Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 10 - 31 maggio 1908

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali IHrettore: Prof. NAPOLEONECOLA.JANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il 15 e il 30 d, ogni mese H,alia; anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: C01·so Vittorio Enianuele, n.0 116 - NAPOLI Anno XlV - Nnm. 10 ABBONA.MENTO POSTALE ltoma, 31 Maggio 1908 SOMMARIO: GII avvenimenti e gll nomini: Noi: Per la educazione politica nel mezzogiorno e in Sicilia - La costosa turlupinatura coloniale italiana - L'istrionismo di D'Annunzio e la bassa cortigianeria dei suoi ammiratori:- Statistica breve e significativa - Impiccati in Russia - Politica reazionaria in Spagna - Agitazione indiana - Una difesa del prctezionismo: teoria e fatti - Un nuovo e interessente libro di premio semigratuito. - LaRivista: I superuomini dell'eserdto e la quistione di stomaco - Carlo Cantimori : I problemi dell'istruzione secondaria: Concorsi e insegnanti - Prof. Emanuele Pisani : L'Assicurazione nazionale - Y: Per le case rurali nel Mezzogiorno - Angelo Crespi : L'opera di un proconsole inglese - A. Guarnlerl-Ventlmiglia: I giudici dei giudici - Mario Pilo : Stelloncini letterari. - Klvlsta delle IUvtste: Il bilancio del regime doganale dei 1892 (L' Economiste Europeen) - La colonizzazione interna nella politica agraria spagnuola (La Lcctura) - Una nuova nazk,ne (La Revue) - Le leggi fondamentali della Sociologia ( Rivista di scien,a) - Due anni di politica radicale socialista (Revue politique et par/amentaire) - Cose che ci possono eaaere inaegnate dalia Germania (Wor/d's Work) - La riserva inglese d'oro (Quarterly Review). GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Per la educazione politica nel mezzogiorno e in Sicllla. - Come abbiamo ptomesso nel N. del 30 aprile ritorniamo sull'azione del Prefetto· di Trapani. Abbiamo assunto informazioni da fonti diverl'le: dai pochissimi repubblicani che sono nella provincia, dai socialisti di Trapani e di Castelvetrano e da molti monarchici di Malzara del Vallo e di altri centri del Collegio di Castelvetrano e del resto della provmc1a. Contro il Prefetto Anceschi si formulano molte accuse. Mentre a Trapani socialisti e radicali si lamentano giustamente che non sia garentita la libertà personale e che sull'amministrazione comunale nasiana si chiudano non due, ·ma quattro occhi , nel Collegio di Castelvetrano si segnala un lavorio continuo del Prefetto e dei suoi organi per rafforzare - taluni dicono : imporre - la candidatura dell' on. Vincenzo Saporito. Ciò che si fa pure in malissimo modo in altri i,aesi del collegio dell'on. Di Lorenzo, perchè non ligi ai voleri del poco lodevole Prefetto e di certi Regi Commissari prepotenti. Come un Prefetto possa agire per imporre un can• didato, anche rispettando il minimum delle forme e della decenza è notissimo in Sicilia e nel mezzogiorno. Dal Prefetto dipendono la Giunta provinciale amministrativa e il Consiglio provinciale della beneficenza; al Prefetto si tengono subordi nate le Commissioni provinciali elettorali ; dal Prefetto dipendono in fatto , se non legalmente, il Genio Civile e I' Intendenza di finanza con tutte le occasioni e i mezzi per accordare favori, per rendere o negare giustizia ; dal Prefetto partono le iniziative per le inchieste locali , che si conducono in un modo o in un altro a seconda che si vuole arrivare alla proposta di scioglimento del Consiglio comunah~ o al consolidamento del partito o della coterie al potere ecc. ecc. Quest'ultima è l'arma più comunemente adoperata per mantenere iu soggezione al potere politico le amministrazioni locali. Si dirà : c' è dapertutto del marcio in Sicilia e nel mezzogiorno nelle Amministrazioni comunali , nelle Congregazioni di carità, in tutte le opere pie ecc. ? No. Spesse volte tali enti sono in mano di galantuomini veri, che amministrano onestamente; ma essi o per ignoranza o per certe necessità, che talora s'impongono anche ai più .retti incespicano in qualche maglia delle leggi complicatissime, cadono nei trabocchetti burocratici ; trascurano una spesa, eccedono in un'altra, omettono una imposta , un'altra ne aggravano, non compilano il bilancio in perfetta regola, non c1irano il Camposanto, violano qualche regolamento igienico ec. ec. In questi casi se il Prefetto è amico non vede, e trova tutto regolare, anche quando gli strilli del partito avverso fecero fare un'inchiesta. Ma se il Prefetto cerca il pelo nell'uovo spalanca cento occhi come argo e lo scioglimento viene e rovina tutto il lavoro di molti anni di un partito per arrivare al potere. I partiti locali vogliono restarci spesso per puntigli, per odi , per interessi personali ; non poche volte anche per fare approdare buoni progetti di opere pubbliche ed utili riforme di ogni specie. Vogliamo riferire un caso della efficacia delle inchieste prefettizie per mantenere ligie le amministrazioni locali. Ci si assicura , per esempio , che la proposta di accordare la cittadinanza onoraria all'on. Nasi naufragò nel Consiglio Comunale di Caltanissetta perchè c'era in corso una inchiesta prefettizia, che poteva procurare sgradevoli sorprese se condotta rigorosamente e gli amministratori credettero- non sappiamo se a torto o con ragione-che il conferimento di quella cittadinanza sarebbe riuscito sgradito all' on. Giolitti e per lui al Capo della provincia. Ora a Trapani noi riusciamo a comprendere che il Prefetto si mostri di manica larga verso l' amministrazione comunale; anzi lo approviamo. Se volesse far lo scrupoloso nessuno crederebbe alla sua sincerità e si griderebbe alla sopraffazione ed alla persecuzione contro Nasi. Ha il dovere preciso . ed assoluto, però, di garantire la Ubertà, la integrità personale e la vita di quanti non sono ammiratori dell'on. Nasi. Nessuna scusa , nessuna attenuante per quanto il Prefetto Anceschi opera in pro ed ai servizi dell' on. Saporito o di altri deputati.

