Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 12 - 30 giugno 1908

RIVISTA POPOLARE 01 Politica,· Lettere e Scienze Sociali Hirettore: Prof. NAPOLEONE COLA.JANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d, ogni mese I falla : anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Corso Vittorio Emanuele, n.0 115 - NAPOLI Anuo XlV - Nnm. 12 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 30 Giugno 1908 Facciamo vivissima preghiera a tutti gli abbonati che non ancora hanno pagato l'abbonamento, ·di volerlo fare colla massima sollecitudine. SOMMARIO: Gli avvenimenti e gli nomini: Dott. N. Colajannl : Contro l'università e contro gl'insegnanti superiori - Noi: La scadenza di una legge e l'inizio di un'altra sulla magistratura - La crisi del vino - Lo scandalo della Mutuai Reserve - Dopo Reval - La Russia in Persia - La seconda incarnazione Roosevelt. - A. Agresti : Ancora una vittoria feminista - La Rivista : E i responsabili? - Dott. NapoleoneColajannl : Lo stato giuridico degli impiegati - FrancescoLeone : E' il lusso socialmente dannoso? - FrancescoColettl: L'arbitrato nei conflitti ~w,ritrii e i disegni di le;:::,- Alessi•J, Btis~i!ati e Niccolini - Placido De Salvo : Sulla riduzione dei noli ferroviari dei vini per la Svizzera - Sperime1t.tllism/J sachie (L'assicurazione contro la disoccupazione nel Bdgio) - ti vista delle H.lvlste: La pornografia e la morale (Mercure de France) - Il bilancio del regime doganale del 1892 (Economiste Européen) - L'ufficio del potere giudiziario nelJe Repubbliche (Rèvue politique et parlamentaire) - Sul conflitto agrario ·di Parma (Economista) - Politica sul concordato del1e tariffe e sulla lotta di classe (So 1 ialistiche Monatshefte) - Il futuro socialismo (Bibby's Annua/) - La Russia ndl'Ind,a (Modem Review) - La verità su la espansione Germanica (North Àmerican Review) - Recensioni. GLI ftVVENl/vlENTI e GLI UOMINI Conti-o l'Università e contro gl' insegnanti supei-ioPi La Camera dei deputati il giorno 29 giugno dopo avere approvato il passaggio alla discussione degli articoli della legge che aumentava da L. 5000 a L. 7500 lo stipendio dei Professori di Università, a scrutinio segreto lo ha respinto con 145 voti contrari e 101 favorevoli. • Questo spettacolo di viltà di negare in segreto ciò che si accetta col voto palese, la Camera dei Deputati in Italia lo ha dato parecchie volte; e certamente esso non serve a darle autorità ed a conservarle il prestigio. Insegno nella Università di Napoli; ma non posso essere sospettato di difendere la causa propria se interloquisco su questo voto per i seguenti motivi, a parte ogni altra considerazione politica e morale, che potrei mettere innanzi in nome· di tutto il mio passato. , 1. 0 Sostenni eh.edato il livello dei salari dei lavoratori e gli stipendi medi degli impiegati privati non si dovesse aumentare lo stipendio di alcuna categoria d'impiegati dello Stato e che alla elevazione generale degli stipendi dovesse precedere un'inchiesta per la loro perequazione, onde porli, nei limiti del possibile, allo stesso livello, aumentando quello dei più umili. Ma una volta che si elevò lo stipendio di quasi tutti gl'impiegati dello Stato, giustizia voleva che si aumentasse anche quello dei Professori di Università - i soli che dal 1859 non avessero avuto aumento, ma avessero subito qualche diminu:rione. Ciò non ostante non volli prendere alcuna parte all'agitazione dei professori e non mi associai al relativo voto del corpo accademico Jel1' Università di Napoli in favore dell' aumento di stipendio. 2. 0 L'elevazione dello stipendio da Lire 5000 a Lire 7500 non mi arrecava alcun benefizio personale, perchè il progetto di legge vietando ai professori universitari di fare dei corsi liberi, mi toglieva da un lato ciò che mi dava dall'altro. Nè poteva lusingarmi r aumento dello stipendio agli effe'tti della pensione perchè ho scarsissima speranza di godermela, essendo entrato nello insegnamento ufficiale nella tarda età di 55 anni. 3.0 lnfìne gli argomenti, che in forma rumorosa e villana, furono accampati contro i Professori universitari, non mi riguardano. Se io adempia ai miei doveri d,insegnante possono dirlo tutti i miei colleghi delr Università, tutti gli studenti, tutti gli uscieri; possono dirlo gli avversari come gli amici. E tra gli insegnanti sono di quelli, che non ha risparmiato mai rimproveri fierissimi agli studenti, quantunque da loro mi riceva sempre ripetute; testimonianze di affetto e di stima di cui sono lietissimo e vado orgoglioso. Ciò premesso non esito a dare sincero e spassionato il mio giudizio sulla reiezione della legge in favore degli insegnanti universitari. Tale atto di viltà consacra una iniquità stridente: mette i cultori della scienza -- pagati in Italia meno della metà di quelli della Francia, della Germania, dell'Austria ecc.;· non è possibile il paragone con qnelli inglesi e nord-americani - al disotto di tanti funzionari, di tanti magistrati, di tanti ufficiali che mai studiarono e che non sono degnj di lustrare le scarpe a Pasquale Villari, a Canizzaro, a Righi, a Pacinotti, a Grassi, a Fadda, a Pantaleoni, a Pessina, a Korner, a Golgi, a Lustig, ad Ardigò, a Battelli, a Di Lorenzo, a cento altri. Molti magistrati arrivano in Cassazione pel solo titolo di aver venduto la giustizia; molti militari solo per avere frequentato la Caserma, con quel semi-analfabetismo foderato di disonestà, ch'è stato bollato dalle Commissioni- d'inchiesta, guadagnano i1 grado e lo stipendio di generale; ma i Mamiani, i Galileo Ferraris e gli Ascoli, i Carducci, gli Spaventa, i Desanctis, i Settembrini, i Bovio, i Cesàro, e mille altri morirono senza neppur potere sognare di essere pareggiati nei lucri all'On. Giacomo Ferri e ad altri deputati - avvocati, che valgono quanto lui e qualcuno meno di lui. E parecchi di quei

