Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 12 - 30 giugno 1908

RIVISTA POPOLARE 319 cadere dei dubbii, pure questi cessano quando si guardi al di qua o al di là di det'.a zona. E' anche esattissimo che il concetto di lusso è relativo al grado di civiltà, ed allo sviluppo della ricchezza sociale dei varii periodi storici, e che, per la legge dell' espansione dei bisogni dagli strati sociali superiori ai più. bassi, oggetti in un epoca considerati di lusso in epoca posteriore sono diventati di uso comune. Furono già oggetti di lusso lo zucchero, il caffè, i bicchieri di vetro, i vetri delle finestre, gli orologi da tasca e financo le camicie, le calze, le calzature ed i fazzolerti. Si narra che nel secolo XV due sole camicie di lino avesse la moglie di Carlo VII, e due sole di canapa possedesse nel secolo XVI Caterina dei Medici ; nella stessa Francia nel r 550 vi erano solo tre carrozze introdotte da Caterina dei Medici, laddove oggi anche il popolo, se non usa la carrozza, ha però a sua disposizione tram ed omnibus che gli permettono di lasciarsi trasportare abbastanza comodamente da un luogo ad un altro. Ugualmente il Michels racconta che suo padre soleva raccontare che, in una sua visita fatta nel 1873 ad uno dei più grossi industriali del Biellese, non soltanto non trovò l' ombra di un water closet concreto, ma nemmeno quello astratto, laddove adesso l'water closet si trova negli alloggi della borghesia media. Si può anche facilmente prevedere che il bagno, il quale fino ad oggi è stato un oggetto di lusso, formerà fra non molto parte dell'alloggio degli operai. Pure è facile osservare che gli oggetti, i quali passano dalla categoria di oggetti di lusso all'altra di oggetti di uso generale, sono quelli che soddisfano alla comodità, all'igiene, alla nettezza, anche al senso estetico delle persone, non gli altri che solleticano la vanità. Anzi al contrario il lusso basato sulla pura ostentazione tende a scomparire anche nelle classi superiori, oggi infatti non abbiamo più nè il grande sciame di servitori, che forma vano la corte delle antiche famiglie ricche, nè i famosi banchetti, nè le spettacolose costruzioni che richiedevano una immensa mano d' opera ( 1). D'altra parte i bisogni si espandono, e 1~ migliorate condizioni economiche permettono agh strati più bassi di potersi servire di oggetti prima considerati di lusso, nello stesso tempo che questi ultimi si rendono più accessibili alla borsa delle classi più umili pei progressi tecnici che hanno reso possibile una produzione più a buon mercato. Non bisogna perciò guardare qualunque forma di lusso con l'occhio severo di Girolamo Sava ..arola; i bisogni oggi appagati dalle classi superiori potranno domani essere soddisfatti dalle classi inferiori sia perchè queste ultime si sforzano di poter giungere ad appagarli, sia perchè i produttori, allo scopo di diffondere lo spaccio, trovano il modo di produrre a prezzo migliore. Da tale µunto di vista è desiderabile una certa ineguaglianza di consumi, una società egualitaria sarebbe un'acqua stagnante senza energia e senza vita. Anche le spese favolose in acquisto di oggetti d'arte, ed in generale di qualunque altro oggetto che abbia un altissimo valore non per l'altissimo costo, ma per la sua rarità, non sono dannose alla societa, perchè con esse si opera soltanto uno spostamento di ricchezza. ( 1) Per il lusso di altre volte leggi Leroy Beaulieu. Economia politica. Ediz, Tip. ed. Tor. 1898 p. 623 e seg. Egli tra l' altro riporta dal Roscher il seguente esempio : « al tempo de! matrimonio di Guglielmo d' Orange nel r 56 r il fidanzato albergò una quantità di ospiti di cui non è riferito il numero, ma che avevano seco 5647 cavalli. Vi si consumarono 4000 moggia di frumento, 8000 di segala, 13000 di avena, 3600 secchie di vino, 1600 barili