Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 18 - 30 settembre 1908

RIVISTA POPOLARE 487 in Sicilia nego l'autonomia. Ma quando mai m1 sono sognato di negare quella autonomia compatibile collo Stat9 federale di cui proprio in· quel1' articolo stabilivo le premesse politico-morali? La voglio anzi estesa a tutte le regioni d' Italia. Ecco, perchè fui e rimango milite di un partito federalista italiano e non volli e non voglio essere capo di un partito autonomista siciliano. Un altro scioccherello, dopo avere accennato ad una osservazione del Generale Dal Verme, che attribuisce a me - e non me ne lagno - riferisce al primo articolo mio in cui avevo esaminato l'azione economica dello Stato in Sicilia, il brano che avevo messo a conchiusione del secondo articolo, in cui ne avevo esaminato invece l'azione politica e morale, eh' è stata perniciosissima e che tale ho dimostrato. D' onde una pretesa contraddizione mia, che viceversa è una bestiale manifestazione d'ignoranza o di mala fede altrui. II. Le ragioni economichedel partito siciliano_ Gli organi del cosidetto partitto siciliano si fanno strada affermando e tentando dimostrare colle cifre di Nitti, che lo Stato italiano spoglia la Sicilia a benefizio del settentrione. Contro questa affermazione mi levai nel Giornale di Sicilia (N. del 29-30 agosto) per ristabilire la verità ed eliminare le partigiane esagerazioni. Affermai : 1 ° Che i beni dell'asse ecclesiastico della Sicilia incamerati dello Stato non ammontano ad un miliardo, ma circa a 250 o 270 milioni; e che ill compenso, sebbene inadeguato, dell'ammontare di tali beni dell'Isola superiore a quello delle altre re~ioni d'Italia, la legge 7 Luglio 1866 accordò ai soli Comuni della Sicilia e della Sardegna il quarto della loro rendita ; 2° che in una regione si producono i danni economici dell'assenteismo quando lo Stato ad essa prende sotto forma d' imposte di più di quello che ad essa rende sotto forma di spesa sul luogo ; 3° che nello stabilire il dare. e l'avere tra una regione e lo Stato, il bilancio cioè dell' imposta e delle spese, si deve tener conto di quella percentuale, che è consacrata agli organi centrali dello Stato ed a tutte le spese generali o di difesa, che per ragioni politiche e geografiche si è costretti a fare in una misura maggiore in una regione anzichè in un altra. Ora tenendo conto di questi elementi modificatori, nel libro del dare e dell'avere la Sicilia non era affatto in condizioni peggiori delle altre regioni del Regno e che in condizioni previlegiata si trovano il Lazio, come sede del governo centrale, la Liguria il Piemonte e la Toscana; 4° che veniva esercitata una iniquità quando si costringeva una regione a contribuire al mantenimento dello Stato in una misura maggiore della propria ricchezza; ma che ,sotto questo aspetto la Sicilia non aveva nemmeno motivo di dolersi. Affermai senza dare delle cifre, perchè in Castrogiovanni dove passo le vacanze non ne avevo sottomano; ed avvertii che tali ricerche delicate erano difficilissime, ma che ai risultati si doveva accordare molta fiducia pel fatto, che erano pervenuti a risultati molto vicini Benini, un settentrionale, che aveva stabilito il bilancio del dare e dell'avere per la sola provincia di Bari; Pantaleoni che aveva proporzionato le imposte alla ricchezza per tutte le regioni d'Italia in seguito a studi di carattere esclusivamenie scientifico nel 1891; e finalmente il Nitti che il bilancio del dare e dell'avere per tptte le singole reiioni d'Italia l'aveva fatto nel 1900 e le ricerche aveva eseguito a scopo essenzialmente politico. Della mancanza delle cifre, che del resto non possono trovar posto in un giornale politico quotidiano, un povero imbecille me ne fece un capo di accusa divertendosi a denunziarmi come un professore che pei miei loschi fini vendo sinanco la scienz.a..... Non so chi me l'abbia pagata sinora; ad ogni modo eccomi a dare le cifre del tutto gratuitamente a lui e ai cento altri che lo rassomigliano. In tanto non è inutile avvertire che i dati che presento non hanno valore polemico soltanto e non interessano la sola Sicilia; -qa servono ad illustrare tutto il problema del mezzogiorno; problema che sarà ~!ncoìa per molti anni il più tormentoso per l'Italia tutta, tra i tanti che le s'impongono. Comincio da questi di Pantaleoni, che sono le più antiche, e le meno sospettabili. Sono pubblicate nel Gio1·naledegli Economisti del Gennaio 1891. Regioni Ricchezzain cifre Carico tributario percentuali in cifre percentuali Piemonte e Liguria 2 4 6 , 88 1 Italia Set!ent. I 5,861 Lombardia I 175 14 29 39,41 Veneto ro,30 47,93 8,56 Toscana 8,26 l 8,67 l Lazio 5, 34 Italia centrale 8, 2 I 28,67 Emilia 7,8G 24,99 7,94 Marche ed Umbria 3,53 3,85 Provincie Napoletane Sicilia 19,07 } Italia merid. 8,oo 27.07 24,44 } 32 18 7,44 ' Da questo primo prospetto del Pantaleoni risulta all' evidenza, se le cifre che invocano i miei calunniatori dicono il vero, che la Sicilia pagava nel 1891 un pochino meno della propria ricchezza. Citando a memoria errai soltanto per la Toscana, che avevo collocato accanto provincie settentrionali fortunate. Il Pantaleoni in un altro quadro dà la ricchezza media e il carico tributario per abitante col rapporto percentuale tra l'una e l'altro: Regioni Ricchezzamedia Carico Rapporto per abitante tributario percentuale Piemonte e Liguria 2,746 34,5 2 I 12 5 Lombardia 2,400 37,83 I ,57 Veneto I ,935 26,63 I ,37 Emilia I ,762 2 9,39 r ,66 Toscana 2,164 37,26 r ,72 Marche ed Umbria I ,227 20,56 I ,65 Lezio 3,333 84,89 2 ,54 Napoletano I, 333 28,30 2 1 I 2 Sicilia I ,471 23,57 I ,33 Il Pantaleoni, inGne, ha collocato in ordine ascendente le diverse regioni secondo il rapporto tra ricchezza e carico tributario, passando dal minimo al massimo carico. La disposizione è la seguente: 1. Piemonte 1, 2 5 °/o 2. Sicilia I ,35 » 3. Veneto 1,37 ii 4. Lombardia 1,57 > 1 5. Marche ed Umbria 1,65 n 6. Emilia 7. Toscana 8. Napoletano 9 Lazio I ,66 °/ r ,72 >l I commenti aspetto - ed aspetterò invano che li facciano - i miserabili che per acchiappare un bricciolo di popolarità _o ~n seggio 1:el Consiglio comunale affermano 11 ialso o per ignoranza crassa o per malafede. Forse _dira1:no che Pantaleoni nel 1891 vendette la propria scienza .... + Veniamo alle cifre del Nitti , di cui si valgono taluni, abc non sanno nernmeno leggerle.

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