Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 14 - 31 luglio 1908

RIVISTA POPOLARE 367 netta di intolleran?.a per la intromissicne della diplomazia enropea negli affari interni della Turchia. Tanto trionfante cbe lord Grey ba già dichiarato ai Comuni che l'Inghilterra ritira le sue proposte per la Macedonia I.. Questo è un caso grave: una sorpresa che più sorprendente non avrebbe potuto essere: e scoppiata cor;i, ali' improvviso senza che nessuno ci pensasse. PovE\ra diplomazia I R1an1 i amo i fatti ; gioveranno a dare la fisionomia, e, fors' anche. le ragioni del movimento. Dnnque. Nel 1876 deposto Habdnl-Aziz fu proclamata a Costantinopoli la Costituzione. L' iradé del Sul tane prometteva la Camera dei Deputati, il Senato etc.: natural mente la promessa rimase promessa: la Costituzione fu un pio desiderio. Vennero poco dopo i primi massacri di Armenia, e poi le agitazioni nei Balcani, poi la guerra. Russo-Turca, e il cosidetto riassetto delle provincie balcaniche: riassetto che non è stato mai serio. La Grecia,· dal cRnto suo s'impegnava nell'ultima disgraziatissma guerra Greco Turca, mentre di più iu più i focolari rivoluzionari agitavano la Macedonia e le bande bulgare e greche massacra.vano gli abitanti dei tre vilajets di Monastir, Uschub e Sc11tari. La diplomazia europea instituita la gendarmeria in Macedonia e fatte - s11la carta - le riforme, riteneva che tutto dovesse 1-1nd,;reµf'r il meglio nel migliore dei paesi possibili. Cieca, come sempre, e, come sempre, tendente più a sodisfare ambizioui e riscaldare o. intralciare gelosie, non 1:1iaccorgevd. che un fervido movimento si produceva nell' 1mµero Turco d'Europa, e che si preparava una vflsta rivoluzione. I e giovani Turchi? , roba di ridere: movimento non serio. Questa l'opinione della diplomazia. Intanto i giovani Turchi profittavano di tutti gli ern,ri della dipl0mazi?, di tutte le difficoltà del governo imperiale, del malcontento dell' eserc·ito, della stencbezza degli Armeni di vedersi costantemente burlati. E, naturalmente, hanno fatto strada. I soldati non pagati, le popolazioni non difese; e soprat11tto lo spirito di maggiore giustizia e onestà penetrato nel popolo contro i sistemi del governo di Ildiz-Kiosk hanno fatLo si che quello che pareva desiderio di pocbi sognatori è diventato il movimento irresistihile di na.nzi al q ua.113 è necessario cedere. Ed il Sultano ha ceduto. L'irncordo dei giovani Turchi con gli Armeni è or!llai un fatto accertato : i cristiani seguono il moviment~ nel quale essi hanno tutto da guadagnare. E l'Europa , la diplomazia europea, guardu. ora, sbalordita, il fatto nuovo. Fatto nuovo, gravido di conseguenze, si noti; poichè i e giovani Turchi, sono tutti imbevuti di idee moderne anche a proposito di ciò cbe ba rapporto con la indipendenza delle nazioni nei loro fatti interni. E questo appunto è il punto scabroso per la diplomazia europea. La questione della Costituzione , della Camera dei Deputati, del Senato, della libertà di stampa e di riunione, del diritto agli impieghi per tutti i sudditi turchi, sia qualunque ia loro religione, della lib0rtà personale sono questioni di carattere interno ; ma a queste i e giovani Turchi, ne aggiungono un'altra che risulta dalle condizioni speciali dell' Impero Turco: dic<mo: « Le potenze europee non devono a vere il diritto dì immischiarsi dei nostri affari in terni. E' una q uestione d'indipendenza nazionale che dà nettamente di frego a tntti i trattati della Turchia, dal trattato di Berlino in giù , . Quet1to è ciò che mette nel l'imbarazzo le grosse zucche di ploma.tiche le quali non pos8ono _nettamente avversare il movimento costituzionale - e lo desiderebberv molto - o d'altra parte ve lonn, nel trionfo dei "giovani turchi» svanire in brevi istant.i tutto il lavoro fornato e sndato - in realtà contro la Turchia - da trent' anni ad oggi. C1ò che , naturalmente, mette i diplomatici in serio imlnrazzo. Naturalmente il Sultano n rn vede di bu0n occhio il movimento, m't siccome non è sicuro di n~ssuna delle parti del ~•10 eser0it-1 ha Ci3Ìuto. FJr3e in lui è anche il se~ret) - e IA~ittim - desiderio di li b~rarsi dàl le in~e1·en1.e della rliplomazia eu,·Jpea. e cede - con mag. gior buonA. voglia che non ~embri - alle richiedte dei ribelli. E' certo dunque che il movimento dei e giovani Turchi> reca un nuovo e ;1on suppo,to coefticiente nella politica d'a~setto dei Balcani e nella politica. della. Turchia. ed è destinato ad avere un!