Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 16 - 30 agosto 1908

436 H.IVISTA POPOLARE di protezione dei generi di maggior consumo innalzati a tutto vantaggio di ristrette oligarchie di speculatori , ad esempio , i zuccherieri - i quali certo non hanno i loro opificii industriàli in Sardegna, onde a questa sono sottratti sotto forma di dazi delle somme ingenti che pur finiscono a tutto beneficio di altre regioni. Analoga considerazione va fatta pei molti milioni più o meno equamente assegnati alle ditte fornitrici della R. Marina e dell'esercito, che prendono particolarmentt: la via della Liguria e di Terni. Ed in tema di dazi doganali va ricordato che il governo italiano non ha mai voluto istituire un dazio dì protezione sui sugheri importati dalla Spagna; dazio_quanto mai equo e necessario, dacchè gli importatori spagnuoli di sughero greggio o manufatto, essendo esenti da dazio e col vantaggio ricavato mediante 11 semplice cambio della moneta fra i due paesi si mettono in grado di sbaragliare la concor- -renza dei sugheri sardi, uccidendo così un'industria ancora bambina che potrebbe trasformare i destini dì gran parte della Sardegna. Ma l'azione dello stato nell'isola, sia politica od economica od amministrativa non ha mai smentito il suo sistema incoaciente e deleterio. In un paese esclusivamente agricolo si è allegramente lasciato che la speculazione continentale radesse a terra per carbonizzarli interi boschi, vere foreste vergini, di cui da secoli era la Sardegna ri '/estita. Ora i monti dischiomati e brulli si denudano ogni giorno dello strato di humus che li rendeva produttivi, in causa delle acque tc,rrenziali che non trovano più ostacolo alla furia devastatrice. La vicenda dellt!' piogge non è più regolata e resa normale dalla presenza delle selve, e l'agricoltore vede sovente isterilita la valle dalla siccità e distrutto dalle intemperie il raccolto. Co me rimedio alla passata incuria il governo ha finalmente provveduto colla famosa legge sul rimboschimento: orbene, questa legge è così sapiente che i funzionari forestali chiamati ad applicarla, per carità di patria si guardano bene dal farlo, perchè se lo facessero sul serio un numero assai cuspicuo dei piccoli proprietari rurali sarebbero costretti al fallimento in quanto buona parte dei terreni collinosi essendo sotto il vincolo forestale resterebbe interamente improduttiva ed interdt::tta anche al testiame brado e vagabondo. Altra legge emanata dal potere centrale stmpre all'intento di giovare all'agricoltura è quella sull' abigeato e sul pascolo abusivo in Sardegna, la quale ha raggiunto questo mirabile effetto pratico : che in una regione la quale presenta come al solito la cifni più alta nel!e statistiche della litigiosità, fa aumentare notevolmente i giudizii, perchè, dichiarando il reato di pascolo abusivo di azione pubblica, esclude ogni f0ssibilità di amichevole componimento anche fra le parli al litigio meno proclivi. Nell'interno le comunicazioni sono rese difficili e talvolta impossibi 11 da una viabilìtà in parte impraticabile ed in parte inesistenti:!. Con tuito ciò la rete di strade esistenti, ferroviarie e non ferroviarie, che costarono somme ingenti, riescono di ben scarso vantaggio pel fatto che sono interminabilmente lunghe e malagevoli , in causa dell'affarismo a base di un tanto per chilometraggio che presiedette - sacro come un nume - alla loro costruzione : e per convincersi della verità basta fare una gita di piacere in qualunque zona dell'Isola, con . qualunque mezzo di locomozione. L'Isola tutta, dai ridenti eJ alpestri altipiani della Gallura pittoresca e civile,· fino alle squallide pianure del Campidano è invasa e maledetta dalla malaria in forma endemica che rende cachetica la popolazione e vana la coltura delle campagne; ed in un quarantennio di patriottico crogiolamento unitario l'opera dello stato non è riuscita ad eliminarla