254 RIVISTA POPOLA RE Noi crediamo che il primo possa riuscire colle proprie forze bene organizzate da lunghi anni -e disciplinate in tante lotte; ma l'autorità politica deve assolutamente astenersi dallo spiegare un'azione illegittima in suo favore. Spiegandola commette un doppio e gravissimo errore: 1 ° fa sospettare che l'on. Giolitti abbia lui spronato l' on. Saporito a farsi denunziatore e ac• cusatore dell' on. Nasi e che ne lo ricompensa colla sua protezione elettorale; 2° conferma sempre più che il governo faccia lui le elezioni. Ora per togliere credito al regime rappresentativo non c'è di peggio che l'avvalorare tale comune opinione che nel mezzogiorno e in Sicilia disgraziatamente ha in suo favore scandalosi e innumerevoli precedenti. È questo il motivo per cui oggi ci occupiamo d'incidenti, dei quali più che una Rivista deve intrattenersi la crona~a dei giornali politici. + La costosa turlupinatura oolonlale Italiana. - Il traUato conchiuso or ora dal!' Italia con Menelik; la relazione dell' on. Montagna snl bilancio della Colonia Eritrea; e un articolo dell'on. Di Rudini sull'Egitto Moderno ( a proposito del libro di Lord Cromer , di cui si occupa nella Rivista e, in questo stesso numero il nostro Crespi), rendono di vera attualità. poche parole sulla nostra politica coloniale, tanto disastrosa dal punto di vista politico e finanziario. Il nuovo trattato con Menelik ci assicu1·a i confini della Somalia contro un compenso di tre milioncini, coi quali il Re di Etiopia comprerà focili , che alla prima occasione adopererà contro di n.oi- specie se il trattato contiene qualche tranello uso trattato di UcC'ialli di disastrosa e disonorevole memoria. Il nuovo trattato è certo che ci costerà tre milioni ; ma solo gl' imbecilli potranno credere che ci assicurerd i confini: 1° Nulla stabiì1sce dal lato dell'Ogaden, che· può dar luogo alle più gravi contestazioni e che avevamo maggior bisogno di sistemare; 2° Non può esercitare influenza su popolazioni che si ridono di noi e di Menelik ; 3° Può servire d' incoraggiamento allo stesso Menelik, quando avrà bi~ogno di nuovi milioni , a scaraventarci addosso i predoni africani per farci sen • tire il bisogno di conchiudere nuovi ..... trattati a suo uso e consumo. La relazione Montagna sulla nostra colonia è arida e desolante; o meglio conferma a lume di cifre che si ~eguitano a spendere nella colonia in via ordinaria attorno a 9 milioni alJ'anno e che le entrate non aumentano; anzi diminuiscono di alcune migliaia di li re. Progresso da gamberi. In quanto a colonizzazione si continua come pel passato; cioè: non un solo delle centinaia di migliaia d' Italiani che emigrano in ogni anno, può trovare lavoro ed occupazione nell' Eritrea. Il governo preveggente non permette nemmeno che ci siano dei pazzi, che vadano a cercarvene. Di che Jo lodiamo: è la sola cosa onesta e intelligente che faccia nella Colonia Eritrea I Fedeli al motto: à tout sei'gneur tout honneur avrem - mo dovuto cominciare dall'articolo dell'on. Di Rudinl· ma lo abbiamo riserbato per ultimo pour la bonn; lxmche. Nell'articolo bisogna distinguere tre parti: La 1a è di ammirazione per Lord Cromer e per l'opera di civiltà, che gl' Inglesi compiono in Africa. La 2a è un auto-difesa per lo abbandono di Kassala, compiuto da lui nel suo secondo ministero dopo Adua. La 3a contiene un giudizio complessivo sulla nostra politica coloniale. Sostanzialmente non dissentiamo da alcuni dei tre punti trattati dall' on. Di Rudinl ; ci associamo a -lui nel deplor~r~ severamente la impreparazione , la leg• gerezza cnmrnosa colla quale fu intrapresa la nostra politica coloniale, quasi a confortarci di non aver voluto cooperare coll' Inghil_terra nel bombardamento di Alessandria , nella compra di Arabi Pacha e nella conquista dell'Egitto. Ad onore del deputato per Cac camo dev' essere ricordato che egli sin dal suo primo ministero si mostrò poco entu".tiasta dell' Eritrea ; che egli dispose la Inchiesta in seguito alla proposta d'Inchiesta parlamentare messa avanti dall' on. Colajanni dopo le gesta di Livragbi; che nel 1896 non si pre-itò ad assecondare le smanie dei guerrafondai. Se non ebbe il corap:gio di abbandonare l'Eritrea ebbe almeno la prudenza di seguirvi una politica meno dispendiosa e meno sanguinosa. • Ma questa avventnra africana sinistra ci richiama ad una considerazione politica più radicale. F11 Umberto l O , il cosi detto Re buono , che volle la spedizione di Massaua con tutto il resto e la fece eseguire con le forme più incostitnzionali , sebbene il Parlamento dopo abbia sanzionato più volte il male operato. E fu Umberto 1°, chè volle ma11ten11to il Generale Barattieri nella Eritrea. Senza la monRrchia e colla repubblica l'Italia avrebbe evitato la spedizione di Massaua, Dogali, Amba Al~gi, Makallè , i\dua, la perdita di molte migliaia di vite umane e la perdita di circa seicento milioni .... Chi sa leggere tra le righe troverà confermata questa conclusione nell_'articolo dell' on. Di Rudinl, monarchico. ex Presidente del Consiglio e Gran Collare dell' A nnunziata (1). + L'Istrionismo di D'Annunzio e la ba■■a oortlglanerla del suol ammiratori. - In occasione di una colazione datagli dag-li ammiratori della Nave, Gabriele D'Annunzio ba pronunziato un brindisi, che ha suscitato la nausPa di quanti hanno il cervello a posto ed una qualsiasi forza di reazione. Tale brindisi, ch'è degnissimo della Nave ha sug~erito a Arcangelo Gbisleri un vigoroso artic"lo (Ragione del 18 maggio) di cui non pogsiamo fare a meno di riprod11rre i brani piu salienti. « Ci pare ormai tempo che si dica pane al pane e pazzo ai pazzi, eg·li scrive, anche se questi si chiamano Gabriele D'Annunzio ... • ~ Noi assistiamo, da un decennio in qua, a una fenomenologia di aberrazioni appetto alle quali impallidiscono le peggiori follie del seicentismo politico e letterario, quando, smarrito il senso della verità e della dignità personale, l'adulazione e il rococò , riempivano di boriose inutilità l' inutilissi-ma vita delle classi più inutili. « Il D'Annunzio, morto il Carducci, è stato ac~lamato dai suoi adulatori il primo, il più gran poeta vivente. Triste constatazione, sarebbe, della povertà e degenerazione intellettuale a cui ci avrebbe ridotti la diseducazione di un regime politico falso, smidollatore e turlupinatore che non per sole ragioni politiche noi giudichiamo nefasto al carattere , al genio e al destino della nazione • . « Ma per quanto dicemmo sopra del carattere vero del genio di nostra stirpe, in nome del buon senso , che è insieme senso del vero, della misura e della realtà, - il quale in estetica si chiama semplicit<l, nell'etica è sincerità e nella vità. pubblica è serietà non istrionismo - noi invitiamo quanti non sono dei pusillanimi a ribellarsi e in non~e appunto del genio di nostra stirpe • a codesto spaccio trionfante di ci~rlataneria parolaia, di reminiscenze indigeste, di erudizione ostentata a sproposito e senza costrutto, di egotismo e di sadismo da maniromio, che s'incarna nel sig. Gabriele D'Annunzio,.. e Per nn esempio tra mille, eccovi il testo del brindisi col quale egli rispose al saluto dell'asses::!ore Poggi, ( 1) Nella Politica colonia/e di Colojanni trovarono antici pata documentezione i giudizi odierni d•lt'On. Di Rudinì ,ul valore dell'Eritrea.

