.. RIVISTA POPOLARE 373 Intanto il coso Nurra mi ha 1·icordato di avere ricevuta dal mio Collegio nello sco1·so t Febbraio una lettera disgustosa, e che 'io credevo il prodotto di menti inferme e della scm·sissima coltura politica del mio culìegio. Ora mi 1·foredoe come indice del pervertimento elettorale, veramente unitario , ti prego di pubblicarla integralmente , sottolineando i punti assurdi e quelli immo1·ali. tut• aff.mo N. N. P. S. Come vedi la chiusa che si sibpponeva offensiva per me, è cancellata con un sottile tratto di peuna, che lascia leggue ciò che contiene. Sfido io! 'l'utta la mo1·ale (?) della lettf.1·a sta in quella chiusa ..... Ed ora ecco l' edifican tissima lettera, che c1 tra• smette l' amico nostro : . . . . Luglio 1908. Onorevole Deputato, L'associazione dei Licenziati di Scuole Agrarie con sede in Seni gal Iia, in una numerosa adunanza che ha avuto luogo il 19 Gennaio u. s. nei locali dell'Associazione dopo lunga e viva di1;cussione sulla ccndizione economica e sociale dei Licenziati che si agita da vari anni, ha stabilito ad unanimità quanto appresso: Promuovere un'agitazione , interessando vivamente gli Ono evoli Rappr:esentanti della Nazione, a voler prendere a cuore la sorte dei Licenziati dalle Scuole Agrarie e pregando gli Onorevoli Deputati a voler nella pro~sima riapertura della Camera., interpellare il Governo percbè voglia dare 1m valore legale alla licenza rilasciata dalle Scuole Pratiche e Sreciali di Agricoltura e obbligando gli enti morali a voler ass11mere come agenti di campagna i Licenziati delle Se iole Pratiche e Speciali d'Agricoltura piuttosto che gli empirici. E primierarnente µer lo sviluppo ed il progresso dell'agricoltura nazionale, e per procurare un'occupazioue a tanti giovani che ha..nno studiato e studiano nelle scuole agrarie co11 la spt>ranza, µurtroppo vana, di un adeguato collocamento consono agli studi fatti. E' a no:,;tra conoscenza che sua Eccellenza il Ministro di Agricoltura stia studiando una radicale riforma delle Scuole Agrarie, ma perchè questa riforma riesca vantaggiosa, il Governo deve prima pensare a tutelare i diritti del licenziato che sarà µoi quello che dovrà trasmettere al lavoratore dei campi, le norme razionali agrarie, insomma dovrà essere l'anello di congiunzione tra lo scienziato e il lavoratore dei campi. Come nelle nostre sc11ole ci fu insegnato che nessuna coltura ra ragione d'esistere, e tanto più ad essere migliorata se non si penRa prima al _modo di smaltire il prodotto, così crediamo inutile che il Govenw tenga ape1·te tante Scuole Agrane quando i pvve1'i giovani Licenziati 1ion trovino poi modo d'occupars,. Nt1tro speranza che la S. V. Onorevolissima vorrà in Pctrlarneuto esporre i nostri desiderati presentando formale interpellanza a Sua Eccellenza il Ministro di Agricoltura 1 ed io da parte mia l'assicuro sin da ora della mia più viva gratitudine e del mio interessamento nelle prossime elezioni per ~a Sua Candidatura. Dev.mo ed Obb.mo 11 dovere degli in1piegati La inchiesta sul personale della Minerva è stata r~sa pubblica e comenti e critiche più o meno berngne sono state fatte sin da principio. A mc ha fatto impressione,_ più che la gravità delle condanne che ritengo giuste e opportune nel loro complesso, un punto della relazione passato inosservato - che io mi sappia - ai vari comentatori. Le punizioni furono inflitte, generalmente, perchè i vari colpevoli, pur senza ritrarre dalle loro mancanze un lucro personale immediato, non sep• pero opporre il rifiuto reciso perchè il reato dei relativi superiori si compiesse. Fornari, Cossu, Franco sono stari principalmer ..t.e dei deboli, che non hanno , saputo rifìutarsi alle richieste di un ministro prevaricatore, che non vollero o non poterono negare la· loro complicità necessaria alla frode. E la Commissione ammette che le allegate esigenze di dover piegare davanti al ministro, che ha in mano le sorti dei fun:r_ionari, abbiano in se anche una virtù di attenuazione. Ma giungere al punto di veder abrogate le norme più elementari dei regolamenti contabili, no. Ebbene io non discuto e non confronto le diverse punizioni, ma colgo l'affermazione dei Commissari che gl' impiegati , oltre d'essere esecutori degli ordini dei superiori. debbono anche essere tutori cotaggiosi e incorruttibili delle leggi, denunciatori delle prevaricazioni di chi sta più in alto di loro, controllori della funzione amministrativa dello Stato. Sono pagati dallo Stato e la loro opera deve essere prima di tutto vantaggiosa allo Stato. E sta bene. E' un concetto sano, onesto, opportuno e non è buon funzionario chi lo dimentica, chi lo antepone se non a un lucro personale a un quieto vivere, che diviene un fine disonesto. Questa verità l'hanno intesa anche i Commissari ma non l'hanno affermato recisamente, chè anzi trovarono un'attenuante nel fatto dell'autorità ministeriale che piega e qualche volta spezza la onestà del funzionario, cosciente questi del male che si compie. Perchè? Forse hanno inteso anche loro come sia in parte giustifìcato quello stato di cose contro il quale drizzarono gli strali della loro potenza punitiva. L'impiegato debole, favoreggiatore del peculato, è fatto tale dalla burocrazia. Essa vuole che il funzionario entri nella pubblica amministrazione come una ruota nuova che si sostituisce in un macchinario a una resa inservibile. Ha i suoi incombenti d'ufficio, quelle pratiche che mai non variano e che per 40 anni saranno sempre le stesse: e se non spingerà il suo naso fuori da quelle, se non azzarderà mai un rapporto che proponga qualche innovazione, se compierà il suo dovere facendosi più piccino che sia possibile, avrà le migliori note caratteristiche, sarà un buon impiegato, libero di dedicarsi a tutt'altra cosa che non sia il suo ufficio. Nella burocrazia è conone indiscusso questo: non apparire mai e lasciar vivere indisturbati tutti per poter vi vere. E' accaduto in Inghilterra che un ufficiale troppo attivo, troppo studioso e per ciò osteggiato con crudeltà dai comi:,agni, trovasse ncll' alta burocrazia, nell' opinione pubblica dei validissimi difensori. Queste, non accadrà per ora in Italia. Da noi, invece, il nuovo stato giuridico comprimerà ~ncora più la personalità dell'impiegato dal quale si continuerà a pretendere una esagerata disciplina, origine - in questo caso - di molti guai. Questo forse hanno inteso i Commissari e debbono aver compreso che chi giunge alle alte cariche ha più scetticismo che buona volontà di essere onesto interamente. La lunga carriera convince l' impiegato ad ottenere la stima dei suoi superiori con il non discutere dli ordini e con il facilitare la difficile e incresciosa opera degli amministratori. Allora si meriterà una lode pubblica e magari qualche lettera privata che è la maggiore soddisfazione del travet: in essa il· superiore, elettivo o burocratico poco importa, farà testimonianza della sua riconoscenza per la intelligente opera del funzio-
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