410 RIVISTA POPOLARE Si è ritenuto generalme - e l'opinione è diffusa, grazie al socialismo, anche oggi·- che la miseria dipende unicamente dalla cattiva ripartizione della ricchezza. Ma è un'opinione errata. L'umanità non è povera, afferma Novicow, perchè alcuni milionari accaparrino la ricehezza; è povera perchè la quantità delle derrate _è insufficiente. La miseria non può estirparsi sollanto con una misura di ripartizione. Anzitutto la somma da dividersi è insufficiente , tanto che dai calcoli degli statistici risulta che se si confiscassero tutti i beni e le rendite superiori alle 10,000 lire per dividerli tra gl' individui che guadagnano meno. di questa somma, questi ultimi non avrebbero che il r 2 °lo di più del loro guadagnQ attuale. Poi la ripartizione non aumenterebbe la somma della utilità portate sul mercato, anzi questa diminuirebbe se, in seguito alla divisione - tra tutti ì cittadini di un paese - delle officine e delle intraprese industriali alcune di esse dovessero cessare di funzionare e, quindi, un minor numero di articoli venisse portato sul mercato. Se noi siamo poveri è principalmente - se non unicamente - perchè la produzione annuale degli alimenti e delle arti è insufficiente. Ed è così non perchè il globo terrestre non possa fornirci tutto ciò che è necessario ma perchè noi non possiamo ancora ricavare da esso tutto quello che ci occorre, perchè, in altr-i termini, noi facciamo male i nostri affari. Il nostro globo ha risorse illimitate, vi !-OL10 ancora in esso milioni di ettari di terreno che non sono coltivati e dove il grano, il cotone e cento altri prodotti potrebbero essere ottenuti nelle più favorevoli condizioni Ed anche là ove la terra è coltivata si potrebbe facilmente - con un lavoro più accurato, con bonifiche, con un'agricoltura sciei-~tifica e razionale - triplicare e quadruplicare il reddito. Dal punto di vista minerario ed industriale le risorse del nostro globo non sono state usufruite che per una parte infinitesimale. Può affermarsi senza essere tacciati di soverchio ottimismo che noi potremmo procurarci, pe.r ogni famiglia, l'equivalente di benessere che corrisponde oggi a 10,000 lire di rendita. Tuttavia s'è formata nell'umanità un'associazione mentale fra l'idea di ricchezza acquisita nel più breve tempo possibile e l'idea di spogliazione. Ciascuno crede più facile l'arricchirsi rubando il bene degli altri anzichè lavorare da sè a produrre la ricchezza. L'idea che si possa realizzare il benessere universale con l'appropriazione dei beni altrui è così profondamente radicata nelle coscienze che intieri sistemi economici che si pretendono scientifici, come il socialismo, sono stati uniformati ad essa. Ma il mezzo di arricchire è, invece, uno solo: produrre. La ricchezza può solamente risultare dalla produzione; la spogliazione non può • dare altro che lo spostamento della ricchezza. Ditatti perchè Pietro possa arrichire spogliando Paolo, occorre necessariamente che Paolo abbia prima prodotto ciò che gli ruba Pietro. Se nessuno producesse niente, nessuno potrebbe appropriarsi del bene del vicino. P~r quanto il socialismo si proponga uno scopo nobile e benefico, i mezzi c,m i quali si vorrebbe conseguirlo sono tra i più funesti che si possano imma~inare appunto perchè esso fa appello diretto a~la v10lenza ed alla spogliazione col suo principio d1 confisca generale della proprietà. Sono questi mezzi, non nascosti, del socialismo che hanno fatto ritornar_e in onore e proclamare indispensabili al mantemmenro dell'ordine sociale dottrine retrograde e conservatrici che qualche anno fa erano del tutto screditati . Il socialismo con la minaccia dell'espropriazione è divenuto così uno dei grandi sostegni del militarismo poichè le classi abbienti ricorrono alla protezione degli eserciti come a quelh di Dio. I governi si astengono dall'introdurre l' istruzione scientifica perchè temono che sia troppo pericolosa, e molti non osano più diffondere il libero pensiero-:- da cui il connubio così aperto tra atei, massoni e... clericali - perchè temono le conseguenze sociali che esso può avere. Eppure se davvero bastasse l'uso della forza brutale per estirpare la miseria noi nuoteremmo già da gran tempo nell'opulenza più fastosa. Da parecchie generazioni gli uomini si sono spogliati scambievolmente - ma ciò evidentemente non ha potuto avere altro risultato che un arresto nell'accrescimento della ricchezza. Per combattere la miseria - grida Novicow - non basta soltanto spostare il banditismo, ma bisogna sopprimerlo da qualunque parte esso sia, giacchè ogni confisca è una diminuzione d'intensità vitale, una diminuzione di benessere. I socialisti danno, perciò, prova di un semplicismo stupefacente quando ritengono che la spogliazione possa seriamente avvantaggiare. Infatti se si procedesse alla confisca dei beni di quel piccolo numero di parassiti i quali vivono alle spese dei cittadini, a profitto di tutti i diseredati-i quali, in certi paesi, formano un contingente enorme - la confisca cesserebbe di essere lucrosa poichè i lotti da dividersi sarebbero troppo piccoli. Nè bisogna trascurare che ogni violenza è una perdita di tempo-il tempo è elemento fondamentale della ricchezza - e, cioè, rappresenta un arresto e quindi una diminuzione nella produzione. I socialisti - scrive Novicow- sono generalmente di una ignoranza che sorprende, e talora di una ingenuità che fa sorridere. Essi, per esempio, ritengono che una volta stabilito il collettivismo non ci sarà p~ù un avversario nella società e che l' uma-. nità entrerà nel paradiso della concordia universale. Ma come non ammettere che l' individualismo - dottrina evidentemente vera - avrà partigiani nella _società collettivista? Come non supporre che gl' individualisti faranno nella società collettivista - dato che questa si stabilisca - una opposizione formidabile impiegando tutti i mezzi legali ed illegali che oggi i socialisti impiegano nella società attuale? I socialisti s' illudono poi che la somma degli oggetti utili che si producono sia sufficiente ai bisogni del genere umano. Si è già detto, a questo proposito, che il fatto fondamentale che produce la miseria è la insufficienza delle cose utili: essi che fanno consistere il problema sociale solo in un semplice affare di ripartizione non si accorgono che poco serve impadronirsi di tutti i prodotti di - questa terra se essi non saranno sufficienti a nutrire convenientemente la popolazione; che poco vale appropriarsi di tutte Je abitazioni se il numero degli appartamenti appena sufficientemente igienici non basteranno ad alloggiare tutti. Se, per esempio il numero degli appartamenti fosse bastante essi si affitterebbero già ad un prezzo sì mite che tutti potrebbero averne uno. E la scarsezza, l'insufficenza la causa unica dell'alto costo di tutte le cose. Altro errore dei socialisti è poi quello di non volere ammettere disuglianze fra gli esseri viventi. Eppure le disuguaglianze sono incontestabili e le istituzioni sociali debbono conformarsi - se non vogliono rendere la vita impossibile - alle condizioni della natura. Se diverse sono le capacità e se diversa è la somma di beni procurata da ogni singolo lavoratore non è conforme alla natura delle cose che varii la somma di beni che egli riceve in cambio. Possiamo dolerci che la natura abbia elargito privilegi a individui che non l'hanno meritato
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