310 RIVISTA POPOLARE pr_ofe~sori lasciarono la famiglia addiri ttnra nella m1sena ... La reiezione è iniqua, perchè mantiene la sperequazione tra le grandi Università e le medie , e sopratutto tra le facoltà, a seconda che si può oppur no accrescere lo stipendio con un corso libero. E' iniquissima specialmente, perchè in base alle critiche messe innanzi dell' on. Guerci e dall'on. Giacom 0 Ferri, la reiezione non colpisce maggiormente i professori medici e avvocati, che trascurano lo insegnamento per lo esercizio della professione lucrosissima; ma colpisce i geologi, i letterati, i filosofi, i glottologi i chimici, i biologi, i fisici, i matematici ecc. tra i quali sono illustrazioni vere della scienza, che non esercitano alcuna professione e non danno alcun corso libero, che procuri loro qualche centinaio di lire oltre lo stipendio 11 . In quanto ai professori-deputati essi sono in regola colla legge e colla coscienza perchè possono prendere lo stipendio e non fare lezioni prestando il loro servizio nella Camera. Quelli, che non sono in regola colla loro coscienza sono in maggioranza gli avvocati - deputati, che costituiscono il vero, e permanente scandalo parlamentare, contro il quale non ha levato e non leverà mai la sua voce eloquente Giacomo Ferri. Non è vero, egregio collega ? Quali le ragioni plausibili della repentina ribellione della Camera contro il governo r Escludo che si abbia voluto colpire l'on. Rava. No, no! Questa spiegazione sarebbe assai comoda, ma non risponde a verità, come ha dimostrato la Tribuna. Essa del resto dimostrerebbe nei deputati una mentalità ed una moralità assai scadenti, perchè non si colpisce alle spalle un ministro, che probabilmente rimarrà al suo posto ed a cui la maggioranza ridarà voti di fiducia a bizeffe, per colpire gl' insegnanti universitari, che nella Mutuai reserve hanno tanto da vedere quanto io ne ho negli affari di Pio X. Non arrivo a credere che ci sia alcuna antipatia contro la scienza, come pensa l'on. Lollini, quantunque le dichiarazioni del suo compagno Giacomo Ferri potrebbero farlo sospettare. L'ottimo rappre · sentante per S. Giovanni Persiceto, infatti, ha proposto che vengano abolite le facoltà giuridiche per la peregrina ragione che egli nulla vi appreie ..... Non mi sorprende la ·motivazione, perchè so per esperienza che tutti gli studenti, che non vogliono studiare detestano gl'insegnanti e l' insegnamento. E forse perchè l'on. Ferri nulla apprese nella facoltà giuridica - è lui che lo confessa, non sono io che invento e calunnio - egli appena uscito dall'Università entrò nella magistratura e dopo si è dato all'esercizio della professione di avvocato-deputato .... Ma se nella C ,mera non c' é avversione contro la scienza, ce n'è abbastanza contro i professori, Così è: come la Camera riesce antipatica al paese, così i professori riescono antipatici alla Camera. E le antipàtie dell'uno e dell'altra sono ugualmente ingiustifìcate e deplorevoli. La Camera rispecchia fedelmente il paese ed è suo il torto se la prima non riesce migliore e come si vorrebbe che fosse. I profe&sori, poi, tutti e singoli, valgono assai più di qualche centinaio di deputati, che sarebbero inesorabilmente bocciati in qualunque esame e in qualunque concorso. La Vita ha dato parecchie ragioni del voto; e tra le altre questa: che a Montecitorio si è disgustati della inframmettenza di alcuni professori e dell'arrivismo di qualche altro; come esempio tipico cita il caso dell' on. Luigi Rossi. nominato testè Commissario capo dell'Ufficio di Emigrazione. Ma l'amico Lodi avrebbe dovuto ricordare che la maggioranza è piena di ossequi, e di deferenza verso cotesti arrivisti ed arrivati ... Così i degni di punizione rimangono al loro posto onorati e ben pagati e i professori che studiano e insegnano nelle Università vengono puniti per le colpe, reali o immaginarie, degli altri. Se questa non è giustizia turca sarà giustizia da Ottentotti ... L' on. Guerci che non sa rinunziare a fare della fronda per non privare la Camera delle sue arguzie, sempre assai gustate, ha insistilo sui Professori che non fanno lezioni o le fanno in Egitto. Invochi punizioni pei primi e tutti gl' insegnanti glie ne saranno grati; faccia conoscere il nome del protessore pag-ato i.n Italia e insegnante in Egitto e mi assoderò a lui nel promuovere gli opportuni provvedimenti. Ma nè lui, nè i tanti che come lui la pensano, hanno il diritto di fare ricadere sullo intero corpo insegnante le responsabilità dei pochi. Che dire poi della maggioranza che nega l'aumento dello stipendio accampando cotesto pretesto e l'ha accordato a tutti i magistrati, pur sapendo che tra questi ultimi, sono assai più numerosi gl' indegni che tra i professori , e che la indegnità , ei primi riesce di ben altro danno alla società? Lo stesso on. Guerci, per dare una puntata allo amico suo e compagno in radicalismo on. Sanarelli ha protestato contro la facile creazione di cattedre per ·comodità di coloro che le devono occupare .e non per utilità della scienza. E gli dò ragione. Ma vedi fatali tà ! la legge che egli ha respinto per lo appunto intendeva eliminare il grave inconveniente. In fondo i itengo che la maggioranza si è permesso il lusso della indipendenza pcrchè ha creduto, a torto o a ragione, che l'on. Giolitti e l'on. Rava non ci tenessero molto all'approvazione della legge. E si potrebbe credere realmente al disinteressamento del governo, tenendo conto delle olimpiche dichiazioni del capo della maggioranza. Appena conosciuto il voto l' illustre on. De Bellis sentenziò : Noi ce ne siamo disinteressati I Maggioranza e governo - se questo realmente è stato complice della prima - hanno fatto naufragare il disegno di legge perchè i professori universitari nè possono, nè vogliono provocare scioperi pericolosi. I socialisti e i radicali, che hann votato con tro la legge alla loro volta non hanno sentito la paura delle vendette elettorali... Tra i professori universitari non ci possono essere dei Nurra, che scrivono lettere ricattatorie ai deputati tiepidi nel combattere la legge sullo stato giuridico degli impiegati. I professori universitari sono pochi, dettoralmente una vera quantité negligeable; tra loro non si può andare a caccia di elettori, ma si possono incontrare concorrenti candidati, che qualche cosa sanno e qualche cosa possono dire nella Camera e fuori. L' énfant te1-rìble nella opposizione contro la legge fu l' on. Giacomo Ferri, che ripetè a Montecitorio le accuse formulate da Zammarano nel Mattino ed a cui rispose salato e pepato nello stesso giornale il deputato professore Marghieri. Perchè mai in lui tanta ira ed avversione contro i professori universitari? Nulla di personale certamente. Assai probabilmente egli nella attuale atonia del gruppo parlamentare socialista ha il desiderio di emergere e non potendolo altrimenti - non potendo soppiantare Turati nella difesa degli impiegati - emulo di Erostrato, ha voluto acquistare fama aggredendo i professori uni versi tari. Ed egli ha trionfato; forse senza desiderarlo; forse vergognandosi in cuor suo del trionfo conseguito. E la su~ attitudine va segnalata, perchè - provo pena vivissima nel constatarlo - per bocca di Giacomo Ferri ha parlato il partito socialista italiano. ...

