Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 15 - 15 agosto 1908

RIVISTA POPOLARE 401 mmacma il viso dell'arme è l'Austria. Già i giornali ufficiosi parlano della Bosnia e della Erzegovina, e dichiarano che è ormai venuto il momento della convocazione delle loro Diete: malizia cucita di bel bianco. Bosnia ed Erzegovina ha11no fatto sempre parte del1' Impero Ti;irco: il trattato di Berlino ba stabilito la loro sudditanza alla Turchia, non loro indipendenza, o la possibilità della loro annessione ali' Austria: annessione che, del resto, le due popolazioni Iugo-slave , respingono energicamente. La Turchia sta dunque formando la sua grande unità costituzionale, primo risultato della quale sarà la sua indipendenza politica dalle Potenze Euro1,,ee. Il mondo musulmano si avvia alla sua egemonia; forse anche alla federazione degli Stati Musulmani , in un solo grande impero. Questo non è un sogno di qualche isolato pensatore; ma è il pensiero chiaramente espresso del principe Sabaheddim, il capo della Sinistra dei Giovani Turchi , pensiero diviso anche da Ahmed Riza "leader dei Giovani Turchi moderati. Ora l'Europa deve dunque prepararsi a vedere sottrarsi al suo dominio , diventando parti dell'Impero Ottomano, quelle popolazioni Maomettane che fino ad ogg-i essa ha considera te sue, nell'India, nel1' Afganistan, in Algeria, in Egitto, in Asia Minore. Certo non è il fatto del prossimo domani, ma è indubbiamente l'avvenire al quale l'Europa dovrà prepararsi , se non vorrà che le sorprese dei risvegli, e dei nuovi assalti di popoli le costino troppo caro, e le sieno troppo amaramente amare. E questo è detto non solo per le tre potenze ora direttamente interessate, ma anche per l'Italia, che mira a paesi maomettani, sia pure con desideri, per ora, molto platonici. • Giustino Fortunato, il deputato che onora il mezzogiorno, fo colui che sdegnato ci comunicò per pubblicarla la lettera semiricattatoria di quei laureati delle scuole agrarie, che abbiamo riportato nel numero precedente della Rivista. Per ragioni di delicatezza e perchè non vi eravamo stati esplicitamente autorizzati noi avevamo soppresso il suo nome; ma egli desidera che sia fatto. Noi lo contentiamo subito, lieti e fieri, della solidarietà di un tale uomo di fronte al la audacia dei N urra. • Corruzione nelle alte sfere e oompllolta giudiziarie. - Piace sovente, ai giornali Austriaci, predicar morale, a proposito di questo covo di corrotti, di banditi, di eretici che è l'Italia: piace sovente, ai clericalissimi vicini di Oltr'alpe a destra blaterare su i nostri vizi che, a quanto essi stampano, sono innumerevoli e vari come l'inferno. Tuttavia in Italia non abbiamo ancora dato-ed è più che probabile che non lo daremo-lo spettacolo di un'ari~tocraticissimo padre che vende la figlia a doi non meno aristocraticissimi clienti. E se anche questo accadesse è poco probabile che , da noi la stampa si presterebbe alla missione ruffiana - alla quale si presta , ignobilmente servile, la sta111paViennese - di celare i nomi, gli aristocraticissimi nomi, dei complici dell'infame padre. Certamente lo scandalo è stato terribile. A Vienna, quando lo Baum pubblicò le « memorie d' una prostituta >, tragico libro di rivolta e di dolore, che anche q uà. in Italia, tradotto, fece senso; a Vienna si gridò ali' orrore, allo scandalo, alla ignominia tedesca. Chi pubblicherà, ora, il terribile giornale della C9ntessina Nizzi Weith, la venduta dal padre, conte papalino? Chi pubblicherà il grido d'angoscia che la misera consacrava tutti i giorni nel terribile diario, e chi oserà, ora che il tribunale - impa1,1rito dalla rivelazione dei nomi - ha sospeso il processo, chi oserà scrivere accanto al nome del padre infame, i nomi dei nobili, degli alti funzionari , dei baroni della corte e della finanza che pagarono al padre la carne dt1lla figlia ? Ah I le razze