Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 13 - 15 luglio 1908

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLA.JANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Jt,alia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero : anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Co1·soVittorio Emanuele, n.0 115 - NAPOLI Anno Xl V - Nnm. 13 I. ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 15 Luglto 1908 SOMMARIO: Gli avvenimenti e gll uonalnl: Dott. N. Colajanni: Per un incosciente sfacciatello - Noi: Le gravt respcnsabilità dei magistrati nel processo Doria -Canevelli - Sulla buona strada? - Ancora I' affaraccio della Mutuai reserve :-- La civiltà brigantesca ddle razze superiori - Un altro incontro con lo Tsar? - La pena di morte in Francia - Il pericolo Balcanico - L'ami.:o dell'lmpecatore - Dott. Napoleone Colajanni: Dalli al Professore! - Lodovico Fulci: Il libero diritto- A proposito di due recenti pubblicazioni - L' arbitrato nei conflitti agrarii - V. Giuffrida-Ruggeri: La gioi!!" infantile dei popoli vecchi -- Dott. Rocco Brindisi: Influenza della vita e dell'ambiente americano sulla personalità dell'emigrato italiano - lti\'ista <lolle IUvlste: Un oasi di benessere e di pace (Vita femminile italiana) - Il nuovo Bryan ( The American Review of Revieux) - li problema militare e la democrazia (Lo spettator·e) - Sul congresso industriale di Amburgo (Cortespondenrblatt.) - Il bilancio del regime doganale del 1892 (Economiste e11ropéen) - L'alba di una entente Franco Germanica (Contemporaiy Revitw) - L'alcool e il lavoro delle ·donne (Neue Zt!it) - L'Australia contemporanea (Revue politique et parlementaire) - La politica americana (Le mouvement socialiste) - La riforma del• l'Università italiana (Rivista di Scienra). Facciamo vivissima preghiera a tutti gli abbonati che non ancora hanno pagato l'abbonamento, di volerlo fare colla massima sollecitudine, per risparmiarci sensibili spese per l'invio di circolari o di mandati postali. GLI fi VVENI1'1ENTI e GLI UOMINI Per un Incosciente sfacclatello. -Nel mio articolo ContJ-o l' Università e contro g.''insegnanti supe1·io1•i era detto: « Fra i professori universitari non e ci possono essere dei Nurra , che i;crivono lettere e ricattatorie ai deputa ti tiepidi nel combattere la e legge sullo Stato ginridico degli impiegati >. L'articolo fu ripubblicato dalla Ragione, nella quale lo lesse il D. Pietro Nurra. cni si riferiva la frasP.. Egli si affrettò a mandare al direttore del giornale di Roma, una lettera, nella quale è detto: e Poiché questo e apprezzamento colpisce l'opera mia in rapporto alla e Coufederazione degli impiegati al !a qua le ap\Jartengo, « dichiaro nel modo più 1·eciso che l' 011. Colrijanni e mentisce, e lo sfido a provare la ve;ità della sua « affermazione >. Avverto che il cc,rsivo non è mio; ce lo mise La Ragione per richiamare, forse, l' attenzione dei lettori sulla importanza e solennità della mentita brutale, ~ che mi si dava. - •;_ ·Risposi ascmtto - rinviando il Nurra al Deputato Mira. Per q nanti mi conoscono altro non ci sarebbe bisogno di aggiungere, perchè sanno che non sono capace di mentire e di diffamare; ma io non pos~o pretendere che tutti i lettori della Ragione e dell_a Rivista mi conoscano personalmente. Perciò, più che a tutela. della mia dignità, e della serietà della Ri·vista in c11i scrissi , a dimostrare la bassezza di certi incoscienti riproduco integralmente• ]a lettera in carta intf'Rtata della Federazione degli Impiegati, indirizzata dal Nurra • all'on. Mira, deputato per Milano. Avverto che il corsivo in certe frasi ce l' ho messo io e che la lettera pervenne a Roma poco dopo iniziata la discussione sul disegno di legge per lo stato giuridico. Ecco la lettera alla quale non ho che tolto un finale accenno a peraone e a cose, che non c'è bisogno di nominare. Milano, lì 17 Giugno rgoS. Onorevole, ccCredo opportuno di informarla intorno al pensiero nostro e delle nostre :lssociazioni a riguardo della legge di stato giuridico. Le ultime elezioni amministrative a Milano a 'Bolo :na a Torino hanno parlato chiaro. Gl'impiegati in massa hanno votato la lista Socialista, opponendosi assolutamentea qualsiasi bloccodi partiti pvj>olari. Non le nascondo che opinione diffuslssima nelle nostre org-azzazioni sia quella che attribuisce ai radicali il proposito di non fare una battaglia a. fondo contro la legge di stato giuridico, ma solo di sostenere due o tre emendamenti. Se questa opinione venisse ,;onfermata dalla realtà, il bloccodei partiti popolari sarebbefinito, perchè tutte le nostre organizzazioni, alleate alla Confederazione del lavoro, lo combatterebreroad oltranza e n ppure il Partito Socialista oserebbesostenerlo. » ccLa situazione, come vede, è delicata e grave, pensi che a Milano, tutti i radicali impiegati hanno votato la lista Socialista. Ora io che sono fermamento convinto della utilità di un blocco rafforzato è.alla Confederazione del lavoro, mi confido con lei nella fiducia che sarò ascoltato.» « In poche parole da tutte le nostre organizzazioni si vuole a tutti i costi che la legge di stato giuridico non passi. I socialisti sono disposti a fare uno sforzo supremo, questo lo sappiamo, ma è pure as50]11tamente necessario che i radicali li secondino. » ccLa legge si presta meravigliosamente ad una lotta ostruzionistica : è così imprecisa, così monca che tutti gli articoli ofhono il campo ad emendamenti seri i sostenibilissimi. Cinquanta o sessanta appelli nominali bastano a mandare a picco la legge perchè la Camera non andrà oltre il 27 >). << Il contegno del Governo è fatto apposta per giustificare una opposizione quale noi la chiediamo: il Governo dichiarerà di non voler accettare alcun emendamento. Ma allora la Camera a che serve?» « Sappiamo anche che si ten tera una sorpresa:. il

338 RIVISTA POPOLARE Governo cioè farà ampie dichiarazioni di liberalismo. Questa è una truffa : le dichiarazioni passano ed il testo della legge resta ! >> cclo sono covinto che lei farà il possibile per g10varci: 3bbiamo scritto anche a..... » ccSe si riesce vittoriosi, le nostre organizzazioni animate ed entusiaste parteciperanno alla lotta politica, ed il blocco riceve alla Camera una sanzione tale, che non potrà più essere distrutta. » « Scusi del disturbo, e se crede mi tenga informato e mi giovi dei suoi consigli. » Saluti cordiali Dev. NuRRA Ed ora giudichi il lettore se io abbia avuto torto o ragione nel qualificare ricattatoria la lettera del Nurra, che chiedeva ai deputati radicali il massimo calore nel combattere la legge sùllo Stato giuridico e minacciando l'abbandono elettorale della Federazione degli impiegati nel caso che questa non fosse rimasta contenta; e promettendo il premio dell' appoggio suo e della sua entrata nei partiti popolari se i deputati radicali avessero Rrato diritto sulle orme tracciate dal Segretario della Federazione. Per non vedere il ricatto in questa lettera, occorre la mentalità e la moralità del Dott. Nurra; il quale in casi delicatissimi e verrei dire imponderabili come questo, pensa che la esistenza del ricatto non possa essere riconosciuta se non