Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 10 - 31 maggio 1908

RIVISTA POPOLARE non. so, o ~on ricordo, che cosa se ne ;ja detto in occasione della prim~ edizione, 'anzi non ricordo quando sia noéita, anzi non ricodo (smemoratissimo I) nessun giudizio di competenti e d'autorevoli s~gli ·altri lavori marescottiani: sicchè posso esprimere con piena verginità di gusto l'impressione mia person,ale: che è questa , in tre parole : non mi piace: non mi piace per la forma, che mi sembra agitata, convulsa, esage. rata, teatrale; e non mi piace ·per la sostanza, di cui il titolo stesso dà già un' idea, come la dà della forma , e che si riduce ad un lungo sforzo di fantasia ipertrofica, febbrile, delirante, mostruosa. Ma, ripeto, se ciò piace ai più , per essi è bello, come è bello, naturalmente, per l'autore; e il gusto mio, è solamente il gu.,to di uno , e conta per uno , mentre il gusto di quegli altri è il gusto di mille, di duemila, di tre, quattro, cinque, seimila, e conta in proporzione. * CoN FIOR DI MoNTE (Torino, S. T. E. N.) Orazio Grandi segne la sua carriera di antico novellator suhalpino, semplice e modesto, pacifico e buono, così nell'invenzione come nello stile; leggendo le sue dieci piccole storie , a me è parso di rito, nar· giovinetto studente, quando leggevo le prime sue nella • Gazzetta Letteraria n di Vittorio Bersezio: e allora le gustavo assai, con quell'ottimismo e con quella facile contentabilità che distingue l'adolescenza; ora, tutto ciò, immutato , identico, sempre così semplice e così puro, dopo un quarto di secolo, mi fa l'impressione d' un anacronismo, come a rilegger le letter~ degli amici ... e delle amiche d' allora : ma forse è effetto d' invidia inconsapevole: i Grandi , evidente mente, non è invecchiato, ed io sì. Luigi Capuana, poi, non solo non è invecchiato, ma è ringiovanito adddirittura: tanto da arrivare ali' ingenuità di pigliare per sincera ed onesta e genuina tuHa la furibonda sgi - tazione siciliana pro Nasi, e da associarvisi cordialmente ; e tanto da diventare quasi uno specialista nel genere delle fiabe e delle storielline per i ragazzi, genere che richiede parimente qualche porzione almeno di psicologia infantile, quakhe ele mento intimo e schietto di quella rudimentalità di senso e di fantasia, di sentimento e di raziocinio, ch'è propria dei piccoli lettori, senza la quale non si riesce a farsi intendere, gustare ed amare da essi: al Capuana, invece, basta rivolgersi ad essi con un titolo come questo: STATE A SENTIRE1 (Palermo, Sandron) per aver s·Jbito attorno il suo pubblico affettuoso e premuroso, dagli occhioni intenti, azzurri o neri o grossi o ambrati, dai capelli biondi o bruni o castani o fulvi, piccolo, caro, gentile pubblico, incontentabile in questo solo, che non ne ha mai abbastanza, di storielle come di chicche , di giocattoli come di figurine: e qui esso è contentato anche per queste, e come! e da chi I : dal Kienerk, dal Sarri, dal Casini, dal Chiostri, dal Prosa ... Del resto, l'ottimo Sandron non lascia mai loro mancare lo svago istruttivo, il passatempo intellettuale: ecco infatti, con quello del Capuana, anche un altro libro per essi : SENTIMENTO: pensieri, poesiole, novelline, di Marino Morem : del quale .1 me piace più la prima parte, ch'è tutta uua specie di diario, piena di impressioni e di ricordi d'infanzia e d'adolescenza, e di vivo e schietto amore della natura e della vita e del1'arte; amore che io auguro e spero comunicativo, e di cui vorrei vedere profondamente investita e compresa la nuova génerazione, a suo maggior conforto, a sua più pura e ine stinguibile gioja. * _ Nell'occasione del giubileo letterario di SALVATOREFARINA, la Soc. Tip. Edit. Nazionale di Torino, che va ristampando tutte le opere del geniale umorista sardo, ha raccolto, quasi ad illu. strazione di tal monumento insigne d' arte e di bontà , il resoconto del bel convegno di Roma, nel quale gli amici e gli ammiratori hanno festeggiato l'avvenimento; un bel discorso, rivolto all' autore di li Mio figlio >) da AngeloDe Gubernatls-, nel quale, come in troppi altri, trovo però brutto ed ìngiu_:_. sto che per dir bene di lui si abbia a dir corna ora dell'Ibse~, ora del D'Annunzio, ora del Tolstoi, ora dello Zola, qeasi che a questo mondo non ~ci foss~ posto per tutti ; un <l esame di coscienza », in risposta àl discorso stesso, e in ringraziamento a tutti, con cui il Farina fa la sua confessiòne generale, la sua professione di fede, e il suo testamento mora'e ed artistico tutto in una volta: ed in cui trovo particolarmente notevole e bella e nobile e fiera la dichiarazione clie Egli non ebbe mai, fino a ieri, editori, e che stampò• e commerciò sempre i suoi libri a spese proprie e per conto suo, non mandandoli neppure ai critici e ai giornalisti , non chiedendo articoli, non mendicando soffietti, e tuttavia vivendo sempre, idealmente e pecuniariamente, di sola letteratura; ed infine, un « albo d'onore », pieno d'auguri, di saluti. di pensieri, di· giudizii, d'onoranze, tributate al Farina dai più bei nomi d'Italia: dalla Deledda alla Marini, dall'Arcoleo al Bar. zellotti, dalla Pezzana alla Speràni, dal Bracco al Croce, dal Cena al De Amicis, dal Fogazzaro al Graf, dal Martini al Mazzoni, dal Pascarella al Puccini, dal Verga a Trilussa, dal Rapisardi al Credaro. Lucrezio, il suo tempo, la sua arte, la sua dottrina; il pes. simismo dell'Ecclesiaste e quello di Epicuro, raffrontati e ravvicinati; Seneca e il suo sereno stoicismo; Ipazia, la fulgida martire alessandrina del paganesimo moribondo; Giosue Carducci e Giuseppe Garibaldi, l'eroe della poesia e il poeta dl?ll'eroismo: ecco, in sostanza, la materia del nuovo e gustoso volume di Carlo Pascal, FIGURRE CARATTERI(Palermo, Sandron): materia apparentemente disparata e frammentaria; ma unificata, invece, e quasi integrata in un solo tempo infinito, in· un solo spazio sconfinato, dall'intima parentela di questi spiriti superiori, dalla comune aspirazione dt tutti alle più alte idealità umane: e il dotto Maestro dell'ateneo catanese si rende interprete eloquente e profondo della loro parola redentrice, de1la loro vita magnanima, e trasforma il frutto pa• ziente dei suoi studi e delle sue ricerche, così arido, così freddo, ' così morto in tanti germanizzanti ricercatori e spulciatori di documenti e di quisquilie, in cosa viva e calda, in anima palditante e fattiva. ~ E qui è con una stretta al cuore, che proseguo: ho sotto occhio L'ITALIA NELLALETTERATURAFRANCESEdalla morte d'Enrico IV alla Rivoluzione, di Carlo Del Balzo (Torino, S. T. E. N.): stavo tagliando le pagine di questo nuovo e grande dell'autore di « Eredità illegittime,, di « Le Ostriche» di « Le sorelle Damala », di li Parigi e i Parigini » di « Napoli e i Napoletani >l, quando mi giunse, non inattesa, ma non perciò meno triste, la notizia della sua morte. E qui era ancora così vivo, in queste pagine piene di fervore e di brio, d'anèddoti e di notizie, così forte, così sano, cosi fecondo ! E chissà, poi; se fosse già pronto il compimento di tutta l' opera , doppia• mente benefica di dottrina amplissima e di propaganda d'intimi affetti fra le nazioni sorelle, col terzo volume, dalla Ri~qluzione a tutto. il secolo XlX, dopo questo secondo e dopo il primo che dallo sfacelo dell' impero romano arriv,va· ad. Enrico IV? Pecc~to, davvero, se con la vita -del valentUOJnO,eh~ vi consacrava tuito il .suo ingegno e tutto il suo amore, do,- vesse restare troncata anhe l'opera massima dei suoi ultimi anni! Dall'Editore Solmi, di Milano, ricevo due libri ed un opuscolo di nuovi studi wagneriani~: in uno di questi libri, dopo un magistrale preludio di Corrado Ricci, Jolanda discorre, da

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