R1v1sT A Po POLARE -,- 01 Politica, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE (JOLAJANNl (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese ltialta: anno lire 6; semestre lire 3,50 - ]~stero : anno lire 8; semestre lire 4,ao Un numero separato Cera. ao Amministrazione: C01·so Vittorio Emmmele, n.0 115 - NAPOLI Anno XlV - Nnm. 16 ABBONAMENTO POST AL E ltoma, ao Agosto 1U08 SOMMARIO: GII avvenimenti e gli nomini : Noi : La sentenza nel processo Doria-Canevelli •Licenziati non laureati dalle scuole agrarie - Le conseguenze della riduzione della tassa postale in Francia - Le visite di Re Eduardo in Germania ed in Austria -- Gradassate significative e... puerili - Rivalità navali - La Rivista : Palizzolo in America - Dott. N. Colajanni : Il prezzo del grano (Pericolo imminente) - T11 111 - T',-- • ·-·r , , ',!'.- ·" ••,...,",..,.,,~ ~ - /J.v'f ~<1tonlo Lisaia: Una Sacrificata (L' isola dei Sardi) - Sperimentalism· m Italia nel 1906) - ltivista delle Riviste: La Russia riv1s1ta1a ,.....__,,....._. . mosa (North American Review) - Scioperi e serrate (Revue politique et parlementaireJ ~ • segna contemporanea) -- Troppo vino I come si fa? (L'Economista) - La civiltà Preellenica e gli s'è·a·v~dì"Cret"' , • .A11ioiogiuJ - L'incompatibilità dei sessi (Mercure de France) - Scioper: generali e sindacalismo (Le Cuurrier EuropÙnJ Le nuove energie dell'Africa del Nord (Revue politique et parlementaire) - Il colpo di stato in Persia (Contemporary Review) - Recensioni. F~cciamo vivissima preghiera a tutti gli abbonati che non ancora hanno pagato l'abbonamento, di volerlo fare colla massima sollecitudine. Dirigere, fino a tutto ottobre, lettere e vaglia al Dott. Napoleone Colajanni, Castrogiovanni (Sicilia). GLI ftVVENIJvlENTI e GLI UOMINI AINOSTRIABBO~ATI-Pre~~ mo vivamente i nostri abbonati di volerci mandare, senza alcuna responsabilità da parte loro, indirizzi di amici e conoscenti che possano, con probalità, abbonarsi alla rivista. Li preghiamo ancora , volendo diffondere la Rivista , che riteniamo utilissima per la formazione del carattere, tanto deficiente in Italia, di voler procurare qualche nuovo abbonato. Avvertiamo che i nuovi abbonati che pagheranno anticipatamente l'abbonamento annuale (lire SEI) riceveranno la Rivista fino a tutto Dicembre 1909, con diritto ai premi gratuiti e semigratuiti. + La sentenza nel processo Dorla Canevelll. - Le motivazioni della lun~a sentenza nel processo Doria-Canevelli ed anche Angelelli cancellano la impressione sinistra che si era ricevuta di primo acchito coll'annunzio dell'assoluzione. In 147 pagine il Tribunale penale di Roma fa la storia del tristissimo affare , la valutazione dei documenti e la critica degli imputati e dei loro giudici per riuscire ad una condanna morale , che , data la posizione degli accusati, vale tanto se non di più di quella materiale. Nè vengono giudicati severissimamente soltanto, quelli che erano accusati; ma ce n'è, e qua11to ! contro il Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Comm. Leonardi e contro il magistrato Commenda.tor Caprino Òhe non furono da. noi risparmiati negli stelloncini dei numeri precedenti. La sentenza stigmatizza aspramente 1' azione dell' Angelelli , che nella stampa democratica crediamo di essere sta ti soli e i ·primi a mettere alla pari, anzi in prima linea, nelle res pon - sabilità dell'odiosa cospirazione - strana, nuovissima cospirazione di magistrati, di carcerieri e di funzionari contro un detenutJ infelice e mezzo pazzo, nel quale vibra soltanto il cuore di padre e di C!1isi vogliono scelleratamente sfruttare quelle vibrazioni I - nella cospirazione, ripetiamo, contro Aceiarito, nella quale all'Angelelli spetta sicuramente il non invidiabile merito della invenzione. L' Angelelli, intanto , dalla stampa democratica era stato risparmiato solo perchè era nell' ultima fase del dramma l'accusatore dei propri superiori. A questa accusa si deve se sono state messi alla gogna alti magistrati e alti funzionari. ma certamente questa non cancella una sola linea della responsabilità dell'accusatore. 11 processo aveva dimostrato la impossibilità che Caprino e Leonardi la passassero liscia ; i considerando della sentenza. impongono qualche cosa di più: la loro punizione disciplinare. Questo Lon domandiamo noi, non domandano i sovversivi, ma i giornali più autorevoli di parte conservatrice la Stampa e il Corriere della Sera. Contro il Caprino non spirava buon vento al Ministero di Grazia e Giustizia, e già l'on. Gallo aveva pensato di allontanarlo dalle sue funzioni in Roma. Non era possibile che il Ministro Orlando, ohe ha dato prove veraci di volere rilevare la decaduta autorità morale della llil\gistratura, non provvedesse più radicalmente. Si annunzia infatti , che egli affretterà la costituzione della Corte disciplinare, per deferire alla medesima il Comm. Caprino. Vengano le misure punitive, servano di esempio ai magistrati tutti e ridiano un pò di fiducia al pubblico sulla retta amministrazione della giustizia. + Licenziati , non laureati delle scuole agrarie. -- Il Di'. Araldo Benvenuti (da S. Vincenzo: Pisa) membro dell' associazione italiana fra docenti e laureati delle R. R. scuole superiori di agraria desidera che si sappia. che la. lettera semi-ricattatoria, di
422 RIVISTA POPOLARE cui fu parola 'lei due precedenti numeri si deve ad un membro de! ' associazione dei licenziati delle scuole pratiche di ag" ,~oltm·a. La distinzione tra Je due associazioni è reale e noi aderendo al desiderio del Dr. Benvenuti ne prendiamo atto. + 7 .e conseguenze della i-lduzione della ta: sa postale In Francia. - Le Journal 0/ficiel del 7 agosto µubblica un rapporto sulle conseguenze della riduzione della tassa postale a cent. 10, che non possono passare inosservate in Italia. Tra il 1905 e il 1906, che sono i dne anni strettamen~e comparabili, c'è stato un aumento del 27, 27 °/0 - d1 oltre 211 milioni di lettere - nel nnmero delle lettere ; ma ci fu una forte diminuzione di circa 56 milioni nel numero delle cartoline postali; perciò Io aumento reale fu di 155 mi]if\t')J n: loHar,:, u -- .....• -...e a. .u. I -- .