• RIVISTA POPOLARE 255 del prof. Morsel1i e del poeta Ceccardi nel banchetto o maggiolata offertagli a Genova ieri l'altro>. E riprodotto il brindisi, il Ghisleri commenta: « Date di questa proRa a modello degli studenti ginnasiali e poi ditemi che razza di rètori alleveremo alla nuova Italiii. Si disse tanto male della pedagogia letteraria dei gesuiti, coltivatori di frasi e di parole senze pensieri, dei loro :::=egneri,Bartoli e simili virtuosi della erudizione e del dizionario : D' Annunzio li ha sorpassati >. Siamo di aecordo perfettissimo col direttore del diario repubblicano nel giudizio su Ila letteratura. seicentista; dissentiamo nell'aggettivo affibiato a D'Annunzio. Egli non è nn pazzo: egli è un ciarlatano in cerca di quattrini, che sa di poterne guadagnare a bizzeffe colla sua ciarlataneria. Niente altro. La sua querela di plagio e contraffazione a Scarpetta lo qualifica. Sciosciammocca n'è uscito trionfante e con nomea di maggior serietà del p'oeta, che modestamente si è messo ac,,anto a Dante. D'Annunzio chiamò in giudizio Scarpetta solo perchè il Fiqlio di Iorio poteva far diminuire gli introiti nelle recite nella sna Figlia di Iorio. Tutta la sua arte non è che una questione di cassetta. • Statlstloa breve e slgnlfioatlva.-In Francia si manifesta ora, anzi è arrivato ora al suo stato acuto un fenomeno spaventoso, la criminalità dei minorenni : questa forma di delinquenza è andata crescendo terribilmente d' anno in anno, ed oggi sono i minorenni che danno alla terribile armata degli Apaches il più largo e temibile contingente. Provvedere? E tome? Pa.ul Bourget consiglia il ritorno alla dottrina cristiana , altri più positivi di lui consigliaro di trattare gli Apaches con la fustigazione; altri vanuo più oltre e cbiedono semplicemente la ghigliottina. Nat11ralmente l'esagerazione della pena di morte non può essere accettata da alcuno e chiunque abbia nn po' di buon senso sarà obbligato a convenire che non è possibile decapitare un uomo se non vi sono sufficieuti ragioni per farlo, e queste sufficienti ragioni sono stabilite rigorosamente dalla legge, e non può e non deve essere altrimenti. Ma la fustigazione è un altra faccenda. Prima di tutto non è mortale, poi è tanto obbrobriosa che l'uso non può esserne esteso senza provocare nei cittadini una decisa rivolta, ed è a sufficienza dolorosa per lasciare traccie di se su la pelle e nella memoria del fostigato. Ma questa me-· moria sarebbe poi correttiva? Tutto. il problema sta qui: però, in In~hilterra, dove il nine tail cat è adoperato assai frequentemente, specialmente in marina, tra i minorenni, come r.otammo altra volta, pare produca effetti non del tutto disprezzabili. Paul Bourget accenna dove forse veramente può portarsi 1m rimedio efficace: nella cura dell'infanzia. Egli dice: e date ai ragazzi l'educazione religiosa: rendete loro la dottrina cristiana. ~ Gli si può rispondere che gli Apache, di oggi, quelli che hanno venti e venticinque anni furono educati dalla dottrina cristiana; è opportuno notare e.be gli Apaches si sono sempre mostrati buoni nazionalisti, buoni patriotards, buoni hulangisti, buoni antidreyfusisti , buoni cattolici , e monarchici quando si è trattato di menare le mani; il che starebbe a provare che non è certo la repubblica, di cui non sono amici , che li ha pervertiti ; ma è un fatto che l'educazione della infanzia, in Francia, è negletta. Non è questione di « Dottrinella • o di tavola dei e Droits de I' homLOeet d\1 citoyen > è questione che l'educazione dei giovani, in Francia, ha perduta ogni idealità: questo è il male ::il gravissimo maleJ:onde soffre la Francia. E si badi non è male della Francia soltanto. Là è più acuto:, (semplicemente. A~che da~ noi , si stanno creando generazioni di scettici, di arrivisti, di anime fiacche, e di cuori risecchiti da' quali nessun bene è possibile sperare per la nazione o per la società. Il godimento materiale, il benessere fisico sono la meta agognata da tutti i giovani di oggi , i quali hanno fretta di giungere ....... dove?...... Oh ! le loro ambizioni non sono alte; non c'è posto nella loro anima per qualche bel sogno di dominio , o di gloria , o di lavoro: no; tutto ciò costa fatica, troppa fatica e vuol troppo tempo: meglio far presto ; e tutte le _vie son buone e crescono cosi gli Apaches della letteratura, dell'arte, del giornalismo, della finanza e del crocevia: intanto mentre si grida contro il fatto doloroso , si parla in scuola, in tutte le scuole del miliardario B., del gran riccone C. Sappiamo di ragazzi che ignorano perfettamente la bella leggenda di Curio Dentato, ma che non ignorano però i fatti e gesta di tutti i Vanderbilt e Roosevelt, e Taw che ammorbano il mondo. Di qui, d~ questa educazione a base di meta pratica e positiva la statistica che pubblichiamo ; la quale, abbenchè riguardi la Francia non è meno spaventosa, e significativa: Minorenni dai 16 ai 21 anni delinquenti di reato comune. Anni Media 1830 6.979 1840 9.018 1850 13.910 1860 18.572 1870 19.684 1880 23.319 1890 27.309 1900 30.485 1905 31.441 • Implocatl In ~usala. - Se nn uomo, od una famiglia, in qualunque parte del mondo, per difendere la sua proprietà commettesse e facesse commettere tanti omicidi quanti ne son commessi in Russia per ordine dello Czar, per mantenerlo al potere, non vi sarebbe che una parola sola per qnalificare codesto uomo e codesta famiglia : cri minale I Ma perchè è lo Czar di Russia sembra che l'assassinio diventi legale e l'omicidio un diritto assoluto di questo bieco torturatore del suo popolo. Ha fatto, poco tempo fa, il giro dei gioruali di