Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 16 - 30 agosto 1908

446 RIVISTA POPOLARE mente il tentativo fallito della C. G. T. • Se lo sciopero generale, egli diceva, è deciso e condotto, non come l'esercizio più vivo e più coerente del diritto di sciopero, ma come i podromo é:lellamessa in iscena d'un'azione di violenza rivoluzionaria, esso provocherà subito un movimentò di terrore e reazione, alla quale la frazione militante del proletariato non sarà sufficiente per poter resistere ». Le sue predizioni si sono avverate. Infatti la risoluzione promossa dalla C. G. T., non sentita largamente, è scoppiata_ profonda, astiosa. Sopratutto la stampa è stata unanime nell'approvare l'opera del governo , e rarissimì sono i giornali radicali che hanno osato di metterlo in guardia contro gli eccitamenti reazionari. Se questi incidenti servissere di pretesto per creare delle difficoltà all'evoluzione del sindacalismo nascente, sarebbe una sciagura non solo per la classe lavoratrice, ma anche per· la Repubblica. L'ammirabile sviluppo delle trades unions non è basato anch'esso in origini violente e qualche volta sanguinose. L 'o.rganizzazione sindacale deve ditre correttivo necessario ai difetti ed iigli abus· del parlamentiirismo. Perciò bisogna evitare violenz_ecompromtttenti un'opera necessaria e feconda. Ma non è nella strada che il proletariato deve 'organizzare le le sue grandi manovre; il suo avvenire è nello sviluppo e nel rafforzamento degli organi sindacali, praticPndo una solidarittà attiva e paziente ed accettando una disciplina liberamente consentita. Possono domani le cooperative operaie s0stituire gl' intra• pren<iitori; e i lavori d'un'impresa pubblica•· costano meno o sono meglio ese~uiti di quelli affidati ad imprese private? E gli operai francesi sono capaci, come gl' in~lesi, i tedeschi o i belgi, di creare e di fare prosperare cµialcuno di quei vasti organi·smi cooperativi, che si approssimano alla. produzione industriale ? ·La maggior parte delle cooperative di pnciuzione non 11000 delle società radronali. appena moderate con qualche ferma di partecipazione agli u1ili? E dinanzi a questi mediocri risultati visibili dell'organizza - zione operaia e sindacale, davanti a quest'impotenza scusabile e momentanea, ma reale, come l'opinione pubblica accetterebbe di confidare l'avvenire della società a una classe incerta ancora d'una propria <'rganizzazione? Il principio stesso dell 'ezione dei capi del movimento operaio, la violenza, il sabota1re, non sono fortemente ripudiati dai gruppi operai giù intelliji!;eniie più organizzati ? L'azione sindacabile non può precedere l'azione politica, se essa non si basa su una filosofia di lavoro e della solidarietà. Essa presuppone uno sforzo continuo e silenzioso, che prepari contro il lavoro capitalistico, non delle manifestazioni facilmente soppresse, ma una resistenza intelligente e pratica. E l'esplosione delle violenze attuali in un peri;do di crisi, in un momento in cui tutti gli :industriali pensano a ridurre la loro produzione e la mano d'opera non è nell'ignoranza e dell'errere che domina nella C. G. T.? Il principale compito dei sindacalisti è appunto quello di studiare e di conoscere lo stato delle diverse industrie per chiedere in f11vore dei lavoratori una parte sempre maggiore del profitto in tempo di prosperità; per attenuare le conseguenze delle crisi, senza fare il giuoco dei padronali con un'azione infelice ed intempestiva. Il sindacalismo tedesco si sviluppa oggi verso il contratto collettivo, verso la soppressione degli scioperi e delle violenze inutili! Di fronte alle organizzazioni padronali potenti, gli operai hanno fondato delle associazioni che possano trattare con le prime' da pari a pari. L'opportunità del momento scelto per chiedere le rivendicazioni operaie permette d' ottenere immediatamente cio che le