ci sia esplicitamente manifestata la intenzione di commetterlo. Della incoscienza del Dott. Nurra nel darmi così solenne ed aspra menti ta non mi .sorprendo. Siamo vecchie conoscenze : egli è quello stesso Dot t. N urra che con umoristica serietà mi annunziava parecchi . anni or sono di poter presentare un progetto col quale lo Stato avrebbe potuto risparmiare cento milioni all'anno per poterli dare agli impiegati senza licenziare una parte dello esercito e senza molestare i contribuenti; egli è quel medesimo Dott. Nurra che ho potuto conoscere ed ammirare per la lealtà, per la scienza e per la coscienza messe in certe polemiche sul prezzo dei viveri e , sui sindacati dei funzionari in Francia e in Italia. Se qualche sorpresa e qualche dolore potessi manifestare in questa occasione sarebbero per la condott.a della Ragione. Gli uomini che la scrivono mi conoscono appieno ; e pur ammettendo la cavalleresca , e vorrei dire infantile lealtà , nel pubblicare una lettera , che nella intenzione di chi la scrisse volea essere atrocemen te offensiva, mi addoloro e mi sorprendo pensando che avrebbero potuto aspettare un giorno per pubblicarla e chiedermi un chiarimento, che avrebbe potuto servire di coda o di cappello o, che avrebJ:.~ro potuto farla precedere o seguire da una. sola parola ci1 riserva ..., NAPOLEONE COLAJANNI + Le gravi responsabilità del magistrati nel processo Dorla-Canevelll. -Com'è no~tro costu1oe non vogliamo prouunziarei t:>U questJ triste processo mentre esso si svolge. Lo faremo e imparzialmente, appena esso sarà terminato. Sin da ora, però, possiamo pronunziarci senza scrupoli sulla condotta di due magistrati: il Comm. Caprino e il Comm. Tofano. Sapevamo del primo e sapevamo che la sua condotta era stata pessima durante il laidissi1110 tentativo di strappare delle confessioni ad Acciarito per mezzo del1' Angelelli; la sua condotta era talmente nota che il guardasigilli aveva sentito il bisogno di allontanarlo da Roma. Ma non avevamo voluto raccogliere le voci che ci erano pervenute sul conto del Tofano , che conoscevamo tanto onesto quanto intelligente. Purtroppo ci eravamo ingannati. Egli dall' interesse politico fu pervertito e da magistrato anch~ lui si trasformò in complice dell' Angelelli e dei suoi ignobili espedienti polizieschi. Noi siamo sicuri che l' on. Orlando prenderà severi provvedimenti contro il Caprino e contro il Tofano anticipando la ridposta alla opportuna interrogazione rivoltagli dall'on. Morgari; nè occorrono inchiedte per assodare le loro responsabilità e colp;rli, come non ne occorrevano per punire i De Luca-Aprile, i Fornari e gli altri colpevoli della Minerva. Fu at,to d'iusigne debolezza il porsi a riparo di uua Commissione d'inchiesta, che essendo di nomina governativa, non ha imµedito ai colpiti di sbraitare con ragione, per la forma., contro le punizioni cadute sul loro capo. Mentre non possiamo che giudicare severamente i due magistrati , che vennero meno al loro dovere godiamo nel tributare la dovuta lode al Comm. Bozzi la cui correttissima attitudine è in contrasto tanto spiccato con quello dei primi. Ma del Bozzi vogliamo far noto un episodio, che ne sottolinea meglio la delicatezza. Chi 1:,crvie seppe a caso della parte da lui rappresentata nell'lfffare Acciarito-Angelelli e si procurò un colloquio per essere autorizzato a portare la cosa alla Tribuna parlamentare. Il Bozzi confermò i fatti , ma pregò perchè non si facessero sorgere scandali alla Camera , cbe si potevano supporre da lui preparati per amore di popolarità. Onore a lui I + Sulla buona strada? -Nel numero precedente della Rivista a proposito della pubblicl\zÌoue della Re !azione della Oommissioue d'inchiesta per I' Esercito sull'artiglieria noi domandavamo: e i responsabili ? ' Noi allora non avevamo letto il non voluminoso fascicolo; ma a lettura terminata noi siamo rimasti sbigottiti e sdegnati. Tutto quello cbe sospettevamo è stato sorpaFJsato dai giudizi cauti e ponderatissimi della Commissione; la quale ha messo in una evidenza ?avv~ro schi~cciante l'ignoranza , ì' imprevidenza, la merz1a. e la disonestà dell'amministrazione della guerra. Si la disonestà-quella disonestà eh' era stata den11nziata. senza sotterfugi e senza eufemismi dalla Tribuna - apparisce lnminosamente dimostrata , dalla natura dei contratti con.chiusi colla Casa Krupp e che furono severamente criticati dal Consiglio di Stato quando al suo parere foro no sottoposti. Ma dei suoi pareri non si tenne conto e si continuò a regalare milioni ai costruttori tedeschi senza onestà e senza dignità. Diciamo senza dignità, perchè riesce davvero umiliante per noi che i Krupp abbiano accordato alla Grecia, alla Rnmania, alla Bulgaria ciò che negavano ad una grande potenza quale si pretende che sia l'Italia. I nostri governanti arrivarono sino a lasciare ai . Kru pp. la formulazione delle condizioni di prova cui dovevano essere sottoposti i cannoni e i proiettili da loro costruiti .... Per supporre che in tutto ciò non vi sia entrath. la disonestà bisognerebbe ammettere tale g;rado d'imbecillità nei nostri generali , che si dovrebbe ritenere più vergognosa della di~onestà stessa e certamente più pericolosa, perc'.è darebbe la misura del valore intellettuale degli uomini , ai quali sarebbero . affidate_ le sorti del '"paese in caso di guerra. Megl10, meglio, supporli corrotti I Alla Camera l' on. Gnicciardini nella discussione sulle nuove spese militari, che egli votò, fu severissimo nel giudicare l'azione del ministero della guerra in base alla Relazione della Commissione d'inchiesta. Egli, ad esempio, osservò: « Il contratto del 3 novembre 1906 è D"'l. esito a dichiararlo - e noi aggiungiamo, che di contratti se n~ conchimiero cinque uno diverso da.ll'altro, uno pegg10re dell'altro, in pochi anni .... - nno dei più dolorosi contratti dell'amministrazione italiana. E in veroè sempre l'on. Guicciardini che parla - come qualifi-

RIVISTA POPOLARE 339 care altrimenti un cont.ratto, che sanziona prezzi non mai approfonditi e discussi dai nostri corpi tecnici; che sanziona patti di collaudo lasciati all'arbitrio della casa fornitrice e che la Commissione militare di collaudo in Essen e i tecnici consultati dalla Commissione banno riconosciuti insufficienti ed illusorii ; che circonda il pattuito concorso dell' industria nazionale di tante limitazioni , vincoli o condizioni da renderlo presso che illusorio , come si è verificato col fatto recente per la fornitura degli shi·apnels? Leggendo i patti e le circostanze preliminari e concomitanti di questo contratto si prova come un senso di maraviglia che ci sia stata un'amministrazione italiana che abbia potuto sottoscriverlo > • C'è da immaginare, come ha dichiarato chi scrive queste note in un giornale politico, che i governanti italiani abbiano voluto compensare i Krupp delle somme spese dal loro capo stipite nelle orgie tiberiane di Capri..... Ma lo scandalo era stato troppo grosso e troppo autorevoli gli uomini che lo avevano denunziato, perchè non si desse una qnalche soddisfazione alla opinione pubblica italiana , eh' è di cosi facile contentatura. Non sorprese nessuno , quindi, il