RIVISTA POPOLAR~ \ 277 a cereali; 1,444,174 a vigne; 1,333,383 ad ulive e 2630,267 a coltivazioni diverse. Dunque è necessaria non solo una cultura ptu estesa, ma anche una tecnica agraria migliore, giacchè la nostra è molto arretrata. E' appunto la tecnica che nella economia politica spiega una quantità di fenomeni e nella tecnica risiede il segreto dello sviluppo economico dei popoli moderni. La legge di Colonizzazione interna 30 agosto 1907, che non ancora s'è cominci..1to ad applicare, si propone: 10 legare alla Nazione la famiglie povere, specie quelle d contadini; 2°, diminuir l'emigrazione; 30 accrescere ,la popolazione rurale e 4° la coltivazione. - Come si vede, dei tre problemi cui ab· biamo accennato, la Legge si propone di contribuire alla soluzione dei primi due: il ripopolamento e l'aumento del suolo coltivato; ma quello che riguarda la tecnica non lo tocca. Tuttavia questa Legge è importante e può considerarsi come qn primo passo verso una politica agraria nazionalt:. N')n vo - gliam <lire con ciò. che essa riso've da sola il problema agrario: infatti, consegnate a povere famiglie di contadini lotti di terreno da coltivare istituendo colonie e assicurando la vita a IJlolta gente, non si risolve il problema agrario della Sp~gna, poichè un vasto piano di riforme e un complesso di misure da applicarsi gradatamente sarebbtro necessari; ma nei limiti che si propone sarà feconda la legge sulla Colonizzsziont? Sarebbe avventato anticipare un giudizio: solo sì possono studiare i risultati ottenuti qui e altrove. La maggior parte degli esperimenti di colonizzazione tedesca del 1886 va giudicata con riserva di frote a 1 candido ottimismo di alcuni scrittori agrari della Germania; e le parziali colonizzazioni di altri tempi han lasciato molto a desiderare. Le leggi più re ceuti sulla mtz zadria furono evidentemente sterili. Pesciò tra gli economisti regna una certa diversità di vedute. Qualcuno come il Boccardo, giunge a dire che « le colonie agricole, in qualsiasi modo organizzate, risultano uno sfortunato sistema rurale e un pessimo sistema di btndicenza e, tra gli Spagnuoli, Fermìn Caballero dice che « le colonie . ' In genere, sond oggi co ,dannatt: scientifica me,,te e speri men - tal mente ». Ma con vien fuggire le teori troppo rndicali e distinguere nella colonnizzazione la « concezione filantropica » dalla « concezione economico-politica » : nella prima lo Stato corn'pie un' opera di beneficenza e le colonie o son 'fall;te o han vissuto meschinamente : finito l'entusiasmo generoso l'a - zione governativa s' indebolisce e la decadenza si avvicina . ' nella concezione economico-politica si può riuscire, se dal primo momento si seguono i principii essenziali di ogni impresa e si fonda questa Cfln un sufficiente capitale ed una intelligente di rezione tecnica. Ora, bisogna sinceramente confessarlo , tutte queste cose non si trovano nella nuova legge nè nel regolamento. L1;t nuova legge è piuttosto una custruzione teorica che fallirà come le precedenti per la debolezza della volontà umana, o come dice il signor Pazos, per « esigenze burocratiche della pubblica amministrazione » che resero infeconde le precedenti. Non v' è l'espressione viva di un alto sentimento dell'impresa, di un supremo ideale economico-politico, l' unico caoace di render vitale una organizzazione d •indole molto delicata e come plessa, che non solo racchiude una certa trastormazione so- . ciale agraria, ma anche gil.uidi.:a in rapporto alla proprietà e che penetra nelle visceri ddla medesima costituzione economica. Perciò noi possiamo anticipare un giudizio di schietto pessimismo sulla legge derivato dal fatto che il Governo non s'è reso conto della grandezza di questa impresa e obliando la storia e i postulati recenti deli' economia agraria, s'è lanciato per un cammino molto difficile e senza un indirizzo sicuro. (La· Lectura., aprile). + Onesime 'l{_eclus: Una nuova nazlone.