Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 17 - 15 settembre 1908

RIVISTA POPOLARE di 20 a 30 acri di questo suolo. Nel 1905, 288 Italiani possedevano 4,226 acri di terreno, divisi in queste proporzioni : 88 poderi di uno e due acri 38 » da due a cinque acri 39 » da cinque a dieci acri 50 >> da dieci a venti acri 54 » da venti a cinquanta acri 16 » da cinquanta a cento 3 » da cento a centocinquanta. Gli Italiani usano affittare 5 aai di terra che· lavorano in aggiunta ai loro hvori ordinari. Coltivano in questi loro piccoli possessi fragole, lamponi, patate dolci e patate bianche, e uva; ma la fragola è una delle coltiv:izioni da loro prediletta. Non si curano molto della cultura scientifica, e pochi tra loro possiedono verzieri. Colti vano i legumi per il loro uso privato, e alcuni mandano al mercato pomodori, patate, ed altro per mezzo dei loro ragaz,.i. Essi hanno introdotto Ja cultura di parecchie verdure Italiane, e ·cre-;co110 con successo cavoli, peperoni, prezzemolo, sedani e asparagi. Tosto che un i talian.o lo può acquista un cavallo per portare al mercato le sue d~rrate. Le vacche n()n sono utilizzate. Le capre danno sovente l'unico latte possibile. Quasi ogni italiano possiede un porco ed i polli per il proprio uso, e ne ha molta cura. Una caratteristica dei coltivatori italiani è la economia, i primitivi metodi di coltivazione e la iniziativa. Il loro lavoro dì zappa ha bonificato il suolo, e le loro donne, in questo, sono state utilissime. Il loro lavoro di monJatura accuratissimo, ha salvato intiere piantagioni dalla distruziJne. Sono attaccatissimi ai vecchi sistemi e pregiudizi, perfino nella scelta del tempo per piantare. La economia degli italiani è notevole. Raccolgono 1~ foglie per le vie per nutrire i loro animali. Sono nluttanti a potare i loro alberi, e nei loro orti ogni pollice di rerreno è utilizzato; anche lo spazio che gli americani usano destinare ai fiori od al gioco. Questo sistem:i degli Italiani è utilissimo per fertilizzare questo terreno che ne ha tanto bisogno. Avendo veduto che il concime artificiale dà ottimi risultati ne sono divenu~i avidi compratori, ma non lo usano intelligentemente. Alcuni di essi hanno assistito alle lezioni di agricoltura delle cattedre ambulanti, ed hanno capito la utilità della rotaz~one delle colt:vazionL e la praticano, e si può due che un coltivatore italiano può stare a fronte d'un tedesco vantaggiosamente. La coltivazione delle bacche è assai facile, e gli Italiani sono impiegati anche dai loro cor,naziali alla raccolta. Essi, ingaggiati da un padrone, lavorano a cottimo; vengono anche da altre città con le don ne ed i ragazzi e guadagnano da 1 dollaro a I dollaro e mezzo al giorno. Essi le impac(hettano nelle cassette e le caricano su i treni che le trasportano ai varii mercati. Le spese del colono italiano sono ridotte al minimo. 11 lavoro di tutta la famiglia che aiuta il capo e Of-'era ai campi insieme a lui, rende possibile ad una famiglia italiana di vivere là dove una famiglia americana morirebbe di fame; una famiglia di 8 persone vive comodamente sul prodotto di circa 3 a 5 acri di terreno. Gli italiani dicono che il loro successo è. dovuto alla persistenza ed anche alla parsimonia dei loro esperimenti e della loro pratica. Il suolo del New Jersey è troppo povero per potervi tentare esperimenti costosi. Il successo degli Italiani è dimostrato in questa lettera del Prof. Iohn B. Smith: « Ho veduto con molto interesse il progresso dei coltivatori italiani. Originariamente essi vennero portati nel New Jersey da Filadelfia unicarneinte come