decreto che mise in aspettativa i generali Rogier e Mangiagalli, che sembrarono all'on. Ca.sana i più responsabili. Troppo pochi i puoi ti e troppo poca la punizione .... Ciò non ostante i due grnerali non si rassegnarono e in lettere pubbliche e in interviste si proclamarono vittime .... Nou solo; ma in Senato trovarono un timido difensore nel Generale Pedotti , che invocò· almeno le circostanze atteuuanti. Doveva invocarle, come uno degli ex ministri della guerra, su cui ricade una parte delle responsabilità assodate. Ciò gli osservò il ministro della guerra attuale. Noi non possiamo che lodare l'on. Casana della misura presa; ma il nostro peusiero l'abbiamo espresso affermando che troppo pochi sono stati i puniti e troppo poca la punizione ..... Tutt 1 J questo, in ogni modo giustifica pienamente il pensiero che abbiamo manifestato tante volte sulla nessuna fiducia, che meritano i nostri generali. Bene ha fatto, a.dunque, la parte repnbblicana della Camera che non ha voluto votare questi altri 223 milioni, che saranno inutilmente inghiottiti dalla eterna botte delle Dana.idi, che ha già inghiottiti tredici miliardi. + Ancora l'affaraoolo della Mutuai reserve. - La sentenza del tribunale di Roma, che ta fatto rimontare il fallimento della Mutuai al maggio 1905, cioè ad alcuni mesi prima dello svincolo famoso delle 300,000 lire prima negato fieramente dall'onorevole Rava ministro del tempo per l'agricoltura e commercio e poi concesso improvvisamente pel miracoloso e disinteressato intervento dell'on. Vendramini, ha aggravate le responsabilità giuridiche del governo e quelle politiche e morali dell' attua.le Ministro per la pubblica istruzione. Sarà pur vero che l'on. Vendramini, come un cavaliere antiquo, per pura e semplice amicizia s' indusse a spiegare tutta la sua influente e persuasiva eloquenza in favore di una società americana senza avervi guadagnato il becco d'un quattrino; sarà verissimo che gli onorari andarono esclusi vamente - la circostanza l'abbiamo appresa dalla bocca grisostomesca dell' onorevole Vendramini ... - al suo socio di studio avvocato Roberti; come nessuno dubita che all'atto deplorevolissimo di condiscendenza l'on. Rava sia venuto senza la benchè menoma ragione pecuniaria. Ma è altrettanto innegabile che l'atto di condiscendenza rappresenta una leggerezza, un errore i1nperdonabile, che dovrebbe in un modo qualunque esse re scontato. L' illegalità del provvedimento venne dimostrata in modo inconfutabile dagli on. Chiesa e Scalini, e non ci si può tornare sopra senza cadere nella malafede sciocca o ridicola. Su questo giustamente ha insistito Mine1·va - la rivista, non il ministero, che prende nome dal palazzo che ne porta il nome. Noi, che forse saremo costretti a ritornare sull'argomento, oggi rau u;.mo una voce che corre e, cioè, che per l'affare della Mutual si debba ripetere il classico, cherzez la f'emmel Oomnnque questo rimane assodato: ai respon1~'1.'l·i viene accordata l'impunità. E in Sicilia si ripete c e se si trattasse di un Nasi a quert'on ci sarebbe un processo o almeno si sarebbero imp, -,te le dimissioni a ministri e a deputati. La Stampa di Torino, chiude un grave suo articolo sulle tncompat.biliià morali (29 giugno) con queste parole, che colr 11ui no pienamente colle nostre : « Bisogna che il Parlamento abbia il corae-gio di < dire chiaramente ai suoi membri, anche simpatici , e onesti ed insospettabili, che quando si commettono im- < prudenze od errori, è meglio pagarne il fio, che die fendersi con argomenti sottili. In altri tempi si vee devano ministri e Ministeri cadere per nna semplice e gamba di Vladimiro. Ora i costumi parlamentari si " sono fatti troppo umani e benigni: si è trovato una « sanzione nuova e gentile: il silenzio glaciale: è quale che cosa. ma indica una mancanza di reA-zione nere vosa ché può preoccupare sulla sa '1i~à dell orgs.nismo " per l'avvenire: non vorremmo che -...furia d' silenzi « glaciali, le inframmettenze parlarn ntari avessero a e fiorire ìndisturbate certe che la pena ipotetica non è e troppo grave da sopportare, e che se ne può correr « l'alea senza troppe noie >. E noi oltre il famoso telegramma sulla gamba di Vladimiro, che costò il portafogli a Nicodera vogliamo ricordare che per un'accusa d'indelicatezza politicoprofessionale di minore importanza di quella rimproverata all'on. Vendramini, il povero Rosano si suicidò ... La stessa Stampa nel numero precedente chiudeva il lungo titolo apposto al resconto parlamentare della seduta sullo scandaloso affe1·edella Mutual Reserve, con q1rnsto parole: Morale: incompatibilità evidenti, fra l'esercizio dell'avvocatura ed il mandato legislativo. Perfettamente di ::i ccordo ! Ccntinuaudo su questo affare della Mutual, ed a commento della tardiva, molto tardiva, approvazione data dal comm. Maga.Idi, il funzionario del Mini~tero da cui dipendeva 1'affaire, riproduciamo questo brano di lettera del curatore del falli mento indirizzata al Gioi·nale d'Italia all' ind)mani della discu,;si0ne alla Camera: , ... Poichè l'on. Ram che ua ultimo a parlare e sapeva di non aver più contradittori, ha sostenuto, facendone il fulcro ddla sua difesa questa due cose : che le insistenze dell'on. Vendramini non influirono sulla sua decisione, e che lo ufficio competente del suo Ministero fu d'accordo con lui nello accordare lo svincolo, io mi permetto di provargli che ambedue queste affermazioni sono luminosamente smentite dalle stesse leah dichiarazioni dell' on. Vendraminii e dai documenti •. I quali provano 1) che l'ufficio competente il 18 giugno 1905 preparò la minuta da lui scritta all'on. Vendramini, nella quale si dimostravano le ragioni per cui lo svincolo lo si giudicava impossibile 11; « 2) che dopo il colloquio con l'on. Vendramini (vedi biglietto dell'avv. Roberti) il ministro si persuase· e mar.dò poi la nuova e vivace lettera dell'on. Vendramini ali' ufficio competente, il quale cominciando a capire dove il ministro voleva arrivare, non diede alcuna risposta»; « 3) che allora in data 7 luglio il ministro mandò all'ufficio l'ordine scritto di preparare il decreto di svincolo , ; 4) che ad onta di ciò l'ufficio resistette ancora tanto che, come risulta dai documenti che sono in mio possesso e furono già parzialmente pubblicati accampò l'esempio della National Francaise, per indurre il ministro a cambiar la sua decisione ». « E la maggior riprova di tutto ciò sta nel fatto che , appena scoppiato lo s :andato, il Governo, il giorno 4 maggio,