di birra , • Al contrario queste osservazioni non giustificano le ostentazioni del lusso, ossia lo sciupo continuo, incessante di merletti, gioielli. abiti, equipaggi fatto dai ricchi, che così vengono a distrurre le materie prime utili alla società ; giacchè per distrurle non è necessario dare il pane disponibile per nutrimento ai cavalli, o impossessarsi di tutto il legno disponibile per avere dei soffitti in intarsio. Quando i ricchi impiegano una ingente quantità di mano di opera per la confezi~ne di oggetti. di_lusso, detrag~ gono, a detrimento d1 tutta la soc1e_ta, dalle m_erc1 di consumo generale _quella pa:te d1 ess_e che ":1cn~ prelevata dagli operai occupati nelle 1ndustne d1 lusso e ciò viene riconosciuto dannoso anche dal Mich~ls, il quale p~rò obbiett~ che, fi~ito il lusso, gli operai già addetti a queste mdustne, andrebbero ad au~entare la falange dei disoccupati che già abbondano nei rami delle industrie utili. Evidentemente il Michels qui non tiene presente il principio economico - il quale altro non è se non un caso particolare ?ella legge del_le proporzioni definite - che non 11 lavoro ma 11 capitale limita l'industria, e quindi, pel fatto stesso che vengono abbandonate le industrie di .lusso,_quella pa~te di capitale circolante, che dappru:1a v1 ~ra ad1?1t~ può essere desti nata alla produzione dt merci d1 consumo generale, e cons~guenteme°:te asso~bire la mano d'opera divenuta disoccupata 111seguito allo abbandono delle industrie di lusso. Ora se è vero, che l'aumentata produzione di beni di consumo generale é utile_ a tutta Ja società, non si potra disconvenire che 11 lusso e dannoso economicamente perchè arresta l' aumento della produzione. . Certo una deviazione subitanea dalla produz10ne di articoli di lusso può riuscire dannosa transitoriamente. In primo luogo tutto il capitale fisso andrebbe perduto, in secondo luogo la mano d'opera, abile in un'industria potrebbe non avere l'abilità occorrente ad occuparsi in un'altra, in terzo luogo, pur possedendo _l'abilità, occ?ITe d_el tem_po perchè possa essere impiegata,_ ma gli effetti tr~ns1ton1 ~ono diversi dai permanenti; durante la pnma meta del secolo XIX l' introduaione delle macchine gettò sul lastrico una gran quantità di operai , eppure le macchine hanno finito col giovare agli operai. Inutile poi il dire che non c'è certo da temere un brusco arresto delle industrie di lusso. Nè la minore disoccupazione costatata in esse dep~n,e in ~.orofa: vore, perchè questa dipende dalla qualtta ?egli ?per~t che vi sono impiegati, che, essendo operai quahficat1, trovano più facilmente lavoro, come del resto avverte lo stesso Michels, . La conclusione di questo scrittore, che, restringendosi al campo economico, il lusso è socialmente utile, sebbene moralmente dannoso, a me sembra contradittoria. Quando non si fa consistere la morale in qualche cosa di trascendentale, o nell'iJeale ascetico della macerazione della carne, io non so comprendere, come una cosa possa nello stesso t_e_mpo essere utile alla società ed immorale. Tutto c10 che è utile alla società, non è anche morale per questa sola ragione? Si dirà forse che i 1 lusso. del ricc~ eccita l'invidia del povero, ma anche 11_to~z? d1 dane posseduto da un mendicante desta 1nv1d1a a colui che non l'ha, ed è forse perciò immorale pel primo mendicante mangiare il tozzo di pane?_ E, senza volere scendere tanto giù. la condizione agiata di colui che ha il necessario, non desta l'invidia di colui, che deve quotidia_namente lottare P.er il p~~1e? Che importerebbe che 11 lusso possa ecc1~ar.e l _ 111vidia degli altri, se nello stesso tempo d1m111u1sce la somma di sofferenza sociale ? Ma il lusso, pure essendo dannoso, se isolatamente considerato, non può essere condannato senz'appello.

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