RIVISTA POPOLARE 437 empi dilagando anzichè restringendosi - malgrado la crisi monetaria imperversante in America, e contrariamente a quanto è avvenuto rer le altre provincie italiane. 20 Gli arresti in grande effettuati or ora nel Berietuttese che tradiscono un vero sintomo di decomposizione sociale. 3° Le avvisaglie ammonitrici delle plebi Sarde che guard1mo con orrore l'approssimarsi dell'inverno, disperando - per l'elevatissimo prezzo assunto dal grano - di poter provvedere alfa propria alimentazione. Altro che Dott. Pangloss !.. . E se ne avessimo veghezza potremmo continuare a sgranare la litania a piacere: ma la smettiamo per rispetto di noi stessi e dei lettori. + Tuttavia - se ad una conclusione dovessimo giungere - saremmo esitanti a riversare tutta su 1 mal volere dello stato la colpa dei mali lamentati. Dopo tutto resta pur sempre vero che ognuno ha il destino che si merita; e se quelle po polazioni non sanno trovare gli argomenti necessari e sufficienti per imporre a chi di dovere il rispetto verso le istesse supreme ragioni della loro esistenza, peggio per loro ! Questa amara riflessione ci è suggerita da diversi fatti. E notoria la risibile ed inveterata astiosità campanilistica che serpeggia non solo fra i cittadini delle due provincie sarde , ma persino fra gli abitanti di villaggio e villaggio capaci di odiarsi con tntto lo slancio del cuore. E' notorio l'indifferentismo apata, sprezzante, diffidente e musulmano con cui gli enti pubblici locali - Provincie, Comuni, Opere Pie, sodalizi - non si trovano una sola volta uniti é fattivi su una vasta quistione di interesse generale. E' risaputo lo spagnolismo tronfio e borioso della psi..:ologia sarda che spinge i municipii a fare delle inutili passeggiate coperte, a bandire ad ogni occasione dei fastosi ricevimenti; e dei priva ti borghesi sprezzanti del traffico e del lavoro produttivo, ma compresi di ammirazione innanzi ai titoli decorativi ed alle professioni ... parassitarie ! Ma innanzi tutto e sopratutto si è visto per lungo ordine di anni, e si è visto testè, e si vede oggigiorno la deputa- ,tione politica Sa,·da prosternarsi in parlamento davanti ai proconsoli più perniciosi della politica sperperatice, essi i rappresentanti di collegi smunti e famelici; si sono visti questi Signori (- se se ne eccettui a titolo di onore il rappresent<1.nte radicale della Gallura -) intrigarsi nelle conventicole :affaristiche dà Montecìtorio congiurando ai danni del paese in genere e dc:lle regioni da cui avevano il manda to1 in ispecie. Mai cotesta deputazione ha avuto il lampo geniale di una personalità politica, la protesta eloquente di un tribuno, il fremito di una coscienza onesta! mai essa ha fatto sentire con forza in parlamento od ha agitato nel paese la voce delle infinite miserie della Sardegna. La Sardegna per essa è assente, non è rappresentata nell'assemblea nazionale! Il suo contegno in occasione dei passati eccidi è stato rassegnato e vile. Sinedrio di piccoli cervelli e di più piccole coscienze, la ca rità di patria non li ha ancora spinti a costituire un gruppo ,omogeneo che in nome di una direttiva politica o di un pro :gramma econo ni.:o tributario esercitasse un peso sulla bilan- •Cia politica parlamentare , ma non hanno dubitato di brigare •occultamente l'un contro I' altro nei corridoi per ins diate - :a scopo d' implacabili odi personali e di smisurate ambizioni1 'opera di qualche colle 5 a a favore della terra comune. Ma persino recentemente per istituire una indispensabile linea <li comunicazione Portotorre~- Genova S. Remo è occorso lo iintervento personale dell'on. Biancheri che la reclamava nello ·interesse del proprio Collegio. Senza di che la linea sarebbe ancora da venire, benchè si noti, ci.ò fosse un piccolo inteteresse per S. Remo mentre ne rappresenta va uno grandissimo per la Sardegna. + Adunque come tutti i problemi italiani, anche quello sardo è un problema essenzialmente politico. E chiaro che una regione così nùl ridotta (ed altrettanto si può dire della più gran parte d'Italia) esige da parte dello stato una politica democratica di economia e di raccoglimento con riduzione del carico militare ed alleviamento dei tributi specialmente fondiari, e col promuovere il risveglio dell'energia l0cale nel commercio, nell'industria e nell' agricollura. Quando un popolo cbe, come il sardo, non ha fatto la co... noscenza degli anarchici, si trova a tanto sbaraglio della vita collettiva, da insorgere come ha fatto ~ dopo un secolare si - lenzio, contro tutto e tutti - quasi irrazionale ma umana protesta di una gente che si esaurisce ed emigra e muore - è semplicemente criminoso e folle il persistere in un sistema di malgoverno che da troppo tempo si asside in Italia sui due poli del militarismo affaristico e dell' incuria pei più vitali interessi. Se prima d'oggi la nave dello stato avesse tenuto altro viaggio - anche per la Sardegna Sb rebbero maturati altri destini! Il terremoto ed il Vesuvio misero in evidenza le condizioni della Calabria e di Napoli - e già la Basilicata e la Calabria hanno avuto dei buoni provvedimenti. Di poi la lunga non dimenticata fucilata del Campidano mise fuori parentesi e disvelò anche ai ciechi il problema sardo. E forse anche questo potrà servire. Si vede da ciò a quale miseria stracciona sia ridotta la no• stra vita nazionale di gra~ide poten,ra. Se un cataclisma tellurico o popolare solleva un lembo delle cose nostre ne esce fuori un alito che sa di peste e di morte. Ma appunto perciò non reclamiamo per la Sardegna come già si fc:ce volta per volta pel mezzogiorno e come troppo si bla tera dai politicanti indigeni, soltanto i soliti provvedimenti spe eia li; questi somigliano ali' elemosina fatta dal ladro a chi ha prima svaligiato. I provvedimenti hanno da essere d'indole generale; l' indirizzo complessivo di governo, la rotta politica dello stato deve essere mutata in senso umano e civile , verso la riforma tri butarìa, l'eliminazione del fisi.:alismo, lo scrostamento del paras• sitismo militare o speculatore dai bilanci pubblici - e finalmente e sopratutto l'istituzione di un bilancio annuo per la redenzione sistematica di quelle che sono davvero le terre irredente-di quelle che sono le Colonie eritree del Mare Tirreno. Ripetiamo che questo è un problema politico , solamente politico : e se il problema non sarà risolto sono appunto certe forme p0litiche che ne andranno di mezzo. Noi non ci speriamo; ma in ogni modo, non sarà certo dagli Euclidi della loro deputaziont: che i sardi potranno ripro_- mettersi lo scioglimento del problema. Si avrà prima quello della quadratura del cerchio ! Avv. ANTONto L1ss1A Facciamo vivissima preghiera a tutti gli abbonati che non ancora hanno pagato l'abbonamento, di volerlo fare colla massima sollecitudine, per risparmiarci sensibili spese per l'invio di circolari o di mandati postali. Dirigere, fino a tutto ottobre, lettere e vaglia al Dott. Napoleone Colajanni CASTROGIOV ANNI (Sicilia).
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