RIVISTA diramava a me,r,ro del/' Agen 1 ia Stefani, un comunicato, nel quale dopo avere esposti i noti cavilli giuridici, così luminosamente sfato ti ieri alla Camern, per sostenere la legittimità dello svincolo, si leggono queste parole : <1 II Ministero non poteva rifiutare lo svincolo, sebbene l'ufficio competente, per abbondare di cautele, avesse suggerito il eontrario I » « E dopo ciò augur.o all'on. Rava, di fronte al disastro che ha colpito centinaia di fam;glie, di avere così tranquilla coscienza come ho io e come hanno i miei collaboratori, i quali c~rcano il mezzo di alleviare i danni prodotti dal suo provvedimento». Avv. GIOVANNI MIRAGOLI Avevamo scritto il precedente ste\loncino quando ci pervenne I.a Frovincia di Vicenza (11 Lug!io) nella quale per difendere I' on. Vendramini si dice : « La Provincia di Padova riproduce un articolo del!' ono- « revole Colajanni sull'affare della « Mutuai Reserve » , nel << quale si mette in dubbio l'affermazione dell' on. Vendramini <1 che il suo intervento sia stato disinteressato; e ci domanda « ironicamente se anche il Colsjanni sia della risma di essa e « del suo corrispondente bassanese. « Non abbiamo difficoltà a rispondere. « Si capisce che il siciliano Colajanni sia felice di poter ere - « dere tutto il .mondo paese ... ~ L'allusione alla disonestà siciliana è chiara, stupida e imprudente. li peculato di Nasi nelle sue conseguenze materiali è poca cosa di fronte al caso della Mutuai ... Ma c'è di più e di peggio. La disonestà di tutto il mondo politico siciliano e meridio. nale sono inezie davvero insignificanti rispetto alle gigantesche ladrerie dei settentrionali. Quando si trattò dei furti di centinaia di milioni e di miliardi.-Legga bene la Provincia: di miliardi, abbiamo scrittonelle Ferrovie Meridionali, nelle altre costruzioni ferroviarie, nella Regìa cointeressata dei tabacchi, nelle forniture militari, in questi recentissimi vergognosi affari denunziati dalla Com missione d' inchitsta sull'Esercito, non presero parte nè sicici.liani, nè meridionali. E se non erriamo era veneto un certo Giacomelli ... Il solo corso for,roso del 1866 costò alla nazione molti miliardi; e il corso fo,·r_oso fu il prodotto della disonestà pazzesca del mondo bancario di Torino e di Genova, che non ha cambiato natura dopo quarant'anni. .. GI' imprudenti scrittori della Provincia di Vicenza leggano la Relazione di un veneto illustre, Seismit-Doda, e tacciano... come tacquero le centinaia di deputati che ascoltarono il discorso dell'on. Colajanni delli I I dicembre I go I, in cui questo ed altro venne ricor.lato. Noi vogliamo ammettere, che !'on. Vendramini sia onestissimo; ma egli ha agito in guisa tale che la sua onestà sembra inverosimile. E giacchè ci è chi mette innanzi la questione regionale nell'affare della Mutuai ci permettiamo di ricordare che per un fatto assai meno grave di quelli imputati e a Vendramini e a Brunialti il povero Rosano si suicidò ..... alla fin fine egli aveva preso un onorario per difendere una causa giusta e per difendere la libertà di un perseguitato politico ..... + La civiltà brigantesca delle razze superiori.- Un telegramma di Barzini al Corriere della Sera ba fatto conoscere che i cosidett.i Cavalieri della notte, una società segreta a contorni criminosi assai più netti e marcati di quelli della mafia e della cam01·ra, nel Keutuchy ha assalito in Damascus le case abitate dagli Italiani ivi raccolti e dopo un generoso fuoco di fila, incendi e deYastazioni, hanno lasciato il luogo facendo sapere alle autorità ed a coloro che impiegano gl' Italiani, che ritorneranno e li massacreranno se gli ultimi non verranno lice9ziati, poichè l'unico movente dell'atto brigantesco non è che l' avversione, che sentono pei nostri concittadini, che fanno loro concorrenza nel lavoro. Qui dunque ci troviamo di fronte ad una manifestazione criminosa , che non può nemmeno trovare le attenuanti dei linciaggi di persone, cui si attribuiscono dei reati gravi, e che la corruzione della magistratura farebbe sfuggire alla meritata punizione. Non si creda che l'atto compiuto dai Oavalie1·i della notte sia un caso isolato ; altri identici e p~ggiori da POPOLARE anni ed anni se ne perpetrano nella Virginia , nel Tennessee, nel Kentuchy e non contro stranieri , ma anche contro i propri concittadini , per competizioni economiche miserevoli derivanti dalla coltivazione del tabacco o per altri motivi analoghi. Chi ha letto poi Latmi ed Anglo-sassoni di Colajanni, sa che le gesta del genere e la violenza estrema dei costumi sono i vi di data antichissima. Dicano ora i nostri amici lettori, se i Nord-Americani abbiano diritto di scandaliLzarsi per tutto ciò che il peggiore elemento italiano compie a New-York o altrove e che viene raccolto e designato come delinquenza speciale della .Jf ano Nera. Nè in Sicilit&, nè in Calabria, nè in Sardegna dove si crede che la delinquenza sia più feroce si compiono atti così incivili, per il modo e per il movente, come quelli compiuti dai Cavalieri della Notte. + Un altro Incontro con lo Tsar?-Se ne parla, si annunzia, si smentisce; si torna ad annunciarlo ed a smentirlo. L'incontro di Guglielmo II con lo Tsar par destinato ai giuochi di bussolotto : ti vedo e non ti vedo. Che lo Tsar desideri incontrarsi con Guglielmo non è troppo provato dai fatti; ma che a questi possa far comodo avere uno scambio di idee con l'uomo che tiene nel pugno la pace dell'Europa, in seguito a possibili mutamenti di condizioni nei Balcani, uon è improba bile. Natural mente i giornali Francesi confermano una notizia che non farebbe dispiacere al ca pitale francese, seriamente impegnato in .Russia - si è sempre disposti a vedere quali realtà i propri desiderii -; j giornali inglesi , a loro volta smentiscono francamente la notizia. A dir vero noi ci sentiamo propensi a seguire più l' opinione dei Francesi che quella degli Inglesi , anche perchè alcuni fatti tenderebbero a provare che l' incontro fra i due Sovrani non è impossibile. Non è detto però che avvenga, e nulla di certo, ancora, può esser detto. Certo, se l'intervista avesse luogo non sarebbe dannosa. Vi sono molte cose che trattate da vicino, discusse a vi va voce sono risolute sempre meglio e più presto che per il tramite della diplomazia la qnale non ha mai impedito una guerra, nè è mai riuscita - e specialmente a proposito di un definitivo assetto nei Balcani - a concludere qualche cosa che valga. Al tempo stesso si parla con molta insistenza e con parecchio carattere di attendibilità di una visita del ministro Iswolsky a d' Aehrenthal. E' certo che, dato il momento attuale , è bene che Austria e Ru~sia. si trovino quanto più è possibile d'accordo. E ciò può giovare anche alla nostra politica. Bisogna non farsi illusioni. Noi abbiamo bisogno di pace non solo come ne hanno bisogno tutti i popoli del mondo e per le stesse ragioni ; ma ne abbiano un bisogno maggiore perchè, grazie alla amministrazione onesta ed oculata dei Ro• gier , dei Mangiagalli, dei Saletta , dei Pelloux etc., noi siamo senza cannoni , e alcune nostre frontiere sono senza fortezze. L'argomento è, ci pare, assf..i de cisivo. Ora il fatto di incontri di sovrani e ministri tendenti ad appianare le difficoltà enormi che vengono vieppiù aumentando nei Balcani non possono essere altro che ben visti da noi. Ci duole però che da queste visite ed interviste l'Italia sembri del tutto esclusa. Si era accennato ad una visita al de Aherenthal che 'l'ittoni avrebbe fatta andando nel Tirolo a cacoia. alle..... foche, ma pare che questa noti zia non sia che la caccia di un magnifico canard. E questo è male. E' male perchè la situazione nei Balcani in taressa sotto tutti i punti di vista anche noi , e sarebbe opportuno che ci si accorgesse in Europa che al mondo ci siamo anche noi.