• iu1ate postali 246,1981208 nel 1907 si se la stampa tedesca, concorde, non mPttesse una nota stonata nel concerto. Difatti la stampa tedesca commenta a denti stretti la vi sita~ o su i risultati pacifici che debbono derivarne fa le pitt ampie riserve. E se Guglielmo II giudica bene le cose - ed egli, qualche V,Jltfl. ne è capace, - non deve essere troppo c~11t.a,1t•oòella passa.ta opera sua, giacchè questo atteggiamento della stampa tedesca ne è il risultato diretto ed inevitabile. L'oµera paziente di Eduardo e dei suoi consiglieri, opera che deve aver fatto pentire più d'una volta Guglielmo del suo impolitico e cattivo telegramma a Krùger, l'orientamento della politica inglese, destinato a rafforzare la posizione dell' Inghilterra fino al punto di far dimenticare alla Francia Fashoda, e alla Russia l'alleanza Anglo Giapponese, gli ultimi avvenimenti Europei devono aver fatto più d' una tacca sul filo della famosa spada, e buttato più d'un secchio d'acqua . su le famosi poiveri e se Guglielmo , che non è uno Htupido, se n' è accorto, non è cosl dei suoi bravi suddi ti i quali pensano ancora alla spada affilata e alle ..:ii:1eroa L. 230,324,529. .. poiveri asciutte e per conseguenza continuano a sognare invasioni e gesta bellicose, lontani mo.lto cosi dal loro battagliero sovrano diventato , per •forza di cose, pacifista. Ci fu dunqne una perdita netta di' L. 15,876,679. . Pe·r l_esc,le Jette_re la perdita sarebbe stata di poco meno d1 26 m1liom , ma si ridusse a circa 16 milioni, perchè furono dati in più circa 10 milioni dai campioni di merci e dalle stampe. Alla perdita dei 16 milioni effettivi si deve ag~inngere quella di 10 milioni" di aumento medio annuale che soleva dare da molti anni l'amministrazione dell~ poste. Avviso a coloro, che vorrebbero ridotte le lettere a 10 centesimi anche in Italia· riduzione che farebbe . ' scomparire la cartolina postale se quest,1. alla sua volta non venisse portata a cinque centesimi! + Le visite di re Eduardo In Germania ed In Austria - Notiamolo per la storia. Le due visi~e di Re Eduardo erano state stabilite da tempo P:1ma..chfl H~bd~l -Hamid, obbligato dalla forte orgamz~az1one dei Giovani Turchi , rosuscita3se la Costituzione del 1876. Anzi si dice che la nepote carissima ad Eduardo, la principessa di Hessen sorella di Gngliel_mo, lavorasse molt,o a questo incontro quando nel luglio scorso fu a Londra a visitare lo zio. Noo. pro· vocate dunque dalla nuova situazione dell' Impero Otto_mano, quantunq t1eEduardo abbia dovnto parlarne, ~pecrnlmente con l'Imperatore d'Austria, più di tutti rnteressa~o ali? svoliimento degli eventi nei Balcani. Interviste rivolte dunque e principalmente a dissipare antagonismi e malintesi a pro della pace. Ma è bene dirlo subito ; non tendenti però nè capaci di mutare d'una linea l'andamento generale delle cose. Già i giornali inglesi, che pnr si sono mostrati entusiasti delle due visi te lo hanno francamente dichiarato. L'entente c1J1•diale fra la Franr.iP. e l'Inghilterra non muta, nè è destinata a mutare. « Non c'è un traUato militare fra Francia ed Ino-hilterra dichiara il Mat~n, ~a si ~fl. che se una de1lt due pot;nze fosge -aggredita immediatamente l'entente cordiale si muterebbe in alleanz~ dife?siva •. ed il Daily News constatato, che la 111terv1sta d1 Kronstadt servirà « a ~oglie_reda1la me~te di t:1-nti inglesi la paura della rnvas1one Germanica » agg1,mge che e anche l'amicizia con le al tre potenze , amicizia che non dura deve p~ovare una volta di più qnanto sia grande il de~iderio d1 pace nei due sovrani•. A sua. vol~a i I Daily Cronicle, che è l'organo ufficioso do! parti.to lt berale e però del Governo dichiara e che queste interviste dissipando i malintesi fra le o-randi nazioni debbono essere considerate come un pe~no di più dell'accordo di tutti i sovrani à' Europa nei°volere la pare ». Il che è certamente ottimo : sarebbe perfetto Bisogna convenire che la politica di Eduardo , il quale, e per ragionamento e per temperamento, non è gnerrafondaio è stata abile, bisogna che ne convengano anche malgrado loro , pure i tedeschi. Egli ha fatto sentire al Kaiser che le sue minaccie non avevano altro effetto che quello di lasciarlo solo o quasi: l'Italia avendo ora altri in te ressi che quelli della Germania., e l'Austria essendo per l'Inghilterra una quantità negligibile,-solo faccia a faccia con l'Inghilterra, poi gli ha stretto francamente la mano ed ha espresso il desiderio di visitarlo l'anno prossimo, a Berlino. Non bisogna illudersi: però, il sentimento generale tedesco, non è ancora piantato per una fiorit11ra di sincere cordiali relazioni con l'Inghilterra. E non è la sola stampa pan-germanica che lo dimostra - il che potrebbe anche essere negligibile - ma tutta la stampa tedesca e più ancora la naturale antipatia del popolo tedesco per l' inglese. . . Migliori risultati sono da aspettar:3i dalla intervista di Ischl. Il popolo austriaco non ha mai avuto antipatia per gli inglesi, anzi, e ciò anche quando gli in9:lesi parteggiavano francamente per la Indipendenza Italiana e tentavano di affogare in un tino di birra lo Haynau. C'era bensì una tensione di rapporti assai marcata, e che poteva diventare pericolosa, fra la di- • plomazia dei dne paesi. Tensione provocata dal1e ambizioni pulito velate dell' Austria alla egomonia nei Balcani, e dal fatto che l' Inghilterra non vedeva di buon occhio lo avviarsi dell'Austria, malgrado l'opera della diplomazia Russa, al conseguimento del suo scopo. Ma i recenti avvenimenti m Turchia hanno, per ora e forse per sempre, obbligato l' Austria ad una sosta. Qual migliore occasione dunque per intendersi? E che l'intesa c' è stata lo prova, più e meglio delle decorazioni distribuite, le quali in questi casi formano sempre parte del programma, la dichiarazione netta di Sir Carlo Hardinge. Questa dichiarazione può servire di dimostrazione a due fatti: il primo, che interessa anche la Germania, è che gli affari di Turchia erano veramente il lato pericoloso de!la politica europea; e che ora, probabilmente, non lo sar.anno più; il secondo è che è venuta a mancare Ja ragione per la quale le due diplomazie avrebbero potuto diventare la scintilla che mette fuoco alle polveri. La dichiarazione dello Hardinge è questa : e L'Austria e l'Inghilterra sono pienamente concordi nel rispetto dei diritti del1a Turchia, giacchè l'Austria non aspira ad alcnn vantaggio speciale per sè e l'In-
