RIVISTA POPOLARE 457 casa propria un terribile morbo, che di anno in anno si estende e che se non invade i corpi, infetta le anime : la manìa dei titoli... La manìa dei titoli invade anche le donne. E l'ambizione delle donne in questo è veramente miserevole; non avendo un titolo pr0prio, esse prendono senz'altro quello del marito. Nella Germania meridionale questa man~- tocca il sommo del ridicolo; vi si ode comunemente nominare « la signora moglie dell'esattore » (Steuereinnehmersgattin) e anche la signora moglie dell'albergatore (Gastwirtsiattin)... Le stesse propugnatrici del femminismo, le quali per principio dovrebbero tenerci molto ad affermare anche in questo il loro diritto della donna sopra sè stessa, assai spesso in atti pubblici e per la stampa assumono il titolo dello sposo .... Q..uesta ossesione del titolo umilia e discredita il vero merito ... >>. « Anche in Italia non mancano titoli e gente che ci tiene molto; ma è ·ben poca cosa questa loro manìa ... Nei libri di storia e nelle iscrizioni sui monumenti si legge: Carlo Gozzi, Giacomo Leopardi, Cesare Balbo, Massimo D'Azeglio, Camillo Cavour e via dicendo, come se fossero semplici borghesi ; gli estranei non sanno se questi grandi uomini fossero semplici borghesi o nobili, conti o marchesi» (pag. 300 a 309). Sono note le opinioni ben fondate del Michels e che furono rilevate altra volta nella 'R._ivista, sulla maggiore libertà di cui si gode in Italìa rispetto alla Germa'nia e che egli ripete in questo libro; ed è anche degno di nota il suo giudizio sullo spirito monarchico degli Italiani ben diverso da quello dei Tedeschi. <<Rispetto alla monarchia , egli osserva, c' è un platonico scetticismo; non venerano il Re come Dio, ma lo giudicano dai suo atti e con criterii utilatari; della monarchia fanno una questione di sentimento patriottico o di onor nazionale » (pag. 311 ). Per(iò abbondano i borghesi e i nobili nel socialismo italiano e sono scarsissimi in quello tedesco. La conclusione che trae dal confronto il Michels si apprende dal titolo del capitolo: La maggiore predestinazioneed adattabilitàpsicologicadei borghesi italiani al socialismo. <<Lamaggiore adattabilità degli Italiani al socialismo in parte, però, deriva dal grave malessere che sentono >>. « Come l'Italiano più del Tedesco è facile all'entusiasmo, più idealista - e lo riconobbero Madama de Steal e Hehn ---, più ·fervido nel sentire, così è anche piì1 portato all'altruismo, all' abnegazione ». (pag. 321). Egli nota, infine, che manca tra gl' Italiani lo chauvinismo anzi rileva con Lombroso che c'è l' antiitalianismo. « Invece delhi bramosia di conquiste degli altri popoli, gli Italiani essenzialmente pacifici e non desiderosi di commettere le ingiustizie, (he essi hanno subite dagli stranieri, mostrano entusiasmo per le cause giuste degli altri popoli. D'onde l'accorrere dei garibaldini in Francia e in Grecia». + Questa difesa del carattere italiano fatta da un Tedesco, che si distacca dai suoi burbanzosi connazionali pazzescamente e grottescamente apologisti della propria razza da sola dovrebbe bastare ad as• sicura tra noi un vero successo al libro del Michels. Io glielo auguro di cuore. Una riserva sola ed una protesta mi permetto di elevare; è quella contro l' assegnazione di certi caratteri ai Tedeschi ed agli Italiani, quasi come fissi alla loro razza e dai quali scaturirebbe una specie di predestinazione storica. Niente di tutto ciò. Quei caratteri muteranno o si consolideranno secondo gli avvenimenti, il cui corso sinora non autorizza ad ammettere alcuna predestinazione. DoTT. NAP. CoLAJANNI Gli Italianisul suoloan1ericano'ci) ( Uno studio su l'immigrazione) La presente agitazione per ulteriori restrizioni alla immigrazione è specialmente rivolta contro i Greci, i Polacchi, gli Austro-Ungarici e gli Italiani del mezzogiorno e della Sicilia che, dal 1870 ad oggi non hanno fatto sltro che aumentare sempre di numero. Gli immigranti nel 1905 furono 1,026,499, e gli Italiani in numero di 221,479 vi tenevano il primo posto. Il generale Francis A. Walker fu uno dei primi oppositori alla ammissione degli emigranti di questa nazionalità. Egli diceva: « Essi non hanno nessuno di quegli istinti e tendenze ereditarie che li rendono facilmente comparabili alla emigrazione del passato. Essi sono i vinti di razze vinte, la debolezza peggiore nella lotta per la esistenza "· Recenti articoli di riviste e giornali accennano a! pericolo della ammissione di questa gente. Si afferma che essi sono malnutriti, male sviluppati, spesso malati, inabili, analfabeti, mancanti del senso della responsabilità, con un acuto senso della loro inferiorità e l'assenza assoluta di abilità per trarre partito dalle circostanze ; non sono desiderabili perchè il tenore della loro vita è basso e perchè non cercano di migliorarlo quando le loro condizioni sono prospere ; e che dopo tutto essi sono sempre un probabile carico per il paese come inquilini di ( 1) Il pregiudizio d71la rana, q_uantu!1queridòt~o al ndla dalla storia e dalla statistica, dalla scienza in genere, impera sovrano tra le moltitudini anglo sassoni; tra le pretese ra 11e superiori. Questo pregiudizio ha fatto condan_naregli !taliani,specie del Sud, nel Nord America come elementi undeszderables, come elementi non assimilabili dalla civiltà nella repubblica delle stelle. Contro questo pregiudizio rim~ne inconfutsto il li~ro. di_ <:olajanni (Latini e anglo sa.s~om). Una. delle. magg1?n. r1V1ste Nord Americane The Nation, come 1 nostri lettori ricorderanno non pot:ndo confutare una sola linea di quel libro, occup~ndosene benevolmente, lo annunziò con un titolo offen• sivo : Il verme latino si agita •.• B' doveroso, però, ricordare che tra gli Americani colti i giudizi onesti no!1mancano. Altra volta fu l' Austin, il maggiore statistico degli Sta.ti. Uni~i, ~ dimostra~e eh~. gli Ita~ia~i sono elementi desiderabzlz anztche non des1derab1!1; e 001 riproducemmo a suo tempo quasi pe~ intero ~' interessante articolo pubblicato nella North American Revzew. Ora è il Fogg Meade che in una pubblicazione ufficiale de! governo federale , nel Bullettin of the Bureau of Labor dt Washington (N. 70) presenta un coscenLiosoe dili~ente studio (The Italian on the land: a study in ì'mmigration) per dimostrare per lo appunto come i peggiori Italiani , quelli del Sud sono assimilabili dalla civiltà anglo-sassone. . N~i crediamc doveroso farlo conoscere ai nostri lettori, per aume~tare la ton:llità della coscienza italiana ; perciò ne diamo un larghissimo riassunto, che è stato fatco dal nostro amico e collaboratore Antonio Agresti , un italiano che conosce la lingua e la civiltà anglo-sassone come quella del proprio paese. La Rivista
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