RIVISTA POPOLARE 381 s1 ngenera nell'agricoltura, il lavoro degli dei. I religiosi lo strapparono alla santa natura. Negata l'improba mano al curvo aratro, vi'i fur gli agresti sudori, ozio le soglit! scellerate occupò, nei corpi inerti domo il vigor natio, languide, ignave giacquer le menti. (Inno ai patriarchi) . I libri distrassero l'uomo dagli oggetti e dalle circostanze materiali, dalle sensazioni e dalle co- ~osce_nze di fuori, indispensabili alla vita, crearono m lut un mondo interiore, ingannatore, gli insin_ua:ono nell'animo n:ille preoccupazioni che non c1 riguardano. Il turbrne economico ali affari lo . 1 ' i:, v10 entarono, lo confusero, l'imbirbonirono. Fra t~n!e gravi suggestioni, A~leto non sa quello che s1 faceta, Don Chisciotte va cercando di farsi bastonare. L' educazione del carattere dovrebbe sbrattare l'animo dalle immondizie e dai fronzoli, dalle bas se_zze_e dalle falsità. S'i_nc~ntrano uomini sprovvisti dt buon senso ma p,en1, come certi soffitte di robaccia e d'impedimenti. A che servono? fun~ionano a vuoto o funzionano all'incontrario. • Purgatevi l'animo, siati schietti, siate voi stessi: sarà tanto di guadagnato per gli altri e per voi. Vi fate brutti colle maschere e colle penne con la biacca e con l'impostura. ' Faccia ognuno il suo dovere, puramente. A molti sarebbe fac~~e,.ma ... è cosa insipida il puro dovere; e allora gm 11 garofano della calunnia. Faccia ognuno il suo lavoro, discretamente. Se ci mettiamo di buono, il lavoro ediiì.ca, ristora, risana. Perchè g?nfiarsi,_ truccarsi, adulterarsi, riempirsi la pancia d1 sofismi, ubbriacarsi di vanità? . C'_è un !nteres_se comune. la salute nazionale, che c1 vieta dt fare 11 comodaccio nostro di abusare di azzeccare garburgli, d'imbrogliare.' ' Nella gara internazionale, anche noi si va avanti mediocremente; ma abbiamo davanti ed alle costol~ certi corridori schietti e gaglìardi I SALVATORE GrAQUINTA Glai rabi d 'f unisieauntro l' analfabetismo Altra volta in questa rivista, a vergogna nostra, abbiamo riportato i dati sulla lotta contro l' analfabetismo , che hanno vittoriosamente intrapreso i Negri in alcune città degli Stati Uniti. Oggi vogliamo segnalare. un movimento presso un popolo a noi più vidno e che noi guardiamo con un certo disprezzo - quello della Tunisia. Un articolo della signora Alexandra David (L'instru tiondesindigénesen Tunisie. Opinion de la jeumsse intellectuellemusulmane) pubblicato nel simpatico Mercure de France ( l O luglio 1908) ci apprende che in quel lembo dell'Africa settendrionale, cui ci legano tanti interessi e tanti ricordi, tra gli arabi musulmani c'è un vivissimo movfmento per ottenere dal governo della republica francese l'organizzazione delle scuole, nelle quali dovrebbe impartirsi a tutti una istruzione alla francese a base di lingua araba e di maomettanismo; movimento che si connette a tutto il risveglio del mondo musulmano. E' assai istruttiva Li motivazione <leali intellettuali tunisini. « Noi sappiamo, essi dic~no, che la « civiltà non ha altra origine che l'istruzione; noi (< sappia_mo che l'istruzione conferisce ad un uomo « ad un po~olo, la. su~~riorita sopra altri :uomini, « sopra altn popoli. L ignorante è fatalmente vinto (< nella lotta economica; non può essere che un servo». Gl' intellettuali tunisini ragionano in tal modo perchè il loro orgoglio è t~rito ~allo stato di dipendenza morale, sopratutto, in cm attu1lmen te si trovan_o_L. 'esempi~ degli Israliti, più agili e più adattabih, tanto facilmente cosmopoliti, e che si sono fran~es~zzati, mischiandosi ai francesi in tutte le profe~s1001 e procedend,.> con ~oro sul piede dell'eguaglianza , ·ha dato loro a riflettere ed essi lo contessano senza esita re. Gl'intellettuali tunisini non si possono più contentare delle scuole musulmane e del!' istruzione arab:1 insufficientissima che s'impartisce nelle moschee e vogliono scuole alla francese con metodi francesi ma in arabo, ed affermano che 'tale desiderio è comune a tutti gli abitanti della Tunisia meno quelli del Sud. Si può essere sicuri che il ~overno francese soddisferà tale nobile desiderio. b La S(rittrice del :},,(ercurdee France fa diverse considarazione d'indole patriottica su questo movimento al quale non si dichiara avvèrsa e con un ottimismo che ci sembra un poco soverchio conchiude: « La « gioventù tunisina , uscita dal torpore dell' Islam « ma non distaccata dalla religior-1e maomettana ; « .lesiderosa d' infonderle una nuova vita , reclama « la nostra scienza. Il sentimento , certamente ha· « della nobiltà! Ci sono forse dei politici che lo « trov:mo pericoloso, ma il pensatore am1 poco le « r:i.zze troppo facili a rinnegare il loro carattere « e il loro passato. Qualcuno dei miei interlocutori « tun~sini ricordan?o. con o~g~glio i regni dei grandi « Califfi, le meraviglie artistiche che fiorirono in « I ,pagna al tempo dei Mori , si eleva con questa « evocazione ..... Io vorrei velare, con qualche frase ·<< inopportuna, la gloria della visione che mi dipinge ·« il ~ervore intimo cagionato, forse, da quella eh~ ·« egli tace a me stJan iera : dal desiderio di vedere '<< attraverso alla pianura bruciante, i cavalieri daoli « occhi di fuoco , marciare vivi alla conquistadella « terra e, morti, al Paradiso ». • <t Certo potrei ricordare, che nel miscualio delle « razze diverse, cht. si è avyerato sotto la p~otezione « dell' emblematica mezzalun:i , non tutte hanno il « valore dei Mori di Spagna o degli Arabi di puro •<< sangue, introvabili oggi .... Molti in Tunisia, oggi, <(C non hanno nelle vene del sangue francese? Ed è << sengue clie alla sua ora parlerà senza che essi lo (< sappiano. Ma più che ogni altra cosa, la scienza che « essi oggi ricercano per realizzare un vecchio sogno « li allontanerà dal sogno stesso. Nutriti delle stese « nostre conoscenze, l'ideale antico si cancellerà fa- « talmente dal loro spirito per fare posto ad un « ideai~ nuovo_; e l'a~tic.:i epopea non sara più che (< un ncordo pietoso 10 perscne divenute dive:-se di « istinti e di bisogni da quelli dei loro antenati « per rivìvere la loro vita ». ' Noi non vogliamo fare profezie sullo avvenire degli :afrieani e sul contributo , che potranno dare alla -civiltà quando essi avranno adottato la nostra scienza· noi invece segnaliamo ai nostri concittadini ed ai nostri governanti questo fenomeno umiliantissimo per gli ltaliani : gli arabi di' Tunisia chiedono l' istruzione con mag~iore entusiasmo e spontaneità, e. senza preoccupaz10ne elettorale alcuna, di quello dimostrato dalle nostre popolazioni ! S lCULUS
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