.. RIVISTA POPOLARE 423 ghilterra, che appoggia in genere ogni movimento costituzionale, trae buoni auspicii da quello promosso dai Giovani Turchi. Ogni malinteso, ogni.tensione fra l'Austria e T Inghilterra sono pienamente scomparsi di fronte alla nuova situazione çiella Turchia. Essi appartengono al passato; i colloqui fra me e il barone Aehrenthal furono improntati alla massima cordialità secondo gli antichi sentimenti di amicizia >. E' certo che se il sottosegretario permanente agli esteri avesse potuto fare a proposito della Germania, ed in Germania una simile dichiarazione, la stampa tedesca avrebbe dovuto tenere un diverso contégno e si sarebbe forse ricordata. che orma.i i fatti d' Arminio e Seda.a appartengono alla storia: ma Guglielmo seminò su troppo fertile terreno la mala-erba delle sue smargiassate, ed è colpa sua ora se mentre egli parla di pace e la vuole, i suoi sudditi gli rispondono picche. Non intendiamo dire, nè pretendiamo che tutti i tedeschi vogliono la guerra: no, ma è certo però che la guerra ali' Inghilterra non è impopolare in, Germania e che, come disgraziatamente con ragione, la Taglishe Rundschau stampava e non c'è nults. di politico da aspettarsi dalla intervista di Kronstadt •. Il sentimento che < la pace e non la guerra è utile al commercio e alla ricchezza del paese • - come applauditissimo affermò giorni fa il ministro Winston Churchill in un discorso a· Swansea - non è ancora bene penetrato nel cervello dei pubblicisti e dei politicanti tedeschi. Certo però le due interviste hanno un lato utile - anche se non se ne potranno sentire immediatamente i benefici, cioè la dimostrazione della possibilità di arrivare a dissipare completamente animosità e antipatie fra popoli fino al punto che non possa più sembrare, nè essere, una utopia la tanto sotpirata e utile diminuizione degli eserciti e delle flotte di guerra, Intanto un'altra stonatura vogliamo rilevare; equesta è di marca inglese. Hyndmann, il capo della Federazione democratica socialista, prevede inevitabile la guerra tra -la Germania e l'Inghilterra e vuole che il proprio paese vi si prepari. Si osserva che la Federazione è il gruppo socialiata meno importante in Inghilterra. Vero. Ma Hyndmann è tale eminente personalità che la sua opinione non può essere considerata come una manifestazione individuale, senza importanz11: a dargliene di più è venuto il progetto di coscrizione militare, che, secondo il Journal di Parigi. è stato presentato al Parlamento inglese dal deputato socia.lista Willia.m Thorne !.... + Gradassate slgnlftcatlve e. . . puerlll. - Ha fatto il giro della stampa Europea, ed ha impressionato anche assai la dichiarazione di un amico del Conte Zeppelin. La dichiarazione è, se non altro, brutalmente franca : e Noi, ha detto il bellicoso signore, abbiamo costruito lo Zeppelin non con uno scopo eventualmente scientifico, ma piuttosto per prepararci alle ever..tualità. di una guerra futura. Ci è per 11 momento impossibile costruire una macchina volante capace di portare dei cannoni, ma invece potremo benissimo portar con noi, in caso di guerra, delle bombe od altre macchine analoghe colle quali potremo fare al nemico dei danni irreparabili >. E va bene; in fondo si sa che le ricerche che si fanno intorno ai dirigibili sono, più ·che altro rivolte a costituire con essi degli ordigni di guerra. Forse sarebbe più prudente non strombazzar tanto la cosa, tanto più che lo Zeppelin se ha provato di poter viaggiare, non ha dato però, nè può darla ancora, la prova di una tale stabilità che può renderlo ut,ile allo scopo che gli inventori si sono prefisso. E' noto che gli aereonati , nei dirigibili , sono costretti alla quasi assoluta immobilità· E questo per buttar bombe, e forse altre simili faccende, è, certo, un'inconveniente di notevole importanza. Intanto, e quasi in risposta al bollente zeppeliniano il Daily Oronicle ha fatto. osservare, a proposito del1' incendio dello « Zeppelin N. 1 > che non è la Germania sola che possiede dirigibili, e che se quello dello Zeppelin è il più gr11nde di tutti, ciò non mette la Germania in stato di superiorità. su l' Inghilterra. E -per darne la prova il Daily Oronicle ha pubblicato una statis~ica dei dirigibili. La Fran~ia ne possiede quattro; due l'Austria; uno l'Italia; tre l'Inghilterra; ed ora ultimamente al campo militare di Alderschyt ne è stato provato uno· che ha navigato contro vento per tre ore con ottimo successo. Ciò che, naturalmente, diminuisce la importanza del dirigile Zeppelin. Ma le dichiarazioni dell'amico del conte sono sign1ficativ11 1 inq nanto che rispecchiano l'opinione e la speranza di una grande maggioranza dei tedeschi. Opinione che si manifestò chiara nelle dodici ore del' viaggio di Zeppelin da Costanza. Allora nella stampa .e nei ritrovi pubblici si diceva: e Ecco, finalmente, di che ridurre a zero la potenza navale dell'Inghilte1·ra I.,, Il pa1lone di Zeppelin bruciò, ma il pensiero della padronanza 'dell'aria, poichè di quella del mare non è possibile, tormenta ancora lo spirito dei guerrafondai tedeschi i quali, fortunatamente per l'umanità., pigliano per rejl.ltà attuale i loro sogni ed i desideri della loro immaginazione : gradassi_ puerili ! • Rlvalltà navali - Dove sembra che tutte le belle proposte di pace, e i propositi di, tranquilliU facciano naufragio è quando fra Inghilterra e Germania si viene a trattare di questioni marinare. La « Prankfttrter Zeitung > convien che l'Inghilterra ha tu~tavia un certo diritto a voler conservare la supremazia navale ; ma afferma altresi che la Germania. ha diritto di tentare a sua volta di conquistare il posto dell'Inghilterra. E gli effetti di queste considerazioni si vedono come una smentita alle visite regali. E' corsa voce, e non è stata smentita, che il governo intenda aprire un pre:3tito di 2 miliardi e 500 milioni per l' aumento della flotta, volendo cosi non solo pareggiare, ma su pera re di gran lunga la forza e pote~zialità .na v3:le che dar~bbe alla Germania la costruzione dei suoi progettati Dreadnaughts. L'Inghilterra ha voluto dimostra.re alla Germania che essa non potrà raggiungerla mai ; che la teoria che ha prevalso fin'ora ali' Ammiragliato della flotta più forte delle due più forti :flotte strauiere riunite insieme prevale e deve continuare a. prevalare ancora. E bene notare un fatto. Quando alla confe1·enza dell' Aja fu deciso ~he per la quest_io~e della dimìnt1i• zione e limitazione degli armamenti s1 farebbe un voto platonico , l'. Ing-h1lterra dichiar~ _che se !osse ?-tile, si ricorrerebbe anche alla coscnz10ne obbhgatona - pur tanto contraria agli usi ed alle idee del paese - per bilanciare le forze di possibili _nemici. . . Ora, dinanzi al nuovo aumento d1 forze marrnare m Germania l'Inghilterra dimostra cho essa può, se vuole non lasciarsi superare. La questione, per la Germania, diventa ~cabrosa. Le finanze tedesche son tutt' altro che fionde , e la lotta marinara prima che nel mare bisogna combatterla e vincerla a colpi di milioni. L'Inghilterra dà la prova di avere nei suoi forzieri e nel suo solido credito tutte le possibilità. e le probabilità di vittoria. E non vale che corrono voci di dissensi fra i vari membri del Gabinetto. Quando si tratta di conservare la supremazia dell'Inghilterra, ~vversari come partigiani delle spese militari sono tutti concordi. Di qHi l'altra notizia, che non è stata neppur essa smentita, della possibilità di un accordo marinaro fra Inghilterra e Germania, E questa sarebbe certo la soluzione migliore, e sarà
