Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 13 - 15 luglio 1908

RIVISTA POPOLARE 339 care altrimenti un cont.ratto, che sanziona prezzi non mai approfonditi e discussi dai nostri corpi tecnici; che sanziona patti di collaudo lasciati all'arbitrio della casa fornitrice e che la Commissione militare di collaudo in Essen e i tecnici consultati dalla Commissione banno riconosciuti insufficienti ed illusorii ; che circonda il pattuito concorso dell' industria nazionale di tante limitazioni , vincoli o condizioni da renderlo presso che illusorio , come si è verificato col fatto recente per la fornitura degli shi·apnels? Leggendo i patti e le circostanze preliminari e concomitanti di questo contratto si prova come un senso di maraviglia che ci sia stata un'amministrazione italiana che abbia potuto sottoscriverlo > • C'è da immaginare, come ha dichiarato chi scrive queste note in un giornale politico, che i governanti italiani abbiano voluto compensare i Krupp delle somme spese dal loro capo stipite nelle orgie tiberiane di Capri..... Ma lo scandalo era stato troppo grosso e troppo autorevoli gli uomini che lo avevano denunziato, perchè non si desse una qnalche soddisfazione alla opinione pubblica italiana , eh' è di cosi facile contentatura. Non sorprese nessuno , quindi, il decreto che mise in aspettativa i generali Rogier e Mangiagalli, che sembrarono all'on. Ca.sana i più responsabili. Troppo pochi i puoi ti e troppo poca la punizione .... Ciò non ostante i due grnerali non si rassegnarono e in lettere pubbliche e in interviste si proclamarono vittime .... Nou solo; ma in Senato trovarono un timido difensore nel Generale Pedotti , che invocò· almeno le circostanze atteuuanti. Doveva invocarle, come uno degli ex ministri della guerra, su cui ricade una parte delle responsabilità assodate. Ciò gli osservò il ministro della guerra attuale. Noi non possiamo che lodare l'on. Casana della misura presa; ma il nostro peusiero l'abbiamo espresso affermando che troppo pochi sono stati i puniti e troppo poca la punizione ..... Tutt 1 J questo, in ogni modo giustifica pienamente il pensiero che abbiamo manifestato tante volte sulla nessuna fiducia, che meritano i nostri generali. Bene ha fatto, a.dunque, la parte repnbblicana della Camera che non ha voluto votare questi altri 223 milioni, che saranno inutilmente inghiottiti dalla eterna botte delle Dana.idi, che ha già inghiottiti tredici miliardi. + Ancora l'affaraoolo della Mutuai reserve. - La sentenza del tribunale di Roma, che ta fatto rimontare il fallimento della Mutuai al maggio 1905, cioè ad alcuni mesi prima dello svincolo famoso delle 300,000 lire prima negato fieramente dall'onorevole Rava ministro del tempo per l'agricoltura e commercio e poi concesso improvvisamente pel miracoloso e disinteressato intervento dell'on. Vendramini, ha aggravate le responsabilità giuridiche del governo e quelle politiche e morali dell' attua.le Ministro per la pubblica istruzione. Sarà pur vero che l'on. Vendramini, come un cavaliere antiquo, per pura e semplice amicizia s' indusse a spiegare tutta la sua influente e persuasiva eloquenza in favore di una società americana senza avervi guadagnato il becco d'un quattrino; sarà verissimo che gli onorari andarono esclusi vamente - la circostanza l'abbiamo appresa dalla bocca grisostomesca dell' onorevole Vendramini ... - al suo socio di studio avvocato Roberti; come nessuno dubita che all'atto deplorevolissimo di condiscendenza l'on. Rava sia venuto senza la benchè menoma ragione pecuniaria. Ma è altrettanto innegabile che l'atto di condiscendenza rappresenta una leggerezza, un errore i1nperdonabile, che dovrebbe in un modo qualunque esse re scontato. L' illegalità del provvedimento venne dimostrata in modo inconfutabile dagli on. Chiesa e Scalini, e non ci si può tornare sopra senza cadere nella malafede sciocca o ridicola. Su questo giustamente ha insistito