Europa una notizia creata per commuovere le anime sensibili, e destare la pietà, intorno al nefando sire: la Czarina si diceva è pazza: i terrori della sua situazione, le sue angosce per la vita del marito e del figlio le han tolto la ragione. Ora questa notizia è falsa, di pianta: essa è stata inventata per creare un movimento di pietà verso il sanguinoso signore, movimento di pietà che gli comoda perchè cosi sembrano giustificate le condanne di morte eh' egli firma. Trentadue dal 24 a 30 Aprile; ventotto dal 5 a 12 Maggio, cinquantasei dal 13 al 19 Maggio : durante tutto questo tempo : undici grazie sono state firmate. E si dice che lo Czar uscirà dalla sua chiusa tana, e si metterà in giro per l'Europa, e verrà anche in Italia. Venga: noi, memori dei doveri dell'ospitalità lo accoglieremo senza fargli sentire troppo il nostro disprezzo , ma se su la sua strada s'incontrerà con qualche awico, o parente, o compagno degli impiccati, egli dovrà dolersene con se solo : chi semina, come lui, a piene mani la morte è assai probabile che un giorno o l'altro mo_rteraccolga, • Polltloa reulonarla In Spagna. - Dunque il senato spagnolo à approvato a maggioranza di 180 voti contro 30 e 17 astenuti ( questi repubblicani) il progetto di legge detto contro il terrorismo. In realtà il progetto più che legislazione eccezionale contro i bombisti, è il bavaglio messo alla stampa li bere.le , repubblicana e socialista. N atttralmente le

256 RIVISTA POPOLARE Cortes non lo hanno ancora approvato ed è probabile che i deputati liberali e democratici, tutti concordi, si batteranno strenuamente quando il governo ue presenterà e ne difenderà il progetto, ma disgraziatamente essi non sono la maggioranza , anzi sono una minoranza, battagliera si, ma esigua. Certi della sconfitta esai i deputati democratici, hanno deeisJ che quando si dovrà arrivare alla votazione del _progetto essi abbRndoneranno l'aula : difenderanno le libertà pubbliche quanto potrà essere in loro, poi ne lasceranno la difesa al popolo. E per il popolo a proposito di questa difesa ha parlato Pablo Iglesias, il famoso letterato e leader del partito socialista spagnolo. Ecco che cosa egli ha detto alla Commissione d'inchiesta su legge: « I socialisti lottano. legalmente, ma non sì tosto· la lej!'ge sarà votata, essi diverranno terroristi e saranno decisi a soffrire tutte le conseguenze del nuovo contegno che le ·circostanze r.ostringeranno ad adottare; faranno di un partito di ordine il partito ri voiuzionario. Sappiate che il partito socialista spagnuolo non è che una frazione del grande partito socialista internazionale e che avremo i' appoggio degli altri paesi, quando lo reclameremo. Sappiate pure che su 30 mila operai madrileni, 24 mila appartengono al nostro partito. Questi 24 mila saranno capaci di molte cose non si tosto saranno provocati •. Bisogna dire chiaramente che l'agitazione contro la legge non è intempestiva. I rigori della censura Rono au!Ilenta.ti, il diritto di riunione è quasi del tutto abrogato, la libertà di parola sottoposta a tante e tali restrizioni che è diventata nulla. Sotto il pretesto di colpire le associazioni dei terroristi, per mezzo della nuova legge si dà alla polizia la possibilità. di sciogliere qualsiasi riunione ed associazione politica o no: si permette alla polizia di sequestrare registri, elenchi, verbali appartenenti a società anche debitamente au • torizzate , basta che la polizia le dichiari sospette di mene o connivenze terroristiche; insomma è la reazione più feroce che si prepara ad infierire. Riuscirà. a debellare il movimento operaio? Ne dubitiamo. Poichè, sarebbe essere soverchiamente ingenui, non pensarci , ciò che il governo reazionario del sjgnor Maura spera dalla nnova legge è la dispersione del partito operaio, e della tendenza repubblicana che si son fatti ormai terribilmente minacciosi. E' un fatto che i Santande·rini hanno offerto un palazzo a Re Alfonso, e che alla festa della Indipendenza il re fu applaudito calorosamente dal popolo ; ma non bisogna dimenticare che se il popolo Spagnolo è facile al plauso ed all'entusiasmo, .è altresl facile alla rivolta, e tenace nelle idee , specialmente politiche: ora, non è un mistero per nessuno che la grande maggioranza dei lavoratori spagnoli sono o socialisti, o repubblicani, e che i devoti alla monarchia sono un numero esiguo r,aragonati agli altri, e per di peggio, fra loro bisogna contare anche i Carlisti, i quali son monarchici si, ma non per Alfonso. E' dunque logico che il Maura, da bravo governante monarchico, sia corso alle difese; ed abbia escogitato, valendosi della agitazione e dei delitti dei terroristi, anarchici o poliziotti che fossero, quel progetto reazionario che mette in furore tutti, non contenta nessnno: ma che però, grazie alla maggioranza del Ma11ra, sarà • approvato dalle Cortes. Ma è poi la migliore difosa? Ecco ci sembra di poter dire francamente: No. Questa è una legge di violenza, che vuol, rispondere ad atti violenti; ma che va anche oltre lo scopo desiderato, e le necessità che la crearono: offende quei principii di libertà, quei diritti pubblici che sono, ormai, diventa-ti inviolabili. Questo è il debole della legge, e questa è la ragione per la quale, anche se approvata dalle Cortes, il che, data l'agitazione del popolo, non è ancor certo; cotesta legge è destinata a rimanere lettera morta. + Agitazione Indiana_ - Eppure sarebbe uu bel fatto, se per 1rna volta tanto, i giornalisti i tali ani, anzi non gli italiani soli, dessero prova di possedere due grani di senso comune. Ecco q nà : armi e special men te bombe sono