Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 12 - 30 giugno 1908

314 RIVISTA POPOLARE dal Parlamento, e fu un miracolo se i valentuomini, che l'avevano compilata con grande cura e con grande amore, non furono denunziati al procuratore del Re, per delitti) contro la sicurezza dello Stato ii ... ((Speriamo che i lavori della Co.t~missione d'inchiesta sulla guerra abbiano sorte migliore. Occorre che la pubblica opinione sia vigile, molto vigile. Si tratta d<'lla questione più vitale: la difesa nazionale, la quale compendia la vita morale, materiale, economica di tutti. E' il presente, è l'avvenire, è la iìtoria del nostro popolo, che può essere vòlta a rovina o a risurrezione... » ~ Fa grande impressione il dove• ·are che la Com nissione d' inchiesta sulla guerra ha riv~:ato gli identici erroriusiamo queste : arole per eufemismo - che la Commissione d' inchiesta sulla marina 1>. (< E' un caso fortuito? Speriamolo. Ma intanto per l' artiglieria si è fatto precisamente quanto si è deplorato per le corazze. Erano adottate da tutte le Marine corazze migliori, noi si tentennava incerti , e si conchiudeva per le peggiori : così per l'artiglieria. La grande maggioranza delle Nazioni lavora va febbrilmente da anni per costruire le artiglierie seconclo le ultime razionali scoperte ; noi, invece si continuava ad allestire un materiale;:, ehe si doveva pensare a sostituire prima che fosse finito di costruire I » « Denari buttati via, matematicamente gettati dalla finestra, e la patria senza difesa. Contratti colla Casa Krupp, affrettati per le corazze ; contratti senza le garanzie che ogni discreto amministratore pretende, sì e come per le corazze : prezzi alti pagati senza ragione. materiale accettato senza, o quasi senza prova : ritocchi di contratto, sempre favorevoli alle Case com mittenti , mai una garenzia per il contribuente , mai una ga• ranzia per il Paese ». « Errori I buona fede? rrutti? » <t La Commissione non ha voluto o saput0 conchiudere I Essa ha fatto opera oggettiva, ha esaminato l'elemento mate• riale, non ha avuto conclusione, sull' elemento uomo. Ed ha secondo il nostro parere errato. Poichè due sono i grandi coefficienti della vittoria : la preparazione mate, iale e h preparazione morale. A cosa conchiude la preparazione materiale quando pervade ancora l'amministrazione della guerra insidiosamente, lo spinto dei responsabili dello stato attuale? » « Questi hanno amici, hanno complici, che rimangono, anche se essi , per caso, ci sono ritira ·i. Rimane, sopratutto, nella grande massa lo scetticismo, l'idea, che fare o non fare il proprio dovere, di fronte alle Autorità rappresentanti il Paese è la stessissima cosa •· + Quasi contemporaneamente alla pubblicazione della Commissione d'inchiesta veniva distribuita la relazione Bergamasco sulle nuove spese militari: altri 223 milioni che uniti ai 60 votati colla legge del 14 Luglio 1907 faranno un totale di 283 milioni che saranno spesi per la difesa nazionale (?!?) Come saranno spesi? Come pel passato. Nulla, nulla, nulla affida che saranno spesi pm onestamente che pel passato. Si può temere che saranno spesi peggio, perchè se l' on. Cesana in quanto a rettitudine è insospettabile, per la competenza certamente è al disotto di qualunque generale italiano. Noi non faremo commenti all'articolo della Stampa, che collima, ripete, illustra il pensiero nostro. Cer_che_remo soltanto di completare alcune osservaz10n1. Pienamente di accordo sul giudizio relativo alla Inchiesta della Marina; aggiungiamo che la nostra Rivista fu tra le pochissime pubblicazioni che la difesero con ogni loro possa. Chi la dirige, quando fu votato il balordo, per non dire peggio, ordine del giorno Arlotta con cui