... RIVISTA POPOLARE 311 Ce lo ha annunziato l'Avanti e i socialisti se non hanno battuto le mani , hanno almeno taciuto. In questo caso il silenzio equivale alla solidarietà. Dorr. NAPOLEONE CoLAJANNI + La scadenza di una legge e l' Inizio di un'altra sulla magistratura. - Col 15 luglio scade la legge di eccezione, che per due anni accordò al Ministero Guardasigilli la facolta di espellere dalla magistratura quelli che ne facevano parte e che si erano chiariti indegni di amministrare giustizia per diversi motivi. qome il ministro Orlando:;.~. adoperò i poteri eccezionali che gli erano stati accordati ; e quali i risultati complessivi di detta la legge? Si ricordi, che molti nel 1:·os, quando la legge venne votata manifestarono il timore cbe il ministro avrebbe abusato delle facolt.à che gli erano state accordate ; ma alla stretta dei conti noi abbiamo sentito rimproverargli, che sia stato soverchiamente prudente e non abbia soddisfatto alla aspettazione del pubblico. Gli eliminati in forza dei poteri acc,Jrdatigli non arriva - rono. ad un centinaio;. ma furono circa 250 i magistrati, che 1n conseguenza d1 quella legge chiesero anzitempo di essere collocati a riposo, per paura di vedersi eliminati dal ministro. Date le condizioni intellettuali e morali dei magi. strati italiani questa accelerata eliminazione in ragione del 6 per cento circa fu poca cosa. Ma il Ministro, e forse non ha torto, a sua difesa potrebbe osservare che se la epurazione fosse avvenuta in proporzioni maggiori, essendo deficiente il numero dei magistrati e non essendo abbastanza numeroso il reclutamento dei nuovi, l'amministrazione della giustizia in certi distretti sarebbe stata disorganizzata e anche sospesa. Cessa la legge di eccezione e comincerà a funzionare la legge normale, che provvederà da oggi in poi alla eliminazione degli indegni, poichè il .Senato ha approvato il disegno di legge sul tribunale disciplinare, di cui s' intrattenne qui stesso il Guarnieri-Ventimiglia (n. del 30 maggio). Tutti i magistrati-senatori sotto il comando supremo del loro capo gerarchico, il senatoro Pagano Guer naschell i primo presidente della Corte di Cassazione di Roma minacciarono una levata di scudi, perchè ritennero come un oltraggio idla magistratura l'entrata di alcuni senatori nel tribunale disciplinare. E il senatore Pagan"-Guarnaschelli fece il suo inane discorso di opposi2;ione in Senato; discorso che ebbe il grave torto di dimenticare che la necessità della nuova legge fu la conseguenza , in gran parte degli errori o delle colpe della Cassazione, da lui presiedut~. Questo tribunale secondo la legge votata non riuscirà, quale noi desideravamo; ma in ogni !nodo il giudice dei giudici nello intervento di questi prudentissimi estranei, quali saranno i senatori nel tribunale disciplinare, troveranno un freno morale ed è da augurarsi che se non cesserà del tutto, diminuerà almeno, la indegnità della condotta dei Consiglieri della Cassazione, che coll'antico sistema accordavano la impunità. sistematidamente ai magistrati disonesti, ai magistrati imbecilli, ai magistrati partigiani. Contro la nuova legge pronunziò un vivace discorso il senatore Arcoleo , ma egli non mise in mostra che qualche difetto della n...ede~ima, come aveva fatto il Ventimiglia, senza riuscire a dimostrare che la l~gge non fosse necessaria. Il suo fu un fuoco di soli paradossi brillanti, che fecero fede dell' ingegno e dell' arguzia dell'Arcoleo, che sono notissimi. Tutte le obbiezioni furono smantellate dal ministro Orlando con argomenti limpidi e convincenti. E la legge passò trionfalmente. Pos3a essa dare ciò che sperano gl' Italiani tutti : la migliore amministrazione della giustizia I + La orlsl del vlno.-Alla Camera si sono svolte in~e_rrogaz~onie interpellanze sul1a crisi del vino; quella crisi, che imperversa in Italia - nel settentrione come in Sicilia e nel mezzogiorno; - e più che gli altri autorevolmente se n'è occupato l' on. Tommaso Villa'. Il governo ha dato le solite risposte : s'intere,sa e studia! Nè altre può dire. Noi che da anni ci siamo assunto il compito di dire crudumente quella che ci sembra la verità, ripetereremo oggi quello che affermammo nel 1901, quando ancora la crisi del vino non aveva le attuali proporzioni, quando ancora il mercato austro-ungarico ci era aperto ed ~ssorbiva da solo oltre un milione e mezzo di ettolitri del nostro vino. Oggi quel mercato ci è chiuso; quello svizzero assorbe una metà del vino che assorbiva. altra volta e nessun altro mercato nuovo si è aperto. La nostra esportazioue che arrivò a circa 3 milioni di ettolitri nel 1886-87; che sorpassò i due milioni e mezzo dopo l'applicazione della ~lausola di favore coll'Austria Ungheria, nel 1907 si ridusse a meno di un milione. E di fronte a questa riduzione ad un terzo della nostra esportazione che cosa è avvenuto? La nostra produzione è salita da 35 ad oltre 50 milioni. Ora la proporzione tra produzione ed esportazione , che hanno proceduto in senso inverso, è tale che tutti i rimedi proposti ed invocati sono ridicoli pannicelli caldi e tutte le Commissioni nominate e che potranno nominarsi non. potranno suggerire che altri pannicelli caldi. Chi fa sperare ai produttori ed al1e regioni vinicole rimedi efficaci e pronti o inganna o s'illude. + Lo soandalo della Mutuai Rese•ve.-Continuano le pubblicazioni scandalose sullo svincolo delle 300,000 lire consentito dal ministro dell'Agricoltura e Commercio del tempo - on. Rava - alla Mutual Reserve in danno degli assicurati italiani. In tutto il losco affare chi fa la miglior figura è la Direzione generale del Credito e Previdenza , cioe il comm. Magaldi, che con tutte le sue forze si oppose all'operazione. Chi la fa pessima è l'on. Vendramini. Egli ha osato affermare, che non si assunse il compito di convincere l'on. Rava a dare le lire 300,000 alla Direzione della Mutual come avvocato. Ma. di grazia: in quale qualità si.assuuse il compito di convincere il ministro al mal fatto a beneficio di una società straniera? E dov'era la delicatezza di un ex Presidente della Ginta del bilancio nell'esercitare una illecita pressione sul ministro ? Alcune lettere degli avvoctt.ti e procuratori della Mutual già pubblicate dal Giornale d'Italia ed un'altra oscurissima lettera del curatore Miragoli fanno intravvedere che l'intervento del Vendramini non fu cosi stupidamente e stranamente disinteressato come egli affermava. Ed è desiderabile che tutto venga alla luce. E' oggetto di vivaci commenti, intanto il fl-:to che gli onorevoli Morgari e Giacomo Ferri, che hanno fatto tanto rumore sui ladruncoli meridionali, sindaci o deputa ti, abbiano conservato uno scrupoloso silenzio su questo fattaccio che torna a disonore di un deputato settentrionale e mette. in cattiva luce il Rava che subi le pressioni del Presidente della Giunta del bilancio. Con piacere intanto abbiamo visto, che l'.,amico nostro Eugenio Chiesa ha preso il posto dei socialisti nel denunziare alla Camera questo vero scandalo della Mutual reserve.