424 RlVlSTA POPOLARE probabilmente quella che sHà adottata, se è vero - quello che Si dice, cioè che si tratterà di q11esta questione prima del futuro viaggio di Re Eriuardo a Berlino, viaggio nel 'l,Uale si con,3acrerebbe l'accordo intervenuto fra i due paesi. E se ciò sarà veramente, un passo lunghissimo sarà fatto verso la vera paee: quella alla quale sospirano i popoli, per cambiare le spade in aratri. e le lame in rastrelli. NOl Fra i tanti articoli rinviati per la solita mancanza di s,va1:_,), siamo stati costretti a rinviart un interessante a,·ticolo del Prof Francesco Perrone, dal titolu: I.. ~ocieta anonime dinanzi al parla .... erit it~::ano. Palizzolo in America L'argomento non è lieto; tutt'altro. Ma una rivista come la nostra non ~uò non trattare le quistìoni, che addolorano ed umiliano; anzi le deve trattare di preferenza nello scopo di contribuire nella misura delle sue forze al risanamento morale dea-lì italiani d'Italia e di quelli, che vivono all'esttro e nei quali dovrebbe essere più vivo, più ardente il desiderio di fare amare e rispettare la patria lontana. Perchè ci occupiamo della visita che Raffaele Palizzolo ebbe l' infeìice idea di fare in America? ... Per parecchi motivi: i. 0 Per segnalare alla riprovazione generale quei pochi Italiani, che hanno voluto onorare l'ex deputa_to di Palerm~ come u1: eroe._ . . . 2. 0 Per lodare vivamente i moltissimi nostri concittadini, tra i quali non pochi siciliani, che tennero un contegno corretto. 3.0 Per chiedere conto formalmente al governo dell'attitudine serbata da alcuni suoi funzionari, e specialmente· dal Console Generale di New-York, che si associarono alle onoranze a Palizzolo. E in pari tempo per domandare all'amico Ernesto ~eodoro Moneta, se il rappresentante della Sez10ne nord-americana della Società per la pace abbia fatto cosa degna nel partecipare al banchetto pro Paliz.- zolo in New York. Del fenomeno doloroso ci occupiamo oggi perchè solo oggi ci sono pervenuti alcuni giornali degli Stati Uniti ed una collezione del << Bollettino della Sera» di Nevir York, che ha condotto una vigorosa campagna al di là dell'Atlantico contro le aberrazioni di alcuni ftaliani. In questi giornali spigoleremo alcuni brani caratteristici e aicuni giudizi tipici; ma prima di darci a questo lavoro di forbici dobbiamo fare una osservazione. Il New York Times riferì una intervista col .Commissario di Polizia Bingbam; il quale ha affermato che il Comm. Palizzolo potrà rendere dei servizi alla polizia di New York nella lotta contro la Nlano Nera. Ora noi domandiamo: in questa ipotesi non c'è la maggiore condanna del Palizzolo? Ed ora spigop_amo I + The Detroit News (22 giugno) aveva un articolo così intitolato: « li capo della mafia avrà freddis- « sima accoglienz.a. Molti Italiani di Detroit abban- << donano l' idea di far festa cii famoso emissario. « Raffaele PaliHolo fu processato per complicità in << un· assassinio. In una animata 1·iunione cinque so- « cietà conchiudono che il conferenziere non è un « ospite gradito , . lì Prof. Sansone nelle cen nate riunioni fu l'oratore avverso alle accoglienze e disse che se i Siciliani erano di contrario avviso gl' Italiani non dovevano disonorarsi col festeggiare il capo della mafia. Analogamente si espresse l'altro giornale de Detroi t, The Free Presse. La Sera di Filadelfia (30 giugno) stampava: " Palizzolo a Filadelfia (Fredda accoglienza da parte degli Italiani). Il Pubblic Ledger poi annunziava che se ci fossero state calorose accoglienze esso avrebbe organizzato un Comizio di protesta. + L'Italia di San Francisco annunziò l'arrivo di Palizzolo con un articolo: Una visita non desiderata nel quale diceva che da principio quella visita la ritenne come un pesce di_aprile. Aggiunse : « Se la <e venuta di Palizzolo in New York venne segnalata « a grossi caratteri nei giornali quotidiani di quelle <e metropoli vuol dire che Palizzolo è un uomo che « per una ragione qualsiasi gode di una certa fama <e e notorietà ... » E qui il giornale californiano riassume la storia dei due processi che lo resero famoso... Conchiude: <e Adesso che in New York imperversa la follia cc della <e Mafia » e della « Mano Nera», proprio <e adesso Raffaele Palizzolo che dai giornali ameri- « cani (all'epoca del famoso processo) fu chiamato « e dipinto quale capo della cosidetta Mafia e Ca- <c morra osa venire a turbare la serenità e a nuo- << cere a'i buon nome delle nostre Colonie cl' Ame- • ? <1 nca ... « La Colonia Italiana di New York così frequen- <c temente funestata da tristissimi fatti che nuociono · « al buon nome della gran maggioranza dei suo"i <e componenti ha troppe cose tristi cui pensa re pel « suo ·decoro e pel suo interesse perchè il signor <e Palizzolo possa permettersi di andarla a turbare << ed annoiare. <e Coloro che possono, a New York, diano un « consiglio al Palizzolo, lo preghino a volersene « stare a casa I ~ Nel New York Times si riportarono i giudizi del Commissario di polizia Bingham nella missione attribuita a Palizzolo di combattere la Mano Nera dalle quali si rilevava che alla sua capaci~à di poter fa re del bene egli credeva. Il 1Vew York Times Jell' 8 luglio accennò ad importanti credenz.iali ricevute dal Palizzolo per la sua missione in America. Il Bollettino della Sera del 9 a commento aggiunse: . . . . . << Noi non chiediamo le credenziali al signor <e Palizzolo, apostolo di moralità e di educazione <e civile in mezzo alla Colonià; ma osserviamo che « egli non ha, m.oralmente e logic_amente pa~la~do <e il diritto di agitare, comunque sia, la coloma 1ta~ « liana dopo Ìa estremamente significatissima e <e freddl accoglienza che essa gli ha fatto; dopo il « fiasco memorabile e schiaccante del banchetto <e all'Aster Hotel; dopo - sopra tutto e pri~a di « tutto - il nobile dignitoso contegno di centinaia « e centinaia di siciliani, benestanti e ben visti in <e New York e costituenti la parte migliore della « Colonia sicula, non che buon numero di popo- <c lani, i quali tutti non hanno dato il benchè mi- « nimo segno di gradi re la presenza_ del signo~ <e Paliz,.,olo in America, e molto meno s1 sono mossi " a fargli onore. « E i giornali stessi italiani. di qui, ora almeno « che hanno mangiato la fo~ha, se fanno mostra « di essere gli organi di lui, si limitano però a dare