raccoalitori di bacche. Gradualmente alcu~1i di essi si· stabilirotio· e acquistarono piccoli lotti di terreno. I loro metodi di coltivazione ·erano primiti,·i. 1 Non avevano macchine, avevano pochi strumenti e tutto era Ja loro fatto alla mano. Erano sporchi ne~ loro costumi, e nelle loro famiglie; non si elevavandquanto il lorovicinato· ma riuscivano a possedere ~ltrettanta moneta, s~ non più, perchè spendevano; meno. Da allora le cose sono mutate. Il loro modo di vivere e migliorato; ed altresì il loro sistema di coltivazione. Gli italiani non usano la macchina tanto quanto gli americani; ma lavorano di più il loro· raccolto. Il rcsuliato è che guadagnano di più spendendo meno. 1 migliori fra i coltivatori ìtaliani non valgono i migliori americani; ma in generale vàlgono quan!o la generalità di questi. Essi capiscono i dana1 prodotti dagli insetti e quando si è riuscito· a persuadere uno di essi dei rimedi da adottare tutti gli altri lo seguono ». ' E' notevole anche uno dei doni della loro economia. Essi coltivano e producono frutta tanto belle quanto quelle degli Americani, ma siccome le impaccano in brutte casse e senza cura, il loro prodotto è meno apprezzato sul mercato: ma siccome alcuni italiani si sono accorti di questo danno si può sperare che presto tutti gli altri vi porrnt;no rimedio. Alcuni esempi sul profitto netto del raccolto possono essere dati con interesse. 1) Un itrilinno natoin America, nel 1903 ricavò 500 dollari su circa due acri di lamponi: 2) Un giovine italiano ricavò 160 dollari da circa 1/4 di acre. 3) Un altro colono ri_ca_vòr80 dol Iari da un acre di fragole. 4) 5 acri d1 fragole produssero 200 dollari. , Ancora è utile vedere i rrofìtti che gli italiani sanno ricavare. 1) Un'italiano della prima generà~ zione stimò 75 dollari annui all'acre il prodotto dei suoi dieci acri di suolo coltivato a bacche e pntare. 2) Un'altro della seconda generazione, con 8 acri di bacche ed una di viti ricavò 700 dollari all'anno. 3) Un giovane itaiiano con circa r2 acri ricavò 400 dollari all'anno, dopo pagatine 50 per fertilizzare, e da 75 a 125 per la raccolta. 4) Uno dei primi venuti si contentava di 1000 dollari su 150 acri. 5) Un italiano, dopo quindici anni di residenza, che non parlava inglese, e aveva il suolo coltivato a mais e ribes si diceva guadagnasse da 3000 dollari a 4000 dollari; nel 1903 si dice guadagnasse 4570 dollari netti su i suoi 50 acri di lamponi. 6) Un giovine italiano che lavorò per un americano due consecutive stagioni di sei mesi, e insieme a suo •padre, col denaro messo da parte lavorando undici anni prima presso un'altro, comprò un podere per 2000 dollari contanti ed una ipoteca di 500. In una stagione (1906) pagò l'intera somma e gli avanzarono 800 dollari. 7) Un altro da barbiere fattosi agricoltore comprò un podere di 70 acri : ha ora una bottega ed è agente di una compagnia di concime artiticiale. La tavola che riportiamo alla pagina seguente mostra il numero degli italiani ed americani della._· Unione di coltivatori di frutta classificati secondo • le loro entrate lorde per vari anni dal 1889 al 1897. I coltivatori di frutta di Hammonton sono stati sempre soggetti allo sfruttamento delle compagnie ferroviarie, e per difendersi essi hanno dovuto ricorrere alla associazione cooperativa> e .farsi essi stessj i trasportatori dei loro prodotti. Una delle loro prime società non ebbe successo; la più riuscita è quella che ha per titolo Shipper's Union, di Hammonton composta di Italiani e Americani: anzi nel 1900 su sessantacinque membri

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==