RIVISTA POPOLARE 341 + La pena di morte In Francia. - Ormai è q_ua~i ~erto che alla ripresa dei lavori parlamentari il ripr1stmamento della pena di morte s1rà un fatto compiuto. Intanto la Tribuna c·ta una breve statistica impressionante assai, e che vale la pena di essere riprodotta > Sotto l'Impero, dal 1865 al 1870, le condanne di morte furono 193 e le commutazioni di pena 95 (44 per cento)- sotto la presidenza di Mac-Mahou, dal 1873 al 1878 , le condanne 179 e le grazie 112 (62 per cento) - sotto la presidenza di Grévy , dal 1878 al 1886 , le condanne 219 e le grazie 162 ( 76 per cento) - sotto la presidenza di Oflrnot , dal 1887 al 1894, le condanne 167 e le grazie 89 (46 per cento)». La statistica della delinq 11enza,e specialmente dea-li omicidi a scopo di furto, per brutale malvagità e delle grassazioni, secondo i sostenitori della pena di morte, - e la loro opinione non è del tutto conforme ai fatti - ha seguito un cresceudo spaventoso da quando la pena di morte era in vig-Jrd ad oggi che non lo è più. Senn"'nchè a confortare la tesi del Castillard, il relatore per la commissione ed antiabolizio• nista della pena, è vc-n11tala spaventosa, sproporzionata recrudescenza dei delitti di sangue , da che , per la clemenza di Fallieres la pena di morte è stata virtualmente abolita in Francia. Sembra che il famoso : que messiem·s les assassines commencent torni in via-ore e s_i_dir~10~tridi una assoluta verità. Dicono gli a;tia.boh~.10mst1: V_edete? Da che gli assassini non hanno prn paura di epmtser la, veuve essi si abbandonano con una specie di voluttà al loro istinto sano-uinario >. E potrebbe auche esser vero. Ma..... c7è un ma che ~uasta _il bel r11gionamento; in Inghilterra si impicca, rn media, una peraona la setti,nana: la impiccagione non è pubblica: si s~ soltanto di una esec11zione dal fatto di vedere esposta per alcuna ore alla porta di Halloway (Newgate non esiste più) una bandiera nera. . E' dunque un efficace mezzo di repressione la pena d1 morte? Osservando l' esem µio delr Inghilterra si dovrebbe dire di no: seo-nendo il rao-·ooamentù degli antiàbolizionisti francesi si dovrebb-; dire di si. La realtà è che il delitto non ha niente a che vedere con la pe°:a di morte. Dal Iato uti Iitario si può dire che la società , risparmiandosi il mantenimento dei delinquent!, ci ha un vantaggio, ma è così piccolo cbe, proprio, non franca la spesa di realizarlo. Il delitto è indipendente dal timore delle pene. Nè Ja paura dell'inferno, nè la paura del boia trattennero mai, nè trattengono, nè tratterranno la mano omicida anc_he perchè il delinquente piglia le precauzioni che egh crede migliori e spera e conta sempre di riuscire a farla franca. . Ciò che può dimint1ire la delinquenza non è la pena d~ ;11o~·te;ma ?eusì il migliorame11to grande delle C'Ond1z1om economiche, la correzione ai giovani delinquenti e 1~ _tutela della società esercitata su loro anche dopo uac1t1 dal carcere; ed 11na più alta educazione morale; una più idealistica educazione e tendenza. di tutta la ~ocietà. Questo è il vero freno : la pena di morte è mefficace. Sulla quistione ritorneremo, anche per combattere le sciocchezze, che per colpa del Com. Garofolo, sono sta.te dette alla Camera francese sulla delinquenza italiana. + Il pericolo Balcanico. - Voci-e noi c1 auguriamo che rimangano tali, auzi che sieno anche smentite - voci sinistre giungono dai Balcani. Si andrebbe davvoro verso una guerra Bulgaro-Serba? Sarebbe pericoloso : poiché ness11no può dire che messo fuoco alle poiveri di un barilotto non prendano fuoco anche tutti gli altri : e avremmo una spaventosa guerra Europea. D'altra. pa.rte il progetto lsvolsky per le riforme n~lla. Macedonia , progetto accettato e caldeggiato da Sir Edward Grey; e probabilmente ribadito nell' incontro di Reval , è ostico alla Turchia. Si sa che la Russia, e più ancora l' Inghilterra, furono sempre favorevoli alla autonomia della Macedonia, e si sa altresl che la Turchia non intende affatto permettere che le cose debbano avere questa soluzione, Ora il progetto Isvolsky, pure .affermando la sovranità della Turchia pare fatto apposta per aprire la stra ia alle pos3ibilit~ prossime del!' autonomia. Per ragioni d' int9resse economico l' Austria non può essere che opposta al progetto russ~, come, per r~gioni polit:che, gli è opposta la Germa.ma. Esclusa la nomina da parte delle Potenze <di un ,governatore generale , e la diminuizione delle truppe Turche nei vilajets di Monastir , di Serajevo e di Uskub, come l'Ighilterra proponeva; è rimasto ~ncara abba~tanza , nel progetto russo di che far torcere il naso alla Turchia. . L' istituzione della guardia comunale destinata a d~f~ndere i villaggi, l'aumento di pateri ai consoli, il diritto di controllo accordato ai membri dalla commissione finanziaria su l'attività dei tribunali sono tanti piccoli passi verso la soluzione definitiva della questione Macedone la quale non può essere che la liberazione della Macedonia dalla soggezione alla Turchia. Ma pacificamen te ? Basta pensare un i3tante alla Turchia, ed agli intere3si politici della Germania per rispondere di no. Il trattato di Muerzsteg s' è rivelato - alla prova dei fatti - inefficace ad ogni resultato utile, e quel po' che di utile era stato proposto in quP,l trattato come l' organizazione della gendarmeria. è stato reso nullo dalle mosse e dalla malafede dei Turchi. E~co ora il ragionamento che fanno i Bulgari, e la e Vetchern1t Iochta » lo sintetizza in poche parole : ~' dice il giornale bul~aro , il progetto delle riforme e accettato dalla Tnrchia ed allora i Macedoni non hanno da sperarne niente di bene; o contiene davvero delle riforme radicali utili alla Macedonia e:l allora la T1 1rchia non lo accetterebbe che co-1trettavi da una guerra sfortunata. E' possibile cbe Inghilterra e Russia facciano la guerra al Sultan0 pe,· la MacedoniaQ? Ma certo; dunque l' nnica speranza dei nostri fratelli 1vlace_donisiamo noi Bulgari » ( Corriere di Sofi,t, 1224 giugno). E questo è chiaro. Più chi11ro ancora è l'atteggiamento della popolazione greca la quale dà denaro e:i incoraggia la formazione delle bande per la Macedonia. D'altra parte le bande bulgare si creano per opporsi alle bande greche e serbe; ed il fermento in Bulgaria cresce tutti i giorni ed il governo e specialmente il Tachepp non si nasconde dove può condurre la partita impegnata da un lato e dall'altro in Macedonia Non bisogna dimenticare che l'Inghilterra e la Russia si sono assunte l' incarico del mantenimento dello statu quo in Macedonia, e che la Tm·chia sa di potere essere sempre appoggiata dalla Germania il giorno in cui si tratt-asse di diminuirne il territorio in Eul'Opa. E allora? E se la guerra Bulgaro-Serba che si minaccia; che i Bulgari. vogliono ed i Serbi anelano scoppiasse ; si è, si può star certi che le potenze direttamen te interes~ate manterranno la neutralità. e sapranno mantenere lo statu quo? Il pericolo grave sta qui; ed è bene e doveroso segnalarlo perchè non ci arri vi poi la brutta sorpresa di trovarci in pieno waltzer senza aver voglia nè scarpini per ballare. + L'amico dell'Imperatore. - La caduta non poteva ·essere più· ingloriosa. e più completa. L' Eminenza grigia dell'Impero Tedesco, il pdncipe padrone del cuore del suo imperatore , depasitario dei o-ravi segreti di Stato, fattore e demolitore di ministri, di Grandi Cancellieri, di coudiglieri della Corona 1 il te -

