Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 13 - 15 luglio 1908

338 RIVISTA POPOLARE Governo cioè farà ampie dichiarazioni di liberalismo. Questa è una truffa : le dichiarazioni passano ed il testo della legge resta ! >> cclo sono covinto che lei farà il possibile per g10varci: 3bbiamo scritto anche a..... » ccSe si riesce vittoriosi, le nostre organizzazioni animate ed entusiaste parteciperanno alla lotta politica, ed il blocco riceve alla Camera una sanzione tale, che non potrà più essere distrutta. » « Scusi del disturbo, e se crede mi tenga informato e mi giovi dei suoi consigli. » Saluti cordiali Dev. NuRRA Ed ora giudichi il lettore se io abbia avuto torto o ragione nel qualificare ricattatoria la lettera del Nurra, che chiedeva ai deputati radicali il massimo calore nel combattere la legge sùllo Stato giuridico e minacciando l'abbandono elettorale della Federazione degli impiegati nel caso che questa non fosse rimasta contenta; e promettendo il premio dell' appoggio suo e della sua entrata nei partiti popolari se i deputati radicali avessero Rrato diritto sulle orme tracciate dal Segretario della Federazione. Per non vedere il ricatto in questa lettera, occorre la mentalità e la moralità del Dott. Nurra; il quale in casi delicatissimi e verrei dire imponderabili come questo, pensa che la esistenza del ricatto non possa essere riconosciuta se non ci sia esplicitamente manifestata la intenzione di commetterlo. Della incoscienza del Dott. Nurra nel darmi così solenne ed aspra menti ta non mi .sorprendo. Siamo vecchie conoscenze : egli è quello stesso Dot t. N urra che con umoristica serietà mi annunziava parecchi . anni or sono di poter presentare un progetto col quale lo Stato avrebbe potuto risparmiare cento milioni all'anno per poterli dare agli impiegati senza licenziare una parte dello esercito e senza molestare i contribuenti; egli è quel medesimo Dott. Nurra che ho potuto conoscere ed ammirare per la lealtà, per la scienza e per la coscienza messe in certe polemiche sul prezzo dei viveri e , sui sindacati dei funzionari in Francia e in Italia. Se qualche sorpresa e qualche dolore potessi manifestare in questa occasione sarebbero per la condott.a della Ragione. Gli uomini che la scrivono mi conoscono appieno ; e pur ammettendo la cavalleresca , e vorrei dire infantile lealtà , nel pubblicare una lettera , che nella intenzione di chi la scrisse volea essere atrocemen te offensiva, mi addoloro e mi sorprendo pensando che avrebbero potuto aspettare un giorno per pubblicarla e chiedermi un chiarimento, che avrebbe potuto servire di coda o di cappello o, che avrebJ:.~ro potuto farla precedere o seguire da una. sola parola ci1 riserva ..., NAPOLEONE COLAJANNI + Le gravi responsabilità del magistrati nel processo Dorla-Canevelll. -Com'è no~tro costu1oe non vogliamo prouunziarei t:>U questJ triste processo mentre esso si svolge. Lo faremo e imparzialmente, appena esso sarà terminato. Sin da ora, però, possiamo pronunziarci senza scrupoli sulla condotta di due magistrati: il Comm. Caprino e il Comm. Tofano. Sapevamo del primo e sapevamo che la sua condotta era stata pessima durante il laidissi1110 tentativo di strappare delle confessioni ad Acciarito per mezzo del1' Angelelli; la sua condotta era talmente nota che il guardasigilli aveva sentito il bisogno di allontanarlo da Roma. Ma non avevamo voluto raccogliere le voci che ci erano pervenute sul conto del Tofano , che conoscevamo tanto onesto quanto intelligente. Purtroppo ci eravamo ingannati. Egli dall' interesse politico fu pervertito e da magistrato anch~ lui si trasformò in complice dell' Angelelli e dei suoi ignobili espedienti polizieschi. Noi