\ grande influenza ed una grande importanza in tutta la politica europea. Quest0 per ciò che il movimento rappresenta dal lato politice: dal lato m1rale n 1n p0,siamo a meno di osservare che in Turchia, paese che la imbecille civiltà europea chiama barbaro, il Sultano h-1.dato la Costituzione senza far troppo lavorare il b:i=a, e senza mas· sacrare i suoi fedelissimi sudditi: RI ,i~no in questo momento; in Ru,sia paese civile, cri~ri ,no, con un sovrano henedetto e, pare, ben vist0 da D •J il bo= a lavora in media 8 voite la settimana percbè il benedetto e cristiano sovrano intende non mantenere ciò ohe, in nn' ora di livido terrore, promise. E si continna, naturalmente, a chiamare barbara la Turchia l Incoogrnenze della civiltà I + li viaggio di Fallleres. -Pace, pace e pece; Q11esto diranno i brindisi di Copenaghen, di Stocolma, di Reval , di Cri8tiania : pace dicono i Sovrani del Nord, e pace ripete Fallieres. I partigiani della visita del presidente della repubblica allo Tsar giustificano il viaggio di Fallieres con la necessità di dimostrare la seria ed assoluta volontà di pace della Francia e delle nazioni che le souo amiche ed alleate ; del che non dubitiamo. Ma ci piace però osservare che la pace è imµosta e, più, mauteunta dal desiderio e dagli interessi dei varii popoli. I detentori francesi di titoli Russi hanno tutt'altro che il desiderio di vedere la nazione che detiene tanto del loro capitale mettersi in avvent11re dalle quali non .-,anno poi come potrebbe uscire. Ma intanto proprio ora la Germania ha terminato la costruzione del poderoso campo di Elsenborn, disposto proprio in modo da permettere ad un corpo d' armata tede'3co di invadere il Belgio senza temere i famosi cannoni del forte di fregi , che fino ad oggi signoreggiarono e difesero le vie del Belgio dalla possibilità d'11na invasione Germanica. Non bis0gna farsi illusioni ~ul gioco molto pericoloso che giocano in questo momento Inghilterra, rrancia e Russia. La lenta ed ostinata opera di Eduardo VII, che sembra veramente, checohè dicano in contra.rio i s110i ministri, volere recingere di un cerchio di armi e di ostilità la Germania, e che, bisogna riconoscerlo, è quasi ri11scito nel suo intento; mentre è da un lato un fattore di pace, ponendo il turbolento Kaiser nella certezza della propria inferiorità , può essere da.li' altro anche una provocazione alla guerra. A ben eonsiderare è bene che l' Au::itria sia dilaniata da discordie intestine, e che l'Italia sia militarmente d~bole; come è bene che la Russia Hia debole e che i cap: tal i sti francesi non intendano - nepp;1re per amore di patria - rischiare a. perdita il loro denaro. Ma questa situazione potrà dura.ve un pezzo? Q11esto è il problema che interessa; poichè il mutare di questa situazione rischierebbe forte di compromettere quella pace della quale tutti parlano volentieri , ma ohe nessuno però affretta. con i fatti più che cou le parole. Intanto Fallieres viaggia le Corti nordiche messaggero e rassicuratore di pace, e per la pace vedremo il Pl'e3idente repubblicano dare la mano allo T::iar che impicca i liberali del suo regno. Ed è doloroso che il Presidente della. repubblica dia qllesta stretta di mano allo Czar; rria non bisogna meravigliarsene. Fu la Russia degli Czars; che impe:U la nuova aggres:1ione che Bismark voleva compiere contro la Francia; e:i è stata. l'alle~nza colla. R11ssia, çhe ha rirla.to autorità e pre:itigio in Europa alla Francia.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==