... 342 RIVISTA POPOLARE muto e invidiato principe Eulemburg trascina dal letto di ospedale, al ba co dei rei la sua malconcia persona e la sua miseria sessuale. In verità il fenomeno non ci interesserebbe, nè, crediamo interesserebbe alcuno, se la vita del Principe Eulemburg non fosse stata tutta intera , fino al giorno della ignobile cacciata, a dirigere , di dietro le scene , le sorti della Germauia. Il µrocesso ha questo di tragico che non è soltanto un pervertito che il Tribunale è chiamato a giudicare, ma altresì tutto un sistema di politica che aveva fatto della Germania, l'immane bordello a servizio delle de generazioni dell' Eulemuurg._ Questo è il fenomeno grave, ed è la risoluzione di questo fenomeno che dimostra quRnto sia pericoloso il troppo grande potere di nn ::;olo. L' Im1wrntore Gugliel!.110, conquistato dallo spirito, dalla intelligenza, ed ancbc dalla falsa modestia di questo uorno , 11cascoltava più volentieri che di ogni altro i consiidi, e ne seguiva con fiducia cieca i suggerimenti. Di qui il male. L'alto potere, in Germania, in tutti i suoi organi ; in tutte le sue possibilità di m0.nifestazione era nelle mani dell' Eulemburg e dei suoi miei. Si era realizzato il fatto curioso che la rntzione più bellicosa, la più militarista, e per conseguenza quella che dovrebbe essere la più virile , era guidata e governata da uomini che di virile non avevano ....... che la tenerezza dei loro barcaioli. Terribili testimoni quell' Ernest e quel Riedel che hanno -letto molto, ed anche lasciato capire molto di più. Ha lasciato capire quanto marcio fosse non in Danimarca ma alla Corte germanica, dove gli interessi del paese erano guidati dagli intrighi d'una combriccola di cialtroni e di degenerati i cui tipi più spiccati sono quel1' Jorolimek del quale la Wm·heit, fa un quadro tutt'altro che lusinghiero, e l'Eulemburg a proposito del quale ogni commento è snperfluo. E andiamo avanti. Andiamo avanti perche il processo procede-. 11 troppo speditamente ma procedee malgrado le porte chiuse le indiscrezioni fanno bel bello il loro cammino e lo scandalo dilaga. Dilaga perchè, ed era da aspettarlo, non è solo l'Eule.mburg il degenert1.tQ; ma tutta la cricca eh' egli aveva introdotto alla corte tedesca è devota alla Venere Urania. L'Huelsen Huesler, il principe R. Dohna Schlabitten, il conte M.oltke , il conte Wedel e molti altri sono messi alla gogna di questo processo, e Aquile Nere, Croci di Ferro , Aquile Rosse , tutti i begli ordini Teutor:.1ci ballano la sarabanda del Sabbato nero dinanzi al Tribunale. Questa la Germania che pretende ~ar paura all'Europa ! La Germa ia dei. corazzieri hihno:1i solidi costoloni prediletti da: commensali dei la 'f J.vola Rotonda, e dai politicanti e intriganti di alto b rdo, militaristi, guerr5-fondai e:r:. la Germania super-ufficiale in una parolcl,: perchè 'altra Germania , la· Germania che è po::. natura paci{ica, sobria, aliena dall'intrigo e lavoratrice; che non ha alcuna voglia di seminare di suoi c..._.averi e di altri un qualsiasi campo d'Europa: questa Germania guarda con disgusto ed orrore questi eroi. .... delle alcove nere, e che molto male accorto è il suo sovrano se si Jiato - fino a che Harden r,arlò - circondare di tali consiglieri, ed ebbe simili amici. Un'ultima osservazione. Che cosa sono tutte le miserie del parlamentarismo di fronte alle infamie, ai pericoli, . ai danni del paternalismo imperialista ? Che ne pensa Rastignac? NOI - Riceviamo continuamente dagli abbonati richiesta di numeri della Rivista Popolare 11 e 12 dell'annata XI. Rammentiamo ai richiedenti che quei numeri costituiscono il fascicolo speciale consac1'ato alla memoria di Giuseppe Mazzini. In detto fascicolo la nume1·azione delle pagine segue quella della Rivista, per comodità degli abbonati che fanno ri"legarein volume le annate DALLJALPROPESSORE ! È continuata e continuerà nella stampa la polemica sul rigetto della legge pel miglioramento economico dei professori. Alcuni giornali , anzi molti giornali - Corriere della Sera, Secolo, Giornale d' Italia ecc. - hanno pubblicato una lunga serie di lt ttere degli insegnanti e le hanno commentate in vario senso ; il Secolo ha provocato un vero referendum ed altrettanto intende fare La Nuova Antologia - la maggiore rivista d' Italia. I commenti dei giornali costituzionali in generale non sono stati ostili alla causa dei professori , ma piuttosto benevoli; i tre quotidiani socialisti , a giudicarne almeno da alcuni articv11, sono tutti impregnati dello spirito, che animò Giacomo Ferri e Cornelio Guerci; talor:i li sorpassano nell'avversione verso i professori. Più astioso di tutti è riuscito Arcangelo Ghisleri nella Ragione. E di ciò, per ragioni politiche e morali, sulle quali ritornerò in ultimo, mi addoloro maggiormente. Mentre tra i deputati, che Vl)tarono contro la legge o che si astennero - meno, s'intende, coloro che a tale voto vennero per bassi rancori personali, per invidiuzze ancora più basse o per assoluta deficienza- intellettuale-mentre tra i deputati, ripeto, e' è un movimento quasi di vergogna per quello eh' è avvenuto e che parecchi non sospettavano, che avvenisse , ci sono professori o ex professori, che se non lodano apertamente , _scusano il voto. E' tra questi il Prot. Ghino Valenti; ed egli è tra coloro che non dovrebbero parlare, perche invece d'insegnare economia politica a Padova per gran parte dell' anno se ne sta a Roma ; e da molto tempo con un incarico al Ministero di agricoltura e commercio per organizzarvi statistica agraria. Il silenzio s'imponeva a lui, dunque, che è tra quelli che alle critiche hanno potuto dar fondamento.- Più acerbo è l' on. Brunialti , che insegnò per molti anni diritto costituzionale in una Università, ma che poscia , certamen te per amore di lavoro, passò al Consiglio di Stato, passando da L. 5000 a L. 9000 all'anno. Al passaggio non fu spinto da questa miserabile differenza di stipendio; oh no! ma solo pel desiderio di lavorare. All'Università egli poteva fare 70 ore di lezioni all'anno, al Consiglio di Stato, ci apprende che fa, non ricordo bene se 200 o 300 ore di Lavoro. Nella sua confessione c'è una lacuna che sarebbe bene colmare : l'ex Professore Brunialti, che lasciò l'Università perchè sentiva di essere troppo lautamente pagato pel · lavoro che faceva , ci dovrebbe far conoscere quante ore di lavoro impiega al Consiglio di Stato per farla da arbitro ...... contro lo Stato e quante migliaia di lire gli fruttano queste ore di lavoro, se non di frodo, certamente straordinarie. Non dirò verbo su questo rapporto tra lo sti-• pendio e le ore di lavoro in attesa che il Brunialti continuandone l'applicazione proponga che gli stipendi dei professori vengano ridotti in proporzione delle medesime e in guisa che essi abbiano un migliaio di lire all'anno. E perchè dovrebbero lagnarsi se essi ricevessero cinquanta volte di più di un manovale che guadagna venti centesimi all' ora? Ah! si, adottiamo per l'insegnamento superiorepel secondario non occorre alcun provvedimento :

