Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 16 - 30 agosto 1908

RIVI Si A PO P·o LARE 431 informarsi la sua istituzione (l); là si dimostra quanto a torto siasi finito col dar valore professionale alla licenza dal ginnasio, facendo di qnesto istituto una scuola preparatoria ai piccoli impieghi (2). Come feci io pure assai spesso, anche i no::1triautori criticano la variabilità degli ordinamenti scolastici (3), e le continue facilitazioni negli esami, le q 11ali del resto sono una uecessi tà con un sistema scolastico mal congegnato come il nostro (4), e l'allevamento che si fa nelle nostre scuole di pappagalli ammae1:1trati (S), e l'immaturità dei giovanetti, che dalle scuole elemen-· tari entrano nelle secondarie (6), e la stoltezza così dell'opzione tra il greco e la mateinatica (7), come del liceo moderno quale era stato concepito ed att,iato nel 1899 da Guido Baccelli (8). E al pari di me essi lamentano pure l'abolizione di quella licenza dal ginnasio inferiore, ~be era stata una delle riforme più indovinate di Paolo Boselli (9), e il moltiplicarsi delle ., classi aggiunte, che non saprei se più dannoso peJa • gogicamente o immorale (10), e il sopraccarico di lavoro derivante agl' insegnanti dal voler giungere tutti a 28 ore di lezione settimanale (11), e la mancanza per i professori di un ruolo unico (12) e di li,niti di età (13), e il monopolio universitario (14) che si volle attribuire alla scuola classica, e !a. cortezza di vedute dei classicisti puri, i quali non si accorgono che con le loro esagerazioni, con le loro idee esclnsiviste ed eccessivamente conservatrici, procurano il danno e la rovina appunto di q!lel classici:;mo ch'e.:lsi vorrebbero rimettere in onore ( 15). ♦ Non si ereda del resto che l'opera che stiamo esaminando sia tutta o quas1 tutta di critica a1 nostri orche piuttosto di far seguire mi 1-'arrebbe op~ortuno far pre cedere il tirocinio agli esami di concorso per l'istruzione meiia, i quali il Galletti e il Salvemini ritengono al par di me necessari e per chi vuole entrare nell' insegnamento e per chi aspira a cambiar di materia o di ruolo. Per quegli esami essi mostrano anzi di sperare che abbiano insieme a migliorare e il corpo insegnante delle scuole medie e il metodo dello inse • gnamento universitario (p. 387-396). (1) p. 410-421. ( 2) p. 146 I 5 2. (r) P· 15 2- 155. (4) p. 160-161 e 357-365. Giustamente gli autori sostengono che non vi debbano essere non solo dispense , ma neppure quegli esami di riparazione, « che sono la più irragionevole e bassa finzione legale che testa burocratica abbia mai escogitata » (p. 372 · 373); e che almeno ogni due o tre anni (i') direi anzi ogni anno) i privatisti debbano essere obbligati a sostenere gli esami nelle pubbliche scuole (p. 366). Sostengono inoltre che, se per l'ammissione alle scuole popolari ed a quelle di mt:dia cultura può bastare l'esame di maturità, per quello d'alta 1.'.Ultura è invece necessario un esame di ammissione, e che nelle licenze da queste scuole d'alta cultura è opportuno l'intervento di due commissari, uno per lt: lettere e l' altro per lt: scienze, con diritto di vc::tomotivato (p. 373 375). (5) p. 18-19 ed altrove. (6) p. 55, 59-61, 169-170. (7) p. 170 175. Cfr. anche l'articolo di Francesco Guglielmino nci t< Nuovi Doveri >l del 30 luglio - 15 agosto 1908. (8) p. 166 169. (9) p. 162 164. (10) p. 444 446. ( 1 1) p. 443 444· (12) p. 439•44o. ( 13) P· 441-442. (14) p. 139-140 e 225-233. (15) p. 141. dinamenti o alle condizioni create dalle le 6 gi in v1 gore, epperò negativa. Qualche esempio di ricostruzione positiva, qualche proposta e quaLhe suggerimento di riforme abbiamo già veduto qua e là, ma ben altri e più importanti re troveremo in seguito. Sono una splendida ricostruzione i luoghi dove si spiega qnali dovrebbero essere la Scuola (1) e l'Istituto tecnico (2) e la Scuola normale (3) e quelle d' alta cui tura classica e moderna (4), e sopratutto la trattazione ampia, esauriente dei metodi da usare nei vari generi d'i.stitu ti e nei programmi d'insegnamento e del modo mi, gliore di preparare per 0iascùn d'e:3si gl'insegnanti (5). È insomma tutto un vasto programma di riforme che vien suggerito, ma s'insiste sempre che bisogna andare molto a rilento e per gradi, che non tutto potrà ottenersi d'un tratto, che il tentarlo non sarebbe utile e neppur desiderabile, perchè lo sconvolgircento repentino recherebbe alle scuole danni anche più gravi dei vantaggi (che potessero risentire dai nuovi ordinamenti (6). Uu' alta idealità anima poi gli autori nell'opera loro. Come infatti fin dal principio proclamano la necessità che i cittadini impieghino « una parte spes=10 non breve della loro gioventù in istudi, che non sempre riesciranno nella vita a recar loro un~utilità immediata, ma rhe sono imposti e disciplinati dalla legge in considerazione degli interessi comuni> (7); come insistono in tutto il libro sul danno che a qualsiasi scuola deriva dal renderla insieme complementare e preparatoria (8); cosi essi vogliono bensì di fronte alla scuola clas~ira un'altra scuola, tutta moderna, di alta cultura, ma insistono che questa pure deve avere carattere educativo. Non dalle scuole professionali devono uscire « le intelligenze regolatrici delle energie e delle attività> del paese, ma è mestieri che gli uomini destinati ad esercitare i pubblici uffici abbiano « una cultura larga, multiforme, disinteressata. s11 cui ciascuno di essi possa fondare, come su base incrollabile, l'edifizio delle osservazioni e delle iniziative personali•. Guai al paese che affida le piu alte funzioni politiche e sociali a chi è mosso soltanto dall'interesse! Una scuola « destinata ad educare i futuri cittadini della classe dirigente non deve tanto fornire· a,l essi gli strnmenti per guadagnare quattrini, quanto dare l'attitudine generica a seguire con profitto gli studi universitari .... e specialmente imprimere nei suoi aìunni certe abitudini intellettuali e morali, che non hanno nulla da vedere> col per-,onale interesse (9). Che cosa vogliono insomma? ]h un lato che s'istituiscano una buona volta ::;cnole veramente tecniche o (1) p. 91-96. (2) p. 127-130 e 260 268. (3) p. 272-275. (-+) p. 242 257. Cfr. poi, per_l'ordinarn:nto da dare a tutte te scuole secondarie, gli schemi contenuti nel cap. IX.. (5) Cfr. specialmentep. 96-103, 199-205, 2c ·-216, 3 2 7-356. (6) Cfr. p. es. p. I06 107, 200, 203-205 ·•'J6, 300-301, 355, 454· (7) p. 2. - . (8) Cfr. specialmente pu le scuole elementari p. 71-85, per le tecniche p. 34-35, 44· 5 1, 54· 55, per i ginnasi p. 146- 152 e per gli istituti tecnici p. 116 130. (9) p. 179-182.

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