lunghe sofferenze non avrebbero permesso di conquistare. Nel Belgio si vedono i minatori accettare ed imporre una riduzione nella produzione con l' istituzione di un giorno di disoccupazione volontaria per settimana, evtiando così l 'accumulo degli stock, gli scioperi e la disoccupazione forzata. Per quest'azione pratica gli operai troveranno l'appoggio del partito radicale-socialista ed otterranno leggi, come quella sui Consigli del lavoro; organismi che in Francia, probabil. mente, non avranno un'efficacia immediata, mentre gli operai tedeschi ne reclamono l'istituzione. Nella crisi che divide in questo momento i partiti dem"Jcra - tici davanti alla minaccia dei reazionari esasperati, l'atto della C. G. T. non può essere considerato come una prova d' inettitudine, o cc,me un tradimento. Esso dà ai peggiori nemici della classe operaia l'appoggio pericoloso della parte fluttuante ed indecisa dell' _opinione pubblica, quella che forma la maggioranza dell'opinione pubblìca, quella che formi:t la maggio. gioranza impulsiva. Fin qui non hanno ottenuto altra soddisfazione che le misure di repressione individuale e non sembra che il governo voglia nuocere alle oganizzazioni sindacali. A queste spetta di evitare di spingere il radicalismo esistente a degli atti irreparabili, consacrando con un'attività continua all'opera d' educazione e d'orgazizzzaione. Io non posso meglio cvncludere che citando ancora Jaurés: « La quistione che sorge in questi giorni drammatici è questa: Come il proletariato francese potrà assicurarsi una forza sindacale assai vasta, affinchè la grande aiione della confedera-- zione generale del lavoro possa esercitare con la massima efficacia possibile. senza farvi entrare impreviste e cieche vio• lenze e senza debolezze? • (Le Courrier Européen, 10 agosto 1908). ♦ De Peyerimhojf: Le nuove energie dell'Africa del Nord. - Dopo aver parlato dell'Algeria e della Tunisia dal punto di vista economico ed amministrativo, l'autore imprende l'esame di un delicato problema etnico. Vi è in quei paesi un pnpolo indigeno che non rinunzia a vivere e ad espandersi. I r ,800,000 indigeni dell'antica Algeria so110 arrivati ora a 4 500,000. Se si prendono i risultati dc. mografici degli ultimi censimenti , troviamo negl' indigeni una media di 30,3 nascite e di 22,2 decessi per mille abitanti e per anni. Abbiamo dunque un'eccedenza annuale dell' 8 per mille, eccedenza comparabile a quella dei grandi popoli moderni. Non è così che un popolo accenna a sparire. Quì sorge un'altra questione: sono assimilabili gli indigeni ? Sin'ora-, gli sforzi compiuti in questo senso non han condotto ad al~un risultato pratico. Però ciò non impedisce che quelle pop()lazioni possano essere utilizzate dalla madre patria. In Francia la popolazione decresce. Annualmente sono 40000 uomini che mancan') all'esercito. Intanto, oltre 400,000 operai debbono venire dall'estero per supplire alla mancanza di mano d'opera francese. Ora bene inquadrati e comandati , i musulmani dell'Africa settentrionale costituiscono i migliori soldati del mondo. Ebbene l'Algeria e la Tunisia ne potranno fornire 30,000. Non vi dovrebbero essere serie ragioni per importare in Francia la mano d'opera africana. Ogni primavera, 100000 k: bili lasciano i loro monti e scendono nelle pianure. per la coltivazione della vite. Perchè non rimpiazzare con essi , nel Mezzogiorno della Francia, gl' italiani e gli spagnuoli, i quali s' impiegano negli stessi lavori? Da molti anni, i marocchini provvedono all'Algeria la migliore mano d'opera nella produzione mineraria. Ora nulla impedisce che tale mano d'opera trovi impiego nelle minieri francesi del nord-est, ove scarseggiano i lavoratori e sono alti i salari. Certo, questa utilizzazione di uomini non può essere immediata, ma di essa bisognerà, tener conto

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