Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 14 - 31 luglio 1908

374 -RIVISTA POPOLARE nario, che seppe coadiuvarlo nel raggiungimento dei suoi scopi ... favorevoli all'incremento della cosa pubblica. Se non vi sarà un Bissolati e colleghi che facciano tanto chiasso per un affare Nasi la croce e l'avanzamento nella carriera sono assicurate. A parte il sarcasmo, sarebbe stato meglio che la Co!r.missione nel punire, come ha fatto, quei funzionari avesse affermato nel modo più assoluto il dovere dell'impiegato di opporsi, di denunciare al Governo centrale le frodi, i peculati, le indelicatezze tutte dei singoli superiori. Era opportuno anche che una voce autorevole, come quella di una così importante Commissione, fosse venuto a incoraggiare gli onesti, i buoni funzionari , non con l'ammettere le attenuanti in chi pecca ma con un pla!JSO a chi resiste. E se approfittando del momento eccezionale nel quale tutti gli sguardi d'Italia erano rivolti a lei, quella Commissione avesse colto il destro per studiare un po' il fenomeno di così alta burocrazia guasta e avesse cercato di metterne in luce i motivi ancora p_iù chiaramente, sarebbe stato un gran bene. Non è sufficiente punire macosa vecchia - bisogna togliere le cause del male. E una parola di cemento di quella Commissione avrebbe avuto una grande autorità e avrebbe forse servito a far nascere nel paese una coscienza differente verso l'impiegato. Ora, egli è considerato un mezzo parassita , un fortunato che guadagna solo quel po' che gli basta per vivere, ma con poca fatica e nessun sacrificio. Questa è l'opinione pubblica; ma se il funzionario deve essere onesto ·allo scrupolo ha bisogno di vedere tenuta nella debita considerazione la sua opera e deve essere sicuro che il suo controllo rigido è possibile senza il proprio danno materiale. Pretendere che l'impiegato si metta in lotta col superiore disones'to, e quando la mancanza della prova del reato che si vuole da lui manca, senza dargli la tranquillità assoluta della sua posizione, è un andar troppo oltre. Egli correrebbe il rischio che la vendetta del superiore, sotto torma di accusa di imbecillità, mala voglia o personalità, lo raggiungesse. Per ora la Commissione ha punito senza esitazioni: benissimo ma sono molti e ve ne saranno parecchi ancora che per l'acquiescenza-fortunatadella loro coscienza sono andati avanti , molto avanti. Bisogna modifìcarla la nostra vecchia e imbrogliata burocrazia; bisogna non vedere nella compartecipazione degli impiegati alla vita direttiva dell'azienda un movimento demagogico; è necessario che il funzionario pubblico sia ben -~onscio dell'importanza della sua missione; ma è anche necessario che egli sia apprezzato dalla società, è opportuno che i poteri dello Stato incoraggino e sostengano i suoi rappresentanti. Recidere i membri guasti è bene ma curare quelli sani è meglio. Poi, oggi, vi è del vero merito ad essere e mantenersi onesti? Non pare I Eppure se chi compie il peculato con proprio vantaggio, sia pur morale, vola ai trionti come un martire e chi è complice, senza proprio lucro, perde l'impiego, vale la pena di cambiare i termini. Almeno, per i colpi ti e per i funzionari rigorosamente onrsti, ch'io credo in maggioranza assoluta sostituiamo a uno dei tanti ritenuto della relazione i] seguente: che se è a deplorarsi che uno stato di cose possa far piegare la volontà degli impiegati davanti al Ministro, che ha ne11e mani la loro sorte, questo fatto non può costituire attenuante sia per la grande maggioranza dei funzionari che si mantiene integra, sia perchè la viltà dell'atto deve togliere ogni autorità in chi cerca di compierlo dando al funzionario ancora maggiore forza e diritto alla sua benefica azione di controllo per la s.::rupolosa osservanza delle leggi. l{AG. VtT10RE GHEIJ[N[ Leletteredi unpreten1odernista (r) Tra quanti s'interessano delle quistione religiosa, che ha una speciale importanza politicc1 per l'Italia questo libro dev'essere letto cqn attenzione per le verità rudi, che contiene sul Papato o meglio sulla società, che attorno alla vecchia istituzione viva e si muove e per conoscere ciò che il modernismo pc nsa e ciò che vorrebbe fare. Ho creduto opportuno, perciò, riprodurre i bran~ più caratteris~ici del libro;il quale è tale che a molti vien fatto di dubitare se esso sia stato scritto veramente da un prete. Che !-ia stato scritto da un prete me lo affermarono recisamente amici autorevoli in Roma; ma che lo scrittore possa rimanere prete dopo la pubblicazione. del libro, nessuno potrà pensarlo dopo averlo letto. Gli amici della Rivista si troveranno di accordo con me quando 'a vrat1no letto i brani che ho scelto fra i tanti, che contiene. . Comincio dall'avvertire che l'interesse dell'appendice non è minore di quella delle lettere, che l' A. tinge di avere dirette ad un suo amico in Francia. Nell'appendice c'è la sroria documentata del movimento religioso in questi ultimi due anni, dalla sospensione di R. Murri alla scomunica di A. Loisy. Contiene la narrazione esatta dalla lotta di Murri, di Loisy, e di Ti rrel e del Rinnovamento col Vati- ' cano; notizie sull'affare Schelt e sulla Lega di Mu nster, sul sillabo del 3 tugtio 1907, sull'enciclica Pascendi; la lettera di Tyrrel at Times, al programma dell~ Lega democratica nazionale, il Programma e la fl· sposta dei modernisti all' enciclica ?ascendi ( 29 ottobre 1907), la controversia sulle dichiarazioni favorevoli del dispotismo politico fatte Ja Pio X ai membri del Congresso antischiavista, i dati sut caso Minocchi colle retative lettere al Giornale d'J. talia ecc. ecc._ ♦ Il prete modernista comincia dal rilevare l' i inportanza che ha la lotta religiosa attuale per l' Italia. « Si dice, .egli avverte, che il laicato non ha alcun interesse nel singolare duello fra i tradizionalisti e i riformisti in seno alla Chiesa, che la borghesia non ha bisogno di prendere parte attiva alle beghe che contristano il dominio serenamente inconsapevo·e di Pio X. Tutto ciò è falso: il laicaro colto non può assoluto.mente credere che tale conflitto non assuma l'importanza di un grave fatto nazionale e che le sue ripercussioni siano per essere nulle o del tutto insignificanti. (p. 8). ♦ « Il cattolicismo, come gruppo sociale , non è un fatto che si svolge fuori della vita nazionale di un paese: esso getta le sue ramifìcazioni in tutti gli organi dello Stato, insinua le sue preoccupazioni nelle manifestazioni della psicologia generale, fa sentire le sue ripercussioni nella stampa sulle volontà del paese, sullo stesso potere direttivo » p. 13. Per giudicare che cosa siano il Papa e tutto l'ambiente clericale di Roma nulla può riuscire più adatto di ciò che ne scrive chi conosce appieno tale ( 1) Libreria Editrice~Romana ddla Società incerna 1 ionale scientifico-religiosa, 1908. L. 3, 50.

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