Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 16 - 30 agosto 1908

434 RIVISTA POPOLARE sempre pronti a suggerire, ma una riforma generale ed organica, la quale esige una visione netta di tutti i lati del vasto problema e della connessione della scuola media con la primaria da un lato e !'universi~ taria. dall'altro. Le riforme dovranno naturalmente ve- . nire a poco a poco, ma, come scrive la Corrente, « alle varie fila dell'opera instauratrice e creatrice si ha da por mano coordinatamente fin dall'inizio: altrimenti essa fallirà e la nazione sarà tradita nel suo più vitale interesse> (1). È poi anche notevole il fatto che uomini d'alti sensi <lemo~ratici come il Galletti e il Solvemini, i quali vagheggiano ordinamenti sociali dai presenti molto diversi, parlino delle scuole di alta cultura, compresa la classica, al modo stesso che potrebbero parlarne i .conservatori più puri. Gli è che essi sono anzitutto e sopratutto uomini di studio: e quindi, anzichè voler abbassata la cultura in modo da renderla accessibile a tutte le menti e ad uomini di qualsiasi condizione, vogliono bensi elevare gli umili fin dove è possibile intellettualmente e moralmente ed economicamente, ma, nell'interesse di tutti, mirano più che ad altro a preparare classi dirigenti colte e conscie dei loro doveri. Contro quello che potrebbe apparire a prima vista, aleggia dunque nelle pagine di questo libro uno spirito sanamente democratico, tant'è vero che, come nota il Gargano nel Mm·zocco del 2 agosto, è un vero processo alla borghesia l'esame dei nostri ordinamenti scolastici, quale vien fatto dagli autori senza pietà. TULLIO TENTORI ( 1) Quattro, dice a. b. nella Corruite dell' 11 agosto, appaiono dal libro del Salvemini e del Galletti le condizioni essen - zialissime alla riforma della scuola media. « Prima l'interezza del problema che vuol essere abbracciato e risoluto tutto insieme, dalla suprema funzione direttiva alla preparazione elementare, poi il largo contributo pecuniario; terza la netta distinzione tra alta cultura, istruzione professionale, istruzione popolare, ddle quali ciascuna ha i proNi clienti che, se non trovano la scuola adatta, si riversano con danno di tutti in quelle che hanno illusor'ia apparenza di affinità; quarta la critica che gli autori fanno del volgare concetto di cultura generale, onde scaturisce l'alta e ragionata idea, che essi illustrano, dell'alta cultura)). UNA SACRIFICATA <1 ) L' isola dei Sardi Vi ha nel mare nostro una terra grande e silenziosa quasi sconosciuta ed obliata dal mondo - a somiglianza delle regioni eroiche di cul novella Omero. Per entro voi vi trovate la natura come altrove : a volte pittoresca a volte squallida, a volte bella e verde nell'orrido granitico come una Svizzera, a volte desolata come una steppa Russa. E lungo i suoi campi corrono armenti scapigliati che brucano l' erbe, semiselvatici, e di quando in quando appare il ( 1) Pubblicando questo articolo, contro la nostra consuetudine ci sentiamo costretti a fare delle riservi!. L' articolo ha una intonazione pessimista e alquanto rettorica , che non ri sponde interamente alla verità e che dimentica sopratutto quanto lo Stato italiano ha cominciato a fare per la Sardegna da oltre un decennio. E delle riserve potremmo fare anche su certi giudizi storici. Come ha potuto dimenticare il Lissia che tra i martiri e propugnatori dell'Unità la Sicilia ed il mezzopovero cascinale solitario, più di rado il cappuccio d'orbace del fosco pastore diffidente e più di redo ancora il gramo villaggio - risibile nucleo di vita associata : fermento piuttosto delle più torbide passioni che produce negli uomini primitivi il torvo isolamento. Essa ha un nome : ma non ha un popolo, ha appena degli abitanti; non ha una vera storia, una cronaca, un poema; ha solo il rosario interminabile delle sue miserie. Ebbe forse dei fastigi, ma si fermarono sulla soglia della nostra conoscenza, e restano sepolti nel fondo dei meravigliosi nuragfies fra i misteri della preistoria umana. Da allora - ed è molto I - chi più ne ha sentito la eco ? Sembra che essa sia stata nella vita un cuore senza palpiti , nel mondo un corpo senz-a vibrazioni. Rassegnata e passiva sempre, tutti le usurano violenza e ne abusarono passandosela di mano in mano , quasi per fare onore atla tradizione : Jai Punici agli Aragonesi. .. a quelli di oggi. Così questa vergognosa verità che pare amara leggenda si trascina indecorosamente in pieno secolo ventesimo, nel paese che ha da poco celebrato I' espo1,izione di Milano, come un'offesa atroce recat!l alla civiltà l Finchè a un tratto l'alto silenzio che circondava questa terra è rotto dal fragore delle fucilate di Buggerru prima, di Cagliari, di tutta la contrada, ed allora l' isola balza dalla penombra ed acquista i suoi dieci minuti di... attualità. Da alora il pubblico sa che esiste una questione sarda, la questione è lanciata sul tappeto della discussione, ed il governo, non per spirito di giustizia distributiva e di sapienza di stato, ma per sedare empiricamente il malcontento minaccioso escogita dei provvedimenti ridevoli per la sproporzione fra i mezzi ed il fine. Così e con tal sorte germinarono i provvedimenti per la Sardegna contemplati nella legge 14 luglio 1907. Essi, specialmente per la provincia di Sassari, cui toccarono le bricciole, rappresentano una vera delusione "'.""m"a tutta.,,ia la legge invecchia, ed anche queste magre provvidenze continuano, in - sieme colle somme bilanciate, a .... restare sulla carta ! + Probabilmente la condizione dell' isola non è stata mai così cruda come l'attuale. Per lunghi secoli, malgrado i governi di Conquista che la reggevano essa ha bastato a se stessa - e fino ad un epoca assai vicina a noi un certo equilibrio economko permetteva alle sue popolazioni un tenore di vita re - lati vamente normale. Ma I' irrompere prima in Inghilterr~ , poscia sÙI continente Europeo e l'espandersi anche in Italia della grande industria con tutte le conseguenze e le ripercussioni ·del Capitalismo moderno e del traffico internazionale esercitato su vasta scala, hanno turbato profondamente l'economia di quel paese che, per la iattura di una posizione geografica infelicissima, lontano ed isolato da tutte le grandi arterie Commerciali, distante così dal!' Italia come dati' Africa, da Suez come da Gibilterra - si è trovato completamente tagliato fuori dal moto febbrile degli scambi contemporanei, e costretto, in piena èra Capistalistica, a ripiegarsi, vinto, entro una fase superata di produzione medievale. Condizione tragica di un intero popolo che, nella eliminazione senza requie di tutto ciò che è caduco, resta fieramente ~ bbrancato alle vecchie forme della produzione e della circogiorno hanno dato un larghissimo contributo dal 1 799 in poi ;, Non furono meridirnali e siciliani Pisacane e Pilo veri precursori dei 1'lille? Ricordiamo questi due soli e potremmo aggiungerne altri centù. Se non ostante tante riserve pubblichiamo l'articolo ciò facciamo a dar prova continua del nostro affetto vivissimo e del nostro interessamento per la Sardegna infolice. la Rivista

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==