372 RIVISTA POPOLARE Può ignorarlo; lo avrà dimenticato quando si assunse l'ingrato compito di farla da Cireneo nel caso Nurra. Comunque una distinzione occorre fare. Individui e classi possono legittimamente difendere i propri interessi in un dato momento: quello delle elezioni. Allora é tempo di dire: chi vuole i nostri voti deve accettare questo punto del programma. Perciò mi sembra infinitamente più decente e legittima la lettera dei Licenziati delle scuole agrarie, che suscita non piccolo disgusto e che i lettori della Rivista troveranno in questo stesso numero. Ma l' imposizione alla vigilia di un voto determinato, se fosse cosa legittima ridurrebbe il regime rappresentativo ad una farsa miserabile e sporca; toglierebbe ogni indipendenza al deputat(), ln abbas serebbe, lo umilierebbe ne farebbe una ridicola marionetta. Claudio Treves potrà rallegrarsi come di un segno di progresso nella educazione politica, se ciò avverrà. Per parte mia scorgerei nell'avvenimento la fine del regime rappresentativo; perciò mi ribellai contro alcuni gruppi di elettori miei, che volevano impormi il loro modo di vedere nel caso del divorzio e dell'insegnamento religioso Però convinto che il regime rappresentativo ha i suoi inconvenienti e potrebbe riuscire ad una contraddizione aperta tra gli eletti e gli elettori ritenni sempre necessario il referendum sulle leggi votate, come correttivo di tale grave inconveniente, ed il referendum propugnai calorosamente sin dal 1883 nrlle miei Istituzioni municipali. +· Un' ultima osservazione. L'impressione e il giudizio mio sulla lettera Nurra, derivarono da una morbosa mia sensibilità o dalla mia ipocrisin o da qualche altro motivo non confessabile? Tutt'altro. A parte l'impressione dei giornali, che si sono associati al Corriere della Sera e che sono sospetti di avversione sistematica e partigiana contro la Federazione degli impiegati, posso assicurare che erano sdegnati della lettera-ricatto quanti la lessero alla Camera e che facevano parte dei partiti popolari; anzi venni a conoscenza della lettera pei commenti vivacissimi che provocò nei corridoi di Montecitorio. Alcuni n·erano t~lmen te sdegnati, che, ab irato, manifestarono il proposito di votare in favore della legge sullo St'ato giuridico o almeno di astenersi; proposito che io combattei osservando che i deputati devono approvare o combattere una proposta di legge, non per le circostanze accidentali del momento o pei meriti e demeriti delle persone che dalla medes\ma possono ritrarre giovamente o nocumento, ma pel suo valore intrinseco e duraturo e di efficienza generale. I commenti e la difesa di Claudio Treves sono venuti a giustitìcare pienamente ciò che pensai e sc~·issi all' ini.tumani del voto col quale venne resp10ta la legge pel miglioramento economico dei professori. Scrissi allora: <e I socialisti e i radicali, « che hanno votato contro la legge non hanno sentito « la paura delle vendette elettorali ... Tra i professori « universitari non ci possono essere dei Nurra, che « scrivono lettere ricattatorie ai deputati tiepidi nel « _com~attere la legge sullo Stato giuridico degli imp1egat1 ». (N.0 del 30 Giugno). . La teoria del negozio elettorale illustrata da Claudio Treves espli(:itamente conferma quello che po• teva essere una ingiuriosa ipotesi. In base a tale teoria sarà lecito a coloro, che non conoscono personalmente Claudio Treves o Filippo Turati, di supporre e di dire che essi parlando eloquentemente e votando contro la legge sullo Stato giuridico fecero un negozio. Per parte mia, come non seppi fare buoni affari nella vita industriale e commerciale, così non volli fare negozi nella vita politica ed elettorale. Perciò non presi la menoma parte all'agitazione dei professori universitari per il loro miglioramento economico, non volli' nemmeno iscrivermi nella loro associazione e molto meno partecipare al voto della Carnera; e pur non av.:ndo incontrato alcuq Nurra che in nome della federazione degli impiegati m' imponesse di votare nel modo da essa inJicata parlai e votai contro la legge sullo Stato giuridico. E la mia coscienza retrograda, che non sa apprezzare le conquiste del modernismo socialista, si trova pienamente soddisfatta di avere agito al di fuori della influenza di qualunque sospettabile negozio. NAPOLEONE CoLAJANNl Postilla. - Il Tempo del 22 mi apprende che il Dr. Nurra ha dato querela contro di me e che generosamrnte mi accorda la facoltà di prova. Non negata più ì' esistenza della lettera che giudicai ricattatoria in verità non so comprendere che cosa dovrei provare; che non sia già provato. In ogni modo benvenga la querela, che darà agio ad illustrare meglio la nuova manifestazione di educazione politica del socialismo modernista e che saprò meglio studiare se i giudici mi manderanno in gattabuia per meditarvi soora. Sin da ora prometto a Nurra ed a Treves, che non uscirò convertito dalla prigione, se dovessi entrarvi, alla teoria del negozio elettorale e parlamentare; anche a costo di restar solo e di rientrare in prigiòne ripeterei che la let• tera N urra fu ricatto. Questa querela, poi, rappresenta lo sfogo di chi si sente male in gambe, anche di fronte ai funzionari. che incautamente a lui· si sono affidati e che spera riarquistare autorità con una sentenza di un Tribunale a cui i socialisti di ogni gradazione hanno sempre negata la forza di darne. La querela, quindi, non può essere che una ignobile pochade. Al Nurra che si sforza cli mostrare che la lettera non era ricattatoria perchè i giornali avevano fatto largamente conoscere il pensiero della Federazio e, si può domandare: o allora, perchè mai prendersi la pena di scrivere privatamente e ad uno dei deputati, cui potrebbe riuscire più indispensabile l'appoggio della Federazione? N. C. Elettorialla Nurra Ci perviene da un eminente deputato del mezzogiorno questa lettera, che ne accompagna un'altra, e che pubblichiamo volentieri senza alcun commento. Da se sola indica quale e quanta sia l'aberrazione morale di certi elettori, che poi pretendono che i loro deputati siano dotati di tutte le virtù, mentre essi sono i quotidiani provocatori della loro corruzione e della loro degenerazione. Caro Colajanni, la Rivista· . 28 Luglio 908 e Ho seguito con amarezza indicibile la polemica Nurra e mi dolgo con te perchè non mi desti conoscenza della lettera del Segretario della Federazione al Collega Mira; se l'1ivessi conosciuta non av1·ei votato in- favore di qualcuno degli emendamenti, che mi1·avano a rendere meno dura, la legge sullo stato giuridico degli impiegati. Mi sarei vergognato di figui·are fra quelli , che a scopo eletto1·ale difencùvano i loro interessi.
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