. RIVISTA POPOLARE 3+3 i professori dei ginnasi, dei licei, delle scuole tecniche ecc. fanno parte delle loro Camere del lavoro , credono nel socialismo ; basta questa circostanza perche ci sia la sicurezza che essi fanno il loro dovere - adottiamo per ì'Uoiversità questa misura dello stipendio io proporzione delle ore e costringiamo i professori a fare lezioni ai banchi dalle 8 antimeridiane alle. 7 pomerid. - non sarà negata un' ora d' intervallo per la colazione - se vogliono mantenere le 5000 lire, di cui godono attualmente e che arrivano talora, per pochi fortunati, quasi a raddoppiarsi coi corsi liberi e colle propine considerevoli, come a Napoli. Certamente s'inspira a tali criteri un grande clinico; il quale mi si assicura, che abbia detto essere più che sufficiente lo stipendio attuale. Si può prestargli fede. Egli non solo non ha figli , ma guadagna la bagattella di centomilalire all' anno c0llo esercizio della medicina ; somma ben guadagnata e che non ha che vedere coi guadagni del Consigliere di Stato Brunialti, perchè egli è realmente un grande clinico. Un professore , che ha tirato sassi nella propria colombaia è Ettore Ciccotti; ma si deve confessare, però, che egli la critica l' ba derivata da una concezione sociale vasta ed ha segnalato le deficienze gravi dell'insegnamento universitario, come un indice del perturbamento generale della società attuale. « Fanno poche lezioni i Professori? egli ha ccdomandato. Ma in gran parte la colpa si deve ccalla istituzione del Consiglio superiore, alle riu- << nioni delle Commissioni pei concorsi, alla prima, « alla seconda, alla terza sessione di esame ec. ec. « che assorbono l' attivita dei professori ». Poteva aggiungere all'elenco i tumulti periodici degli studenti, che si vergognerebbero di essere chiamati tali, se almeno per due volte all'anno non facessero sospendere le lezioni e chiudere l' Università ..... . Sanno tutti a Napoli , che ho dovuto sinanco difendere coi mezzi materiali il mio dovere e il mio diritto di far lezione e che quasi in ogni anno mi tbcca di essere accompagnato sino io istrada da qualche centinaio di studenti, che urla, fischia e mi colma di vituperi perchè non voglio sospendere la lezione se non costrettovi dalla violenza. E in quest'anno alcuni bravi imbecilli credettero di farmi dispetto seguendomi al grido di: Viva Nasi! Non basta: Per molti giorni a Napoli - Università con circa 6000 studenti -- non si potè fare lezioni per m_ancanza assoluta di aule , occupate - quattro in tutte I I - dalle Commissioni di esami .... Oh ! che colpa ci hanno i professori in tutti questi gravissimi inconvenienti ? Le conseguenze dei medesimi per un diligente osservatore sono ancora più gravi di quello che possono apparire di primo acchito. Non sono soltanto quelle dirette e immediate; ma ce ne sono altre indirette e mediate: nei professori e negli studenti s'infiltra un senso d'indisciplinatezza e di disabitudine al compimento del proprio dovere, che gradatamente demoralizza i migliori e le cui conseguenze permangono, anche quando non agiscono più le cause, che le generarono. In tutto questo che colpa hanno i professori ? Il male è negli ordinamenti ; il male è ancora più grave nei Ministri che non provvedono. C'è voluto il perièolo constatato dal Genio Civile e la ferma decisione dei professori e degli studenti a non mettere più piede nelle aule cadenti della Universita di Napoli per provocare una visita del Ministro Rava, che rimase sbalordito ed atterrito delle conJizioni del vecchio e cadente edificio universitario e dette quei provvedi men ti, che invano da parecchi anni erano stati da me e da altri indicati alla Camera e invocati in tutti i modi e in tutti i toni dai vari ... t~ttori e da Carlo Fadda in 1spec1e. + Ettore Ciccotti che si è mostrato cosi severo verso le Università e verso gl'insegnanti - e se io la pensassi come lui ne uscirei sdegnosamente, tanto più se fossi costretto a non fare lezioni per mancanza di studenti .... - ha però almeno riconosciuto « che il lavorofatto con metodi sperimentalinei gabi- « netti e nei laboratoriè assaidifficile,che possa riu- « scire del tutto inutile.... >> . Egli è stato sorpassato. Una rivista scolastica ha fatto le più atroci insinuazioni contro Angelo Battelli ed ha quasi voluto far comprendere che i lavori scientifici, che gli hanno procurato il premio dei Lincei non sono suoi, ma dei suoi collaboratori e che egli, perciò, ha truffato il premio. Arcangelo Gbisleri ha tentato gettare il discredito su questo lavoro fatto con metodo sperimentale , togliendo all'Università il merito di ciò che ha fatto Marconi. « Nel campodellescienze il Mar- « coni, egli osserva, non è professoreuniversitario >>. Ma di grazia: non ha alcun merito il Battelli se ha saputo creare o scovare e dirigeri collabora tori intelligentissimi, ai quali lealmente ha assegnata la parte di merito che spetta loro, associandoseli nella presentazione delle scoperte ai Lincei? E che cosa sarebbe stato il Marconi, senza I' Università, senza le scoperte del Professore Righi ,. di cui egli fu l' assistente ? + Ettore Ciccotti con mano maestra descrive la degenerazione di certe facoltà, specilmente nel campo delle discipline morali, filosofiche e storiche - il campo nel quale egli insegna - e staffi.la a s~ngue i professori perchè essi si appartano dalla vita, rntesa nel senso più alto e più moderno. Egli onestamente lascia comprendere, però, che la fiacchezza, l'egoismo, l' inerzia degli insegnanti sono le caratteristiche di tutta la società italiana. E poi soggiunge : « Qn:m- « do mai i professori universitari italiani possono « come compagine, ricordare un atto come quello « con cui sessantotto professori ordi:1ari di Berlino, « col Mommsen e il Virchow alla testa, reagirono, « in un ambiente saturo di tradizionalismo contro « il divieto d' insegnamento minacciato al libero «. docente socialista Arons ? » Adagio. Io non so che cosa farebbero i professori italiani se si presentasse il caso Arons ; e non si può condanmire per reato ipotetico. Non è vero? Ma c'è di meglio. Quarant'anni or sono, se non erro, ri fu un tentativo di punizione contro tre professori - Carducci, Ceneri, e Piazzi - per le loro opinioni politiche; e 0011 furono abbandonati e la violenza si arrestò agli inizi. D' allora in poi le cose si sono svolte in guisa che i professori delle università italiane non possono essere messi alla -prova ipotetica accampata dall' amico Ciccotti. Infatti è regio professore lui ch'è soci:1li- .. . ' . .. . ' . sta tra 1 pm avaozau e senza aggett1v1; e regio pro , .

