RIVISTA POPOLARE Comunque, noi temiamo forte, che quest'Africa maledetta non servirà mai ad altro che a strapparci uomini e milioni. In compenso ci procurerà le chit1.cchiere e le profezie dell'on. De Marinis e degli altri bagoloni, che gli rassomigliano. + Il conservatorismo di Vittoria regina d' Inghilterra.- Sul carattere sull'azione esercitata dalla madre di Edoardo VII sono diffusi pregiudizi, che ]a cortigianeria e il servilismo degli scrittori e <i.egli uomini politici del suo tempo hanno accredit!l.tO come verità storiche indisc11tibili. Fu chiamata Vittoria la pacifica; fo considerata come informata a spirito libe'rale; e fu additata come i] modello di Regina costituzionale, che regna e non governa. G' Irlandesi ali' epoca del suo giubileo e delle sue nozze di diamante - nel 60° annò del suo regno - in una apposita pubblicazione-riassunta nella vignetta, che rappresentava Vittoria come una strega che con una face in mano portava dapertutto la distruzionedimostrarono che mai il Regno Unito aveva fatte tante guerre quanto sotto Vittoria la pacifica. Essa regnava ...... e governava: e imponeva i ministri prediletti e respingeva quelli antipatici anche quando i ministeri li formava Gladstone. Che cosa fosse il suo· liberalismo e come fosse imbevuta del vecchio spirito dinastico e reazionario lo ha dimostrato testè Roberto M irabelli spigolando in un carteggio inglese, cioè nell' epistolario della stessa Regina Vittoria. Questa sobria, accurata spigolatura, l'amico Mirabelli ba. fatto in un articolo pubblicato dalla Ragione (24 luglio) nel quale dimostra in base a documenti inconfutabili, che la Regina Vittoria nel 1860 tutte le sue simpatie le aveva pei Borboni giustificandole col più vieto e balordo criterio della legittimità e dell'avversione per qualunq 110 innovazione. Ciò si capisce: i Re, diee Bagehot, sono conservatori per istinto, per prnfes:-;ione. L'epistolario della Re~iua Vittoria ha procurato all'amico Mirabellì una bella soddisfazione: gli ha dato la prova, che i ministri inglesi nel 1860 non pensar~no e non tentarono mai di ostacolare il passaggio d1 Garibaldi dallR Sicilia nel continente meridionale e si ~osero in aperto conflitto colla loro regina. Mira-- belli sostenne questa tesi con sforzi di logica e colla es~gesi accura_ta dei documenti diplomatici nella polemica contro 11 Luzio. Questi gode fama di storico leale. Vedremo se se ne ricorderà. + Le riforme sociall Inglesi. - Bisogna riconosrere al gabinetto inglese presieduto dallo Asquith il d~_,ide~·iogrande di giovare alle classi popolari; di avviare 11 paese su la via delle grandi riforme sociali. Indubbiamente non è da oggi che la preparazione a questo stato di cose è incominciato, e bisogna dire altresi che l'attuale governo raccoglie i frutti dell'amministrazione savia dei governi - indifferentemente liberali o conservatori - che lo hanno preceduto: ma ha P?r_ò_ilme_rito di_ o~are, prima di tutto, malgrado le crit,cne e il pess1m1smo degli avversari; e di deV?lvere a p_roftito dei ~eno abbienti la parte disponibile della ricchezza naz10nale, mentre il governo conser~atore l'aveva attribuita con insuperabile sfacciatagrne o scandalo senza pari, ai suoi partitanti. Infatti ognuno ricorda che il sopravanzo dei parecchi milioni di sterline in un bilancio dell'ultimo gabinetto conservatore, fu diviso e a titolo di incoraggiamento • fra i di versi landlords del paese. . Il gov_ernoliberale invece dispone della ricchezza nazionale m modo più onesto e più giusto. La pensione per la vecchiaia, le leggi contro l'alcoolismo, le leggi a favore dei centri operai, su l'igiene, e le abitazioni dei µoveri; le leggi per l'abbellimento delle città, tutto ciò tende alla realizzazione di quel programma massimo de_l partito liberale che di molto si avvicina al prog1·amma socialista dei riformisti italiani, e che è il primo passo verso quel miglioramento delle conrlizioni di vita del lavoratore