scoperte a Calcutta, a Bombay, a Madras nell' India; alcune bombe sono lanciate, scoppiano, uccidono, ed ecco subito il bel coro dei giornalisti seri• vere e stampare e L'anarchia nell'India » e « L'agitazione anarchica nell'India• e « Gli anarchici indi~- ni • etc. Che c'entra l'anarch!a? Mah! Ohi ne capisce niente? I giornalisti hanno fatto questo bel ragionamento: si trovano armi, si sparano bombe: dunque c'è anarchia! E giù anarchia a tutto spiano. Vediamo dunque di rimettere le cose a posto. Prima di tutto nell'India non e' è traccia di anarchia, nè di anarchia nel senso di disordine. Gli iuglesi governano il paese; a modo e vantaggio loro, ma lo governano ; e gli in diani non hanno nessnna idea di vi vere se.nza governo e senza leggi: tutt'al più non voglion quelle inglesi: queste non le vogliono; non vogliono più il predominio inglese. Più volte, in questa stessa rubrica., noi abbiamo fatto cenno del fenomeno nazionali sta nell 'Iu dia, ed abbiamo accenuato al pericolo che il governo inglese corre di vedersi sfoggi•re il grande possesso asiatico. Noi non vogliamo dire , e non lo pensiamo, che gli ultimi giorni del!' Impero anglo-indiano, siano giunti; no: diciamo soltanto che gli ultimi fatti a Calcutta, la ribellione dei fieri Mohmands, le bombe nei treni e nella via indicano una situazione estremamente pericolosa. Indicano che nell' India si comincia a voler fare senza l'inglese. E' il primo passo verso l'indipendenza: verso l'autonomia. Troppo grande, e crudele è stato lo sfruttamento dell' India da parte dell'Inghilterra, perchè essa non debba sottrarai una buona volta. Gli Indiani sono stati sottomessi fintanto che non è stato loro possibile organizza.1si sotto capi educati all'Europea, ed in E11ropa: hanno taciuto e sopportato tanto quanto è stato loro necessario per guadagnare il diritto di dire al mondo: Noi vogliamo e possiamo fare da noi : noi vogliamo tornare ad essere quello che fummo un tempo: una nazione indipendente. Noi non crediamo che sia suonata per l'India l'ora della Indi pendenza: manca ancora agli indiani il capo che possa riunirli tutti sotto una sola bandiera, in uuo sforzo concorde e volenteroso contro l'Inghilterra, ma al punto cui son giunte. le cose si p11òesser certi che non tarderà a presentarsi. Hià il desiderio degli indiani è formulato nelle brevi linee di un proclama uscito a Bena res: « Noi voglia.mo l'autonomia amministrativa; ta partecipazione diretta d' Indiaoi al Governo dell'Indie..; noi vogliamo essere trattaLi al medesimo modo che le altre colonne inglesi, non come un territorio di conquista; noi vogliamo che l'enorme gettito delle imposte indiane rimanga in paese a beneficio del paese stesso, e non emigri, come ha fatto fin'ora e come fa, in Inghilterra•. Che e' entra in tutto ciò l'anarchia? Gli agitatori indiani tirano bombe: ma che forse le bombe e l'anarchia. hanno qualche cosa di comune? Noi comprendiamo che per gettare il_discredito su i patriotti indiani i giornafolti inglesi, -0alunniando. cosi anche l'anarchia, li chiamino anarchici:· ma che· i giornalisti italrani, i qnali non hanno le stesse ragioni politiche degli inglesi, ripetano pappagallescamente la parola J.ei loro confratelli d'oltre-Manica, questo non va. L'agi tazioue indiana è nazionalistica e patriottica: è un movimento per la indipendenza del paese proprio com'era quella dell' Italia dall' Anstria ; ed è assurdo accettare la interessata versione inglese che gli agitatori indiani sieno malfattori e briganti e anarchici - nel senso enoneo e comune della parola-. Da lungo tempo le vessazioni praticate dall'Inghilterra su l'India sono diventate insopportabili; la coscienza nazionale •

RIVISTA POPOLARE 257 indiana s'è ridestata ed ora gli indiani , dicono agli inglesi, come noi italiani dicevamo agli austriaci: fuo1·i lo sfraniero I Anzi in questo sono assai più modesti di noi, poiche essi ai co,ntentano di rimanere legati all'Inghilterra quali membri di uno delle sue colonie; noi dell'Austria non ·volemmo sapere nè punto nè poco, e se le siamo, oggi, alleati è per forza di cose, non c~rto per nostra entusiastica volontà. Sarebbe dunque bene che anche in Italia, i giornalisti cominciassero a studiare un po' questo movimento, e smettessero di ripetere. stupidamente , come han fatto fin' ora, le interessate cont,roversie dei giornali inglesi. + Una difesa del protezionismo: teoria e fatti. H.accornaud1amo ai nostri amici ia lettura del primo articolo di Eduardo Thery che troveranno nella Rivista, delle riviste (Il bilancio del 'regime doganale del 1892). Cio che egli dice per la Francia cou pochissime ri• serve ~i attaglia all'Italia. + Un nuovo e Interessante libro di premio semigratuito, c· e offriamo ai lettori é la 2a Edizioue u i Delinquenza e C01·rezion.edei minorenni dell'avv. A. Guarnieri-Ventimiglia. Questo libro vinse . il conco1·sogiuridico nazionale ed è di vera e dolorosa attualità per l' incremento della delinq ueoza dei minorenni. I nostri abbonati lo riceveranno al prezzo ridotto di L. 3,70. NOI I superuomindi ell'esercito e la quistione di stomaco L'articolo pubblicato nella nostra Rivista(31 marzo) sulla questione morale nell'esercito seppe di forte agrume ai nitsciani che militano nel 7.Z,anzismo e che vollero farsi prendere come nna quintessenza privilegiata di p:ltriottismo, di scienza, di democrazia, d'italianismo ec. Risposero nella Vita, nel Resto del Carlino, nel Pensiero militare e forse in altri giornali, che a noi sono sfug~iti. Risposero irati; di pessimo umore, perchè qui si era scritto che in fondo la quistione rn.orale nell' esercito era una