si dava inonorata sepoltura alla Inchiesta investì in piena Camera in forma violentissima i suoi amici personali onorevoli Gi usso e Franchetti che si rano rassegnati ... E l'onorevole Franchetti piuttosto che risentirsene gli dette picn·a ragione perchè egli è un galantuomo vero e che aveva studiato con amore intenso il grave problema. E c·ome si contenne allora la Stampa che oggi grida forte contro la sorte, simile a quella della Inchiesta sulla Marina, cui crede destinata quella sulla guerra? Alla Stampa dobbiamo poi ricordare dell'altro e pregarla di essere più completa nel suo giudizio sul malgoverno delle cose della guerra e sulle rispettive responsabiliià. Essa parla di dieci anni di sperperi pazzeschi, scellerati e pericolosi ; ma essa dimentica che il triste fenomeno dura da più lungo tempo. E la impreparazione della guerra del 1866 quando si mandarono 40000 garibaldini nel Tirolo senza armi , senza munizioni , senza viveri , senza carte geografiche ? E si che oggi i governanti potrebbero invocare come attenuante che essi non credevano di doversi premunire contro un'alleata ... Ma allora l'Austria era la nemica designata, contro la quale era sicuro che si dovesse venire a guerra aperta da un momento all' altro. Ma dopo quelle terribili lezioni che si chiamano Lissa e Custoza - e nelle quali, a dir vero, le responsabilità politiche di Vittorio Emmanuele: il gran Re, furono maggiori e più odiose della ignoranza dei generali e delle impreparazioni del ministero della guerra - dopo quelle dolorose lezioni , noi domandiamo, come furono spesi i trent'anni di pace che corrono dal 1866 al 1896? Adua dà la risposta ... Dunque non parliamo di un decennio di sperpero e d' irresponsabilità; ma di tutto il perfodo storico da che vige il Regno d'Italia . . . Questa la verità pura e semplice. + Un'ultima osservazione. La Stampa senza eufemismi lascia intendere che nella faccenda del Ministero della Guerra ci sono delle responsabilità che dovrebbero essere discusse ed eventualmente punite dinanzi all'Alta Corte di Giustizia; ma_ il giornale monarchico di Torino_ ~fferma 1~ convinzione non erronea, che tutto fimra tranqmllamente. Sarebbe stata più esatta, più nel vero, se _avesse conchiuso che molti che dovrebbero andare in galera sono già in Senato o vi andranno tra breve ... o'ra questa sistematica impunità accordata ai grandi ladroni, ai grandi imbecillì che hanno dilapid to centinaia di milioni e miliardi, che hanno messo in )f!ricolo la patria, è quella che offende molti siciliani , è quella che giustifica la parte in buona tede del nasismo, che non sa comprendere come in Italia, - dove i lad:i delle M~ridior:iali _e della Regìa Cointeressata dei Tabacchi , dei Ministeri della Guerra e della Marina, rimasero sempre imi uniti-la giustizia abbia colpito soltanto Nu~zio Nasi reo di minuscoli peculati, che lo denunziano più come uno squilibrato che come un disonesto. In tale disparità di trattamento scorgono una persecu1ione politica e regionale. e protest~no. . Essi hanno torto; e noi non abbiamo esitato a dirlo alto e chiaro; ma non hanno ragione coloro che adoperano due pesi e due misure. La Rivista Nota. Nel numero venturo , se lo spazio ce lo consentirà, daremo alcuni brani della Relazione sull'artiglieria. 1\i nostri abbonati - RictnJiamo continuamente dagli abbonati richiesta di numeri della Rivista Popolare 11 e 12 dell'annata XI. Rammentiamo ai richiedenti che quei numeri costituiscono il fasdcolo speciale consacrato alla mem~ia di Giuseppe Mazzini. In detto fas~.lo la nume1·azio!'e delle pagine segue quella della R1v1sta, per comoditd degli abbonati che fanno rikgare in volume ~ annate

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