316 RIVISTA POPOLARE ♦ Un cenno sull' art. 14 che mira ad infrenare lo sci~pero, l'ostruzionismo, e il sabotage tra i funzionaru ... Non è ingiusto; nè è inutile, tanto che contro quell'articolo se ci furono discorsi dei deputati della Estrema, furono pronunziati per mera platonica e dottrinaria affermazione. Tra i banchi della stessa Estrema non mi sono imbattuto in un solo deputato che non fosse convinto pier.amente della convenienza di un tale articolo , che l' arroganza e la bal?rdaggine di molti funzionari ha reso necessario ... Un impiegato attivo, onesto e intelligente, il Campanozzi, ha voluto com battere sull'Avanti (12 Giugno) tale articolo con un parallelo tra lo scopo che si propone il progetto Clemenceau in Francia e quello Giolitti in Italia, giudicando della opportunità del primo e della sconvenienza del secondo dalla diversa condizione dei due paesi. • Il Progetto Clemenceau si giustifica, dice il Campanozzi, con l'esame delle condizioni politiche della Franc:a, dove la Conjederdr_ione del lavoro è costituita da un elemento ultrarivoluzionario, herveista e antipatriottico, e alla quale non è possibile ammettere che possano aderire le associazioni p1ofessionali di funzionari: giustificazione addotta dallo stesso Clemenceau nella risposta indirizzata il 5 aprile 1907 al Sinda cato degti istitutori. li 1 In conclusione la politica di Clemenceau non tende ad altro che ad infrenare le tendenze sindacaliste-rivoluzionarie di una sparuta minoranza di agenti e subagenti, pur rispettando nella loro integrità i diritti dei funzionari e delle organizzazioni. E ciò nondimeno il progetto Clemenceau, dopo un anno e mezzo dalla sua presetnazione, è rimasto inscritto ali 'ordine del giorno della Camera, in ~i eme col contro progetto Jeannency che tende ad emendare i punti repressivi su accennati; mentre in Italia, è possibile che in 15 giorni, si maturino la discussione agli uffici, la relazione dell' on. Pozzi e l'approvazione della Camera, come se si trattasse d'un imminente pericolo nazionale! » « In Italia, o cornacchie conservatrici, le cose mutano d'aspetto. li « Quì, d'impiegati rivoluzionari, herveisti e scioperajuoli, non si conosce neppure l'ombra, salvo le poche traccie lasciate dai germi dell' industria privata nell' organizzazione dei ferrovieri, e ehe vanno, a vista d'occhio, scomparendo. La grande massa degli organizzati non segue che la politica dei propri interessi che coincide con la ,politica della democrazia. E se è vero che, mercè l'influenza delle organizzazioni, gli impiegati, in partt:, si sono emancipati dall' adorazione dei auperiori gerarchici; è anche vero che ciò ha contribuito a moralizzare e democratizzare le amministrazioni, togliendo al paese il rischio d'una burocrazia tirannica e sperperatrice; come è verissimo che ciò ha elevato la coscienza civile e pro· fessionale degli impiegati. li « In Francia Clemenceau vuole reprimere la ribellione; in Italia la ribellione è voluta unicamente dal Governo ». Lasciamo andare tutto ciò che egli afferma sulla elevazione, sull'azione moralizzatrice degli impiegati nell' amministrazione, sostenuta anche da Alessio e da altri oratori dell' Estrema, ch'è la cosa più umoristìca e più falsa di questo mondo e veniamo allo spirito dei funzionari italiani, eh.e si vuole presentare come assai diverso e assai migliore di quello dei francesi. Se vi siano herveisti tra i funzionari italiani io non so di certa scienza ; ma essendo l' herveismo la quintessenza dell' anarchia è dell' egoismo mi pare impossibile che non ce ne siano. In quanto a partigiani dello sciopero, dell'ostruzionismo e del sabotage via l il Campanozzi, che conosco per un galantuomo, da prova di un corag .gio straordinario, che confina colla sfacciataggine, negandone l'esistenza. Come egli ha potuto dimenticare l' ostruzionismo - peggiore dello sciopero - praticato dai doganali e lo sciopero minacciato dai postetelegrafici, dai demaniali, sinauco dai magistrati, dai carabinieri e dagli ufficiali dell'esercito ? Proprio mentre egli negava con tanta audacia la verità, i demaniali iniziavano lo sciopero a Palermo, a Firenze, a Perugia ..... Se fosse poi vero che manca in Italia lo stato d' animo, che si deplora in Francia - ed io, e con me mille altri , sono persuasissimo che tra noi è peggiore e più diffuso che nella vicina repubblicadato il contagio psichico si può presumere che penetrerà in Italia a breve scadenza come tutte le altre correo ti d' idee buone o cattive. Del resto è sempre meglio prevedere e prevenire che reprimere. Ma la minaccia di una punizione servirà ad impedire le manifestazioni criminose degl' impiegati ? Per rispondere a questa domanda bisogna riportarsi alle quistioni più generali : giovano le pene, servono ad infrenare la delinquenza? In senso assoluto no; ma in senso relativo certamente si. Nonostant€ le decapitazioni avvengono ancora omicidi in Inghilterra. Ma quanti si trattengono dall' attentare alla viLa altrui per la minaccia della pena di morte? La pena non impedisce i reati in certe circostanze eccezionali ; non ha presa sui caratteri forti. Ma agisce nelle circostanze ordinarie e sui temperamenti medii. Chi potrebbe negare che la punizione dei promotori dello sciopero ferroviario non abb/a reso più prudenti e meno impulsivi i ferrovieri? ♦ Dati i gravissimi difetti della legge la sua approvazio11e, senza un qualsiasi tentativo di correzione da parte della Commissione parlamentare che l' esaminò e di cui fu relatore l' on. Pozzi, senza che i gruppi costituzionali si fossero ricordati dei loro principi o dei loro precedenti, deve spiegarsi sic et simpliciter colla dittatura esercitata dall' on. Giolitti e colla supina acquiescenza, che confinerebbe colla viltà, della Camera ai suoi voleri - acquiescenza o viltà resa più mostruosa dalla paura delle elezioni generali non lontane ? Non nego la dittatura e non attenuo la scarsa combattività della Camera, per non adoperare una parola più offensiva, ma sarebbe un ingannare il paese se non si aggiungesse che e' era dell'altro, che rendeva feroci - è la parola giusta - i deputati di destra, del centro e di sinistra contro gl'impiegati e li induceva ad appoggiare con entusiasmo le proposte di Giolitti, pur riconoscendo che esse fossero soverchiamente reazionarie. Tali sentimenti furono manifestati da deputati conosciutissimi per la loro rettitudine e per la loro indipendenza e cultura ; qualcuno di essi da molto tempo vota contro il ministero e vota spesso insieme e all' Estrema. Faccio il nome di un solo che vale per molti: Giustino Fortunato. Altra volta io dissi che i funzionari in generale diventano uggiosi, addirittura invisi, per la diversa loro condotta prima e dopo di essere tntrati nei ranghi. Prima umili, sommessi, soddisfatti della posizione, cui aspirano e che considerano come la salvezza propria e delle famiglie; e per raggiungere la quale pregano, scongiurano, consigliano imbrogli, chiedono favori. 'Dopo petulanti, arroganti, malcontenti, minacciosi; appena entrati nei ranghi si ac-
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