Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 13 - 15 luglio 1908

. RIVISTA POPOLARE 351 -di un popolo, che si espande all'estero perchè fecondo ..... ·Quando le ricchezze naturali del suolo sono insufficienti a mantenere gli uomini che lo coprono, oppure le condizioni degli abitanti pel più elevato grado sociale fan no loro sentire la necessità. di un godimento maggiore della vita, succede l'emigrazione. Le correnti umano che abbandonano la patria sono fatto dalle esistenze che trovano un campo nuovo di applicazione delle loro forze, àagli uorni ni che desiderano di poter vivere moglio e di soffrir meno e la loro vìta emi grando diventa più utile allo società. È il bisogno fatale del lavoro faticoso che dà impulso all'emigrazione degli italiani, ed in quosto sforzo, ed in questa resistenza dei muscoli alla fatica sta una gran parte della riechczza futura del nostro paese ". 1 pio11eri dell'emigrazione italiana non furono nè vili nè ·vinti ma forti od arditamentosi , od al gran passo furono, io credo , spinti e dal loro spirito irrequieto e dalle rosee -descrizioni di marinai e di suonatori ambulanti. che tornavano dalla lontana .America con l'animo ringagliardito da!la ·vasta esperienza e con le saccocce colme di danaro. Cosìsi formarono i primi rivoli umani, che col decorrere degli anni andarono man mano crescendo fino a formare la mae- ·stosa fiumana attuale. Ad ogni modo i fatti dimostrano chiaramente che non è la gente inetta ed inerte quella che lascia il proprio paose, ma è la più attiva, la più energica, la più intraprendente. -Ciò è tanto più vero pei contadini italiàni, in quanto che -ossi hanno, per così dire, natura dendriforme, hanno cioè p!3l suolo natio quell'attaccamento quasi vegetale che e proprio degli agricoltori, e nulla più che un forte spir:to d'iniziativa ed un ardente desiderio di migliorare la propria condizione può divellerli dalla torra ove nacquero. c. Gl' italiani, dice uno spassionato ed acuto osservatore, Emilio Reich, sono senza dubbio fra gli Europei i più in- ·telligenti. Ciò che più di tutto li distingue è l' iniziativa. Il primo passo è sempre il più difficile, ma gl' italiani furono sempro pronti a dare il primo passo nel campo dell'a- :zione, e furono sempre atti ad avanzare primi nel cantmino della scienza... Noi non possiamo non essere colpiti dalla ·1oro straordinaria attività mentale, che è quasi incredibile " . Un' altra virtù dei nostri emigranti è la laboriosità, la quale mentre li rende bene accetti a chi li impiega, è causa precipua della ostilità, che gli operai di altra nazionalità spiegano contro di loro. L' italiano sorvo della gleba e la.:. voratore instancabile è poco esigente, non per disistima che egli abhia di f'è e della propria opera ma per innata onestà , che gl' impone di vivere del suo lavoro e di dare a chi lo compera il corrispettivo della rimunerazione, che qui egli valuta, nei primi tempi almooo, alla stregua dei bassi salari italiani. Nè è meno apprezzabile l' altra virtù che tutti oramai Ticonoscono noi nostri operai, voglio dire la frugalità e più sp~cialmènte la sobrietà. Vero è che tale virtù è in parto •effetto delle ristrettezze economiche e delle condizioni di vita poco evolute, in cui essi vivono in Italia; ma, quale che ·sia l'azione corrosiva che il nuovo ambiente esercita su di e::-si, le statistiche dall'ubriachezza in questo paese mosirano una enorme sproporzione tra l'elemento italiàno e le altre nazionalità, compresa l'americana. (1) Massachusset. Tolgo dall'ultimo rapporto annuale doi commissari per le prigioni di queHto stato le seguenti cifre eloquentissime: Di 44 uomini e 78 donne confinate, per ubriachezza abitualo, nel riformatorio durante l'anno 1906 un uomo ed una donna solamente erano italiani. Di 2124 uomini e 175 donne mandate alla State Farm per la stassa ragione sei soli erano italiani, fra' quali nessuna donna. Di altre 1 (j, 798 persone condannate a varie pene per ubriachezza, solo 47, di cui due donne, erano italiani. In un totale di 19,219 gl' italiani non furono che 55 , cioè nella proporzione di circa tre por mille. Ora, se si considera che gl'italiani io questo Stato (1) sono in numero di oltre centomila, rappresentando così quasi un trentesimo della popolazione o poco meno del tre per conto, si védrà come il nnovo tenore di vita e le in numerevoH tentazioni non intacchino la sobrietà , del nostro emigrato e come osso contribuisca in questo paese alla causa della temperanza e della morale e coll'esempio e colla popolarizzazione del vino in sostituzione delle bevande fortemente alcoolich,e , di cui si attossicano gli operai di altre nazionalità. Ho detto che i nostri immigrati sono generalmente parsimoniosi, ma non escludo che in un gran numero di casi la parsimonia degenera in privazione ; abito che io non so biasimare e deplorare abba8tanza, poichè il basso tenore di vita di molti di essi nelle grandi citta è il fattore principale della disistima in che il lavoratore italiano ò tenuto, della poca sua resistenza alle malattie in generalo e i•articolarmente alle malattie infettive. Ma di ciò dirò in altro luogo. Oltre a questi pregi morali gli immigrati italiani banno pregi intellettuali che li rendono qui utili e desiderabili. Ho monzionato già il loro spirito di iniziativa , che è una delle note caratteristiche del temperamento italiano: aggiungo ora che ossi hanno una attitudine spiccata ad evolversi ed a progredire, sormontando qualunque ostacolo. Quello però che rende l'italiano indiscutibilmente superiore agli elementi di altre nazionalità e desta la meì·aviglia dei nostri ospiti è il sentimento del bello in ogni sua manifestazione sopra tuito visibilo e sonora. Nel quartiere italiano di Boston fioriscono parecchie bande musicali italiane cb.e, massi me d' estate, allietano il vecchio North End nelle innumerevoli feste religiose. Il museo artististic > è nei giorni festivi frequentato da un gran numero d' italiani, che nelle esclamazioni ammirative e negli apprezzamenti manifestano un sentimento ,, estetico indiscutibile. Nelle scuole comunali i ragazzi italiani mostPano una superiorità assoluta sui loro compagni nelle arti belle. Gli emigrati italìani infine hanno un fondo etico sano., che li regola e li inspira nolle loro relazioni, nolle loro abitudini e nella loro condotta in generale. La menzogna oonvenziooale e la ipocrisia non hanno soppiantato nel loro animo l' innato sentimento pel dovere, del quale ho parlato innanzi. + .Avendo così esposto le deficienze ed i pregi del nostro operaio emigrato - vediamo ora quali mutamenti induce nella sua personalità l' influenza del nuovo ambieute americano, ossia quali vantaggi egli trae e quali danni subisce per l' az;one dei nuovi fattori mesologici. Prima di procedere oltre conviene notare che il lavorio di questi nuovi fattori non è, per durata , tale da alterare

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==