Mine1·va - la rivista, non il ministero, che prende nome dal palazzo che ne porta il nome. Noi, che forse saremo costretti a ritornare sull'argomento, oggi rau u;.mo una voce che corre e, cioè, che per l'affare della Mutual si debba ripetere il classico, cherzez la f'emmel Oomnnque questo rimane assodato: ai respon1~'1.'l·i viene accordata l'impunità. E in Sicilia si ripete c e se si trattasse di un Nasi a quert'on ci sarebbe un processo o almeno si sarebbero imp, -,te le dimissioni a ministri e a deputati. La Stampa di Torino, chiude un grave suo articolo sulle tncompat.biliià morali (29 giugno) con queste parole, che colr 11ui no pienamente colle nostre : « Bisogna che il Parlamento abbia il corae-gio di < dire chiaramente ai suoi membri, anche simpatici , e onesti ed insospettabili, che quando si commettono im- < prudenze od errori, è meglio pagarne il fio, che die fendersi con argomenti sottili. In altri tempi si vee devano ministri e Ministeri cadere per nna semplice e gamba di Vladimiro. Ora i costumi parlamentari si " sono fatti troppo umani e benigni: si è trovato una « sanzione nuova e gentile: il silenzio glaciale: è quale che cosa. ma indica una mancanza di reA-zione nere vosa ché può preoccupare sulla sa '1i~à dell orgs.nismo " per l'avvenire: non vorremmo che -...furia d' silenzi « glaciali, le inframmettenze parlarn ntari avessero a e fiorire ìndisturbate certe che la pena ipotetica non è e troppo grave da sopportare, e che se ne può correr « l'alea senza troppe noie >. E noi oltre il famoso telegramma sulla gamba di Vladimiro, che costò il portafogli a Nicodera vogliamo ricordare che per un'accusa d'indelicatezza politicoprofessionale di minore importanza di quella rimproverata all'on. Vendramini, il povero Rosano si suicidò ... La stessa Stampa nel numero precedente chiudeva il lungo titolo apposto al resconto parlamentare della seduta sullo scandaloso affe1·edella Mutual Reserve, con q1rnsto parole: Morale: incompatibilità evidenti, fra l'esercizio dell'avvocatura ed il mandato legislativo. Perfettamente di ::i ccordo ! Ccntinuaudo su questo affare della Mutual, ed a commento della tardiva, molto tardiva, approvazione data dal comm. Maga.Idi, il funzionario del Mini~tero da cui dipendeva 1'affaire, riproduciamo questo brano di lettera del curatore del falli mento indirizzata al Gioi·nale d'Italia all' ind)mani della discu,;si0ne alla Camera: , ... Poichè l'on. Ram che ua ultimo a parlare e sapeva di non aver più contradittori, ha sostenuto, facendone il fulcro ddla sua difesa questa due cose : che le insistenze dell'on. Vendramini non influirono sulla sua decisione, e che lo ufficio competente del suo Ministero fu d'accordo con lui nello accordare lo svincolo, io mi permetto di provargli che ambedue queste affermazioni sono luminosamente smentite dalle stesse leah dichiarazioni dell' on. Vendraminii e dai documenti •. I quali provano 1) che l'ufficio competente il 18 giugno 1905 preparò la minuta da lui scritta all'on. Vendramini, nella quale si dimostravano le ragioni per cui lo svincolo lo si giudicava impossibile 11; « 2) che dopo il colloquio con l'on. Vendramini (vedi biglietto dell'avv. Roberti) il ministro si persuase· e mar.dò poi la nuova e vivace lettera dell'on. Vendramini ali' ufficio competente, il quale cominciando a capire dove il ministro voleva arrivare, non diede alcuna risposta»; « 3) che allora in data 7 luglio il ministro mandò all'ufficio l'ordine scritto di preparare il decreto di svincolo , ; 4) che ad onta di ciò l'ufficio resistette ancora tanto che, come risulta dai documenti che sono in mio possesso e furono già parzialmente pubblicati accampò l'esempio della National Francaise, per indurre il ministro a cambiar la sua decisione ». « E la maggior riprova di tutto ciò sta nel fatto che , appena scoppiato lo s :andato, il Governo, il giorno 4 maggio,

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