Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 14 - 31 luglio 1908

384 RIVISTA POPOLARE 11 nome di Ugo Riemann, l'insigne maestro di scienze musicali all' Università di Lipsia, implica già per sè stesso un giudizio ammirativo sulla sua STORIA UNIVERSALEDELLA.MUSICA, della quale ora la Società Tipografica Editrice Nazionale dà fuori la traduzione italiana in una nuova e più economica ristampa. In· tedesco, l'opera era veramente, e più esattamente, intitolata, come altri simili manuali riassuntivi, (< Cate.:hismo della Storia della Musica li ; e quel titolo ne dava meglio un' idea: perchè I' opera. seguendo appunto l'uso d' oltr' Alpe, è fatta, un po' scolasticamente, per domande e risposte , e con una distribu~ionc rigorosamente mecodica della materia , tale da imprimersi nel più nitido e geometrico, e, direi quasi, cristallino assetto nella memoria dello s1udioso. Il manuale, assolutamente ottimo, condensa m poco più di quattrocento pagine , e in tre libri successivi, la storia ( illustrata) degli strumenti musicali, poi quella dei sistemi t delle notazioni , ed infine quella delle forme e degl' indirizzi che l'arte dt:i suoni s'è data nel corso dei secoli: ed io, leggendo con gusto e con emozione questo succoso e sostanziosissimo compendio, mi son domandato ancora una volta perchè mai dalla storia dell' arte, che è finalmente penetrata , e sia pure da Cenerentola , nel nostro insegnameot'> classico , rimanga tuttora esclusa , come superflua ed inutile , tutta la parte, vasta e gloriosa, che si riferisce alla musica ! ~ Terza, fra queste opere storiche , quella , poderosa e ponderosa, di Ettore Pais, RICERCHESULL 1ITALIAANTICA(Torino, S. T. E. N. ), che esce quasi contemporanea con I' edizione inglese di Chicago: è una ricca raccolta di memorie archeologiche , in cui si .:ondensano i risultati di lunghe e pazienti indagini, di costose e disagevoli escursioni p•r tutti i più remoti e inesplorati angoli della Penisola e delle Isole, intraprese e sostenute dall' iinsigne professore della (( Sapienza ii nel no bile .intento di chiarir dubbi e illuminare momenti della nostra remota e gloriosa antichità. L' autore spera , e non a torto, che questa sua opera sia per essere accolta benevolmente dai cultori di storia e geografia storica del nostro Paese , e si propone di farla bt:n presto seguire da altre serie di ricerche sia d' indole generale , sia particola re, sugli stessi soggdti, at quali ha consacrato tutta la sua ormai lunga carriera di erudito. Le memorie , intanto , qui contenute , e illustrate pure da numerose fototipie, sono in numero di trentasei: e ne segnalo qualcuna, per dare almeno un' idea degli svariati argomenti che trattano: L'estensione degli Ausonii e dell'Ausonia ; I Dauni e gli Umbri nella Campania ; Il popolo degli Aminei presso Sibari; Per la storia di Napoli, d' Ischia e di Pozzuoli nell'età sillana ; Il cul:o di Atena Siciliana; Gli elementi italioti, sannitici e campani nella più antica civiltà romana; Intorno alla storia di Olbia in Sardegna. « Et tout le reste est littérature , Tutto, tranne tre pubblicazioni minori che mi basta an nunziare: Una IDEA DELL'UNIVERSO, « ovvero lnterpretazione della Natura e sue Conseguenze teoriche e pratiche », di Giulio Cesare Paoll, professore a Nuoro : opera che non posso giudicare, perchè costituita esclusivamente di centosette note a un suo grandioso « Sistema della Natura », esposto in cinque volumi a me totalmente ignoti ; alcune NUOVE PROPOSTE D' ORDINAMENTO:E DI uso DELLE BIBLIOTECHE:proposte che a me pajono imolto 1,1ssennate e utilmente attuabili , e che in ogni modo vengono da persona competentisaima e praticissima della materia, qual'è Demetrio Plcozzi , ordinatore alla Breidense di Milano ( Milano, « La