Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 12 - 30 giugno 1908

RIVISTA POPOLAR!: 321 Ma a questa prima induzione si connette uu' altra che la completa. Nell'ambiente parlamentare e anche fuori si deve, per certo inferire un rapporto fra la mancanza di una leg-ge che disciplini é probiviri e gli arbitrati ecc. nei conflitti agrari e il divampare degli scioperi che disertano, con un triste crescendo, le nostre campagne, massime quelle più belle e più fecondate dai capi tali e dalla tecnica agraria moderna. Nè basta. Sembra anche abbastanza chiaro che nell'ambiente parlamentare si esageri alquanto l'importanza di tale lacuna e la probabile efficacia ài una legge che miri a disciplinare i contlitti agrarii e a prestare gli organi di cenciliazione e di arbitrato. Non solo l'affollarsi dei tre disegni e i commenti che se ne fann0, ma il principio a cui alcuno di essi si ~ ispira e il valore che si attribuisce a certi istituti e a certe sanzioni propugnate, rivelano quanto bene si attenda dall'opera legislativa cosi insistentemente caldeggiata. Il caso di simile esagerazione non è , del resto, infrequente. In generale, ai parlamentari, abituati a fare leggi, l' islrumento della legge è naturale appaia più potente e pratico di quanto in realtà non sembri a chi. guarda la resistenza passiva opposta dalle cose e dagli uomini a disposizioni non convenienti nè sentite. Ciò forse avverrà perchè, nei parlamenti, non mancherà di prodursi un po' di defo1'mazione p1·0f essionale e perchè non sempre si distingue l'efficacia d'una legge, considerata per sè stessa, e l'efficacia che essa. ha per il fattn. che essa viene quando le condizioni dolla sna attuazione sono già prediposte e maturate nella condizione delle cose e nella psiche degli individui ai quali la legge si riferi~ce. Di fronte però allo stato psicologico, diciamo cosi, della Cameea e alle speranze concepite, si contrappongono le sentenze dottrinarie e sentimentali da cui le grandi masse dei contadini si lasciano guidare nei conflitti coi padroni e in particolare negli scioperi. Se infatti si osserva lo svolgersi degli ultimi scioperi (quelli del parmense, quelli del ferrarese ecc.) si vede come essi abbiano una preparazione ed una intonazione di carattere sindacalista, consistente in que• sto: che si vuole contrapporre direttamenle la classe dei contadini a quella padronale, rifiutando ogni forma di intervento o intromissione dello Stato e dei suoi svariati organi, e che, collo sciopero, non si mira solo ad ottenere determinati e pr:ecisi miglio.ramanti economici· ecc., ma si tende ad intensificare e coordinare sempre più lo spirito di classe e scalzare il principio e l'uso della proprietà privata. Se nel parmense, nelle fasi più recenti dello sciopero, si è tentato di attenuare lo spirito ·sindacalista, ciò è stato fatto solo per tattica, perchè da parte dei dirigenti della Camera del Lavoro si è voluto influire sull'opinione pubblica e togliere una giustificazione alla resistenza tenace e al fervido controattacco opposti dalle organizzazioni padronali. Ma ciò che a me importa di rilevare è questo : il commento ... negativo, e negativo nel modo più violento, che le ·masse scioperanti stanno facendo alle intenzioni dei parlamentari e ai principii, più o meno coercitivi e pacf(icisti, a cui costoro vorrebbero ispirare la legislazione proposta. Fra gli scioperanti: azione diretta e vittoria ottenuta col prevalere della forza operaia organizzata , guerra piu e meno apertll. al principio ste~so della proprietà privata che ogni legislazione presente 1 anche socialisteggiante, non può uon assumere per presupposto. Nell'ambiente della Camera (figuratevi poi in quello del Senato!) principio d'iutervento da parte dello Stato - per quanto con varia gradazione, a seconda dei disegni di legge - ideale eminentemente conciliazionista, delimitazione precisa e contrattuale delle contese, al disopra dei fini politici e, per rispetto alla costituzione economica presente , ri voluzionarii da cui gli scioperanti possano essere animati. + Eppure, sotto il vivace contrasto che si rileva nei due ambienti, in quello che fa i ... i patti e in quello che fa le leggi, esiste a guardare bene, un tacito presupposto comune proprio ad ambedue gli ambie.nti: non si tiene conto della resistenza at·tiva delle grandi mass& e della resistenza passi va di istituti e di condizioni psicologiche e sociali che hanno basi secolari. Da una parte e dall' altra, in sostanza, non 8i darebbe adeguata importanza alle forze vivè e incoercibili della vita sociale, a quelle forze che hanno un andamento proprio e che, legate mutuamente per vincoli iufini ti agiscono e reagiscono fra di loro all'infuori così spesso della stessa nostra coscienza. Si tratta, in breve, delle forze che renderebbero lettera morta da un lato, una legge coercitiva contro gli scioperi quando, ad es., le classi operaie ritengono pit'1 utile per fin immediati o lontani lo sciopero , cioè la guerra guerreggiata, e che , dall' altro lato , spezzano o ritorcono contro chi la adopera intempestivamente l'arma dello sciopero sindacalista e rivoluzionario. È questo il concetto a cui io ho ispirato, nella conferenza accennata , come in un discorso anteriore (1), l' esame della questione, considerata sia dal punto di vista legislativo sia da quello della sua naturale e spontanea soluzione. + Esaminando, con rapidità ...... certamente eccessi.va, i tre disegni di legge accennati , vedremo le prove delle varie considerazioni suesposte. Cominciamo col disegno dell'on. G. Niccolini e compagni , disegno studiato con tanto amore che ben si comprende come il deputato di Ferrara conosca e senta per esperienza tutta. la gravità della questione. Il disegno si propone di regolare, anzi tutto, nelle linee fondamentali, il contratto di lavoro e i contratti agrarii e creare per legge la rappresentanza di classe, cioè un Ufficio del lavoro , in cui siano rappresentati equamente i contadini e i padroni. La disciplina dei contratti e la rappresentanza ufficiale di classe sono per l' autore la premessa necessaria per l'istituzione degli organi di conciliazione e di arbitrato. Se per quanto si riferisce alla disciplina dei con- (1) .çe l'arbitrato obbl. sia oggi possibile nell'agricoltura, nel Giorn. degli economisti, giugno 1907.

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