312 RIVISTA POPOLARE + Dopo Reval. - L' intervista dei due sovrani inglese _e russo è stata digerita peggio dalla opinione p_ubbhca !nglese, che dal giornalismo tedesco. La smentita uffi~tale, dell~ J.t!ordAllegmein Zeitung, delle parole bellicose attnbmta a Guglielmo e il tono generale della stampa tedesca sembrano non volere dare alcuna importanza pericolosa al convegno di Reval, e forse non a torto. La Germania ha interesse ora a tenersi tranquilla, e non sarebbe un momento opportuno per assumere le arie di Rodomonte contro la Ru~sia e l'Inghilterra. Le parole di Harden, che per un 1st!lnte parea volersi fare il banditore del verbo guerrtero, sono state attenuate da lui stesso in una intervista successiva al suo articolo e un Pangloss qualunque, anche se dotato dal senso comune di Bertoldino, potrebbe dichiarare in buona fede che: tutto va per il megli? nel migliore dei mondi possibili. E' poi vero? _A noi non _piace fare i· corvi di cattivo augurio: tuttavia non possiamo fare a meno di constatare che la situ~zi~ne g~nerale è più tesa, oggi, dì ciò che non foss~ diec~ mesi, un anno fa. La questione del Marocco st avvia ora alla sua soluzione, almeno sembra e se Mulay Hafid sarà il sultano riconosciuto certame~te la ~ermania, che parteggiò sempre e protesse Abd-elAz1z, non ne potrà essere contenta. Anche l' accordo anglo-russo per la riforma in Macedonia non è tale da fa~ ballare di gioia la Germania, quantunque sia obb~1gata a fare bonne mine a mauvais jeu. La politica d1 Eduardo VII che tende, in verità ad isolare la Germ~nia, ? lentamente ci riesce, è ~~lto pericolosa, e se I Inghilterra non foijse per mare· forte com' è la si potrebee chiamare anche imprudente. ' Dopo Reval le proteste di pace 0 di buon accordo so~o sta~e raddoppiate, ma queste proteste hanno proprio l'aria d'una erecusationon petita ed infatti sem· brano dar loro una smentita. E' dunque necessario che i popoli non si lascino addormentare nella loro vigilanza per la pace. _In fondo è la volontà popolare che ha fatto tacere e t10ne muti i guerrafondai e bisogna che questa volontà non si fiacchi un istante eolo· o la causa della pace sarà irrimediabilmente perduta: Questo era opportuno notare, dopo Reval, e non abbiamo voluto lasciarcene sfuggire l'occasione. • L~ pace I?' fan~o .e la m~ntengono i popoli , se la vogliono: gh altn, 1 potenti non la vogliono se non perchè i popoli la impongono. + La Russia In Persia. - Lo Shah aveva dato la Costituzione cedendo alla imperiosa volontà del popolo ed alle necessità dei· tempi. L' aveva data seguendo l'indirizzo liberale iniziato dal padre suo Muza.ffer-Eddine , che, spirito indipendente ed aperto, non subiva le suggestioni che gli venivano dal di fuori , specialmente dalla Russia , e non sopportava inceppi e tergiversazioni alla sua politica. Lo si vide qua a proposito della progettata. e non fatta sua visita al Papa. Mohamed-Ali-Mirza, lo Shah attuale, non ha affatto il carattere indipendente , liberale e diritto di suo padre. Gli incitamenti della Russia, a resistere alla volontà del popolo hanno dunque trovato fertile il terreno. Il curioso si è che, ora, dinanzi alla violenza degli ultimi tragici avvenimenti la Russia protesta. Qu_esto è il colmo della ipocrisia. Che protesti l' Inghilterra , la quale ha , sempre , più o meno apertamente , parteggiato per i Costituzionali si capisce· h • R ' ' c e protesti la ussia consigliàtrice ed esecutrice della reazione e del massacro, questo sarebbe buffo se non si trattasse di vittime umane e della oppressione di un popolo. Abbiamo avuto occasione, un'altra volta, di notare che una fiern. lotta di supremazia si combatte in Persia fra Russia ed Inghilterra. Le interviste dei Regnanti, e l'accordo delle diplomazie a proposito della Mace• donia non aggiungono nè tolgono niente al conflitto per )' influenza ~• una delle due potenze Europee in Persia. Interessi economici , e necessità politiche di ~spansion? per la Russia di difesa per l'Inghilterra11Beluch1stan confina con la Persia, è la porta NordOccidentale dell'India, ed è possesso Inglese - queste due necessità obbligava le due potenze ad un conflitto che non è meno aspro perchè velato, e del quale per ora, i Persiani pagano le spese. ' L'Inghilterra caldeggiò sempre il movimento costituzionale , ed anche ora alcuni capi Costituzionalisti ?ondannati a morte si sono rifugiati nella legazione rngtese. La Russia ha sostenuto sempre l'attuale Shah nella sua resistenza al Parlamento, e chi ha comandato le truppe del colpo di Stato è stato un colonnello Russo, un certo Liakof , capo di Cosacchi, e che ha condotto le cose alla Russa, ben meritando certamente del suo Tsar, dello Shah e di Dio poichè il clero - com' è naturale - parteggia per il fedifrago tiranno. Donne sventrate, uomini torturati , bambini sgozzati; ottocento fra morti e feriti nella battaglia: il palazzo del parlamento distrutto dagli obici, la grande mosch~a incendiata; trenta parlamentari arrestati, torturati atrocemente e trucidati ecco l'attivo dell'onorabile colonnello Liakof. Teheran è, ora, ridotta al silenzio. L'Inghilterra può dichiarare francamente chA i metodi sbrigativi della Russia, che presta allo Shah colonnelli di questa fatta, cosacchi e consigli , hanno ottenuto vittoria su tutta la linea. La sua iufluenza è seriamente compromessa, ed è poco probabile che l' Inghilterra riesca a riaversi, in breve tempo, dal colpo. Certo, la partita non è perduta. Se Teheran tace non è detto che anche le provincie debbano subire in silenzio il fato della capitale, e l'Inghilterra cercherà indubbiamente di rifarsi, e con la buona misura forse; ma intanto i metodi Tsareschi hanno trionfato- e in grande - un'altra volta. La Russia ora. è preponderante in Persia,: i suoi consigli sono ciecamente seguiti dallo Shah , ed i suoi Cosacchi sono pronti a massacrare i libera.li Persiani tante volte quante al tronfio autocrate farà piacere·. Pericolo grave questo per l'Inghilterra, che vede allungarsi nell' India la zampa dell'orso moscovita; perdita grave per il movimento costituzionale Russo, che poteva trarre conforto dallo ,stato di cose in Persia , e che trovava là un asilo sicuro ai rivoluzionari fuggiaschi. Ed i due mali sono certamente assai gravi, ed il primo non per l'Inghilterra soltanto, poichè, non bisogna dimenticarlo: è da.li'Asia che verrà la favilla incendiaria delle polveri in Europa. + La seconda incarnazione Roosevelt. - L' infatnazione imperialista degli Americani impedisce loro di vedere il pericolo serio e grave che si cela, anzi che comincia a prender corpo, nella attuale elezione Presidenziale. Poichè il fenomeno Taft rappresenta il discreto scappa.via della dittatura Roosevelt. • Una imprudente parola di Alice Longuorth Roosevelt avrebbe dc,vuto essere notata di più, inquantochè essa ha espressa chiaramente ciò che è la verità. Essa ha detto : se volessi alla White Bouse ci anderei io. I giornali demo0ratici, naturalmente han gridato allo scandalo , ma le loro proteste sono· state considerate una mera manovra elettorale; i giornali repubblicani hanno plaudito eppoi sull'incidente hanno creduto bene di fare il silenzio. Eppure quelle parole sono di tal natura da fare seriamente riflettere chiunque non abbia assolutamente perduto il cerv·ello nell' adorazione del big stick , la energica imagine con la quale Roosevelt simbolizò l'azione dell'Imperialismo americano. E ormai foor di dubbio che Taft, il prossimo novembre sarà eletto, e che nell'anno dipoi entrerà in carica. Roose-