RIVISTA POPOLA.RE 425 « la cronaca nuda e cruda di quanto lo riguarda; « ed anche questo è un segno da registrarsi e da « considerarsi a dovere. « E quei signori , Cavalieri e Commendatori, i <e quali non si sa bene se per onorare o per essere « onorati, (forse nè per l'una nè per l'altra cosa!) <e presero parte al banchetto mortorio dell' Astor <e Hotel, si sono anch'essi ecclissati, e non pronun- « ciano una parola, non scrivono una linea per goncc fiare le vele palizzoliane, ed anche questo è segno cc di commendevole resipiscenza, di cui si ha da a tenere buon conto. « E il Console generale, Conte Massiglia, il quale « fraintese seconcto secondo noi, i doveri di alto « funzionario del governo d'Italia, compiendo un « atto, diremo così, troppo ardito, anche il Console << d' ltàlia sta al le vedette, e siamo certi che non si « sbilancerà più, in verun modo . .<< Che aspetta, dunque, il signor Pa.izzolo, a ca- « pire che la sua presenza qui, non è gradita, e che « il suo è un correr dietro ad un inarrivabile fan- « tasma, il fantasma di una popolarità irrimedia- « bilinente perduta? » Da un articolo del Mastro Paolo di Filadelfia ( 1 r luglio) intitolato: Palin_olo e la Mano Nera: « E perchè no I L'ha detto egli stesso e bisogna cc credergli. Egli è venuto in America per una cam- « pagna eminentemente cducJ.tiva, e quindi non « può, per coerenza accettare in teoria le massime « e i principi i della Mano Nera che qui in America « è la istessa cosa dell'Italiana Mafia. cc Vedremo però quello che egli riuscirà a fare di « buono su questo punto; ma, chi sa, che questa « novella < mano bianca , non rimarrà anch'essa « annerita? Questo però non è tutto. Sull' «Herald» cc di New York si è letto, giorni fa, un soffietto in cc onore del Palizzolo col quale si vorrebbe far pasce sare questo signor Commendatore per cc officiai « rappresentative of the ltalian governement » Pace lizzolo nientemento è stato mandato dal Governo « italiano per suo rappresentante u[Gciale all'este- « ro !!I Ma qui c'è da perdere le staffe. <e Diamine, che cosa fan no tutti gli altri L1fficiali <e rappresentanti della nostra Italia a New York a ccPhiladelphia, a Boston, a Chicago, ecc.? Se ~1e cc stanno quieti e zitti contenti di avere a fianco un cc simile nuovo funzionario! Cosa fanno i Consoli « e gli Ambasciatori di questa beatissima terra che « abitiamo? . cc Se la dormono? Non rispondono? Ion affercc mano o negano? Non protestano? Ma solo che •« si volesse ~are a q"uest~ chimeri~a ipotesi l'ombra « della realta, sarebbe 11 caso d1 ordinare al Cocc mandante della <e Fieramosca» di tirare le sue « can~o.nat~ p_ri:11asui ~ostri C~nsoli e rappresen- « tanti 1talian1 1n Amenca e_poi drizzare la prora « per l' l talia e bombardarla da tutti i la ti >). Identico linguaggio tenne La Forbice della stessa Filadelfia. + La pi_ù penosa impressione aveva fatta a ew York l'intervento nel banchetto a Palizzolo ciel Comm. Zucca, Presidente della Società internazionale per la pace (Sezione S. U. A.) e il Dott. G. Montandon gli chiese spiegazioni. Il Comm. Zucca, che dev'essere uno zuccone, rispose con queste spiegazioni, eh' ebbero commento salato e pepato nel Bollettino della Sera (16 luglio). « 1.° Che trovandosi Egli nella sede della Camera cc di Commercio Italiana fu invitato da amici a parcc tecipare al banchetto di Palizzolo; eh' Egli si era « rifiutato, adducendo che per nessun motivo si sa- « rebbe potuto giustificare la presenza del presidente cc della Cameta di Commercio in tale banchetto. « 2.° Che dati i suoi rapporti di am1c1zia con le. cc persone che lo invitavano, ha dovuto cedere, facen- << do però la dichiarazion che in questa occasione Egli << intendeva spogliarsi di qualunque veste ufficiale, cce che vi andava come signor Zucca; tale riserbo cc Egli oggi ripete per la « Società per la Pace >). cc 3.0 Mi ha dichiarato che ignorava chi fosse Pace lizzolo, e che solamente sapeva essere questi un « ex deputato, assolto da un processo. cc 4 ° Invitato a parlare durante il surriferito ban- « chetto, il Comm. Zucca si è rifiutato, non tro- <c vando alcun motivo per dover prendere la pace rola >>... Infine nel Bollettino della Bera del 6 luglio troviamo questa lettera: cc Caro < Bollettino», ccNell' • Hcrnld II di stamattina leggo un ~ sof-: ccfìetto » al Commendatore Palizzolo ,, il quale s1 <e compiacque farsi passare per « officiai r·appr·esen- <r tali ve of the ltalian gol'ernement , mandato quì cc (proprio lui!) per una campagna educativa e per /combattere (guarda ironia 1) la Mano Nera e la cc Mafia. cc Ora che i suoi e i miei compaesani si compiac- « ciano fasteggiare il Grande Uomo, sia pure a nome « delia Colonia italiana, che invece ne rimane estra- « nea, è comp1ensibile e giustificabile. <e Ma che Egli si faccia passare per « rapprcsen-: « tante ufficiale del Governo Italiano » ••• questo . ~, cc poi .... cc E mi domando se l'Autorità Consolare non ha cc il dovere di smentire nel giornale che l'ha pub- « blicata questa notizia bugiarda, che f~rà pensare cc agli americani qualcosa di pllnto _lu~1ngh_1erosul cc modo come il nostro Governo sceglie 1 suoi ccrapcc presentanti ufficiali» per conJurre e campagne « educative .,, all'estero. cc Di 4: educatori » di quella risma la colonia ne cc ha gia troppi, e appunto di essi ha bisogno di licc berar ,)i I « Avanti nella vostra coraggiosa campag_na, am1_c~ cc del «Bollettino.,, e insegnate alle coscienze vili cc del giornalismo 'la virtù dell' indi pendenza di cc giudizio! <, Un siciliano ( ma di buon senso) >> + E noi poniamo termine a questa tris_te :assegna chiedendo conto di nuovo al governo 1tallano del contegno dei suoi funzio ari, , he ba,... t 0 ~(cred.- tato che il Palizzolo :,1a a 'Ne,:o u ,.., suo 0Jfic1ai representative ... Il prezzo del grano (Pericolo imminente) Fui e sono un convinto sostenitore <lel dazio del arano • studi e pubblicazioni ret.:enti sulle conb ' } • • dizioni dell'agricoltura in_g_ese n~l convm~ouo sem:- pre più che la sua abohz10~e 1~1 temµ1 normali, come ho dimostrato nel m10 libro : Per la economia naziona!e e pel. dazio sul irano (1) ~iusc~- rebbe come m Inah1lterra, un disastro per l agncoltu;a · con ques~t diflerenza: che in Inghilterra il dann~ dell' aaricoltura riesce di giovamento alla economia complessiva n1zi0~:!le, mentre in Italia, (1) Presso la Rivista Popolare L. 3. Per gli a0bonati della Rivista L. 1,70, comprese le spese di posta.
