RIVISTA POPOLARE 333 trafficano, trattano con loro e ne sono rispettati ed am11ti. Nei vagoni delle lor., ferrovie non si vedono gli offensivi cartellini, « Destinato soltanto ad Europei • ed i nativi che viaggiano nei treni Russi non sono sottoposti agli insulti , al disprezzo, ed ai cattivi trattamenti al quale sono sottoposti gli Asiatici viaggianti in compartimenti inglesi nelle ferrovie Indiane! Si dice: Ma in Russia non c' è libertà di associazione, di stampa e di parola: ma c'è per gli indiani nell'India inglese? Le stamperie sono state chiuse, e le macchine fracasssate nelle provincie centrali e nel Bengala : e giornalisti, oratori e seritteri indiani sono stati incarcerati e cleportati per il solo de• litto di aver detto- e scritto ·che l'India vuole e deve essere affrancata dal giogo inglese, e per tante altre cose per le quali uno scrittore inglese vive indisturbato. Se il conte Tolstoi fosse un indiano potrebbe egli, in tutta libertà , scrivere ciò che scrive coptro il governo irglese? Non c'è maggior sicurezza personale dell' India, per gli indiani che si occupano di poli - tica nazionalista, di ciò che vi sia in Russia per i costituzio nalisti ed i rivoluzionari. E sarebbe interessante di sarere nomi degli Indiani che I' Inghilterra ha messo alla testa di uffici governativi dell' India, come la Russia ha messo degli asiatici alla testa dei governatorati eh' essa possiefo 'in Asia, In conclusione un governo Russo si adatterebbe mC\ltopiù al l'India e la rovinerebbe meno, di ciò che faccia ed abbia fatto finora il governo Britannico. (Modern Review. Giugno 1908). ♦ An~lo-American: La verità su la espansione Germanica. - Il Barone von Stt:rnburg si è dimostrato il più abile degli ambasciatori tedeschi agli Stati Uniti. Grazie alla sua amicizia con Roosevelt , alla sua abilità nel saper creare una opinione pubblica favorevole al suo paese egli ha saputo dissipare le nubi che oscuravano I' orizonte politico fra Stat e Germania , ha saputo , durante la Conferenza di Algeciras far convergere l'azione americana a favore degli interessi tedeschi. Anche il suo ultimo articolo, pubblicato nella « North American II tende a convincere gli Americani che nè l'Olanda, nè il Belgio, nè la Danimarca , nè _ alcuno dei paesi che parlano tedesco dell' Impero Austro-Ungarico, e tanto meno gli Stati Uniti hanno da temere della espansione tedesca ; o che Caracas, la Guiana Olandèse o le Indie Danesi debbono pas - sare un giorno sotto il controllo del Governo tedesco. L'Impero tedes.:o da trentasette anni ad oggi ha dimostrato chiaramen_te di èSsere un impero di pace. E sono in errore quelli che affermano che la pressione economica o l'aumento di popclazione costringeranno la Germania a espandersi a dispetto di se stesso e a danno di altri. La Germania non cerca colonie: a lei basta la politica della porta aperta. Poco le importa che il Reno sia Olandese o Belga, finchè il traffico lungo la sua via e per· suo mezzo sia libero. La Germania è tanto lontana da desiderare di annettersi i paesi al nord ovest delle sue coste , quanto è lontana da desiderare una unione di interessi economici che sottometterebbe le industrie tedesche alla illimitata concorrenza del Belgio e della Olanda. E nessuna considerazione politica rende desiderevole una simile unione. I paesi bBssi hanno perduto la loro importanza strategica e non possono essere più il campo di baw1glia del l' Europa. D' altra parte la Costituzione tedesca • stessa è un ostacolo ad ogni annessione di nuovi Stati alla Fedt razione. Questi timori aono dunque una chia.;chiera vuota di senso. Questo ·secondo il barone von Sternburg. Ma perchè la chiac chiera persiste ? E se tutto è cosl piano e semplice come l'ambasciatore tedesco afferma, per quale ragione sono sempre desti i timori del Belgio e della Olanda ? Secondo Sternburg le voci di un pericolo di annèssione non sono originate dal timore che ne abbiano veramente i Be1gi e gli Olandesi , ma bensì da altri popoli interessati a creare difficoltà e sospetti contro la Germania. É possibile che dopo il