... RIVISTA POPOLARE 313 velt cede non la direzione ma l'apparenza del potere ad un altro che è una sua creazione e creatura, che è sua anima e corpo , per prepararsi a tornare alla Casa Bia.nca quando la prima presidenza di Taft scadrà. Roosevelt sembra , ormai , diventata nna istituzione americana, tanto necessaria alla vita degli Stati Uniti, e tanto connessa con essa quanto la Costituzione stessa, e il Tanksg'iving day; il giorno nel quale gli americani in mt\moria della loro indi pendenza si danno alle più eroiche sbornie ed alla pazza gioia. Ma questo è appunto il pericolo per la Repubblica. Roosevelt è troppo intelligente per sognare una qualunque corona, ma di fatto egli ha istituito una specie di dittatura che non è meno pericolosa appunto perchè velata. Taft ha accettato da lui la presentazione, il programma, la candidatura: la sua politica è stata, è, e sarà la politica di Roosevelt ; non la politica del partito Repubblicano al quale entrambi appartengono, ma quella personale di Roosevelt; la politica che piace agli avversari dei trusts per le audaci dichiarazioni: ed ai trustisti per la blandezza delle azioni ; una politica che tende a si,ingere gli Stati Uniti ad una azione di preponderanza alla quale, fìLora, nè l'organizazzione del paese, nè i suoi interessi si prestavano. Taft è un manichino dietro il quale Roosevelt continua ad agire, e a dirigere la politica degli Stati Uniti; questo, ora; e poichè Taft non è uomo di superiore intelligenza, come lo è Roosevelt, tale rimarrà finchè resterà in carica e quando ne scenderà sarà per cedere di nuovo il potere a Roosevelt, il qnale data la follia degli imperialisti americani potrebbe rimanervi ora, se volesse; e vi tornerà anche più saldo e più forte dopo i quattro anni di Taft. Il che, per una costituzione repubblicana, è sommamente pericoloso. NOI + Ancora una vittoria femlnlsta. - Le due processioni delle snffragiste inglesi ad Hyde Park hanno finalmente fatto schierare dalla loro parte l'opinione dei maschi inglesi. Fino a pochi giorni fa, anche in Inghilterra, paese dove si suol pigliare, tutto sul serio si rideva francamente della pretensione delle signore donne. Ora non s1 ride più. Il loro grande numero, la loro capacità. di organizzazione, la loro disciplina le hanno imposto il rispetto di tutti, e si sente che esse impersonano un indirizzo sociale col quale bisognerà , tosto o tardi , contare assolutamente. E, gli inglesi nella loro grande maggioranza, compresi di questa verità cominciano a considerarla seriamente. Le bagattelle fisiologiche che formano il passatempo e la delizia degli scienziati le elucubrazioni sociologiche degli scienziati del giornalismo passano in più che terza linea; un problema si pone netto, brutale e chiaro, e rivela un pericolo. Si dice: Le donne - e le statistiche lo affermano - sono più numerose degli uomini. Volendo concedere il voto bisognerà concedere il suffragio elettorale a tutte e a tutti. . Ora. questo è un primo scoglio grave da. snperare. Ancora: le donne essendo la maggioranza numerica nel pàese, costituirebbero altresi la maggioranza: se non la totalità. dei deputati. Ne viene di conseguenza. che il governo dell'Inghilterra sarebbe nella sua totalità, o almeno in maggioranza, composto di donne. E' possibile questo; ed è utile che ciò sia? Di più : gli uomini oggi hanno diritto al voto perchè questo diritto è il risultato immediato di doveri che trovano la loro ragione di essere nel p:overno e nello Stato , e non creati dalla società, non imposti dalla. natura: quindi gli uomini li hanno imposti a loro stessi, ed è logico che ne abbiano anche la responsabilità e la garanzia. Pagano le tasse , sono soldati , marinari , poliziotti : giurati assumono tutte le responsabilità dell'andamento ociale : le donne che questi doveri non hanno - e sono nella società i più gravi - hanno esse diritto ai diritti che scaturiscono appunto da questi doveri? Chiunque ha senno s'accorge subito che la questione impostata su questi termini è tale che può avviarsi ad una soluzione : ed anche ad una soluzione favornvole ai desiderata suffragisti. Non certamente nel senso che il suffragio elettorale sarà conceduto a tutte; ma. bensi ad alcune categorie di esse che hanno una buona parte dei doveri comuni con gli uomini; poichè hanno responsabilità di professionisti , pagano tasse, ed banno anche incarichi amministrativi nei consigli di municipi e contee. E sarà già un bel passo fatto. Per il rei,to bisognerà che si trovi quella tale combinazione per cui rendendo giustizia alle donne non si venga a negar poi giustizia agli uomini. Ma di qui là molte cose dovranno cambiare e saranno cambiate. Per ora un suffragio limitato è possibile che sia concesso alle donne ; l' uso eh' esse sapranno farne dimostrerà se sarà possibile che questo loro diritto parziale diventi diritto di tutte. L'Inghilterra farà probabilmente l'esperimento: si vedrà poi in qual senE!Osarà utile che gli altri popoli di quell' esperimento stesso profittino. A. Agresti Nota. In questa occasione, come sempre, lasciamo piena libertà al nostro redattore ordinario ; ma noi non dividiamo le sue opinioni sul Jeminismo. La Rivista. E . l responsabili? 11 titolo di questo articolo non è nostro; è della Stampa e si occupa della relazione della Commissione d' inchiesta sul materiale di artiglieria. Sulla relazione dell' Inchiesta sulla guerra accordiamo una eccezionale importanza all'antica Gazzetta piemontese per non pochi motivi: 1° è monarchica sino al dinastismo fanatico; 2° è autorevole; 3° non milita nella ùpposizione e si ripete spesso eh' è devotissima all' on. Giolitti. Per ribadire e giustificare ciò che abbiamo scritto nel numero precedente sul Dovere dell'Estrema sinistra, a proposito delle spese militari crediamo opportuno riprodurne alcuni brani. Il giornale di Torino, adunque, scrive: (( Coloro che dovevano avere la responsabilità della difesa nazionale, hanno lasciato il paese quasi disarmato per dieci anni; anzi, peggio che disarmato. Hanno speso i denari come se avessero creato una potente artiglieria, e nel fatto, causa i tentennamenti , gli errori e le colpe, l'Italia non ne aveva una ». « Bisogna proprio ringraziare il fato , che durante questo tempo non sia succesi.a una conflagrazione europea... Il pensiero che pure poteva succedere, che nessuno dei nostri uomini t:ra certamente in grado di evitarla , fa rabbrividire di raccapriccio ». , Tutto un Paese, che ha fatto quanti sacrifici gli furono richiesti per la sua difesa, sarebbe andato a certa e dolorosa sconfitta per la grave inferiorità della sua artiglieria di fronte a quella degli altri Stati. Come si è potuto creare per lunghi dieci anni una 1>ituazione così pericolosa e nello stesso tempo cosi inspiegabile ? Cosa hanno fàtto tutti I ministri della guerra, che sl successero In questi ulthni anni al Ministero 1 « Cosa hanno fatto i relatori del bilancio, i generali d' esercito, lo Stato Maggiore? Pcrchè ad essi solo era ignoto quanto ad una Commissione modestissima, composta in massima parte di persone non tecniche, si è rivelato così chiaramente, dopo breve e affrettato esame ? » « Queste domande sono inutili, purtroppo. Le responsabilità si perdono nel caos parlamentare : sono di tutti e di nessuno. E nessuno sarà inquietato, anche se l' opera data da tutti sia stata opara collettiva di tradimento nazionale ». « Accadrà per la guerra quello che è successo per la marina: pietra sepolcrale. Non un responsabile perderà Il grado, non un uomo politico sarà tratto innanzi ali' Alta Corte di giu• stizia. La Relazione sulla marina à stata virtualmente distrutta