426 RIVISTA POPOLARE dove non vi sono i compensi industriali esistenti oltre la Manica, il disastro dell'agricoltura rappresenterebbe un disastro della economia generale, nel quale sarebbe coinvolto circa il 50 °/ 0 della popolazione totale cÌ1e dell'agricoltura vive. Ma io non ho mai creduto a quello che l' onorevole Luzz atti nel suo linguaggio immaginoso chiamo da recente il diritto divino del dazio; sostenni e sostengo invece che la ragione economica e la ragione politica possono iudurre all' abolizione, o alla riduzione o alla sospensione del dazio. In questo momento se la ragione economica non sola non consiglierebbe l'abolizione o la sospensione del dazio, basterebbe a consigliarlo la ragione politica. I dati di fatto parlano chiaro. • La ragione economica oggi non sarebbe contraria alb riduziocé del dazio. Questo, infatti, mira a mantenere il prezzo del grnno a tale altezza da re:iderne rimunerativa la coltura nella media delle terre italiane ; e si ritiene che tale prezzo si aggira attorno alle lire 24 o 25 al più. Ora la media del prezzo del grano in Italia da due anni in quà oscilla tra 26 e 28 lire. Ma questa è la media ufficiale, quella cioè che vien data dal Bollettino settùnanale pubblicato dalla Direzione generale dell'agrkoltura (ministero di agricoltura, industria e commercio); ed. è una tnedia falsa. Le medie presentano gnlvi inconvenienti, perchè spesso risultano da termini molto distanti tra loro. Rispondono, però, a cer-ti fini e rendono dei reali servizi quando a costituirle si fanno entrare tutti i termini, tutti gli elementi del fenomeno, che devono rappresentare. In Italia avviene questo strano ·tatto : il Ministero di agricoltura annunzia il prezzo medio del frumento sui mercati del Regno e lascia supporre che tale prezzo medio sia la risultante di tutti i mercati del Regno. _Invece la media è presa sui prezzi dei mercati della sola Alta Italia. La media ufficiale è una media statisticamente ed economicamente falsa I Segnalai il grave sconcio rispondendo nel oiugno_ scorso ':l ministro delle Finanze svolg;ndo la rnterrogaz10ne, colla quale invitavo il ministero a farsi autorizzare dal Parlamento a sospendere il dazio sul grano qualora il prezzo si elevasse di molto. Interrogazione identica avevo presentato nel 1907. Che io mi apponessi al vero denunziando il pericolo di un soverchio elevamento del prezzo del prezioso cereale lo provò il fatto che il succennato 'Bollettino nell'autunno 1907 e nell'inverno e nella primavera 1908 annunziò prc:zzi medii che oscillarono tra lire 28 e 31 al quintale. Èd erano medie false quelle di allora come lo sono quelle di adesso. Allora, infatti, nelle Puolie e in Sicilia il prezzo arrivava sino a lire 35 il 0 quintalel f\dess?, .mentre il 'Bollettino ségna un prezzo me- ?10 d1 lire 25 e 26, nelle succennate due regioni 11 prezzo reale é di lire 31 circa. Se il 'Bollettino tenesse conto, come assolutamente dovrebbe - e su di ciò richiamo formalmente l' attenzione del Ministro di agricoltura e commercio - dei prezzi di tutti i mercati del Regno e non di quello di una sola metà, allora avrebbe dovuto segnare un prezzo medio di lire 31,50; oggi segnerebbe quello di almeno lire 28. Che la media ufficiale fosse falsa lo dissi al Ministro, che mi assicurava colle sue notizie sull' altezza del prezzo; che fosse falsa me lo confermò il comm. Siemoni. Il quale a propria giustificazione mi disse che non sapevasi d' onde attingere le notizie sui prezzi dei mercati del mezzogiorno e della Sicilia !... Ma in Sicilia e nel mezzogiorno non esistono Camere di commercio, Comizi agrari, Sindaci, Intendenti di Finanza, e Prefetti, che possono darle? La conoscenza diretta che avevo sui prezzi reali delle regioni. del mezzogiorno e della Sicilia , che avrebbero dovuto contribuire a formare la media trovava piena confernu, nel prezzo che il 'Bol~ lettino indica da oltre un anno pei grani esteri; prezzo che oscilla attorno a lire 32 il quintale. Questo prezzo assai più elevato di quello medio dei frumenti dell'Alta Italia non avrebbe potuto mantenersi se non ci fossero state le circostanze favorevoli al suo mantenimento. Quali siano queste circostanze è presto detto ; i frumenti esteri che s'importano in Italia al prezio di lire 24,50, che sul mercato si elevano a lire 32 coll'aggiunzione del dazio, sono di qualità superiore e servono specialmente per la produzione delle paste; ora i frumenti di Sicilia, delle Puglie e di altre regioni del mezzogiorno sono di qualità presso a poco identica a quella dei grani duri stranieri importati. D' onde la piccolissima differenza sul prezzo dei grani esteri (L. 32) e q,uelli indigeni del mezzogiorno e della Sicilia (L. 31). Come si mantiene, poi, la enorme differenza per i grani indigeni tra i mercati settentrionali e quelli meridionali? Forse nel mezzogiorno e in Sicilia non si adatterebbero a mangiare pane di grani teneri? Niente aflatfo. Le ragioni sono diverse e si riducono a quelle generali che producono tante differenze tra Nord e Sud. La geografia prima di tutto rende difficile in Italia la formazione di un mercato unico. Le distanze considerevoli tra un estremo e l' altro della penisola , tra il Veneto e la Sicilia, potrebbero essere corrette da un sapiente regime di tariffe ferroviarie; ma noi sappiamo dall'articolo del Di Salvo ( Rivista Popolare N. 12) che le tariffe italiane agiscono in senso inverso_; ad aggravare , cioè , le conseguenze delle grandi distanze. (Una parentesi; quando verrà l'articolo promessomi dall' amico e colle·ga Maggiorino Ferraris su la vitale quistione delle tariffe ferroviarie e marittime?) D' onde questa terribile sperequazione nei prezzi; il vino nel Mezzogiorno non si trova da vendere a L. 5 l' ettolitro , mentre nel Settentrione in gran parte lo si è venduto a L. 15 almeno; il frumento che nel settentrione vale L. 25 il quintale nel Mezzogiorno non si può acquistare a meno di L. 31. Il mezzogiorno e la Sicilia quindi rest1no vittime della doppia crisi : del prezzo vilissimo del vino e di quello assai alto del frumento; crisi che potrebbe essere e dovrebbe essere attenuata e perequata se l'Italia fosse una nazione veramente e saldamente unit:-i. La ragione economica, adunque, non è contraria alla misura. che consiglio oggi, senza convertirmi, come afferma qualche giornale, ma mantenendomi sul terreno sperimen tale sul quale mi posi nel 1901, perchè anche senza dazio il prezzo del frumento rimarrebbe remuneratore. La ragionè poli-
