368 RIVI3TA POPOLARE • 1,. tranello lnfame.-All'ora in cui ~cnviamo il martirologio Russo si sarà arricchito d' un nome di più. Wassilieff, avrà subito la pena alla quale ~oc_ondannò il tribunale militare; ed alla quale lo ha rnv1ato il servilismo abietto del Consiglio federale Svizzero. La Svizzeri\ era, ed è stata anche nel lontano passato, cousiderata come il rifugio ospitale ed inviolabile dei profoghi politici. Più volte il governo del piccolo paese rifiutò di estradare i rei di delitto politico. Ed erano rifiuti nobili e degni. Erano begli atti di umanità - ed anche di giustizia - ai quali i combattenti dei partiti politid si fidarono in piena~. sicurezza. Ora non più: Kilacbiski prima, poi Was-'t silieff sono stati dati dalle mani liberali del Governo 1 Svizzero a q nelle del boia dello Tsar di Russia. In difesa di queste estradizioni codesti fornitori del capestro imperiale dichiarano, e lo fanno stampare su i loro giornali, che la colonia Russa in Svizzera si rese intollerabile; che i rivoluzionari russi stabilendo nel paese le loro fabbriche di bombe, i loro giornali clandestini, e, qualche volta, castigando, su territorio svizzero, i feroci funzionari dello Tsar compromettono la tranq uill1tà del paese stesso e l'ordine pubblico. Ebbene ciò è falso. Vi è stato uu tempo in cui Ginevra, e Basilea erano - assai più di oggi - centri atti vi e fervidi del movimento rivoluzionario russo. Il circolo dei Tchjomski - i terroristi che giustiziarono Aleesandro - avevano a Ginevra il loro comitato direttivo; la Svizzera rifiutò di estradare Hartmann , rifiutò di estradare la Sassoulich. Kropotkine vi stette lnngo tempo indisturbato: no, no la ragione per cui oggi i 1 Consiglio Federale ba estradato W assil ieff non è cosi alta come, per sua difesa, pretende ; no è una ragione ben più volgare, ben più vile ; ignobile addirittura. Da lungo tempo gli svizzeri hanno abbandonato le loro belle qualità di cittadini liberi. Da. lungo tempo non c'è più nulla di comune fra i montanari d'oggi e quelli che seguit-ono Guglielmo Teli alla battaglia di Morgarten. Gli Svizzeri d'oggi sono un onesto e pacifico popolo nel quale predomiuano µ:li sguatteri ed i camerieri d'albergo. Ed il Consiglio Federale ne cnra amorosamente gli interessi. Questione di materialismo economwo. Da albergatori premurosi dei loro interessi, e desiderosi di servire bene i loro clienti e non perderli essi cercano di evitare i rumori, le noie intorno ai loro alberghi ed il Consiglio Federale seconda i desiderii del popolo anche se per ciò è necessario calpestare le tradizionali leggi di ospitalità del paese, e farsi, di tanto in tanto, provveditore del boia. I grandi burocratici russi, i membri della nobiltà fedele allo Tsar, e gli affiliati e i capi dei e Cento Neri>, del clero russo, della Corte russa, tutti quelli che dal regime attuale russo traggcno potere , denaro e vantaggi, e cbe tlrano e sono clienti del popolo Bviz, zero, quasi per una tacita intesa ne hanno boicottati gli alberghi: uaturalmente il Consiglio FedPralo di questo popolo di camerieri è corso al riparo. Kilachisk~ prima, poi Wassilieff sono stati il pegno offerto dagli alber~atori della Svizzera ai loro clienti russi. Pegno gradito e che - speriamolo per il bene ed il maggior commercio di questi..... industril!,li - porterà i suoi buoni frutti, tanto più succosi in quanto che fecondati da vittime umane. Si dice che nna parte degli uomini politici Svizzeri chiederanno il « 1·eferendum • su l' abrogazioue µara e semplice del trattato di estradizione con la Russia. Il « 1·eferendum » sarà respinto; basta leggere i giornali svjzzeri più importanti , e quelli che più rispecchiano l'opini ·oe pubblica per essere persuasi. Non per nulla ,~li ~vizzeri sono stati i mercenari di tutte le oppressioni, e non per