Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 13 - 15 luglio 1908

. RIVISTA POPOLARE 3+3 i professori dei ginnasi, dei licei, delle scuole tecniche ecc. fanno parte delle loro Camere del lavoro , credono nel socialismo ; basta questa circostanza perche ci sia la sicurezza che essi fanno il loro dovere - adottiamo per ì'Uoiversità questa misura dello stipendio io proporzione delle ore e costringiamo i professori a fare lezioni ai banchi dalle 8 antimeridiane alle. 7 pomerid. - non sarà negata un' ora d' intervallo per la colazione - se vogliono mantenere le 5000 lire, di cui godono attualmente e che arrivano talora, per pochi fortunati, quasi a raddoppiarsi coi corsi liberi e colle propine considerevoli, come a Napoli. Certamente s'inspira a tali criteri un grande clinico; il quale mi si assicura, che abbia detto essere più che sufficiente lo stipendio attuale. Si può prestargli fede. Egli non solo non ha figli , ma guadagna la bagattella di centomilalire all' anno c0llo esercizio della medicina ; somma ben guadagnata e che non ha che vedere coi guadagni del Consigliere di Stato Brunialti, perchè egli è realmente un grande clinico. Un professore , che ha tirato sassi nella propria colombaia è Ettore Ciccotti; ma si deve confessare, però, che egli la critica l' ba derivata da una concezione sociale vasta ed ha segnalato le deficienze gravi dell'insegnamento universitario, come un indice del perturbamento generale della società attuale. « Fanno poche lezioni i Professori? egli ha ccdomandato. Ma in gran parte la colpa si deve ccalla istituzione del Consiglio superiore, alle riu- << nioni delle Commissioni pei concorsi, alla prima, « alla seconda, alla terza sessione di esame ec. ec. « che assorbono l' attivita dei professori ». Poteva aggiungere all'elenco i tumulti periodici degli studenti, che si vergognerebbero di essere chiamati tali, se almeno per due volte all'anno non facessero sospendere le lezioni e chiudere l' Università ..... . Sanno tutti a Napoli , che ho dovuto sinanco difendere coi mezzi materiali il mio dovere e il mio diritto di far lezione e che quasi in ogni anno mi tbcca di essere accompagnato sino io istrada da qualche centinaio di studenti, che urla, fischia e mi colma di vituperi perchè non voglio sospendere la lezione se non costrettovi dalla violenza. E in quest'anno alcuni bravi imbecilli credettero di farmi dispetto seguendomi al grido di: Viva Nasi! Non basta: Per molti giorni a Napoli - Università con circa 6000 studenti -- non si potè fare lezioni per m_ancanza assoluta di aule , occupate - quattro in tutte I I - dalle Commissioni di esami .... Oh ! che colpa ci hanno i professori in tutti questi gravissimi inconvenienti ? Le conseguenze dei medesimi per un diligente osservatore sono ancora più gravi di quello che possono apparire di primo acchito. Non sono soltanto quelle dirette e immediate; ma ce ne sono altre indirette e mediate: nei professori e negli studenti s'infiltra un senso d'indisciplinatezza e di disabitudine al compimento del proprio dovere, che gradatamente demoralizza i migliori e le cui conseguenze permangono, anche quando non agiscono più le cause, che le generarono. In tutto questo che colpa hanno i professori ? Il male è negli ordinamenti ; il male è ancora più grave nei Ministri che non provvedono. C'è voluto il perièolo constatato dal Genio Civile e la ferma decisione dei professori e degli studenti a non mettere più piede nelle aule cadenti della Universita di Napoli per provocare una visita del Ministro Rava, che rimase sbalordito ed atterrito delle conJizioni del vecchio e cadente edificio universitario e dette quei provvedi men ti, che invano da parecchi anni erano stati da me e da altri indicati alla Camera e invocati in tutti i modi e in tutti i toni dai vari ... t~ttori e da Carlo Fadda in 1spec1e. + Ettore Ciccotti che si è mostrato cosi severo verso le Università e verso gl'insegnanti - e se io la pensassi come lui ne uscirei sdegnosamente, tanto più se fossi costretto a non fare lezioni per mancanza di studenti .... - ha però almeno riconosciuto « che il lavorofatto con metodi sperimentalinei gabi- « netti e nei laboratoriè assaidifficile,che possa riu- « scire del tutto inutile.... >> . Egli è stato sorpassato. Una rivista scolastica ha fatto le più atroci insinuazioni contro Angelo Battelli ed ha quasi voluto far comprendere che i lavori scientifici, che gli hanno procurato il premio dei Lincei non sono suoi, ma dei suoi collaboratori e che egli, perciò, ha truffato il premio. Arcangelo Gbisleri ha tentato gettare il discredito su questo lavoro fatto con metodo sperimentale , togliendo all'Università il merito di ciò che ha fatto Marconi. « Nel campodellescienze il Mar- « coni, egli osserva, non è professoreuniversitario >>. Ma di grazia: non ha alcun merito il Battelli se ha saputo creare o scovare e dirigeri collabora tori intelligentissimi, ai quali lealmente ha assegnata la parte di merito che spetta loro, associandoseli nella presentazione delle scoperte ai Lincei? E che cosa sarebbe stato il Marconi, senza I' Università, senza le scoperte del Professore Righi ,. di cui egli fu l' assistente ? + Ettore Ciccotti con mano maestra descrive la degenerazione di certe facoltà, specilmente nel campo delle discipline morali, filosofiche e storiche - il campo nel quale egli insegna - e staffi.la a s~ngue i professori perchè essi si appartano dalla vita, rntesa nel senso più alto e più moderno. Egli onestamente lascia comprendere, però, che la fiacchezza, l'egoismo, l' inerzia degli insegnanti sono le caratteristiche di tutta la società italiana. E poi soggiunge : « Qn:m- « do mai i professori universitari italiani possono « come compagine, ricordare un atto come quello « con cui sessantotto professori ordi:1ari di Berlino, « col Mommsen e il Virchow alla testa, reagirono, « in un ambiente saturo di tradizionalismo contro « il divieto d' insegnamento minacciato al libero «. docente socialista Arons ? » Adagio. Io non so che cosa farebbero i professori italiani se si presentasse il caso Arons ; e non si può condanmire per reato ipotetico. Non è vero? Ma c'è di meglio. Quarant'anni or sono, se non erro, ri fu un tentativo di punizione contro tre professori - Carducci, Ceneri, e Piazzi - per le loro opinioni politiche; e 0011 furono abbandonati e la violenza si arrestò agli inizi. D' allora in poi le cose si sono svolte in guisa che i professori delle università italiane non possono essere messi alla -prova ipotetica accampata dall' amico Ciccotti. Infatti è regio professore lui ch'è soci:1li- .. . ' . .. . ' . sta tra 1 pm avaozau e senza aggett1v1; e regio pro , .

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