RIVISTA POPOLARE 395 fatti ; perciò si e imposto nel .giornalismo italiano con una un:inimità r:ira, che va dal Corriere ddla St'ra a Francesco Ciccotti nell'Avanti tra i socialisti, ad Arturo La briola nel Pungolo tra i sindacalisti-; unanimità che non può essere rotta dal contrario avviso di politici lillipuziani ... e peggio. Di Rudini si aflerma, che passò senza lasciare un a grande traccia. Ed è vero. Ma occorrono le situazioni favorevoli, perchè facciano le grandi cose; ed egli non le ebbe mai t:ili. La sua azione, poi, era inceppata da una intrinseca e irrimediabile contraddizione : la politica e i suoi precedenti lo avevano materialmente iucl1iodato all'Estrema destra e il suo spirito a preferenza era in comunione cogli uomini di Estrema sinistra. Ma nulla avrei da rimproverare ad Antonio Di Rudini ministro ? A parte il malaugurato 1898, sul quale all'ind_omani dei dolorosi avveni1renti ho pubblicato un libro (Tumulti e reazione), che non mi costringe ora a ricredermi ed a correggermi, non potei approvare nel suo primo ministero le misere riduzioni nello assegno alle scuole italiane all'estero, ch'erano state una idea geniale di Crispi ; e nel secondo la sua separazione dal Ricotti nella quistione delle spese militari. Ciò detto con lealtà mi sia permesso ora di riferire alcuni ricordi personali ed alcune mie impressioni, che servono a I umeggiare la sua figura e gli avvenimenti nei quali direttamente e inderattamente fu impegnata la sua persona. + 1866. - 11 nome Di Rudini risuono alle mie orecchie la prima volta mentre mi trovavo in Lombardia, a Nuvolento, tra i garibaldini reduci dal Tirolo. I giornali ce lo presentarono come combattente col fucile in mano contro i clericali, che in Settembre a Paiermo volevano tentare uno ,forzo armato in pro della reazione. In quel momento e in quello ambiente non poteva quindi, che riuscirmi simpatico. La mia prima impressione, però erasi modificata, in forza dell'azione che un altro ambiente sociale aveva esercitata sull'animo mio. In Sicilia, infatti, erano pochissimi coloro , che gli perdonavano il fatto di essersi battuto contro i propri concittadini in difesa dell' unid nazionale; in Sicilia allora, come forse a,1che adesso, qualunque ribelle appariva sacro ed erano qualificati come sbirri quanti ai ribelli si opponevano. . Non nego che al i11utamen to di giudizio ero anche venuto per le voci apparse sul luogo sul moto di Palermo del 1866, che non più clericale, ma repubblicano e precocemente socialista lodesignavanosi aftermava, infatti , che Saverio Friscia vi avesse avuto parte; ciò che l'amico carissimo, che dopo molti anni conobbi e che fu, insieme a Fanelli, il primo deputato socialista nel Parbmepto italiano, non mi confermò mai. Crispi e i suoi amici soffiavano nel fuoco per consolidare tra i sicili:rni la grande impopolarità di cui era circondato il suo nome; ed io finii col credere come quasi tutti i siciliani, che Di Rudini fosse un reazionario, un iguorante , un orgoglioso aristocratico. 1869.- Il mio arresto per cospirazione repubblicana avvenuto in Napoli in Febbraio 1869, mentre egli n'era il Prefetto, non poteva che accrescere la mi~ antipatia per Di Rudinì. La sua entrata nel ministero Menabrea, il ministero cosidetto di Santa Caterina, non poteva che confermarmi nelle opinione che egli fosse un fiero reazionario. 1891. - Seguii con scarsa attenzione l'opera politica del Di R udini sino al giorno in cui fui nominato deputato (1890). , Poco dopo in seguito al voto del 31 Gennaio, quello delle Sante Memorie, che rovesciò il ministero Crispi, il governo pervenne per la prima volta nelle sue mani ; tutta l' Rstrema sinistra, me compreso, come reazione contro Crispi ch'era dalla medesima cordialmente detestato, l'accolse con benevola diffidenza. Ebbi allora occasione di avvicinarlo sia • quando presentai l'accennata mozione per l'inchiesta africana, sia quando svolsi l'altra sul nuovo catasto · e cominciai a convincermi anzitutto che egli era ben diverso da quello che intellettualmente credevo che fosse e potei sin da allora convincermi che egli portasse un grande amore per la Sicilia per la quale sperava di poter fare qualche cosa di utile; e di essa e dei suoi interessi s'intrattenne ripetutamente con Pantano e con me. Quando lo seppi in ottimi rapporti con Cavalfotti e con Pantano mi persuasi che non doveva essere quel reazionario che immaginavo. Comunque le voci corse allora di un flirt troppo politico e con Cavallotti e con Pantano, m' indussero aq aprire una campagna nell'Isola, che dirigevo in Pa. lermo e nelle quale pur trattando con riguardo il Di Rudini com batteva viva mento la ipotesi di una entrata dei due deputati dell'Estrema, ancora non divisa nei suoi tre gruppi attu:lli, nel ministero da lui presieduto. Il pugilato avvenuto alla Camera, e descritto esattamente da Lodi nella Vita, non intiepidi, che per un momento i rapporti di Cavallotti e del1' Estrema con Di Ru<lini , che aveva rinnovata la Triplice. 1892. - Le rel~zioni person:1li tra me e Di Ru. <lini si erano fatte abbastanza cordiali nei due anni corsi d;tlla mia prima elezione alle rivelazioni sulla Banca Romana e la stima, che m'inspirava quando da Mafki Panta leoni r:cevetti Li copia della Inchiesta Biagini, prima di decidermi ·a parlarne, m' indusse a consigli:1rmi con due soli parlamentari, con Bovio e con Di Rudini,-Pantano che mi assisteva sempre fraternamente era caduto nelle elezioni generali del 1892.-Si sapeva nella Camera, che io doveva fare delle- rivelazioni; ma la grande maggioranza dei colleghi della Camer,1 mettevano in canzonatura, i J-egrtti del mio plico. Confesso che non ~ra piccola la perplessità mia; ma fu decisivo l'incoraggiamento che mi venne da Di Rudini. Poscia quando seppi, che tu Gaetano Mosca a consigliare il mio nome a Pantaleoni, conoscendo le intimissime relazìoni del .Nfosca ·coll'ex Presidente del Consiglio, mi spiegai I' approvazione che mi venne da quest' ultimo al grave p:tsso che stavo per dare. Durante la mia non breve campagna sulla Banca rom:i.na il Di Rudini ebbe per me una missiva, che egli stesso _enunziandomela, qualificò strana. Avendo io chiesto alla Camer;1 i nomi degli azionisti e dei correntisti della famosa 'Banca Tiberina si era sospett:uo , e con ragione , che io volessi colpire l'amministrazione di Casa Reale per iscoprirç le prove che i famosi soccorsi della Banca
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