Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 15 - 15 agosto 1908

402 RIVISTA POPOLARE cioè si sono internati in una fittissima boscaglia - e sono tornati più baldanzosi di prima. Non si attendevano l' attacco, ('d erano dispersi. Si riuniranno e faranno impeto su noi: e allora? E allora ci troveremo a ripetere l'infausta avventura africana dell'Abbissinia? Perché è pazza assolutamente l'idea che potremmo resistere al Mad•-Mullah s'egli entrasse in campagna. Ed è questa forse l'idea che domina alla Consulta? Sarebbe bene saperlo. L' Onorev. Tittoni dichiarò che il Mad-Mullah non. oserà attaccarci ; noi lo auguriamo, ma non possiamo dimenticare: 1 ° eh' egli attaccò gli Inglesi e non fu e non è stato domato; 2° che i Bimal male armati, secondo le informazioni dalla Conirnlta - sono armati di ottimi fucili; 3° che il BPnadir, non ha-a dire di lord Cromer, e di altri che conoscono il paese-nessun valore commerciale e politico. Dato tutto ciò, noi ci permettiamo rivolgere ai politici e geografici della Consulta una modesta ma altrettan t-:i onesta domanda : Quale vantaggio pratico otterremo da questa avventura? Ne avete calcolate le perdite, il costo, le spese, .e quanto ne ricaveremo ? Percbè ciò che conta, in materia coloniale, è questo; e alla Consulta sembrano non essersene accorti. NOI + Per un'accusa ingiusta - No, mio amatissimo professore, io non sono di ventato pessimista. Per quanto partendo dalle correnti torride idaalistiche della scuola di Mazzini abbia passato una lunga navigazione in quelle glaciali positiviste non meno vi vificanti della sua bellissima Rivista, nella quale Ella trasfonde t11tte le sane vigorie del suo intelletto e della sua forte coscienza, n-'.l,no, professore, io non sono diventato pessimista, no, non mi ha mosso la tarantola. Ho scritto le schiette verità contenute nell' opuscolo : Il partito repubblicano in Italia , non per dimostrare che il nostro partito è in regresso , ma perchè appunto malgrado i suoi errori non lo è,. per tentare di scuoterlo dal sonno in cui da troppo tempo si è abbandonato, per dimostrargli che riprendendo la i,rn rotta, seguendo la direzione dell'ago magnetico di Mazzini, ponendo al suo equipaggio i mezzi necessari per poter navigare nel mare tempestoso dell'oggi, potrebbe, alla testa 1 non alla coda della Democrazia, uscir fuori dagli scogli fatali del rifornismo, del sindacalismo, nonchè dell'anarchismo, e riuscire ad approdare alla Terra Promessa a cui anelavano i cospiratori, i martiri e gli eroi che col lavoro di appena due generazioni erano riusciti a trarre l'Italia dal sepolcro dei secoli. Pur troppo se gli uomini che banno maggiore autorità nel nostro partito, e lei è certo tra i primissimi, quell'autorità che si sono conquistata con le loro qualità individuali eccezionali, non metteranno a servizio an_che delia scuola di guerra del medesimo, tanto i vecchi generali che i loro possibili e numerosissimi aiutanti di campo, saranno condannati a vita a pestar l'acqua nel mortaio e a vedere gli uomini senza coscienza, sia del governo che della clemagogia, minchionare il Popolo e tutti coloro che lo vorrebbero redento davvero. Roma, 1 o Agosto 1908. ARTURO CATELANI + Domenico Zanlchelll. - Anch'egli, come parecchi altri frè\ i più forti lavoratori intellettuali , è stato crudelmente 1:1trappato alla famiglia, agli amici, ali a scienza , da fulminea morte , nel pieno vigore degli anni e nella bella maturità della sua produzione mentale, Ne. piangono la perdita colla vedova desolata , coi figli in giovane età privi di una guida cosi sagace ed amorevole, e cogli altri congiunti , i moltissimi , che ne poterono apprezzare la squisita ed intelligente bontà. Saldo nelle opinioni proprie, le quali erano frutto di convinzbne profonda, il prof. Zanichelli era delle altrui estremamente