RIVISTA POPOLARE 375 ambiente perchè ancora in esso vive e si muove ed é dotato di spirito non comune di osservazione. In Roma, scrive il prete modernista i pontefici hanno accumulato capolavori d'arte, ma poco senno e niente idealità. Il clero e le congregazioni raccolgono un numero sterminato di preti, dalle lautissime prebende e dalle scarsissime occupazioai, la cui vita non ha nulla di s;.1cerdotale, spesso nulla di spirituale .... « Intorno alla pei·sona del papa si stende come una rete molteplice di persone, che ne monopolizzano l'accesso salvo ad aprirlo al migliore offerente; che ne assediano e ne imprigionano la volontà, e gli fanno conoscere una verità ad usum delphini .... e riducono la Chiesa alle proporzioni d'una Società di mutuo soccorso tra padroni>>. pag. 20. Se un funzionario dello stato avesse ad entrare per un ora soltanto in una congregazione ne uscirebbe ridendo o imprecando a secondo del suo umore o del suo temperamento .... Tutto li dentro è invecchiato. « L'episcopato italiano è un episcopato in genere• ignorante e fannullone) pieno di superbia e di neghittosità, legato a fil doppio con le classi ricche deUe diocesi rispettive, spesso da esse mantenuto; un episcopato che vive lungi da ogni senso di simpatia verso gl'ideali di questa nostra società, cosi volenterosa, così attiva, così piena di desideri o di speranze>>. p. 60. « Il ceto sociale in cui si reclutano gli adepti del chiostro è quasi sempre quello in(ìmo: tanto è vero che Clemente VII in una Istitutiosuper receptione et educatione novitiornm religiosorum, metteva già in guardia i superiori dei monasteri contro quei giovani, i cui parentes siano ope et subsidio eorum indigentes ». pag. 32. E qui mi pare ehe il prete medernista disconosca con leggerezza la torza che il reclutamento democratico del monachismo ha dato al Papato. << La nobiltà romana, egli continua, è cattclica per tradizione.... La religione è per molti nobili uno sport di famiglia senza slancio di sentimento J>. « La borghesia è cattolica, quella che. la è, per interesse )). <e Il popolino è cattolico per ignoranza. cc Triste adunque l'ambiente romano: in alto superbo riconoscime11.to di una tradizione religiosa, che si accetta perchè ereditaria e gloriosa; nel mezzo l'interesse più sfacciato e spesso più losco, in bassa ignoranza o irreligione fredda e positiva )). pag. 39. Il p1·ete modernista ha ammirazione per il Leone XIII. dell'enciclica de rerum novarum e crede anche che la sua azione diplomatica abile, sarebbe riuscita ad evitare la separazione in Francia. Ma non ammira del pari la sua predilezione pel tomismo. <l Anime codarde di burocratici ambiziosi, molti preti italiani in seguito alla Aeterni patris, si seppellirono spiritualmente fra la pagine di S. Tommaso; o almeno finsero di farlo... Ma la moda tomistica non è stata suscitatrice di ardori vitali, bensì una bufera che ha inaridito par lungo tempo ogni fonte di attività intellettuale nel clero. Con l'avvento di Pio X il neo-tomismo è caduto: quel buon ex parroco di campagna non sà nè di tomismo, nè di antitomismo >>.pag. 5ò. Dall'enciclica rerum novarum era rampollata la democrazia cristiana, il cui progresso produsse malcontentò nell'episcopato e nelle classi padronali. << Perciò Leone XIII stesso , il 18 gennaio 1901 disfaceva coll'enciclica Graves decommuni, tutta l'opera suscitata dalla rerum novarum e ricorreva ad ipocriti sotterfugi per mascherare il ritiro completo delle nobili idee lanciate nel 1891 ,> Pio X fece il resto contro le democrazia cristiana dandosi nelle mani dei gesuiti e di Merry del Va e di quei diplomatici alla Montagnini e alla Gra nito Belmonte, che sembrano intenti a creare :1 !~ miei al Papato all'estero. All'interno, coscientemente o incoscientemente, si riuscì alla demolizione della democrazia cristiana A proposito della quale il prete modernista osserva: <e Il ben noto opportunismo del papato, che profitta Ji ogni successo non avrebbe consigliato l'abbandono della democrazia cristiana , se attorno ad essa si fossero raccolte folte schiere di popolo e simpatie intense di diseredati. (p. 63). <e La democrazia cristiana si è baloccata in una ingenua arcadia sociale, falsamente credendo di poter risolvere il problema sociale, auspicando l'armonia delle classi e l'elevazione del problema secondo il beneplacito padronale. E non ha voluto persuadersi che tutta la storia è intessuta di lotte e di conflitti; che il progresso economico e l' elevazione degli umili non si guadagnano se non a prezzo di una guerra tenace, fra gli egoismi antagonistici ... (p. 64). La democrazia cristiana è morta e sepolta, dice il prete modernista. Ma sta germogliando qualche cosa di- più vitale, e di più sincero .e di più coerente, il cristianesimo socialista, cioè una concezione insieme sociale e religiosa, che afferma l' idendità del sentimento religioso e della speranza rinnovatrice sociale (p. 67). Mostra, invece, simpatia per il programma della Lega democratica nazionale e specialmente per la parte sociale; a proposito della quale dichiara: « il modernismo sul terreno politico dev'essere non solo a fianco, ma nel seno del socialismo J>(pag. 225). Ma non crede che politicamente possa fare molto e vorrebbe che per ora e direttamente - il corsivo è suo - esso deve con la cultura dell'amore, con la diffusione contagiosa del suo entusiasmo religioso, aiutare e facilitare il passaggio dal vecchio mondo al nuovo, in cui sta adagiandosi la distribuzione della ricchezza fra gli uomini » (pag. 227). ♦ <e Nel campo scientifico Leone XIII aveva evitato di lasciarsi andare ad atti e a manifestazioni, che il progresso avrebbe potuto dimostrare inopportuni se non del tutto sbagliati. Con Pjo X le cose han cambiato radicalmente. L' antico parroco di campagna, raggirato dai gesuiti, ha manifestato fin da principio la volontà risoluta di calpestare ogni diritto del pensiero contemporaneo ... Dalla condanna del Loisy all' intervento deplorevole nella questione della Casa di Loreto, e al Sillabo imminente, Pio X ha segnato il suo passaggio pontificale con tracce di retrogrado che nessuno cancellerà più mai J>(p.. 80). E sul Papa attuale continua: « Dicono che Pio X abbia un cuore d' oro e che alle deficienze insanabili del suo intelletto, supplisca la tenerezza del sentimento. Io che conosco i metodi suoi di.governo, fin da quando era Patriarca di Venezia posso dire che questa è una pietosa menzogna J>(p. 84). <e L'ex patriarca di Venezia, salito al pontitìcato, lanciò il motto di un grandioso prognmma: Instaura,-e omnia in Ohdsto. Ma poverissimo d'idee, tardo nei propositi, fiacco e incoerente nell'azione la sua magna instauratio si è ridotta a ordinare quella visita apostolica, che ha gettato lo scompiglio nelle diocesi i tali ane e quelle riforme amministrative delle Congregazioni romane , a beneficio dei bilancio economico del Vaticano )). « Nel Vaticano regna lo zelo più falso e più feroce ... I gesuiti vi comandano, e la figura del gesuita, specialmente se ha pretesa di dottrina, è insieme qualcosa di grottesco e di tragico ... Il gesuiti-
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