RIVISTA POPOLARE 427 tica è impellente e minacciosa specialmente nel ~1ezzogiorno, d'onde nel 1898 parti la prima scintilla, che dette fuoco alle polveri nel resto d'Italia. • C' è da allarmarsi dei prezzi attuali del frumento? C' è da temere in piccolo o in orande la ripetizione dei fatti dolorosi del 1898? 0 L'allarme è pienamente giustificato ; e' è tutto da temere. Il. fatto. che giornali conservatori o tiepid~mente. hberah come La Lombardia, la Gazzetta di Venezia, Il. Veneto, La Gazzetta .di Torino, Il 7{.esto_del C~rltno, ,f:a Stam_pa ! ecc. '. giornali, cioè, che rispecchiano gl interessi e 11pensiero delle classi superiori, dei proprietari fondiari e deoli industriali inv?cano la sollecita riduzione o la so~pensione del daz10 sul. grano _è veran~en!e sintomatico; doppiamente sintomatico se s1 nflettte che la invo~ano i giornali conservatori delle regioni meno afflitte dalla doppia crisi diànzi accennata , cioè quelli del Settentrione. ~e ragioni dei timori e dell'allarme sono di doppio ordine e del tufto sperimentali. Si osserva da un lato che mai per lo passato , in Italia e fuori i . prezzi del grano in agosto , cioè all' indomani del raccolto e quando sogliono subire una rapida disces3, sono stati così alti come ora. L'altezza attuale del prezzo non è fenomeno esclusivamente italiano, derivante dal cattivo raccolto locale. Se così fosse ci sarebbe da allarmarsi molto meno perchè presto o tardi i bassi prezzi dei mercati esteri ese_rciterebbero la. lo:•' azione deprimente sui prezzi alti del 1~1erçato.n_ahano. Ma disgraziatamente dap• pertutto 1 prezzt s1 mantengono alti. Ecco la prova lampante: Berlino Budapest . Londra . Néw-York . Chicago . Odessa . Prezzi del grano per quintale 26 settembre 1903 22 agosto 1908 . L. 19,60 L. 27,00 » 15,1~1 » 22,15 ,> 15 circa » 20,75 » 16,16 » 18,75 » 14,98 » 17,70 » 14,70 » 21,75 La differenza tra le due epoche a Berlino, a Budapest ad Odessa è veramente forte. C'interessa sopr~tutt,o il me~cato russo e ungherese perchè la Russia, 1 Ungheria sono tra le poche nazioni di Europa grandi produttrici ed esportatrici di frumento; Odessa e altri porti del Mar Nero approvigionano l' Itali~. Come va che nei prezzi del merl.'.'ato di Londra in ~gosto 190~ non e' è il rapporto con quelli di Chicago che e era nel settembre 1903 ? La raaione venne data dal~'on. Luzzatti colla sua r:1r:t co~1?etenza nel Corriere della Sera: la terribile crisi monetaria e di credito degli Stati Uniti lu tolto ai produttori ed ai commercianti di oltre Atlantico ogni .torza <li resistenza ; li ha costretti a venderè ed anche a svendere. Se non fosse entrato in azione questo poderoso fattore deprimente , i prezzi del frume~to s~rebbero stati a_s,sai~iù alti dall'agosto 1907 10 poi. e sarebbero pm alu oggi. Le cause de_ll'alto prezzo attuale sono chiare. E aumentato dapertutto il consumo del frumento • invece nel 1907 fu quasi d_apertutto inferiore l~ produzione a quella degli anni antecedentli Non è stata migliore di molto quella del 1908. I~ molte provincie della Russia, eh' è quella che particolarmente approviaiona l'Italia anzi secondo le n0tizie dello stesso Bollettinoitali~nv il raccolto è al di s~tto. della media ed alquanto' al di sotto della media viene segnalato quello degli Stati Uniti. Ma le conseguenze del deficiente raccolto nel 1908 sono aggravate - e lo rilevai rispondendo all'ono..:. revole Lacava nel giugno scorso - dalla circostanza che 1Jel_1907 e nel primo semestre di q uest' anno furono interamente consurnate le riserve e.leali anni I . o precet entt. . Lo stesso Bollettino settimanale del 22 Aaosto I . b u umo constata che le disponibilità in Europa in questo anno sono diminuite , rispetto alla stessa epoca del!' anno passato del 17 7 °/ • e l' ultimo . ' o ' B~l~e~tmomensile (Luglio) constatava che la dispombilnà per la esportazione ncoli Stati Uniti tra Luglio 1907 a Luglio 1908 ~era diminuita da 16,269,000 ettolitri a 4,839,000 cioe del 70,2 °fo ! _Nulla, _adunqu~, di piu giustificato della altezza dè1_prezz_1attuali e delle pre·1isioni di ulteriori rincanmentt. Ma tali quali sono già in Italia producono malessere, malumori sordi e latenti prima che oooi c0minciano_ a divenire manifesti con proteste b~Ìi as~oci..~zi?m, con tumulti di piazza; dello Stato degl~ amm1 sono un indice eloquente o-li articoli dei gior~ali sopracitati. Non sono questidei fen0meni, degli ammoni111ènti, dei quali dovrebbero tener conto gli accorti uomini di Stato? Si potrà osservare clie i malumori , le proteste, le tumultuose manifestazioni prendono .di mira complessivamente il rincaro della vita, in cui rappresenta u_na parte preponderante, nelle grandi città in ispecie, quello enorme, ingiustific,tbilt. e da rvero iniquo delle pigioni. E' indubitabile, però, che le ire popolari maaoior- . , o~ mente si appuntano contro l alto prezzo del pane, non solo perchè esso è un elemento di primissima necessità, ma anche perchè si sa che il suo livello è mantenuto alto artificialmente dal dazio di entrata. Si tollera ciò eh' è ineluttabile e indipendente della volontà umana; ma riesce insopportabile una sofferenza, che si attribuisce al governo sopratutto quando centro i governi in genere ci sono antipatie, preconcetti ed avversioni quasi generali. Per questo motivo di ordine psico-politico i prezzi del grano che oscillarono attorno a L. 35 nel lò70 1874 e quando i salari erano più bassi deo-li attuali non cagionarono quei malumori e quelli proteste che suscitano oggi quelli di 28 o di 31 con salari sensibilmente più alti. Non solo, perciò , ma anche per la. circosta111,a che oggi si è elevaco di molto il tenore di vita, lo Standard of liping, e si crede indispensabile consacrare. un~. parte_ delle entrate a certe • spese che. trenta e pm anni or sono non si riteneva che duvessero far parte necessariamente dtl bilancio di una famiglia. La diminuzione nel prezzo del gr, ,10 con moltissima probabilità eserciter-:bbe un'azione deprirnente, sui prezzi degli altri prodotti ; <i'onde per lo meno una sosta nel rincaro continuo ed allarmante della vita. E chi sa? La diminuzione nel prezzo del pane potrebbe favorire un aumento nel consumo del vino ...