quistiont ... di stomaco. A parte le obbiezioni del sig. Arnaldo Ranzi altezzosette ma garbate, cui fu risposto dall' on. Colajanni nella Vita dov'erano state presentate, contro ciò che da noi venne affermato e dimostrato si sono levati principalmente un signor Manfredi, eh' è un maggiore dell'esercito ed un signor K. che non sappiamo se sia generale o caporale di cucina. Il primo scrive a premessa delle sue osservavazioni: « Nè in Germania nè in Austria alcuno scrittore « (onorevole o no) avrebbe il cattivo gusto di pa- « ragonare gli ufficiali ai fuochisti, per dire che il « fuoco, a cui sono esposti, quotidianamente que- « st'ultimi, fa più vittime tra essi di quello a cui « sono esposti eventualmente i primi; com'ebbe a « scrivere il deputato dott. Colajanni ». « Nè in Germania ne in Austria un deputato « che si rispetti oserebbe scrivere che il morale « dell'esercito dipende dallo stomaco; sarebbe per- « dere il diritto alla rispettabilità ; parlarè cosi e << passare per matto sarebbe la stessa cosa. Nè altri- « menti gli accadrebbe nella repubblicana di Francia, « ,malgrado l' « herveismo » e tante altre aberra- « zioni. Queste corbellerie, queste bestemmie si « scrivono solo in italiano a proposito dell'esercito « nostro ». Questo stesso sig. Manfredi, che probabilmente non ha mai letto un libro di Colajanni e che se lo ha letto certamente non l'ha capito, aggiunge, bontà sua « che la mancanza di log!ca è la carat- « teristica, di tutti gli scritti del Colajanni ma che << nell'articolo sulla questione morale vi è qualche cccosa di peggio che la mancanza di logica ». Si capisce cosa è il peggio: la malafede. L'altro conchiude la chiaccchiarata con queste parole: « Per conchiudere: ci associamo di tutto cuore « al voto cht l'on. Colajanni si dia la pena di leg- « gere, prima di servirsi della roba d'altri, sia per « confutarla sia per farsane puntello. Noi già sa- « pevamo fin da dieci anni fa ( ricorda l' on. Co- « lajanni la sua sommaria confutazione all'opuscolo « di Fabio Ranzi contro il Militarismo del Ferrero ?) « che l'on- Colajanni non legge gli scritti degli av- « versari che intende di vituperare ; ora sappiamo ccche non legge neppure gli scritti che vuole ono- « rare della sua approvazione. Sarà questione di << stomaco anche questa? >> C'è da sbellicarsi dalla risa e più di tutti ride l' on. Colajanni delle sciocchezze del sig. K. Alla Rivista e per essa al suo direttore si rimprovera di avere interpretato male il pensiero del Maggiore Di Giorgio. Dello stesso avviso è il Maggiore Manfredi; il quale osserva che il dottor Colajanni « si serve del libro di detto Di Giorgio, « come di un arma che noi non qualifichiamo, ma « che certo deve spiacere al Maggiore Di Giorgio « più che ad altri ». Che il modo in cui abbiamo adoperato le costa~ razioni e i giudizi del Maggiore Di Giorgio gli sia piaciuta o dispiaciuta ,l noi importa meno di nulla: Non abbiamo scritto per far cosa grata a lui. Sappiamo, però, ch'egli è tale uomo che se si fosse visto male trattato e male interpretato da noi non avrebbe esitato a farcelo s~1pere con qualche sua lettera polemica più o meno pepata. Egli non ha pdi sulla lingua e come ci attaccò vivacemente altra volta per una quistione, che non lo riguardava direttamente, ci avrebbe risposto ora con altrettanta vivacità e franchezza lodevole in una discussione nella quale personalmente è impegnato. Ma taccia o risponda; ci lodi o ci biasimi il Maggiore di Giorgio, lo ripetiamo, a noi poco importa: noi, sino a tao to che non ci si Jimostri, che siamo dal lato del torto, continueremo a sostenere quella che ci sembra la verità. + Non rilevammo subito le critiche più o meno allegre che ci furono rivolte all'indomani dalla pubblicazione nostra perchè àesideravamo prima conoscere il parere deila Commissione d' inchiesta sull'Esercito, la comparsa della cui Rebzione si annunziava imminente, sul punto più importante della cotroversia: sulla cosidetta quistione morale o quistione di stomaco. Anzitutto premettiamo che l'equivalenza fu da noi Slabilita tra l'una e l'altra in base a ciò che il Di Giorgio, un maggiore dell'esercito tenuto in grande conto dai suoi superiori, aveva rilevato dall'azione spiegata dagli ufficiali, che facevano capo al R.anzi. I quali, quando lo videro fiducioso nel generale

258 RIVISTA POl>OLARE . Pedotti elevato al Ministero della guerra lo consi- e in tutte le occasioni. Alla quÌstione economica derarono come un traditore, che si era venduto al abbiamo assegnato la parte principale , essenziale: ministro per avere ricevuto il boccone... ecco tutto; la quistione economica, abbiamo desiNoi ponemmo ogni cura nell'aggiungere, che la gnata con una frase incisiva, in conformità del nostro quistione di stomaco era più che legittima; ed ave- costume di chiamare pane il pane: ecco il nostro vano diritto a porla tanto i ferrovieri quanto i torto! contadini, tanto i funzionari di ogni ordine quanto Ma è davvero la quistione economica la base gli ufficiali dell'esercito. Pretendere, come continua principale, la parte fondamentale della quistione a fare il Manfredi, ad esempio, che i militari siano morale nell'esercito? in una condizione superiore, appartengano ad una Lo vedremo subito. casta moralmente privilegiata , la cui funzione so- + ciale sia superiore a quella di tutti i lavoratori, di Se noi volessimo mettere nell'imbarazzo il catutti i funzionari, di tutti i professori che insegnano pitano Fabio Ranzi noi gli chiederemmo : è vero scienza nelle Università ...,. via I è tale anacronistica che in certe riunioni di ufficiali ci furono alla