R I V I S T A P O P O L AR E lato del problema, perchè per comprare le cose di cui si ha bisogno al massimo buon mercato bisogna avere come pagarle. Il ragionamento libero scambista, sarebbe perfetto se i francesi vivessero di rendita, e di rGndita pagata dagli stranieri, come è il caso di gran numero di capit&.listi inglesi. Ma si sa che l'immensa maggioranza dei francesi vive del lavoro nazionale e che questo lavoro permette allo Stato, ai dipartimenti, ai comuni pagare gl' interessi dei debiti, le spese pei lavori pubblici, per l'aisistenza, per l'istruzione, pei funzionari ecc.; permette alle società ferroviarie di pagare gli interessi agli azionisti, a tutte le intraprese della Francia di pagate i salari degli impiegati e degli operai. Se la nostra produzione non potrà fare concorrenza alla str"aniera, quella dovrà arrestarsi. E allora che cosa sarebbe dei lavoratori delle intraprese agricole e industriali? Essi andrebbero nei paesi nuovi a chiedere quel lavoro e quei mezzi di sussistenza che la Francia non potrebbe più dar loro. D'onde la conclusione che i dottrinari del libero scambio assoluto si occupano degli interessi generali del!' umanità e non pensano a quelli particolari dd proprio paese. I protezionisti moderni guardano diversamente il problema della economia. Ammettono i progressi dell'umanità e si sfor• zano di attivare in tutti i modi questo progresso ; ma essi credono che la Franda faccia parte ·dell'umanità e si rifiutano di sacrificare gli interessi dei propri compatriotti senza alcun contraccambio compensativo. I loro avversari qualificano come politica della fame la loro teoria. Ma i professionisti amano anch ',essi la vita a buon mercato; però hanno compreso che invece .~i ottenere le cose necessarie colla -importazione estere era preferibile ottenerla dallo sviluppo della produzione nazionale. Colla politica d0ganale del 1892 si volle liberare la Francia dai trattati di commercio a lunga scadenza, r,he in conseguenza degli avvenimenti politici ed economici a lunga scadenza erano divenuti onerosi ed inquietati per la produzione nazionale e che la clausola della na 1 ione più favorita , ren leva più instabili e variabili nella loro applicazione rispettiva che il sistema attuale della doppia tariffa. Colla riforma doganale del 1892 si organizzò un sistema ragionevole compensatore che teneva conto delle trasformazioni economiche avvenute e delle modificazioni doganali degli altri Stati (Stati Uniti, Germania, Russia , Austria Ungheria, Italia) facendo perciò atto di preservazione econ0mica. Volendo mantenere all' industria francese gli sbocchi che p6s1edeva si adottarono due tariffe: una generale elevatissima pei paesi, che ci trattano ostilmente; I' altra minima moderata per gli stati che ~i trattano come la nazione più favorita. Con questo i.istema non si proibiva l'entrata dei prodotti stranieri, ma passando la frontiera francese si fanno loro prendere una parte degli aggravi che pesano nella produzione indigena; e per non aggravare l'industria nazionalt: si lasciano le materie prime libere da dazi. Gli effetti della concorrenza straniera erano così semplicemente corretti e restava libera la concorrenza interna. li nuovo regime adunque si può considerare come un libero scambio mitigato àa un protezionismo razionale. Esso vige da sedici anni e più che di sentirne il valore teorico giova meglio esaminare le conseguenze. (L' Economiste Europeen 15 maggio). + Luis Del Valle: La colonizzazione Interna nella politica agraria spagnuola. - I problemi fondamentali della nostra politica agraria sono tre : 1. ripopolamento del le campagne; 2. estensione della coltivanione agraria; 3. cultura' tecnica moderna. Essi sono, come si vede problemi di costituzione e non, come altrove, di organizzazione o di funzionamento : poichè la nostra economia agraria è per costi tuir~i. Ci manca