-Il censimento eseguito in Tunisia, il 4 dicembre 1906, ha accertata la rapida diffusione della lingua francese in tutti gli stati ,iella popolazione della Reggenza. Le diverse categorie d'immigrati sembrano cristallizzarsi intorno alla popolazione francese là residente. Dopo 2 5 anni di protettorato, un buon terzo delle nazionalità straniere si esprime in francese. Anche gl' indigeni han fatto mo1to progresso sotto questo riguardo. Nell'Algeria, dopo due o tre generazioni di possesso, appena la metà o i tre quarti della popola~ione parlano la lingua di Moliére. Nel 1901 l'Algeria aveva una popolazioue di 4,739,331 abitanti; nel 1906 tale popolazione t:ra salita a 5,231,850. Tenuto conto del corpo militare di occupazione , che fu compreso nel penultimo censimento e non nell'ultimo , troviamo che l'Incremento demografico è stato, in cinque anni, di circa 390,000 persone. La popolazioue di tutta quanta la Francia progredisce ormai meno rapidamente di qut:lla della sola Algeria. Infatti, la Vecchia Gallia, nello stesso perio lo di tempo non progredì che di 375.000 abitanti. Certo, l'elemento straniero è sempre assai più numeroso, ma di ciò non bisognerà pre?ccuparsi molto. L'avvenire dell'Africa settentrionale non dt:riverà dalla superiorità o meno del numero dei coloni, ma bensì dalla scienza, dalla ricchezza, dall'iniziativa e della lingua dei dominatori. Non fu coll'invasione dei coloni latini che Rc,ma latinizzò l'occidente ; ma nel trionfo dalla sua lingua su di quello dei popoli vinti. Lo stesso dovrà accadere ai francesi del nord dell'Africa. La provincia d' Orano conta 276,500 e!lropei , di cui 86 rni'a francesi. Ma le naturalizzazioni volontarie sono già salite a 93 milJ. Nella provincia di Algeri troviamo 118 mila francl!si contro 36 mila spagnuoli. Troviamo però oltrt: 26 mila naturalizzati. Nella provincia di Costanti~a Ù pericolo france~e è quasi sparito. In essa, 73,079 coloni sono francesi, sopra 148,847 europei. Se si tien conto degli ebrei dichiaratisi cittadini francesi e dei naturalizzati, la Francia può contare sempre su di una popolazione sua di oltre 90 mila abitanti. Nel complesso, in Algeria si trovano 680 mila europ.:i, di cui 280 mila italiani, 65 mila ebrei naturalizzati, 170 mila stranieri naturalizzati; in tutto 515 mila cittadini della Repubblica. Vi sono ancora 164 mila individui non naturalizzati, tra cui 180 mila spa - gnuoli, 33 mila italiani e 10 mila di diversa nazionalità. Nella Tunisia, contrariamen.te alle previsioni, non si trovarono che 81,156 italiani. Essi sono in discesa. Al contrario crebbero i francesi, che sono 24,610 non compreso il contingente militare. Ma la composizio_.e ,folla· popolazione fran cese è molto incoraggia:-ite. Più di un quarto è costituita di francesi nati in Tunisia, i quali prolificano in modo sorprendente e costituiscono un fortissimo nucleo. Riassumendo, troviamo che i francesi, dal 188c al 1891, sono cresciuti annualmente di 902; dal 1891 al 1896 di 1901; dal 1896 al 1901 di 1598; e di 2081 dal 1901 al 1906. Questa progressione fa molto bene sperare per l'avvenire. (La Revue, maggio 1908). • B. Kied: Le leggi fondamentall della· Soctolog·ta. - Dobbiamo aver presente nello studio della società, che dietro tutte le fasi dello sviluppo umano opera la lotta per l'esistenza, la quale si presenta sempre, in qualsivoglia sua frase, come un conflitto fra tipi sociali. Nell' integrarsi det\a società umana, la lotta va anzitutto evolvendo nell' individuo non le qualità che contribuiranno ad accrescere la sua effi eienza in contrasto con quella dei propri simili ; ma :, •in lui stesso, le qualità che contribuiranno ad aumentare l'efficienza della società alla sua non interrotta· evoluzione verso un tipo
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