RIVISTA POPOLARE fessore nella stessa Universita dove lui insegna il Salvemini chè è socialista non tiepido ; sono re;io professore io che sono repubblicano; è regio professore Arturo Labriola ch'è sirnlacalista ... Nessuno ci torce un capello. E nessuno torce un capello a tutti i regi professori delle scuole secondarie, che sono quasi tutti apertamente, crdnement, socialisti o sindacalisti. E si che molti hanno una voglia matta da essere molestati per essere eletti deputati, come martiri della scienza e della libertà. + Il Lavoro ha accusato le facoltà d'intolleranza scientifica e di ostracismo ai candidati, che no:1 la pensano come gli esaminatori. Il caso è umano: chi sinceramente crede di essere in possesso della verità non può vedere di buon occhio colui che sta agli antipodi ... Ma non tutti i casi citati clal giornale genovese hanno lo stesso valore, nè tutte le vittime nominate valgono quanto Ardigò e Ferri. Chi sa che con un più diligente esame lo stesso Lavoro non si ricrederebbe ? Comunque esaminiamo alcuni di questi casi. Asturaro? Si dette alla Sociologia, che non fa parte dcl1' insegnamento ufficiale nè in Italia, nè altrove· d'onde ii ritardo nelia sua carriera. ' Vuole il Lavoro una prova dell'intolleranza delle commissioni? Quella che ne propose la promozione ad ordinario tre o quattro anni or sono era composta di Tocco, Barzellotti, l{agnisco, Petrone e Tarantino: tutti, se non erro, suoi avversari scientifici; e tutti si adoperarono presso 'il ministro del tempo perchè giustizia gli fosse resa. Ardigò di oaai non è quello di trent'anni orsono, e tutte le facol;à oggi tributano meritati onori al grande filosofo. Ferri? Ma Ferri, per lo appunto può servire per dinwstr;ue il contrario: giovanissimo, non so se aveva 25 anni, , dalla Facolta di Bologna fu incaricato di succedere ad Ellero; e dopo fu chiamato a succedere a Carrara nell'Università di Pisa ! La Facoltà di Napoli all'unar1imità propose Bovio per l'at. 69; e i proponenti erano tutti suoi avversari politici e scientifici. Pantaleoni da recente fece riuscire in un concorso Arturo Labriola, che con lui sta agli antipodi. Potrei citare cento altri ca si simili, che bastano a compensare i casi contrar i, che sono certamente deplorevoli. + Il colpo che mi riusci più doloroso fu quello lanciato da Ghisleri perché venne da pi:!rsona che amo e stimo da oitre 30 :rnni. Si riassume in questo brano : ccMa ora sono dessi i signori professori, che cc vogliono imporcisi in blocco, come «classe» con le « loro vanterie e coi loro pronunciamenti in massa cccontro chiunque si arrischi a parlar~ di abusi « o di deficienze, che li riguardino: se ne sono do- « vuti accorgere gli ou. Guerci e Giacomo Ferri ; cc ma anche 1' on. Bisso lati non venne risparmiato. E' « la n_uova morale « di classe >) lo spirito di cctep- « pa )> trasferito dalle combriccole degli strati in- « feriori sulla ribalta della vita pubblica. Una volta ccTecoppa gridava: ccha detto male <liGaribaldi » « e ciò bastava per isc:nenare la cagnara delLt folla « contro ... magari la sua vittima; ora basta ~ un « oganiz.z.ato qu,dsiasi, spaz.~ino o fornaio o profes- « sore d'universita di gridare: « hanno parlato male « della qostra classe » per eccitare la canea nella so .. « cietà collettiva contro i denuncia ti >>, Qui l'ingiustizia assume forme mastodontiche. In un altro articolo il Ghisleri aveva iniziato l'a ttacco ~icordando il mio precedente. Se non conoscessi la su·,1lealta direi che egli lo riprodusse per procurare maggiore efficacia a quanto aveva intenzione di dire dopo. Checche sia delle sue intenzioni, questo è certo che egli ha superato Guerci e Giacomo Ferri nelle accuse ai professori. Ciò non mi pareva possibile. Paragonare i professori alla teppa e tacciarli di sindacalismo e proprio nel momento in cui La Ragione è tanto :-emissiva coi sindacalisti di Parma è cosa veramente enorme per la sua ini(luità. I professori sono vittime della teppa e del sindacalismo anonimo parlamentare e di quello aperto della stampa socialista e repubblicana. La solidarietà in questo caso è vergognosa perchè i socialisti non guarda.- rono pel sottile e non cercarono se tutti gl' insegnanti secondari facessero il loro dovere, se tutti i post-telegrafici fossero stinchi di santi; se tutti i Nurra della burocrazia fossero meritevoli di miglioramento economico ... ma per tutti, senza discrimin:i.7-ionie senza distinzioni, ottennero aumenti di stipendio; e tutti i magistrati l'ottennero benchè si sapesse dalle inchieste ufficiali che molti invece meritavano, se non la galera, almeno l'espulsione; e tutii i militari l'aumento ebbero benchè essi tecnicamente e intellettualmente da molti anni si siano mostrati della quantita negative ... solo pei professori si deve parlare di teppa e di sindacalismo da loro esercitato I Come e per~hè ? Perchè hanno osato protestare contro le calunnie , cui furono fatti segno nella Camera I Ah I non sospettavo davvero che Arcangelo Ghisleri venendo a Roma si fosse convertito ad una morale ultra cristiana, che consiglia di offrire l'altra guancia a chi vi ha applicato uno schiaffo sulla prima! Da quando in quà chi si difende da un'ingiusta aggressione dev'essere considerato come un teppista? Se i professori universitari, poi, volessero tare della teppa non lo potrebbero; e perchè non lo possono sono stati trattati come sappiamo dalla Camera' e dalla stampa democratica. Essi non hanno forza elettorale; non hanno forza numerica. Perciò nessuno li teme. Se tutti i professori universitari si sono trasformati in teppisti e in sindacalisti, cioè, in sen?plici e pacifici protestanti, egli è che le accuse tutti colpirono; nè essi negarono che tra loro ci fossero gl'indegni, come vorrebbe far credere il Ghisleri; nè essi si levarono h difesa dei denunciati. Essi protestarono, perchè tutti furono colpiti, non semplicemente denunciati, e dalle accuse e dal rigetto della legge. Questa la pura e semplice verità, che non patisce contraffazioni nè da Ghisleri nè da altri. + Ma Arcangelo Ghisleri è uomo giusto. Egli, infatti, afferma: ccLa quistione dello stipendio è per ccnoi foori discussione. Di fatto, fin dal primo areeticolo dicemmo, che non a 7500 ma a 10,000 lire ccil sentimento pubblico ( di cui cercammo di farci ccinterpreti) accetterebbe volentieri l'aumento dello « stipendio dei professori universitari, ccquando la cclegge che lo propone desse al pubblico la garan- « zia che i professori stipendiati fanno davvero « scuola e tutto il sistema venisse riformato in

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==