Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 10 - 31 maggio 1908

260 RIVISTA POPOLARE d'Inchiesta sull'esercito è del nostro avviso. Serva ciò per quel capo scarico, che vorrebbe essere insolente e riesce solamente sciocco , che prevedeva che detta Commissione avrebbe data una risposta diametralmente opposta al nostro giudizio temerario.(Pensiero militare 23 aprile). • Non vogliamo lasciare questo argomento senza rilevare un articolo di un altro ufficiale, noto come scrittore e come soldato valoroso, il capitano Giulio Bechi. Egli nella Rasregnacontemporanea (N.0 3) ha pubblicato un notevole scritto (Dal tramontodellacasta all'alba della nazionearmata), di cui c'interessa moltissimo lo spirito che l' informa e la conclusione; sebbene dissentiamo in qualche speciale apprezzamento. Dissentiamo da lui nel ritenere che speciale situazione economia - e ce l' hanno già ! - vada fatta agli ufficiali perchè «la milizia richiedendo un « larghissimo consumo di forze, di fibra, di salute, « non può avvalersi dell'opera dei suoi componenti, « se non per un periodo di tempo ben ristretto e << non può quindi assicurar loro, come le altre pro- << fessioni fanno, quasi un'intera vita di lavoro re- « tribuito ». Ma siamo pienamente di accordo con lui nel desiderio di veder soppresso il sottoufficiale di mestiere, ch'è uno spostato raccolto i fra naufraghi delle altreprofessioni, possiamo esserlo ancora di più nel considerare, com'è attualmente la parte dirigente dell'esercito, composta da persone che esercitano la professione, il mestiere delle armi e che conservano certa veste e certi privilegi castali; lo siamo soprattuto nel ritern~re « fatale, di quella fatalità derivante dal progresso « logico dei tempi che corrono irresistibilmente <( verso uno stato di equilibrio, come l'acqua lungo « una china , è logico e fatale che la nazione ar- « mata, com'ègià quasi costituitain Svizzera prenda << il posto dell' esercito moderno, il quale rappre- « senta evidentemente una forma transitoria ». Perciò, egli conchiude : « Tiro a segno, ginna- « stica, insegnamento di discipline militari nelle « scuole, dalle inferiori alle università, e sopra tutto « un sano indirizzo educativo e patriottico (quanto « ne ammaestra il Giappone I) ci permetteranno di « ottenere ferme brevissime e una massa di citta- « <lini, come avviene in Svizzera, costantemente « esercitati alle anni pel mezzo di celeri periodi « annuali d'istruzione, senza che ne abbiano punto « a soffrire le loro professioni e i loro interessi « personali e collettivi: una milizia insomma elevata « in dignità sopra le antiche torme di mercenari e « di predoni e resa popolare dal suo ufficio di tutela, « di salvezza, di ausilio e franca, alacre e lieta, « sgombra di quei tanti perditempo formalisti e « burocratici, che ora servono a riempire le lunghe « ferme e sembrano un; irrisione al bisogno che il « paese ha di braccia e di energie giovanili e al « ftrvore di lavoro che dalle officine, dai porti, dai « cantieri sonanti, martellanti, affacendati, dai ga- « binetti solitari, dove il pensiero si macera nello « studio e nella veglia, prepara fra tanti fati av- « versi, una nuova Italia piu grande e piu pura )>. « E allora apparirà manifesta ed intera la difie- « renza fra l'arme e l'utensile )>. Ecco un modernismo sano , che va oltre la quistione di stomaco, che viene esposto da un ufficiale . dell'esercito e noi lo caldeggiamo. • _ Rimane assodato intanto, per bocca del capitano • Giulio Bechi, che attualmente la funzione dell' ufficiale è mestiere è professione. Tutti i Manfredi, tutti i Borrelli, tutte le K. del Ranzismo se credono che la parola è offensiva provvedano a scagliarsi contro chi l'ha pronunziata. La Rivista I probledmeilli'struziosnee ondaria concorsi e insegnanti ( 1) C'è nell'aria una certa curiosità per le questioni scolastiche: è di moda il parlarne, e si vede anche dalla larga e benigna accoglienza che trova nella stampa quotidiana chi ne scrive a diritto o a rovescio. E' l' indice di una più viva coscienza,. nel paese, dell'importanza dei problemi di coltura nazionale? E', nel gran pubblico, una distrazione come un' altra, come tante altre, fatte di discussioni superficiali destinate a non concludere o a morir nella dimenticanza quand:) qualche più rumorosa novità le caccia dal seggio della chiacchiera quotidiana? Dicendo curiosità, abbiam cercato una via di mezzo fra le illusioni e lo scetticismo: una curiosità la quale, con miglior nutrimento che non i pettegolezzi e le proteste dei mille interessi particolari, alla nobilissima preoccupazione, che vorremmo diffusa in ogni ceto , per le sorti della scuola può davvero condurre; come, volta più che ad altro agli scandali del giorno, può facilmente perdersi fra gli spassetti e chiassetti della vita politica italiana. Nell'uno o nell'altro caso, ad ogni modo, non è fuor di posto il parlare nella Rivista di uno spinoso argomento, che i giornali han cominciato a trattare e di cui s' occupava, per esempio , nello scorso numero, il Marzocco di Firenze; vo' dire del risultato dei recenti o presenti e non ancor terminati, ma già svolti in gran parte, concorsi a cat-. tedre di scuole medie. Non pochi forse, del sullodato gran pubblico, ignorano ancora che in forza della nuova legge - e relativo regolamento - sullo stato giuridico degli insegnanti, è assolutamento necessario per conseguire una di queste cattedre, un concorso per titoli e per esami, i quali costituiscono un vero e proprio « esame di stato », come s'usa da tempo altrove. E son tassativamente prescritti per ora non solo per chi voglia entrare in ruolo, ma anche per chi voglia passar da un ruolo,. da un ordine di scuole all'altro, o conquistare una· delle così dette sedi principali, in una città importante ... o quasi. E - diciamolo per chi non lo sapesse - ecco i pesi e misure per le bilance e le. operazioni delle commissioni giudicatrici: un massimo di 180 punti per i titoli (90 pei titoli di studio, 30 per quelli didattici, 30 per l'anzianità, 30 per le pubblicazioni) e un massimo di 90 per gli esami (30 per la prova scritta, 30 per la discussione orale, 30 per l'esperimento di lezione pratiça) Per (1) Questo articolo, scritto quasi tre mesi fa, e rimandato da un numero all'altro per inesorabili ragioni di spazio aveva il modesto intento di dare ai lettori della Rivista qualche notizia della complessa questione dei concorsi e della prepa• razione degli insegnanti medi - non di discuterne a fondo. Seguita a trattare degnamente l'importante argomento la rivista I nuovi doveri; se n' è occupato nella recente discus~ sione sul bilancio della P. I. l'on. Battelli, che ha sostenuto - come noi, doversi conservare le prove di esame, ma apportare riforme ai regolamenti e al- sistema di esaminare.

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