superiori? Povero Ferrero dell'Europa giovine : ignorava le belle gesta, o, meglio . le belle curvature di Krupp, e i festini della Tavola Rotonda, e i misteri della nobiltà. Viennese: i vizi dei popoli in decadenza t Ma ciò che è più terribile, è anche il sentimento della giustizia in decadenza. Una vott.a, sorpreso in una casa da gioco, il principe di Galles - oggi_ Eduardo imperatore e re - fu tratto din~nzi al magistrato che, non potendo condannarlo, lo rimproverò aspramente, ed il rimprovero corse per i giornali d'Inghilterra e d'Europa: oggi, al processo del padre della sciagurata suicida i complici, quantunque aristocratici, nobili e finanziari, non sono tanto alti quanto un erede del tror:o d' Inghilterra; ebbene il tribunale rinvia sine die il processo, rifiuta di citare, di interrogare costoro : ed i giornali viennesi , che sanno i nomi, li tacciono. Tanto: a che pro' parlare? La morta è morta, e le case di tolleranza offrono, anche a Vienna, un buon cespite di guadagno alla amministrazione dello Stato. Bene è che il prestigio della nobiltà non sia messo alla gogna: tutti questi titolati credenti cattolici , protettori di confraternite e chiese devono potere essere in violabili , anche dinanzi allo scandalo, altrimenti che cosa diventerebbe il popolo? Il popolo che non vende le sue figlie, e non ha mille corone da pagare le notti di orgia alle figlie altrui? Mosso da queste oneste considerazioni , il tribunale Viennese ha chiuso il processo e fatto il silenzio. Ce ne ricorderemo quando su qualche giornale Austriaco qualche pudibondo redattore si permetterà di blaterare su la corruzione Italiana. • Avventura Africana? - In Italia - seri ve un ufficiale che è attualmente al Benadir - e si hanno idee errate a proposito della colonia. Si sono stanziati dei fondi per un sicuro approdo, senza pensare che per fare cosa appena utile occorreva veuti volte tanto; si parla di fortificazioni esistenti mentre non esistono che ripari insufficienti a difendersi anche dal vento; si parla .li sicurezza in un certo tratto della boscaglia mentre tuttora non è possibile uscire fuori dalle porte ~enza scorta. Uno dei nostri che volle recarsi a tagliar legna a 600 metri dal presidio fu fatto tranquillamente a pezzi. Qui scarseggia l'acqua e gli indigeni per ritoglierci i pozzi faranno qualunque sforzo. Da soli ci daranno non poche noie: considerate quindi cl.ie cosa sarà se ad essi si uniranno quelli del Mullah!». Sembra però che alla consulta, dove impera l'inarrivabile genio dell' On. Tittoni , si abbiano , in proposito, idee diverse. Nè ci sorprende. Le ragioni geografiche ed etnografiche dei sapienti della Consulta hanno il carattere della storia di Francia nei romanzi del Dumas. Nè si danno la pena di leggere e di confutare le lezioni di geografi.a e di etnografia , che da agli ignoranti Arcangelo Ghisleri nella Ragione. Quindi il Benadir è rappresentato e considerato una colonia che può esserci fruttifera. Naturalmente i Bimal, le poche migliaia di uomini male armati tengono testa alle truppe del maggiore Di Giorgio, e già danno grattacapi e di maggiori ne daranno in avvenire. Ma anche se non fossero di per se stessi un pericolo assai grave: si può star certi - questo lo negano alla Consulta, ma lo ammetteranno più tardi - che a suo tempo ci troveremo su le spalle il Mad-Mullah. Ora costui non è ne1uico di poco momento. In lunga e feroce lotta con gli Inglesi non è stato domato, nè vinto da loro. Conserva il suo territorio e tutte le possibilità di scoranare e razziare a traverso il paese che, per diritto di conquista egli ha fatto Sl\O. Il nostro obiettivo è l'Uebi-Scebeli, il fiume che dista 18 chilometri da Merce.; ma fin'ora e per non arrivarci sì sono già perduti molti uomini dei nostri e due ufficiali. In due scontri consecutivi i Bimal sono fuggiti -

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