314 RIVISTA POPOLARE dal Parlamento, e fu un miracolo se i valentuomini, che l'avevano compilata con grande cura e con grande amore, non furono denunziati al procuratore del Re, per delitti) contro la sicurezza dello Stato ii ... ((Speriamo che i lavori della Co.t~missione d'inchiesta sulla guerra abbiano sorte migliore. Occorre che la pubblica opinione sia vigile, molto vigile. Si tratta d<'lla questione più vitale: la difesa nazionale, la quale compendia la vita morale, materiale, economica di tutti. E' il presente, è l'avvenire, è la iìtoria del nostro popolo, che può essere vòlta a rovina o a risurrezione... » ~ Fa grande impressione il dove• ·are che la Com nissione d' inchiesta sulla guerra ha riv~:ato gli identici erroriusiamo queste : arole per eufemismo - che la Commissione d' inchiesta sulla marina 1>. (< E' un caso fortuito? Speriamolo. Ma intanto per l' artiglieria si è fatto precisamente quanto si è deplorato per le corazze. Erano adottate da tutte le Marine corazze migliori, noi si tentennava incerti , e si conchiudeva per le peggiori : così per l'artiglieria. La grande maggioranza delle Nazioni lavora va febbrilmente da anni per costruire le artiglierie seconclo le ultime razionali scoperte ; noi, invece si continuava ad allestire un materiale;:, ehe si doveva pensare a sostituire prima che fosse finito di costruire I » « Denari buttati via, matematicamente gettati dalla finestra, e la patria senza difesa. Contratti colla Casa Krupp, affrettati per le corazze ; contratti senza le garanzie che ogni discreto amministratore pretende, sì e come per le corazze : prezzi alti pagati senza ragione. materiale accettato senza, o quasi senza prova : ritocchi di contratto, sempre favorevoli alle Case com mittenti , mai una garenzia per il contribuente , mai una ga• ranzia per il Paese ». « Errori I buona fede? rrutti? » <t La Commissione non ha voluto o saput0 conchiudere I Essa ha fatto opera oggettiva, ha esaminato l'elemento mate• riale, non ha avuto conclusione, sull' elemento uomo. Ed ha secondo il nostro parere errato. Poichè due sono i grandi coefficienti della vittoria : la preparazione mate, iale e h preparazione morale. A cosa conchiude la preparazione materiale quando pervade ancora l'amministrazione della guerra insidiosamente, lo spinto dei responsabili dello stato attuale? » « Questi hanno amici, hanno complici, che rimangono, anche se essi , per caso, ci sono ritira ·i. Rimane, sopratutto, nella grande massa lo scetticismo, l'idea, che fare o non fare il proprio dovere, di fronte alle Autorità rappresentanti il Paese è la stessissima cosa •· + Quasi contemporaneamente alla pubblicazione della Commissione d'inchiesta veniva distribuita la relazione Bergamasco sulle nuove spese militari: altri 223 milioni che uniti ai 60 votati colla legge del 14 Luglio 1907 faranno un totale di 283 milioni che saranno spesi per la difesa nazionale (?!?) Come saranno spesi? Come pel passato. Nulla, nulla, nulla affida che saranno spesi pm onestamente che pel passato. Si può temere che saranno spesi peggio, perchè se l' on. Cesana in quanto a rettitudine è insospettabile, per la competenza certamente è al disotto di qualunque generale italiano. Noi non faremo commenti all'articolo della Stampa, che collima, ripete, illustra il pensiero nostro. Cer_che_remo soltanto di completare alcune osservaz10n1. Pienamente di accordo sul giudizio relativo alla Inchiesta della Marina; aggiungiamo che la nostra Rivista fu tra le pochissime pubblicazioni che la difesero con ogni loro possa. Chi la dirige, quando fu votato il balordo, per non dire peggio, ordine del giorno Arlotta con cui si dava inonorata sepoltura alla Inchiesta investì in piena Camera in forma violentissima i suoi amici personali onorevoli Gi usso e Franchetti che si rano rassegnati ... E l'onorevole Franchetti piuttosto che risentirsene gli dette picn·a ragione perchè egli è un galantuomo vero e che aveva studiato con amore intenso il grave problema. E c·ome si contenne allora la Stampa che oggi grida forte contro la sorte, simile a quella della Inchiesta sulla Marina, cui crede destinata quella sulla guerra? Alla Stampa dobbiamo poi ricordare dell'altro e pregarla di essere più completa nel suo giudizio sul malgoverno delle cose della guerra e sulle rispettive responsabiliià. Essa parla di dieci anni di sperperi pazzeschi, scellerati e pericolosi ; ma essa dimentica che il triste fenomeno dura da più lungo tempo. E la impreparazione della guerra del 1866 quando si mandarono 40000 garibaldini nel Tirolo senza armi , senza munizioni , senza viveri , senza carte geografiche ? E si che oggi i governanti potrebbero invocare come attenuante che essi non credevano di doversi premunire contro un'alleata ... Ma allora l'Austria era la nemica designata, contro la quale era sicuro che si dovesse venire a guerra aperta da un momento all' altro. Ma dopo quelle terribili lezioni che si chiamano Lissa e Custoza - e nelle quali, a dir vero, le responsabilità politiche di Vittorio Emmanuele: il gran Re, furono maggiori e più odiose della ignoranza dei generali e delle impreparazioni del ministero della guerra - dopo quelle dolorose lezioni , noi domandiamo, come furono spesi i trent'anni di pace che corrono dal 1866 al 1896? Adua dà la risposta ... Dunque non parliamo di un decennio di sperpero e d' irresponsabilità; ma di tutto il perfodo storico da che vige il Regno d'Italia . . . Questa la verità pura e semplice. + Un'ultima osservazione. La Stampa senza eufemismi lascia intendere che nella faccenda del Ministero della Guerra ci sono delle responsabilità che dovrebbero essere discusse ed eventualmente punite dinanzi all'Alta Corte di Giustizia; ma_ il giornale monarchico di Torino_ ~fferma 1~ convinzione non erronea, che tutto fimra tranqmllamente. Sarebbe stata più esatta, più nel vero, se _avesse conchiuso che molti che dovrebbero andare in galera sono già in Senato o vi andranno tra breve ... o'ra questa sistematica impunità accordata ai grandi ladroni, ai grandi imbecillì che hanno dilapid to centinaia di milioni e miliardi, che hanno messo in )f!ricolo la patria, è quella che offende molti siciliani , è quella che giustifica la parte in buona tede del nasismo, che non sa comprendere come in Italia, - dove i lad:i delle M~ridior:iali _e della Regìa Cointeressata dei Tabacchi , dei Ministeri della Guerra e della Marina, rimasero sempre imi uniti-la giustizia abbia colpito soltanto Nu~zio Nasi reo di minuscoli peculati, che lo denunziano più come uno squilibrato che come un disonesto. In tale disparità di trattamento scorgono una persecu1ione politica e regionale. e protest~no. . Essi hanno torto; e noi non abbiamo esitato a dirlo alto e chiaro; ma non hanno ragione coloro che adoperano due pesi e due misure. La Rivista Nota. Nel numero venturo , se lo spazio ce lo consentirà, daremo alcuni brani della Relazione sull'artiglieria. 1\i nostri abbonati - RictnJiamo continuamente dagli abbonati richiesta di numeri della Rivista Popolare 11 e 12 dell'annata XI. Rammentiamo ai richiedenti che quei numeri costituiscono il fasdcolo speciale consacrato alla mem~ia di Giuseppe Mazzini. In detto fas~.lo la nume1·azio!'e delle pagine segue quella della R1v1sta, per comoditd degli abbonati che fanno rikgare in volume ~ annate