siamo sicuri che l' on. Orlando prenderà severi provvedimenti contro il Caprino e contro il Tofano anticipando la ridposta alla opportuna interrogazione rivoltagli dall'on. Morgari; nè occorrono inchiedte per assodare le loro responsabilità e colp;rli, come non ne occorrevano per punire i De Luca-Aprile, i Fornari e gli altri colpevoli della Minerva. Fu at,to d'iusigne debolezza il porsi a riparo di uua Commissione d'inchiesta, che essendo di nomina governativa, non ha imµedito ai colpiti di sbraitare con ragione, per la forma., contro le punizioni cadute sul loro capo. Mentre non possiamo che giudicare severamente i due magistrati , che vennero meno al loro dovere godiamo nel tributare la dovuta lode al Comm. Bozzi la cui correttissima attitudine è in contrasto tanto spiccato con quello dei primi. Ma del Bozzi vogliamo far noto un episodio, che ne sottolinea meglio la delicatezza. Chi 1:,crvie seppe a caso della parte da lui rappresentata nell'lfffare Acciarito-Angelelli e si procurò un colloquio per essere autorizzato a portare la cosa alla Tribuna parlamentare. Il Bozzi confermò i fatti , ma pregò perchè non si facessero sorgere scandali alla Camera , cbe si potevano supporre da lui preparati per amore di popolarità. Onore a lui I + Sulla buona strada? -Nel numero precedente della Rivista a proposito della pubblicl\zÌoue della Re !azione della Oommissioue d'inchiesta per I' Esercito sull'artiglieria noi domandavamo: e i responsabili ? ' Noi allora non avevamo letto il non voluminoso fascicolo; ma a lettura terminata noi siamo rimasti sbigottiti e sdegnati. Tutto quello cbe sospettevamo è stato sorpaFJsato dai giudizi cauti e ponderatissimi della Commissione; la quale ha messo in una evidenza ?avv~ro schi~cciante l'ignoranza , ì' imprevidenza, la merz1a. e la disonestà dell'amministrazione della guerra. Si la disonestà-quella disonestà eh' era stata den11nziata. senza sotterfugi e senza eufemismi dalla Tribuna - apparisce lnminosamente dimostrata , dalla natura dei contratti con.chiusi colla Casa Krupp e che furono severamente criticati dal Consiglio di Stato quando al suo parere foro no sottoposti. Ma dei suoi pareri non si tenne conto e si continuò a regalare milioni ai costruttori tedeschi senza onestà e senza dignità. Diciamo senza dignità, perchè riesce davvero umiliante per noi che i Krupp abbiano accordato alla Grecia, alla Rnmania, alla Bulgaria ciò che negavano ad una grande potenza quale si pretende che sia l'Italia. I nostri governanti arrivarono sino a lasciare ai . Kru pp. la formulazione delle condizioni di prova cui dovevano essere sottoposti i cannoni e i proiettili da loro costruiti .... Per supporre che in tutto ciò non vi sia entrath. la disonestà bisognerebbe ammettere tale g;rado d'imbecillità nei nostri generali , che si dovrebbe ritenere più vergognosa della di~onestà stessa e certamente più pericolosa, perc'.è darebbe la misura del valore intellettuale degli uomini , ai quali sarebbero . affidate_ le sorti del '"paese in caso di guerra. Megl10, meglio, supporli corrotti I Alla Camera l' on. Gnicciardini nella discussione sulle nuove spese militari, che egli votò, fu severissimo nel giudicare l'azione del ministero della guerra in base alla Relazione della Commissione d'inchiesta. Egli, ad esempio, osservò: « Il contratto del 3 novembre 1906 è D"'l. esito a dichiararlo - e noi aggiungiamo, che di contratti se n~ conchimiero cinque uno diverso da.ll'altro, uno pegg10re dell'altro, in pochi anni .... - nno dei più dolorosi contratti dell'amministrazione italiana. E in veroè sempre l'on. Guicciardini che parla - come qualifi-

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