vostupidaggine, che può germogliare soltanto nel cer- stra presenza discussioni tempestose e proteste vello di qualche ufficiale , la cui cultura è stata vibrate , sempre per la quistione del miglioramento fatta esclusivamente nella Caserma e che la vita economico, quasi esclusivamente per la elevazione degli moderna conosce e giudica soltanto dalla disciplina stipendi? che nella Caserma impera - di quella disciplina Se egli negasse si metterebbe nella condizione messa in burletta in una popolare comedia e se- di chi vuole negare il segreto di Pulcinel1a. Ma condo la quale un militare non ha mai torto tanto noi non abbiamo bisogno di rivolgergli la domanda: come quando ha ragione..... sanno anche le pietre che l' agitazione vivissima e Noi abbiamo considerato gli ufficiali italiani uo• di antica data nell'esercito , cioè in quella parte mini come tutti gli altri; i superuomini nietschani li che ne rappresenta l'elemento professionale , la base lasciamo alle tragedie d'annunziane. Noi che cono• della quistione morale sta in quella del miglioramento sciamo e stimiamo moltissimi ufficiali come eccel- degli stipendi. E questo non in Italia solamente : lenti cittadini credevamo di non averli menoma- si sa che d'Aerenthal e il ministro della guerra in mente offesi mettendoli in compagnia .dei ferrovieri Austria presentarono le dimissioni, perchè il 7{.eie dei Professori di Università. chsrath non volle accordare l'aumento degli stipendi Ci sembrerebbe superfluo aggiungere che accanto chiesto con insistenza dagli ufficiali. alla quistione di stomaco, cioè di stipendi e di mi- Ma uno scrittore che si nasconde sotto il velo glioramenti economici, crediamo che ci sono altri di una M. con molta cortesia nella Vita del 21 coefficienti nella quistione morale dell' eserctto. Che aprile volle contraddirci affermando recisamente che diavolo I Non c'è un meschinello qualsiasi che oggi la crisi morale nell' esercito è ~ostituita soltanto dal si occupi della fenomenologia sociale , che non ristagno delle carriere...... sappia e non affermi che essa è la risultanza d'in- Si può rispondere: se non è zuppa è pan bagnato. numerevoli fattori. Lo ignora forse quell'asino di Si vuole affrettare la carriera per vedere miglioColajanni? rata la condizione economica. Cosi pensano tutti; Ma egli ci crede tanto che in tale complessità cosi non pensa il signor M.; il quale conclude: di fattori trova la ragione precipua per differenziare « Il conseguire un posto decoroso nella gerarchia le leggi fisiche dalle leggi sociali..... Ma ciò che Co- « sociale, gradualmente conforme all'età, può darsi lajanni ha sistematicamente esposto nel Socialismo « che all' on. Colajanni sembri solo un bisogno sin dal 1884 e più direttamente nel Manuale di « economico; alla maggior parte degli uomini d'inStatistica e di Demografia nel 1904, lo ha forse di- « telletto sembrerà piuttosto un imprescindibile menticato in questa occasione, affidandosi ad un « bisogno morale ». semplicismo antiscientifico? Se egli lo avesse di- Non escludiamo che ci possa essere qualche ramen ticato, non lo .:limenticò la 7?J.vista che nell'in- rissima eccezione che dalla carriera escluda la quicriminato articolo del 31 Marzo accennò alla espo- stione economica; ma noi abbiamo parlato con sizione chiara e sobria delle cause che provocarono i moltissimi tenenti e sottotenenti e tutti più o primi malumori nell'esercito; e manifestò il prop1io meno esplicitamente ci hanno dichiarato che voaccordo collo stesso Di Giorgio che deplorava il gliono arrivare al più presto al grado di capitano, cattivo funzionamento attuale dell'istituto del reclamo non per la vanità di vedere ornato il loro berretto e il modo in cui s'inculcava la disciplina; e notiamo da un filetto di argento o gallone di più, ma per questo punto perchè molto vi s'insiste da coloro il relativo aumento di stipendio. Dalle eccezioni che alla quistione morale nell'esercito danno un con- non si possono giudica::-e i fenomeni sociali ; e la tenuto diverso da quello economico. A coloro, poi, regola nella presente quistione è chiara ed univerche un fattore principale della medesima scorgono salmente ammessa: la carritra non è che un aspetto, nell'esistenza del Corpo di Stato Maggiore, ricor- una modalità della quistione economica tra gli ufdiamo che eravamo dispostissimi ad ammettere che flciali. nella origine prima degli attacchi del 7{.anzi contro lo Ma fummo noi soli gl'insolenti che affermammo Stato :Mar,giore la ragione stava interamente dal lato essere la quistione economica-da noi irriverentedel primo. .. mente denominata quistione di stomaco - il fondaTutto ciò abbiamo voluto rievocare affinchè i mento primo , l' esponente della quistione morale nostri contraddittori non possano asserire che noi \ nell' esercito? abbiamo ridotto esclusivamente la quistione morale ,;,_j Questo è l'avviso della Commissione d'inchiesta 1d una quistione di stomaco, con un semplicismo, sull' Esercito , contro la quale i superuomini del che abbiamo sempre condannato in tutti i tempi Ranzismo da oggi in poi dovrebbero appuntare le