428 RIVISTA POPOLARE + La ragione economica , che m' indusse a sostenere il dazio sul grano a mio avviso consentirebbe oggi la sùa sospensione, perchè anche senza il dazio il prezzo rimarrebbe abbastanza rimuneratore. Rimarebbe tale a causa del fatto che oggi non tutto l'ammontare del dazio si riperc,uote sul prezzo; cosi pure la sua sospensione non potrebbe fare discendere da L. 28 o L. 31 a L. 20,50 o a L. 23,50; ma lo lascerebbe per lo meno a L. 25. La ragione politica è non meno evidente: l' elevazione del prezzo del grano , che nell' inverno prossimo raggiungerà o sorpasserà quello del 1898 potrà produrre perturba men ti più o meno gravi, che oltre i danni politici e morali, per vie diverse altre ne cagionerebbero alla economia nazionale ed alla finanza dello Stato. ~er far~ diminuire il prezzo del grano ci sono altn mezzi oltre quello della sospensione del dazio? Sono stati proposti dei palliativi davvero miserevoli. C'è stato nel Resto del Carlino chi ha consioliato •1 b 1 governo a comprare direttamente all'estero i suoi 400 o 500 mila quintali di grano occor:ènti per l'alimentazione dei soldati di terra e di mare. Con c!ò si diminuereb~e la. richiesta sul mercato e quindi s1 otterrebbe la nduz10ne del prezzo. Ma il aiornale di Bologna pubblicando la pro_posta del ·suo collaboratore ne denunzia l' inefficacia. Non si modifica cosi il prezzo di un prodotto, il cui consumo è di circa 45 milioni di quintali. Altri consiglia di lasciare entrare in completa franchigia tutto il frumento che si può esportare dalla Colonia Eritrea. Su questo punto in massima si deve stabilire che se dobbiamo possedere delle Colonie, che fanno parte dello Stato, i prodotti delle medesime è giustizia, è convenienza economica che vengano trattati sul-mercato alla pari di quelli similiari delle altre parti del Regno. Ma in realta la Colonia Eritrea non produce tanto grano da consentire una esportazione di oltre 30000 quintali, quanti, se non erro, attualmenfe ne sono ammessi all' entrata senza dazio in Italia. Dicono anzi i maligni, che il frumento che figura prodotto ed esportato in Italia dall' Eritrea , sia invece frumento prodotto. altrove. Il favore che abbiamo inteso accordare alla Colonia, quindi, sarebbe stato accordato ai frodatori! Se i 400 mila quintali per fornire i magazzini dello Stato non possono spostare le condizioni di un mercato di consumo di 45 milioni di quintali, molto meno lo potrebbero i 50 o 60 mila quintali che lasceremmo entrare senza dazio accordando un favore ai fraudolenti, che ce lo gabeÌlerebbero come frumento prodotto nella Colonia. No? c'è, adun~ue, ~he un rimedio solo: sospendere .mteramen!e _11dazio sul grano a tempo ind et~rnunato , elm~rnando le possibilità della speculazione. Contro il parere di molti liberisti che si contenterebbero di una riduzione da 3 a 5 lire io protezioni~ta - s'intende: a modo mio - consiglio la sospens10ne totale del dazio, perchè sono fermamente convinto - e l' esperienza delle riduzioni P.arzi~li di certi altri dazi mi dà ragione -- che la nduz10ne produrrebbe un danno sicuro all' erario dello Stato senza produrre un benefizio corrispondente ai consumatori. + Contro la sospensione del dazio si appuntano gl' interessi dei proprietari, specialmente dei arossi prod~ttori, tra i quali sono compresi i fittaiu~li, e quelli dello Erario, .:he non può rinunciare ad una entrata anche di quaranta milioni all'anno, a quanto credo si sia ridotto il prodotto del dazio sul grano nel 1907-908, che ne vide diminuire considerevoln~ent~ l'entrata. Scomparirebbero gli avanzi del b1lanc10 , che for,ì.1ano la delizia dei nostri politici e finanziari. Orbene ai proprietari , ai produttori più irnportan ti bisogna ricordare che se anche oggi dalla sospensione del dazio ricevessero un danno tempura?eo, ~ovrebbero di buon grado' assoggettarvisi In v1st,1 d1 un danno maggiore f duraturo quale sarebbe quello della abolizione definitiva. A questa inesorabilmente si verrebbe se l' interesse loro vemsse m conflitto grave e tr1gico cc,n quello dei consumatori; se la opinione pubblica sotto la pressione degli alti prezzi divenisse generalmente e fortemente ostile al dazio. Rammentino che all'atto di Peel in Inghilterra più che per la propaganda di Cobden e di John Bright si venne nel 1845 per gli alti prezzi e pel deficiente raccolto del grano. Del pari si deve richiamare alla memoria dei governanti , che al disopra degli interessi della finanza stanno sempre quelli del benessere materiale e morale _della nazione; gli uni non possono essere che .mezz.i .per. conseguire l'al~ro, eh' è il fine. A1 rn1n1stn del Regno d Italia e dell'Impero francese, che dimenticavano questa norma elementare di buo1: governo, Napoleone 1 ° rammentava, tuonando più che ragionando - com' egli soleva q.uar:do si sentiva ferito nelle proprje salde convinz10m - che al disopra di tutte le considerazioni finanziarie e di tutti gl' interessi del bilancio eali poneva il benessere del popolo; e perciò_ impone~a l'aboli~io?e del da~io di entrata sul grano. 11_ richiamo S!OflCOvenne fatto dalla Gazzetta di Torino quando 10 svolsi la seconda interrocrazione sull'argomento; ed io credo opportuno ripeterlo oggi + • Due ultime considerazioni politiche indotte dall'esperienza del passato. ' . Da qualche tempo in Italia i ministeri non vengono abbattuti dai voti parlamentari· ma dai cicloni imprevisti. Un ciclone-quello della B;nca Roma·naspazzò il primo ministero dell' on. Giolitti; un ciclone - q9ello della disfatta di Adua - spazzò il , secon~o ~1inistero Crispi; un ciclone - quello dei ~angmnos1 tumulti per la fame del 1908 - spazzò 11. s~con~o ministero Di Rudini. Tutti e tre quei m1msten ave~ano una .enorme maggioranza parlam~n!a~e, specialmente 1 primi due. L'ha oggi l'on. G10htt1 e nessuno ammette la probabilità di vederlo abbattuto da tm voto della Camera. Vorrà egli esp?rsi al peric:olo di essere spazzato da un ,; quarto ciclone perfettamente rassomialiante al terzo? ~~11' ultimo ciclone una grave e 0 diretta responsabilità cadde sull'on. Luigi Luzzatti. Eali in aennaio o in febbraio 1908, nello interesse d°ellafin~nza ?ello ?tato , si rifiutò ostinatamente a sospendere 11 daz10 sul grano. D' onde i tumulti sanauinosi che alla sospensione del dazio costrinsero co~arono molti milioni allo Stato , cagionarono ~anti danni
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