Stampa Commerciale ii editrice) ; e un discorso, molto ben pensato e ben fatto, di Nino Alessl su L'ANlMA Dl GARIBALDInell'opera di Giosuè Carducci, (Tipografia Editrice • La Romagna >l a Ravenna). li resto, dicevo, è letteratura, nel senso stretto della parola: E il posto d' onore vi spetta , naturalmente , ad Edmondo De Amicis, la cui voce, ormai d'oltre tomba, ci narra ancora, in un volumetto del Giannotta, editore già dt « Le tre Capi. tali » e di (1 Speranze e Glorie n, i recenti RICORDI D'UN VIAGGIO IN SICILIA,dalla quale Egli mancava da quarant'a1111i. Quanti mutamenti, da allora , negli aspetti edilizii delle città e negli atteggiamenti psichici delle popolazioni I Quali emozioni e quali rivelazioni, tornando vecchi d'onde s'era partiti nel pieno fior della vita I Ne viene , a -tutto il piccolo libro , un carattere di dolce sentimentalità , di accorata nos,algia , di presago i:impianto, come di chi ben sente che a questa seconda visita ali' Isola del Sole non seguirà più, certamente , una terza : un viaggio ben più. lungo , e senza ritorno mai , attende imminente il poeta: e gli addii alla candida Messina, alla frastagliata riviera tirrena , alla magnifica Palermo , alle tragiche solitudini dei latifondi del centro, al fumante.: sublime cono dell'Etna, all'industriosa Catania, alla classica Siracusa, ali' arcuata ridente Taormina, gli addii alla divina Sicilia e al suo buono e fiero ed enigmatico po?olo , sono gli ultimi addii . sono gli addii definiti vi ! De Amicis richiama De Benedetti: quell'Augusto De Bene detti, che oggi tutti conoscono per l'iniziativa da lui felicemente assunta, di fondare coi piccoli ma innumerevoli contributi dei ragazzi e dei giovinetti italiani, un istituto benefico intitolato al nome dell'autore di (( Cuore >i : lo richiama a proposito di un suo gros.;o libro , AFFETTO (Palermo, Sandron) dedicato esso pure agli adolescenti, e che, sotto forma di diario d' un collegiale di ginnasio , racconta tutte le vicende, le riccole gioie, i dolori , i contrasti , le impazienze, le inqui.::tudini, le gare, le delusioni , i conforti, le soJdisfazioni intellettuali e morali, le metamorfosi fisiche e p:.ichiche d'un anno di convitto e dt scuola, di camerata e di latino , di refettorio e di medie trimestrali, di cella e d'esami; è un libro che i coetani del1' eroe quindicenne leggeranno· certo con entusiamo, perchè l'autore, abituato a leggerne centinaja e migliaja di còmpìti, ha sapute scriverlo (salvi gli errori e le scipit11ggini)assolutamente nel medesimo stile e con la stessa psicologia di uno di loro : tanto -:he io pure mi ci sono assai divertito ed interes sato, e vi ho ritrovati, qua e là,- i miei antichi scolari a doz zine, e vi ho rivissuti anni ed anni dell' antica carriera mia d'insegnante medio: e (miracolo dell'arte!) senza malumore contro il destino, e senza rancore contro il ministero. E al De Amicis ancora , o meglio al meno simpatico dei suoi libri, a quell' (1 Idioma gentile » che ribadisce nella mas sima buona fede il vieto preconcetto, troppo comune in Piemonte ed in Lombardia, del monopolio della lingua italiana, della favella di tutti gl'italiani, innato e accentrato, per diritto divino, nei soli toscani, per ignoranti, discordi e strani che siano; al De Amicis, dicevo, mi richiama· ancora un volume di dialoghi e scene delle campagne (anzi delle sàrnpagne) toscane, scritto da Gina Pagani, prefazionato con ammirazione da Renato Fucini, e pubblicato a Palermo dal Sandron. I dialoghi e le scene si svolgono tra GEN'l'E ALLABUONAin mezzo al verde dei colli e alt' azzurro del cielo ; e la lingua , 1< l' id10ma gentile li, è tanto italiano , tanto chiaro , tanto limpido , che la provvida

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