nulla, oggi, son diventati gli albergatori di tutta Europa. Ora ch'e3si facciano i loro interessi di albergatoriche il Oonsiglio Federale cura con t.anto amore - noi non troviamo a ridire; ma che esssi continuino a dirsi ospitali, a far credere ai profughi politici che su la loro terra la loro libertà. sarà inviolata: che essi adeschino - con questa che è ormai una tramontata legf1;8nda- i rivoluzionari ad andare nel paeee questo è fciò che chiamiano, e che è infame. ~ E' il tranello perfido teso ai combattenti di ogni ·idea; è la dedizione vile, per vili e volgari interessi, alla tirano ia più bieca di ogni più pallida ombra di libertà, L'ospitalità. Svizzera! Ahi si: d'oggi avan_ti i _rivoluzionari, i profughi politici, tutti i persegu1tat1 per un sogno di libertà dei popoli e che pensava.no poter essne sicuri dalle grinfie dei peniecutori, nel paese che ospitò, perseguitati, Mazzini e Bakonnine, d'oggi avanti lo sappiano bene, lo ricordino sempre; l'ospitalità svizzera significa tradimento; significa cRpestro; tanto più certo quanto più il delitto per cui alla Svizzera sarà chiesta l'estradizione, sarà coroe. quello del Wassilieff, puramente politico. Da notare, per la storia, nn11 illusione di più svanita e venuta al suo posto una vergogna di più. + Impresa Afrloana. - Dunque i « quattro predoni >, di scia.guratA. memoria , si sono ti-asformat,i e ritornano su la scena qualificati come e ottanta, o forse cento fucili di vecchio mo.iello inservibili •. Sarà vero? Poichè ~i ricordiamo di nna impresa Africana che cominciò con e quattro predoni > e terminò in quel modo per noi doloroso che t,1tti sanno. Indubbiamente è necessario che le tribù Somale a noi soggette sentano che esse possono essere protette e difede da noi co.ntro le scorrerie e razzie delle tribù confinanti. E' neced• sario, perchè il commercio si stabilisca attraverso il nostro possesso Africano, e poicbè la Cùlonia pos ➔a un tempo o l'altro, tosto o tardi, esserci ecrnomicamente utile , ohe vi regni la pace, e cbe il nostro dolllinio sia temuto, rispettato e indisturbato. E quindi è, qualche volta. necessario ricorrere alla forza delle armi per far rispettare il nostro buon diritto Ma si è ben tenuto calcolo di ciò cui si va incontro? Poichè questo è il serio pericolo: l'ignoto. Ora noi temiamo che alla Consulta si spinga il nostro paese in nna impresa per la quale non si è snfficientemente preparati. Si dice: Noi abbiamo da fare c.:,n le tribù Bimal, le quali sono audaci , battagliere , feroci , fanatiche, coraggiosissime ; ma poco numerose e male armate. Sarà. vero? Noi temiamo molto di queste otti1uistiche affermazioni , poichè in realtà il paese dei Bimal non è conosciuto; è stato si, in parte traversato da nostri esploratori, ma traversato soltanto, studiato uo. Dicono che informazioni giunte alla Consulta , ci devono tranquillizzare e che i Bimal saranno soli nella lotta con noi. Questo può essere: specialmente se si prenderanno buone misure per non subire, proprio alla prima , uno scacco - sia pure lieve - poicbè , se ciò accadesse, il fatto a noi contrario assumerebbe nna importanza enorme che vi volgerebbe tutta a nostro danno. Si dice altresi che tutte le misure sono state prese, per la buona riuscita della operazione militare. E stà bene, e vogliamo sperarlo: e lo speriamo. Ma il fatto d'iniziare ora questa. operazione , ora che il controllo del parlamento non è possibile non ci sembra molto chiaro: anzi temiamo che di qualche cosa più seria si tratti che non la sottomissione dei Bimal: e se questo non è, che cosa è? PoicLè uoi crediamo che il Paese, il quale paga di denaro e di vite, abbia il diritto di sapere in quale barca. lo si vuole imbarcare e per quali lidi, e con quali mezzi di navigazione.
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