... RIVISTA POPOLARE 315 Il reazionario e inutile disegno di legge sullo Stato giuridico degli impiegati è passato -:on una enorme maggioranza: soli ventisette deputati votarono contro tra oltre 300 votanti! E ciò dopo una lunga, vivace ed elevata discussione alla quale pre-. sero parte soltanto i deputati di Estrema sinistra' ai quali nel voto si unirono due o tre deputar degli altri settori della Camera. La legge essendo stata votata si potrebbe credere che sia oramai inutile ogni osservazione in proposito ; ma così non è. Giova, ad ammonimento degli impiegati specialmente, giova spiegare perchè in un momento che non è di reazione vera la Camera abbia fatto accoglienza cosi favorevole ad un disegno di legge che era intrinsecamente cattivo per le disposizioni reazionarie o inutili ed anche per la sua redazione ambigua ed inelegante. Oh di quanto superiore, sotto tutti i rapporti, e con particolarità dal lato della forma semplice e chiara, il progetto ClemenceauDessaigne presentato in Marzo 1907 e che deve ancora essere discusso I Lo spirito reazionario si annida in parecchi articoli della legge votata, che non ho bisogno di enumerare e <li criticare, dopo la esauriente discussione iniziata da Barzilai colla pregiudiziale, continuata da quasi tutti i deputati presenti del1' Estrema e ch'è stata una fatica particolare di Filippo Turati, che, com'è il patrono degli impiegati è stato pure il cireneo della loro difesa. Che la legge votata sia reazionaria se non altro basterebbe a dimostrarlo il fotto che contro gli articoli più caratteristicamente tali si sono levati giornali conservatori come la Stampa di Torino e scrittori, specialisti illustri in diritto costituzionale, come il Mosca, ch'è il più dotto, più ìogico e più sincero sistematore dei principi del conservatorismo. Nella meschina difesa che del progetto fece l'oo. Giolitti, lasciò intravvedere che il regolamento avrebbe chiarita e migliorata la legge. Ora da che mondo e mondo in questa nostra Italia i regolamenti servirono sempre a peggiorare ed a dare interpretazione più restrittiva alle leggi. Solo in questa occasione dovremmo avere la eccezione in senso contrario? Nessuno ci crede; e non ci può credere sopratutto chi sa che la legge votata non è che il reiolamento già in vigore per gl' impiegati del Ministero dell'interno ..... A quali inconvenienti, a quali abusi potranno dar luogo gli articoli più reazionari e specialmente il comma e dell'art. 14, il comma g dell'art. 22 e il comma g dell'art. 25 (1) è facile prevedere. ( 1) Art. 14. S'incorre nelle revocazione dell'impiego indipendentemente da ogni azione penak: ..... e per mancanza contro l'onore e per qualsiasi mancanza che dimostri difetto di senso morale. Art. 22 •.. la sospensione dell'impiego e dallo stip..!ndio può essere inflitta . . . . . . g per qualunque manifestazione collettiva, che miri a fare illegittima pressione sull'azione dei superiori o a diminuire l'autorità ... Art. 25. S'incorre nella destituzione, indipendentemente da ogni azione penale: ..... g per offese alla per ona Re, alla famiglia reale, alle Camere legislative e per pubbliche manifestazioni di opinioni ostili alle vigenti istituzioni. Sono immaginari i pericoli e gli abusi intravvisti nella intèrpretazione? Chi riflette al caso Bong hi, ex ministro, consigliere di Stato, autorevolissimo politico, illustre scrittore, che fu dall' on. Giolitti sottoposro a j procedimento disciplinare per gli articoli pubblicati nella maggiore rivist'.l italiana, nella Nuova Antologia; chi ricord1 il caso Pan taleoni, cioè del più illustre economista italiano , di un uomo rettissimo e niente aflatto sovversivo, denunziato da Gia"nturco al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per una innocua lettera pubblicata nel Secolo, converrà facilmente che l'inverosimile divenne realtà in tempi, nei quali i ministri non avevano a loro disposiziane la legge sullo Stato giuridicodegli impieiati votata in Giugno 1908. Vero è che , con o senza tale legge, a seconda che i tempi volgeranno alla reazione o alla libertà gl' impiegati saranno compressi o lasciati liberi nelle loro opinioni e manifestazioni. E allora perchè legiferare in una materia per così dire imponderabile, quando l'esperienza stessa italiana ci insegna che c'era modo d' infrenare il sovversivismo anche senza legge sullo Stato giuridico ?... Si dica lo stesso sull'art. 3° che riguarda la incom patibilirà del funzionario a spèndere la propria attività, con o senza lucro, al di fuori del suo ufficio. Questo articolo colpirà i più onesti , i più volenterosi, che saranno antipatici ai loro superiori, li priverà dei proventi che onestamente si procurano e coi quali provvedono alla sussistenza della famiglia. Ma non servirà certo pei pezzi grossi, sulla cui condotta il governo chiuderà non uno, ma quattro occhi; come li ha chiusi mentre avrebbe dovuto tenerli aperti sul caso ..Avena , che venne illustrato nella Propaganda di Napoli; e per chiuderli bene il governo del tempo fece inchieste e contro inchieste, che rappresentano una delle più sfacciate mistificazioni della burocrazia e della partigianeria dei ministri. Lo ricordai alla Camera nel mio discorso sullo Stato giuridico , che fu soppresso nei giornali in seguito allo sciopero giornalistico provocato dallo incidente Santini e nessuno fiatò: nè il ministro della Pubblica Istruzione, nè i due miei colleghi Arlotta e Guarracino che, certamente in buona fede dell'Avena altra volta avevano prese le difese nella Camera. Non mi nascondo però, che qualche provvedimento tendente a infrenare l'azione dei grossi pa" paveri era necessario. E' uno scandalo che dura da lungo tempo quello degli alti funzionari , specialmente dei Consiglieri di Stato, che godono di grosse prebende, figurando nei Consigli di Amministrazione di certe socìeta non sempre lontane dal Codice penale, senza prestarvi opera efficace e servendo come specchietti per le allodole ; e dura da troppo tempo lo scandalo di magistrati e Consiglieri di Stato, che fanno parte di Commissioni arbitrali ... contro lo Stato. Informi il lodo arbitrale tra lo Stato e i costruttori del Palazzo di giustizia ... Ma da questo ad impedire che un modesto impiegato a 100 lire al mese se ne procuri altre 50 sgobbando nelle ore libere dell' Ufficio o che spenda la propria attività gratuitamente, in favore di una cooperativa ci corre. Oh I se si corre ...