inglese che è il sogno e l'ideale ostinatamente perseguito dall'lndipendent l"abour Party (partito operai-1 indi p1mdente). Naturalmente tutto ciò non può essere attuato senza ledere interessi, ,senza dispiacere ai grossi proprietari; senza attirare ~ul capo dei membri del governo tutti i fulmini e tutte le ire lei partito conrervatore che si vede tolto ·di mano parecchie piattaforme elettorali con le quali :;perava tenere a bada gli e1ettori ora che il famoso btocco del « Tariff Reform • si è sgretolato. La riforma più di tutte battuta in breccia è la pensione per la vecchiaia: e si capisce: i capita.listi prevedono un leggero aumento della tassa sn la rendita e , natural mente, urlano allo sfacelo dell'Inghilterra e alla rovina delle sue finanze : al che Lloyd George, il pàtrocinatore della legge, risponde, che: « non si imp,,verisce un paese quando, con lieve sacrificio dei cittadini fortunati, si alleggerisce la miseria della vita di quelli che non ebbero beni di fortuna•. Il che, per quanto giusto, suona ostico ai conservatori. NOI + Una lettera di Ettore Clocotti. - Ricevo e mi affretto a pubblicare: Potenza, 24 luglio 1908. Caro Colajanni, , Nel tuo articolo ._ D~lli al professJre I ~ prendendo occasione da alcuni miei articoli di cui pure segnali l' elevatezza, mi ti proponi, modestamente come ipotetico esempio col dire: « Se io la pensas,i come lui ne uscirei sdegnosamente, tanto « più se fossi costretto a non fare lezioni per mancanza di .. studenti.. ... • Io, caro Colajanni , non ho avuto mai bisogno che alcuno mi desse precetti quando si trattava di assolvere il mio dovere; e avrei gittato via la cattedra-come altra volta lasdai che me la rubassero - se ciò mi poteva venire imposto da una qualsiasi considerazione morale. Ma la tua osservazione è, premettimi , poco concludente come è anche un po' grossolana. Esci tu dalla Camera, pur avendo dell'ambiente e di molti de' tuoi colleghi un' opinione assai peggiore di quella da me manifestata sull' ambiente uni ;.rersitario? E perchè dovrei rinunziare io alle cattedre da me guadagnate per concorso, se - attraverso soperchierie che fanno onore al mio carattere e dopo essere stato messo fuori del!' insegnamento per cinque anni -mi sono trovato sbalzato in una Facoltà dove qualche volta manc:ano studenti , e dove del resto ho cercato di rendermi in vari altri modi utile? Perchè tu, deputato e siciliano, non proponi opportune modificazioni ali' ordinamento universitario ? Perchè tu, deputato e professore a Napoli, non rilevi l'anormalità del fatto, che, mentre nell'Università ove tu insegni vi sono studenti di storia antica moltissimi e non vi è il professore e in altre Università vi è il Professore non vi sono gli studenti ? Ma non mi sarei occupato della tua frase poco felice , se non avessi dovuto notare un'altra inesattezza. A proposito della mia osservazione sul contegno de' sessantotto profe~sori di Berlino di fronte al caso Arons, tu evochi ciò che avvenne - quarant'anni addietro - pel Coneri e il Carducci e dì cui tu mostri anche ignorare i particolari. Quarant' anni addietro I Ma molti secd1 addietro, dove ora regna Giolitti, v'erano anche C. Fabrizio, i Catoni e M. Bruto I Tu dici: « Io non so che cosa farebbero i professori italiani ti se si presentasse il caso Arons .... » Risponderò io al tuo dubbio , riparando alle tua labilità di memoria. Vi è stato peggio del caso Arons. Nel caso Arons il Governo voleva impedire l'insegnamento e i profes. ori protesta - vano. Nel caso dell' umile sottoscritto, nel giu 5 no del 1 '97, furono i professori a proporre che il loro ct.:l •ga non veni0.~,0 rinominato straordinario per dichiarata rag1:me politica. E ciò dopo che in recente occasione gli stessi pro:.!ssori avevano elogiato il modo d'insegnamento del loro collega·, e il Preside aveva certificato che egli aveva tenuta estranea la politica.
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