Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 17 - 15 settembre 1908

456 RlVIST A POPOLAR~ poichè il complesso movimento operaio d'Italia ha bisogno della meravigliosa arte oratoria e volgarizzatrice del Ferri, come della profonda cultura e della critica demolitrice del Labriola, e del consiglio di Morgari per gli umili e per i pratici e della bella propaganda evangelica del Prampolini ..... >> E' notevole intanto che mentre i più pazzeschi sindacalisti se la prendono col parlamentarismo e si mm,trano conten~i di essere usciti, come da una prigione, dal partito socialista, qualcuno dei capi si mostra addolorato, che i sindacalisti non possano prendere _parte al Congresso di Firenze, Nè a torto. Che cosa sarebbe di certi intellettuali se non potessero prendere parte ai Congressi e alle lotte parlamentari nei quali possono mettere in evidenza le proprie qualità oratorie? II. Dati i miei studi prediletti sulle razze e le mie convinzioni sui romanzi antropologici si comprende che il libro di Michels, intrinsecamente eccellente, doveva riuscirmi più caro per quanto egli dice nel confronto tra un popolo di pretesa razza inferiore ed uno di pretesa razza superiore, tra il popolo italiano e il popolo tedesco. Egli non si nasconde le difficoltà di queste comparazioni e aggiunge che la convivenza per lunghi secoli di un gruppo umano - favorita, avrebbe potuto aggiungere,. dall' eredità - produce un certo modo comune di sentire la vita, che dà origine all'illnsione del carattere di razza. Certi asseriti ca~ ratteri, come, ad esempio, la fedeltà tedesca, sono • indimostrabili. Sin da principio il Michels esce in una afferma• zione che sorprenderà molti nostri concittadini: l'Italia è moderna; la Germania non è completamente liberata dal medio evo. Cosi del pari non esita ad assegnare ai nostri contadini una superiorità morale su quelli tedeschi e ad ammirare la nostra tolleranza politica; la quale, spesso, deriva da un nostro difetto: dallo scetticismo, dalla indifferenza in fatto di politica. Con Brahms riconosce negli Italiani sincerità - e non sarei di accordo su questo carattere -, naturalezza, delicatezza. A loro il Garofalo volle assegnare come carattere tipico la ferinitd; ma Michels fa sua una osservazione dell'insospettabile Ferri e nota che in Italia gli omicidi calcolati, a freddo, per motivi strettamente pecuniari sono rari. .. Con Vischer riconosce che nella penisola manca l' ipocrisia sociale; con Heine la sfrenata delicatezza del suo popolo. La libertà, la franchezza, la vivacità non disgiunta dal decoro sono, egli dice, di regola il fondamento delle relazioni tra ie varie sociall. « Sin dal 1789-99, Arudt constatava che l'Italia perfino in teatro non conosceva differenza di ceti. e Bakunin nel 1865 riceveva venendo in Italia l'impressione di una grande uniformità sociale e della mancanza assoluta di ogni limite tracciato nettamente tra le singole classi economiche. Queste differenze in Germania riducono ad una menzogna l'umanità e la cristianità di cui si fa pompa a parole; la borghesia tedesca a confronto della borghesia italiana sembra un ceto quasi naturalmente nobile ( Goltz). Vi sono città in Germania dove gli ufficiali, gli avvocati, i prokssori di Università, i negozianti, e cosi via dicendo, costituiscono al trèt· tante corporazioni chiuse, che si ·guardano l;una cori l'altra con superbo disdegno e con reciproca diffidenza ... Ovunque si associano quelli, che godono una fortuna eguale, quelli che sono d'origine eguale, quelli_:che hanno idee eguali». « Ognuno ha la sua scatola dove nè dimentica cose vecchie, nè impara cose nuove ... Lo spirito di casta invade anche le trattorie, le birrarie, i caffè, dove gli avventori sono tutti dello stesso ceto. Dove vanno i grossi borghesi e gl' impiegati, di regola , il piccolo borghese anche a parità di prezzi, non osa metter piede ; prender posto in una sala dove convengono operai manuali , ad una persona agiata sembra cosa sconveniente, indecososa. Tutte quelle cricche-come ha detto benissimo il Boemepreferiscono il suicidarsi per mancanza di nutrimento intellettuale all'aprire le loro porte al vento nuovo ; lo scopo delle loro riunioni non è il divertimento, ma la vicendevole scomunica (pag. 294). In Italia è all' opposto; e la distanza che c' è tra padrone e servitore minore che in Inghilterra , in Francia, in Germania , venne osservata da Arnold Ruge e da Mittermaier. « Nessun popolo, dice quest' ultimo, è così squisitamente sensibile all' essere trattato con riguardo, come l' Italiano ». E Hehn aggiunge: « le classi lavoratrici sono avvicinate dal comune ·decoro >> (pag. 296 - 297). Il lavoro e la professione non danno all'Italiano quel carattere unilaterale duro, meschino o comico, che danno al tedesco, osserva il Vischer. Perciò è anche naturale che l' Italiano, secondo l'ironia di Kephalides, non abbia4 se non un'idea, se non molto superficiale)d inadeguata delle innumerevoli classificazioni che il tedesco fa dei suoi fratelli, distinguendoli secondo la nascita, la condizione, l' ufficio , le sostanze , b istruzione e simili, cosi come Linneo classificava le sue bestie se-:ondo la dentatura e gli artigli » (pagine 298-299). + Veramente esatta è la constatazione della differenza fra Italiani e Tedeschi che egli fa nel Paragrafo: Titolomaniae spagnolismoin Italia e in G_erm~nia. «.La pretesa intimità di sentimento (lunesltchkeit) e l' intima cordialità (Gem1lt) dei Tedeschi sono superficiali, immaginare. Non c'è altra nazione civile che alla esteriorità di ogni maniera attribuisca tanto valore quanto la tedescha ... I Tedeschi hanno u~ rispetto illimitato per la nobiltà in sè stessa, astraz10ne fatta dalla persona; ciò che permette ai feudali di continuare il dominio nell' Impero anche a dispetto del capitalismo. Nessuno più dei buoni borghesi tedeschi ammira la nobiltà o meglio rimane a bocca aperta davanti ad un nobile; perchè per quanto grande sia la loro buona volontà di ammirare spesso ne manca la materia. Un Herr von anche se il suo cognome sia affatto ignoto alla storia , anche· se materialmente e intelletualmente sia un poveruomo, nella vita di società è un fattore di prim'ordine ... La nobiltà tedesca nella sua prtitica esercita ancora un dominio sociale come ai tempi dell' ancien règime; .... La frenesia dei titoli, propria di tutto il popolo tedesco, ha riscontro nell' ostentazione che i nobili fanno del loro titolo gentilizio in ogni occasione ... Il titolo pare che conferisca qualche cosa ad uomini come Bismark, Moltke; Leitnitz, Goethe ... E nello esercito si preferisce denominare del titolo, anzichè del grado.... La borghesia tedesca da secoli ha 10

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