rispettoso e manifestando il suo pensiero con signorilità e gentilezza, poteva incontrare opposizioni e dissensi, non avversioni ed inimicizie, mentre per tali sue qnalità e per la elevatezza della mente e della dottrina si conquistò larga simpatia ed ammirazione. Le sue monografie sono numerosissime e pregevoli, inserite in im'- portanti riviste italiane e straniere e talvolta anche in pubblicazioni di pochi esemplari. Talune soltanto di quelle anteriori al 1904, furono raccolte dall'autore in tre volumi di e Studi politici e storici• di Studi di storia costituzionale e politica del risorgimento italiano• di e Politica e Storia • (1893, 1900, 1903), ma molte altre di quel tempo meritano molta considerazione, e nell'ultimo quinquennio l'a.ttività di lui, lungi dal rallentarsi, si accrebbe. Il suo libro sulla e Monarchia e Papato ir, Italia> è ricco di riflessioni acute, ma egli fu principalmente scrittore .:ii saggi, nei quali con esame sicuro delineava rapporti e caratteri di istituti fondamentali. Alcuni studi suoi concernono questioni attuali di politica. o di diritto pubblico, ma egli sa sempre elevarsi a rilievi importanti, distinguere le circostanze accidentali e transitorie dalle essenziali e costanti; taluni sono diretti a commemorare i cooperatori più insigni del nostro risorgimento politico e si distinguono per obbiettività e temperanza di giudizio, non dissociate da caldo entusiasmo; altri sono sguardi storici e sintetici, che eccellono per ampiezza di vedute, altri commentano lettere e ricordi di grandi statisti o pensatori, quali Cavour, Mazzini, Rica.soli; altri presentano più dirette ricerche dell'autore stesse, come quello sugli interessantissimi processi verbali delle aduntinze precedenti la prolliulgazione dello Statuto ; altri l'esposizione di opere meno note e pur ragguardevoli,come quello sul libro del Durando la e Nazionalità italiana >, altri ancora hanno per oggetto il pensiero di poeti, come quello magnifico sulle poesie politiche del Prati, e non pochi si riferiscono a.Il' ordinamento dell'istruzione superiore e tecnira. Nelle discussioni di diritto pubblico deliberatamente si astenne da minuzie esegetich~ e da inani sottigliezze, sempre indagando la ragione storica dei fatti, l'influenza delle condizioni sociali e politiche, dalle quali deriva la norma giuridica e cui si collegano anche la sua interpretazione ed applicazione. Del nostro risorgimento politico ottimamente ritrasse lo spirito animatore, illustrando tanti fatti meno noti o male apprezzati e contri buendo a porre in giusta luce l'opera dei principali suoi autori. E seppe ugualmente intendere l'azione politica di Cavour, come l'altezza morale di Mazzini, non avendo, egli che fu di tendenze moderate, nessuna di quelle intrasin~enze o di quei preconcetti, che offuscarono pure il giudizio di uomini insigni. Eccitò a nobili ideali e fermamente credette in una missione assegnata alla terza Italia, e cosi nella vita come nella scienza, ebbe ·il culto della verità e della chiarezza. Sempre espresse le sue idee con elegnate semplicità, ed a ciò conferi l'aver egli considerati come maestri il Carducci nel campo storico letterario, il Minghetti nel campo politico e l'aver avuto consuetudine con questi insigni, come con una pleiade di valorosi, che frequentavano in Bologna la libreria di suo padre. Ma principalmente valsero l'indefesso studio e l'integrità del carattere; la sua nobile attività fu divisa fra le ricerche scientifiche, la famiglia, la scuola. E fu professore efficace e carissimo ai discepoli ed ai colleghi, cosi dell' Istituto di scienze sociali di Firenze, come delle Università di Siena e di Pisa, in cui lascia rimpianto generale e memorabile esempio di grande virtù educatrice. AUGUSTO GRAZIANI

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