316 RIVISTA POPOLARE ♦ Un cenno sull' art. 14 che mira ad infrenare lo sci~pero, l'ostruzionismo, e il sabotage tra i funzionaru ... Non è ingiusto; nè è inutile, tanto che contro quell'articolo se ci furono discorsi dei deputati della Estrema, furono pronunziati per mera platonica e dottrinaria affermazione. Tra i banchi della stessa Estrema non mi sono imbattuto in un solo deputato che non fosse convinto pier.amente della convenienza di un tale articolo , che l' arroganza e la bal?rdaggine di molti funzionari ha reso necessario ... Un impiegato attivo, onesto e intelligente, il Campanozzi, ha voluto com battere sull'Avanti (12 Giugno) tale articolo con un parallelo tra lo scopo che si propone il progetto Clemenceau in Francia e quello Giolitti in Italia, giudicando della opportunità del primo e della sconvenienza del secondo dalla diversa condizione dei due paesi. • Il Progetto Clemenceau si giustifica, dice il Campanozzi, con l'esame delle condizioni politiche della Franc:a, dove la Conjederdr_ione del lavoro è costituita da un elemento ultrarivoluzionario, herveista e antipatriottico, e alla quale non è possibile ammettere che possano aderire le associazioni p1ofessionali di funzionari: giustificazione addotta dallo stesso Clemenceau nella risposta indirizzata il 5 aprile 1907 al Sinda cato degti istitutori. li 1 In conclusione la politica di Clemenceau non tende ad altro che ad infrenare le tendenze sindacaliste-rivoluzionarie di una sparuta minoranza di agenti e subagenti, pur rispettando nella loro integrità i diritti dei funzionari e delle organizzazioni. E ciò nondimeno il progetto Clemenceau, dopo un anno e mezzo dalla sua presetnazione, è rimasto inscritto ali 'ordine del giorno della Camera, in ~i eme col contro progetto Jeannency che tende ad emendare i punti repressivi su accennati; mentre in Italia, è possibile che in 15 giorni, si maturino la discussione agli uffici, la relazione dell' on. Pozzi e l'approvazione della Camera, come se si trattasse d'un imminente pericolo nazionale! » « In Italia, o cornacchie conservatrici, le cose mutano d'aspetto. li « Quì, d'impiegati rivoluzionari, herveisti e scioperajuoli, non si conosce neppure l'ombra, salvo le poche traccie lasciate dai germi dell' industria privata nell' organizzazione dei ferrovieri, e ehe vanno, a vista d'occhio, scomparendo. La grande massa degli organizzati non segue che la politica dei propri interessi che coincide con la ,politica della democrazia. E se è vero che, mercè l'influenza delle organizzazioni, gli impiegati, in partt:, si sono emancipati dall' adorazione dei auperiori gerarchici; è anche vero che ciò ha contribuito a moralizzare e democratizzare le amministrazioni, togliendo al paese il rischio d'una burocrazia tirannica e sperperatrice; come è verissimo che ciò ha elevato la coscienza civile e pro· fessionale degli impiegati. li « In Francia Clemenceau vuole reprimere la ribellione; in Italia la ribellione è voluta unicamente dal Governo ». Lasciamo andare tutto ciò che egli afferma sulla elevazione, sull'azione moralizzatrice degli impiegati nell' amministrazione, sostenuta anche da Alessio e da altri oratori dell' Estrema, ch'è la cosa più umoristìca e più falsa di questo mondo e veniamo allo spirito dei funzionari italiani, eh.e si vuole presentare come assai diverso e assai migliore di quello dei francesi. Se vi siano herveisti tra i funzionari italiani io non so di certa scienza ; ma essendo l' herveismo la quintessenza dell' anarchia è dell' egoismo mi pare impossibile che non ce ne siano. In quanto a partigiani dello sciopero, dell'ostruzionismo e del sabotage via l il Campanozzi, che conosco per un galantuomo, da prova di un corag .gio straordinario, che confina colla sfacciataggine, negandone l'esistenza. Come egli ha potuto dimenticare l' ostruzionismo - peggiore dello sciopero - praticato dai doganali e lo sciopero minacciato dai postetelegrafici, dai demaniali, sinauco dai magistrati, dai carabinieri e dagli ufficiali dell'esercito ? Proprio mentre egli negava con tanta audacia la verità, i demaniali iniziavano lo sciopero a Palermo, a Firenze, a Perugia ..... Se fosse poi vero che manca in Italia lo stato d' animo, che si deplora in Francia - ed io, e con me mille altri , sono persuasissimo che tra noi è peggiore e più diffuso che nella vicina repubblicadato il contagio psichico si può presumere che penetrerà in Italia a breve scadenza come tutte le altre correo ti d' idee buone o cattive. Del resto è sempre meglio prevedere e prevenire che reprimere. Ma la minaccia di una punizione servirà ad impedire le manifestazioni criminose degl' impiegati ? Per rispondere a questa domanda bisogna riportarsi alle quistioni più generali : giovano le pene, servono ad infrenare la delinquenza? In senso assoluto no; ma in senso relativo certamente si. Nonostant€ le decapitazioni avvengono ancora omicidi in Inghilterra. Ma quanti si trattengono dall' attentare alla viLa altrui per la minaccia della pena di morte? La pena non impedisce i reati in certe circostanze eccezionali ; non ha presa sui caratteri forti. Ma agisce nelle circostanze ordinarie e sui temperamenti medii. Chi potrebbe negare che la punizione dei promotori dello sciopero ferroviario non abb/a reso più prudenti e meno impulsivi i ferrovieri? ♦ Dati i gravissimi difetti della legge la sua approvazio11e, senza un qualsiasi tentativo di correzione da parte della Commissione parlamentare che l' esaminò e di cui fu relatore l' on. Pozzi, senza che i gruppi costituzionali si fossero ricordati dei loro principi o dei loro precedenti, deve spiegarsi sic et simpliciter colla dittatura esercitata dall' on. Giolitti e colla supina acquiescenza, che confinerebbe colla viltà, della Camera ai suoi voleri - acquiescenza o viltà resa più mostruosa dalla paura delle elezioni generali non lontane ? Non nego la dittatura e non attenuo la scarsa combattività della Camera, per non adoperare una parola più offensiva, ma sarebbe un ingannare il paese se non si aggiungesse che e' era dell'altro, che rendeva feroci - è la parola giusta - i deputati di destra, del centro e di sinistra contro gl'impiegati e li induceva ad appoggiare con entusiasmo le proposte di Giolitti, pur riconoscendo che esse fossero soverchiamente reazionarie. Tali sentimenti furono manifestati da deputati conosciutissimi per la loro rettitudine e per la loro indipendenza e cultura ; qualcuno di essi da molto tempo vota contro il ministero e vota spesso insieme e all' Estrema. Faccio il nome di un solo che vale per molti: Giustino Fortunato. Altra volta io dissi che i funzionari in generale diventano uggiosi, addirittura invisi, per la diversa loro condotta prima e dopo di essere tntrati nei ranghi. Prima umili, sommessi, soddisfatti della posizione, cui aspirano e che considerano come la salvezza propria e delle famiglie; e per raggiungere la quale pregano, scongiurano, consigliano imbrogli, chiedono favori. 'Dopo petulanti, arroganti, malcontenti, minacciosi; appena entrati nei ranghi si ac-

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