Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 14 - 31 luglio 1908

378 K 11V 1S T A PO P O L A K E formano i primi strati della coscienza, cui stringe ora la passionalità di una scena di sangue , ora carezza l' oscenità con la malia seduttrice della lascivia. Ecco i titoli nella loro semplice eloquenza: I figli della Madonna - Marco della:Rocca - Cipriano La Gala - Antonio di Santo - Cosimo Giordano - Angelo de Luca - Tore de Crescenro, e pei guerrieri: Orlando e Rinaldo - Palmerino d'Olivo - Guerin Meschino - Cavalieri della Morte - Chiarenro e Splendiano - Altobello e Troiano. Per dimostrare l'influenza deleteria che hanno le marionette sulla folla non è il caso che io ricordi qui la virtù di suggestione che ha l' arte; fu già detto che Ortis e Werther fecero più vittime d'una battaglia e che bande di assassini dilettanti furono organizzate dai Masnadieri di Schiller. Ben si spiega come il misfatto di Troppmann, imitato nel Belgio da Moustier , facesse salire per qualche giorno a una tiratura di 50000 copie il Petit journal e di 25000 il Figaro con la passione che ha la folla per certe letture , decisamente morbosa in quella legione di essa che Mougeolle chiamerebbe ritardataria. Così quell' A. T. di cui parla Ferriani nei - Delinq_uenti che scrivono - leggeva sempre giornali illus~rati, prediligendo quelli che si occupano di cronaca criminale, (p. 59) e Domenico M... (p. 23) « era dotto - è la parola - nella storia degli assassini de' ladri, de' briganti che conquistarono una celebrità e gran parte delle ore di prigione dedicava alla narrazione ampliata delle gesta di codesti eroi del pugnale e del grimaldello ». In una lettera poi dell' Epistolario dell' amore delittuoso (p. 101) è scritto: Non mancare nessuno saprà nulla, perchè c'è la scuola serale, ho il Tempietto di Venere e potremo fare delle belle cose. L' esemplificazione del prestigio malefico della letteratura è larga nei libri: La contagion du meurtre di Aubry e Letteratura tragica di Sighele. Mi limito a ricordare che Mademoiselle Lemoine commise un infanticidio per la lettura dei romanzi della Sand ; Pranzini ricavò da un romanzo l' idea e il modo di assassinare M. Régnault; Madame Lafarge derivò dalle sue letture l' idea di disfarsi del marito; la personalità di Lacenaire si trasfonde attraverso le Memorie in Morisset, la Pénelope normande di A. Karr suscita fra il 1880 e il 1890 un epidemia di attentati al vetriolo. Finisco col ricordare il caso triste di un giovane di Aprigliano, in Calabria, che si suicidava sotto la finestra della sua fidanzata, cantando prima il seguente strambotto: Vidi quantu ni fannu li rinari, Fannu spartiri dui filici cori I Cangiasti la sirena di lu mari Cu na brutta facci di jdona : Affaccia si vuò sentere cantari , E cussì bidcrai comu si more I ( 1) Immolava così alla sua tremenda passione l' ultimo brivido del cuore, sciogliendo l'ultimo ritmo dei cieli dell'anima sua. Se an(he io non li avessi con troppo amore studiati i piccoli vagabondi, sudici , viziati , patiti di Rinaldo, che sono i costanti spettatori dei teatrini, e non li avessi visti fremere , piangere, odiare, amare, immedesimarsi in quegli automi che si agitano in un'orgia di sangue e in una ridda di spade, le osservazioni altrui mi soccorrerebbero d' ogni parte. « A Napoli, scrive Pilo nell'Estetica (p. 182) 11 popolo si scalda la testa assistendo alle marionette, parteggiando per questo o quell'altro eroe leggendario e magari all'uscita venendo alle mani: ( 1) , Calabria , r 5 giugno r 894. e chi s'ammala d'amore fantastico per Cla!ice, chi per Rinaldo diventa