da una sola plaga infetta; la ha anzi lasciata incancrenire coll'allegro disboscamento ricordato. Le campagne riarse d'estate dal solleone sono regolarmente: devastate durante l'inverno dallo straripare di , fiumi e d 'im..: petuosi torrenti che paralizzano la coltivazione di terre meravigliosamente feraci, com~ ad esempio, quelle del Coghinas dove fiorisce il tabacco e fu sperimentato con buon esito il caffè, il cotone etc, e la cui fertilità di terreno alluvionale è paragonabile a quella del delta del Nilo, Onde si ha ragione di credere che quelle plaghe saranno liberate dal secolare flagello quando le acque dei fiumi cesseranno spontaneamente di portare al mare il loro fatale tributo. L'ultimo borghese campagnuolo si affretterebbe a dare conveniente assetto al fondo avito per metterlo in valore: in Italia, sgraziatamente, i poteri pubblici non la pensano allo stesso modo nei riguardi delle provincie soggette. Inutile parlare di porti od approdi che non si è creduto opportuno di fare, o si è fatto in modo imbecille come , ad esempio, quello del Golfodegli Aranci che non riuscì allo scopo - ed appunto in grazia di cotesta considerazione non lo si vuole abolire. In ambiente siffatto non è a stup1rs1 se cresce e vigoreggia l'albero velenoso della criminalità, ma la causa di essa non è certo da rintracciarsi nell' esagerata diagnosi antropo-etnologica del Niceforo prima maniera o nelle insulsaggini del Bechi; le cause ben più profonde sono di natura economico-sociale, difatti or non è molto il presidente del consiglio e ministro dell'interno ha mostrato d'intendere questa verità aumentando nel Nuorese ..... il contingente dei carabinieri. Nessun principio d'azione governativa diretto a sollevare, secondo un piano prestabilito, le condizioni dell'isola: non riscatti delle ferrovie e dei servizi marittimi da parte dello stato con ricassi di tariffe, corse frequenti e celerità di tra~porti per dare impulso ali' e6portazione dei prodotti ed al richiamo dei forestieri. Ne~sun proposito di completare le vie .di comuni cazione ferroviarie e stradali. Basti dire che esiste tutto il capo nord sfornito di una strada di comunicazione litoranea; lungo la zona immensa quanto un principato che si estende da Terranova ed Arzaghna girando per lo stretto di Bonifacio fino a Castelsardo chi dovesse percorrere la regione fertilissima dotata di miniere non ancora sfruttate, di clima dolce e di grandi bellezze naturali, si troverebbe nella materiale impossibilità di farlo perchè non vi esiste una strada. Lo stato non la costrusse nè ha int. nz.ione di costruirla, malgrado sia stata suggerita dal gtnio militare per considerazioni strategiche, malgrado la i;trenua campagna di un giornale locale « La Nuova Sardegna , altamente benemerito per la indefessa agi- :azione degli interessi isolani, malgrado i receuti numerosi comizi di quelle intelligenti e laboriose popolazioni che si ~ vedono interdetto il veicolo più elementare di umana comunicazione : la strada ! A Tempio - che è il centro più importante di produzione sugherifera non solo dell'Isola ma dell'Italia - il ministro di agricoltura on. Coc·co-Ortu aveva promesso formalmente lo impianto di una scuola di arti e mestieri con speciale riferimento alla lavorazione del sughero ed ai suoi molteplici impieghi industriali. Senonchè nel frattempo \'on. Ministro sardo ha perduta la memoria e quella ridente cittadina continua a rimanere vedova di una scuola che la tramuterebbe in un imponente centro industiale facendola sorgere a nuova vita I • Frattanto ali' ottimismo ..... ministeriale sul presente e sul1' avvenire dell'isola così giocondamente manifestato dall'on. Scano nel fascicolo 1° Agosto della Nuova Antologia, si può subito rispondere con tre constatazioni vive purtroppo di dolorosa attualità : 1° L'emigrazione transoceanica che è andata negli ultimi.

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