riformista, in rapporto alla natura e ai fini del mio partito. Io, insomma, non credo che la lotta per le conquiste delle riforme, se anche a questa esclusivamente si riducesse per un certo tempo l' azione socialista , sarebbe necessariamente la negazione dei fini rivoluzionarii del socialismo. Domandare giorno per giorno delle riforme ai poteri dello Stato, significa porli nell'alternativa di concederle, per evitare gli attriti , accrescendo cosi corrispondentemente la potenza politica e affrettando la maturità trasformatrice del proletariato; o di negarle, determinando, preparando la necessità di un assalto rivoluzionario a ciò che non fu possibile corrodere lentamente con le riforme. D'altra parte, l'azione del partito socialista per la conquista di una riforma diventa riformista, cioè innocua per la borghesia, solo in quanto la si isola nell'ambiente parlamentare ; chè se si diffonde simultaneamente nel paese con l'agitazione delle masse, svi-
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