aggressivamente e morbosamente cavalleresco ». L' osservazione di Pilo mi lumeggia l'altra dell' Alongi che nelle marionette vedeva anche la causa della manìa del coltello nei ragazzi siciliani e dei duelli che essi fanno nelle vie di Palermo , come a me capitò più volte di vedere nelle vie di Napoli. La deplorevole abitudine di portare le armi in tutte le classi del mezzogiorno, (N. Colajanni Sociologia criminale v. II) crede che si spieghi anche col fatto che sotto i Borboni, per la punizione draconiana del porto d'arma proibita, gli interessati spesso non denunzia vano i contravventori e talaltra i giudici facevano sparire gli elementi di prova; mi piace anche ricordare col prof. Nitti che a Napoli nel 1848 molti dei deputati giungevano seguiti da armati sopratutto dalle Calabrie e dal Cilento. A Napoli ho potuto vedere cinque di questi teatrini e mi mancano i da ti di confronto per rilevare lo sviluppo che ebbero nel passato o. che hanno in altri luoghi , come pure non so trovare prove dirette per dimostrare l'influenza che esercita questa forma d'arte. Certamente essa deve essere grande dato che nel mezzogiorno vi sono speciali sentimenti endemici, vivacità d'ideazione, mimica espressiva, e sopratutto per i perturbamenti psichici facili nei ragazzi e negli anormali come dimostrarono Fouillée, Le Grand du Saulle, Tarde. E poi se è vero che la_descrizione di qualunque delitto ne suggerisce l'imitazione, come scrive Mausdeley e crede il Sighele, è naturale che la sua influenza divenga più fatale quando arriva allo spirito non attraverso le pagine di un libro , ma attraverso la finzione scenica. Forse non è un dato trascurabile che di tatuati minorenni, i quali secondo le osservazioni di Lacassagne, Lombroso, Di Blasio sono proporzionalmente molti, su cento ( Niceforo, Jt. del Nord e It. del Sud) l'Italia del Nord ne abbia 32,4 del centro 23, 1, del sud 44,5. Il tatuaggio infatti considerato come una scrittura e un simbolismo ideografico, dall'espressione caratteristicamente oscena e violenta, è un fenomeno d'inferiorità psicologica, come largamente documenta l'Atlante dell'Uomo delinquente, nel quale vi è una scena di marionette, precisamente un duello, nella tavola 85 n. 5, come pure un guerriero è nella tavola XI del Tatuaggio di Di Blasio. Quest'ultimo scrittore anzi a proposito dell' arte dei delinquenti dice che la classe degli scenografi è la più numerosa e traccia sui pavimenti, sulle mura , sulla carta le figure e le gesta di Rinaldo e dei Paladini della Tavola Rotonda , figure e gesta che gli scugnitti si dilettano di riprodurre nelle vie, secondo hanno notato molti scrittori e leggo nella recente « Napoli che -ion muore » di F. Terranova. Il Dott. Mirabella nella monografia sul Tatuaggio dei damiciliati coatti in Favignana ci apprende che mentre il Marro fra i 1398 individui esaminati nelle carceri giudiziarie di Torino trovava 156 tatuati, con una proporzione dell' 11, 15 °/0 , egli, su 691 domiciliati coatti, riscontrava 324 tatuati con una proporzione del 47,19 °/ 0 e con la differenza quindi veramente rilevante del 36,04. Inoltre nelle pagine 35-8 ci offre descrizioni di tatuaggio, preziose pel nostro argomento: il n. 4 porta un guerriero a mezzo busto ed un guerriero intiero con la lancia, il n. 8 alla coscia destra ha un guerriero con lo scudo e la spada sguainata, il n. 27 la testa di Orlando Furioso con l'elmo e la visiera, il n. 21 aveva una grande ammirazione per L. Ariosto e si fece tatuare sull' avambraccio la di lui testa coronata d'alloro, il n. 22

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