settanta un certo pericolo sia stato temuto dai Belgi e dagli Olandesi , ma ora questa impressione è cancellata, e le voci sono sparse e man - tenute vive ad arte :la popoli che non sono molto amici della Germania. L'allusione all' Inghilterra e alla Francia è evidente; e lo si potrebbe anche dire imprudente perchè pubblicata su una rivista la cui circolazione non è limitata agli Stati Uniti. Sua Eccellenza fu troppo a fidanza con la credulità degli Americani, ed è certo che in Europa, dove i fatti sono noti, il suo articolo avrà ·fatto sorridere più d' uno, I).Onesclusi il Kaiser e von Bulow , i quali , del resto , devono essergli grati del gesto. La verità è « che i calunniatori politici » di Francia e d' Inghilterra non ci entrano ; e i timori dei piccoli Stati al Nord della Germania sono alimèntati , parte da atti della politica tedesca, e paTte da discorsi e scritti dei tedeschi stessi, quantunque ci sia lo sforzo evidente d1dichiarare che il PanGermanismo non· è la Germania, e di dimenticare quello che è stato ed è scritto da notevoli uomini politici tedeschi come von Halle, Gompricht, Sexis etc. Bisogna riconoscere che il Pan Germanismo quate sogno della unione di tutta una r11zza è bello e nobile, e, forse, per i popoli non puramente pericoloso, ma il pangermanismo po - litico è una cos.1 tutta differente daIl'ideali ,mo pangermanista, e mentre il pangermanismo è ufficialmente ripudiato d'altra parte ogni tedesco è, in cuore, un Pangermanista. E la politica del Reale- Politicante è di trattare il pangermanismo un po' come un intruso, un po' come un nemico, ed un po' come un benefico rioniere. Ma questo non è il nodo della questione. In realtà i timori a proposito di possibili annessioni tedesche sono destati più dall'atteggiamento dei giornali o degli scrittori del pa~se stesso del barone Sturnberg che da qui « calunniatori forestieri , contro i quali egli tanto volentieri si scaglia Per un articolo di giornale non tedesco su questo proposito gli se ne possono mostrare cento tedeschi ; per un volume Inglese o Francese , c' è tutta una libreria tedesca. Natural· mente il sentimento della gran:iezza e della potenza della patria è molto umano, e può anche essere commendevole ; ma i giornali e i libri francesi e inglesi accennano al pericolo delle annessioni: i tedeachi ne dimostrano la necessità. Se vogliano per un'istante confinarci al caso della Olanda, non c'è che da tener conto dell'opuscolo del Prof. Halle, opuscolo che fa ancora testa politica in Germ~nia , e che considera una mostruosità che le bocche. del Reno , il Tenore tedesco , sieno nelle mani dello straniero. Questo per dimostrare che non è molto esatta la affermazione dello Sturnberg a proposito della indifferenza tedesca per il possesso dell' intero Reno. Senza contare che il Prof. Halle ha un seguito grandisr,imo in Ger• mania, nel considerare che l'Olanda è un pericolo per la Germania in caso di guerrn , le è un impaccio per lo sviluppo commerciale , e deve essere portato , se non ali' annessione almeno alla cessione commerciale così che il porto di Anversa . di venti lo sbocco naturale e nazionale di tutto il commercio tedesco del Nord, altrimenti 1' Olanda deve essere considerata una 1pina nel fianco della Germania. Tutta una letteratura in Germania tende ora - e da dieci anni ad ora- a dimostrare che la Germania , lasciando indipendente l' Olanda , stà nella condizione di un'uomo che ha lasciato la chiave di casa nelle mani di un 'altro, e per conseguenza non è il caso di pensare, neppur lontanamente, che in caso di guerra la Germania con• sidererebbe come ueutrali i porti della Olanda. Ed anche la questione coloniale n' è seriamente considerata, e specialmente in confronto ali~ tendenze preiatorie dell' Inghilterra e del1'America. Al tempo stesso vi sono fatte estese considerazioni su le affinità di lingua , di carattere e di ti:ndenze dei due popoli. Ed anche i vantaggi che da una Unione o da uno Zollverein fra i due paesi verrebbero alla Olanda sono meas i
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