no gli elementi essenziali : ia popolazione , la terra, il capitale, il credito, la tecni..:a ed altro. Da ciò risulta che il problema 11grario è molto compie: so e che la tt crisi agraria è diventata oramai un luogo comune: tutti la dcnun• ziano, ma nessnno la studia profondamente, e ogni taato si crede di aver trovato il rimedio ora nell' insegnamento della cultura agraria, ed ora nel crt:dito; ieri nella cosidetta politica idraulica, oggi in una certa organizzaziont: formale della produzione. Fatto sta che l'agricoltura spagnunla non progredisce per niente ed oggi si pongono gli stes3i problemi dt:I principio del sc:colo XIX. Nel 1888 fu fatta un'inchiesta agraria. Ebbene, dopo vent'anni, il paese potrtbbe lamentar gli stessi mali : mancanza di opere di bonifica; disastri prodotti dalle intemperie; scarsa rendita dei fondi; mancanza cli statistiche di produzione e coni.umo; popolazione rurale ridotta e mal distribuita; terre incoltt:; eccesso di rotazione in terreni poveri; disboscamento, usura, allontanamento dei capitoli della agricoltura, assenza dei proprietari dai villaggi rurali, aumento del costo della produzione, s..:arso accrescimento della quantità e del valore dei prodotti, nuovi bisogni dei coloni e dei giornalieri, imposte gravi e malamente distribuite, lotta tra amministrazione e contribuenti; ostacoli e difficoltà che le leggi mettono A Ila trasmissione e al cambio della proprie1à ; gran mancanza d' istruz,one, progresso e riforme; uso di strumenti e processi discreditati, resistenza ali' acquisto di macagricole, difetto di spirito di associazione, -:arestia di mezzi di traspor.to ... Frattanto il ripopolamento della campagna, l'estei1zione della coltivazione agraria e la cultura tecnica moderna sono esigenza immediate ed urgenti. Lo spopolamento della campagna è un fenomeno non particolare alia Spagna, ma avviene anche in aitri paesi: esso è dovuto, come si sa, al costituirsi della grande industria che attira una certa popolazione, fluttuante dapprima, ma che in seguito giunge a stabilirsi. In atri paesi si è verificato un movimento inverso, non precisamente di ritorno al campo , ma di maggiore permanenza in esso, per effetto di una determinata politica economica: ma, in alcuni paesi appunto per mnncanza di tale politica, non si verifica un simile movimento verso i campi. In lspagna, per es., pel crescente sviluppo delle industrie 1a popolazione rurale continua ad affluire verso la città: onde avviene che mentre il campo non acquista forze , nemmeno le industrie non sviluppate nella dovuta misura ritengono gli operai i quali emigrano per altri paesi, cagionando , come si dice, una continua perdita di sangue. La statistica ufficiale ci dice che nel periodo nel 1882-1906 l'emigrazione per mare raggiunse la cifra di 336 9919 con una differenza media tra emigrazione ed immigrazione , cioè come perdita nazionale, di 131417 abitanti. Pigliando solo i cinque ultimi anni di questo period::> la perdita totale si eleva a 142,979 abitanti con una media annua di 28,596. Ora in questa emigrazione i contadini rappresentano l'elemento principale: così nel decennio 189 1-I qoo la nazione perdette ogni anno 8 mila contadini. Inoltre è necessario diffondere la coltivazione agraria. In una pubblicazione della Giunta agraria consultiva sì trovano delle cifre desolanti : su una superficie coltivabile di 50,451,688 ettari; 24,055,547 son messi a pascoli; 21,702,880 si coltivano e infine ben 4.693,261 sono improduttivi per l'agricoltura. Quindi nel nostro paese il 47 per cento del terreno è abban. donato. Ma quello che più salta agli occhi non è soltanto la meschina estensione del terreno coltivato, ma l'imperfetta distribuzione della coltivazione, poichè di questi 2 r milioni e mezzo di ettari chP. sfruttiamo, 16,295,000 ettari si coltivano
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