RIVISTA POPOLARE 259 loro armi ridicole. Nella Relazione in fine della pagina b sta scritto : « Il disagio economico è un « fattore pi incipale di disagio morale per tutte le « classi di cittadini; nè la militare poteva « sott,rarsi alla legge comune » •••• Perciò sin da quando si ebbe sentore delle conclusioni cui era pervenuta detta Commissione il corrispondente romano- un deputato militarista - scriveva alla Stampa di Torino (7 Aprile): « Veniamoalla qu1stionemorale. Le indagini fatte « dalla Commissione d' inchiesta in tutti i princi- « pali centri militari, hanno dato per risultato che « gli ufficiali sono malcontenti , perchèpagati male « e perchè la carriera, anche per i buoni elementi, « è pessima. La conclusione della Commissione sarà « dunque l'aumento dello stipendio agli ufficiali e « spianare la via ai migliori elementi allargando e « migliorando il sistema di promozione a scelta ». Sulle conclusioni <lellaCommissione non ci sono disparità di notizie prima e di giudizi dopo la pubblicazione della Relazione: l'armonia è completa ed umiliante pei nitsciani dell'ultimo figurino ranzista. Sylva Viviani - un colonnello in ritiro - scrive nell'Avanti (23 aprile): « Prima di tutto la qui- « stione morale è principalmente un aflare di offe << (quistione di stomaco, dice l'on. Colajanni) clas- « sificate in due categorie equivalenti: stipendi e « carriere rapide: » E' Sy:va Viviani che ha sottolineate le due categorieequivalenti, quasi rispondendo per me alla distinzione che ha voluto fare il sig. M. Non riporto la continuazione dell' articolo dello scrittore tecnico dell'Avanti perchè egli è sospetto come socialista. Lo stesso Avanti che aveva fatte delle riserve contro il suo collaboratore tecnico in difesa del ranzismo quando annunziò che la Commissione d'Inchieste aveva terminato il suo lavoro su questo punto speciale aggiunge : « La Commis- « sione ha creduto poi di non poter ritardare il « suo esame su quella che si è chiamata la que- « stionemo-ale dell'esercito. Perciò appunto propone « provvedimenti circa gli stipendi, la carriera, gli « avanzamenti degli ufficiali, il sistema dei reclami, « oltre alla riforma dei Consigli di disciplina. (15 maggio). Ma ben altre testimonianze in favore del nostro modo di vedere abbiamo. Eccone una di un maggiore dell'Esercito in ritiro, che firma il Montagnardo. Egli vorrebbe l'abolizione del Corpodi Stato Maggiore - e sarebbe tanto di guadagnato aggiungiamo noi-; ma nell'articolo della monarchicissima Sentinella delle Alpi ( 14 maggio) fa entrare gli stipendi e la carriera come principali coeificienti della quistionemorale. In un altro articolo firmato con altro nome poi propugna la riforma radicale dell' esercito : •il progetto Ciccotti e il sistema elvetico. (Sentinella delle Alpi 5 maggio). E' quanto andiamo domandando da anni ed anni! Ma eccoci ai pezzi grossi. Ha una speciale importanza il giudizio del Saraceno (Luigi Lodi) non solo pel valore intrinseco del forte giornalista; 1 .1a sopratutto perchè egli ospitò nella Vita le sdegnose proteste dei militaristi contro la Rivista e parzialmente dette loro ragione. Egli occupandosi della Commissione d'inchiesta osservò : « Napoleone Colajanni nelle quistionemorale non « volle vedere che la parte più positiva; quella <e degli stipendi ». (Vita 16 maggio). Dunque la parte più positiva Jelle qmst1one morale è quella degli stipendi .... ln un altro numero riproduce, accettandole, le p:trole da noi precedentemente riporta tè, dalla Commissione d'Inchiesta, sulla legge comune dei bisogni economici, cui non possono sottrarsi gli ufficiali. E che cos'altro aveva mo fatto noi, se non osserva re che gli ufficiali sono uomini come gli altri, ai quali la quistione di stomaco s'impone? ci potremmo fermare con questa testimonianza non sospetta ; ma non sappiamo resistere al desiderio di far conoscere il parere dei due più autorevoli giornali monarchici, tenerissimi per l' esercito. La Tribuna di Rom.a scrisse : « La qui- « st,ioue mo1~a1e si riducè essenzialmente al « disagio economico, al desiderio delle più « rapida carriera» (18 maggio). Il Corriere della Sera di Milano in una corrispondenza da Roma: « Nella quistionemorale principalmente c' è disagio « economico » ... Potremmo continuare a spigolare in tutti i giornali d' Italia per trovare analoghi giudizii, ma abbiamo il documento decisivo, la prova schiacciante in favor nostro, la prova che chiameremo a remediis. Che cosa ha saputo escogitare il mi11istro della guerra per eliminare o attenuare la quistionemorale ne.Il'esercito ? L'aumento negli stipendi 1 Ecco il titolo del disegno di legge (N. 0 1014) presentato nella seduta della Camera dei deputati del 18 Maggio : Modificazioni al testo unico delle leggi sugli stipendi ed assegnifissi pel 'l{_. esercitoecc. Il titolo solo dispensa da ogni commento + Il Ranzismo che crede di essersi rinnovato e vivificato affidando le sue sorti ad un giornalista intelligente, riuscito tanto sfortunato come fondatore di un nuovo partito politico - quello dei giovani monarchic1 - potrà ritenersi vilipeso e vituperato da chi parla il linguaggio della verità ed afler~a che la quistionemorale nell'esercito è quistionedi stomaco, come per tutte le altre categorie di lavoratori e di funzionari, che domandano aumento di sa lari e di stipendi ; ma i primi che rideranno sgangherata men te delle sue ipocrisie e dei suoi sdegni a freddo saranno gli ufficiali; e ne rideranno, perchè tra i militari potranno mancare alcune qualità intellettuali, ma non fa difetto la lealtà, la sincerità. Noi non speriamo convertire il Maggiore Manfredi e fargli riconoscere , che se la logica manca negli scritti di Colajanni, non manca in questo nostro scritto. Non lo tentiamo perchè dubitiamo fortemente che egli sia in condizioni da comprendere ciò che legge. Rinunziamo pure a rispondere all'ipotesi grottesca dello stesso Manfredi, che noi cioè vogliamo un esercitosenza ufficiali e che noi combattiamo gli ufficialiperchè non li conosciamo ... ( PensieroMilitare 15 aprile). Nè ritorneremo sul rischio professionale; nè sul paragone accennato da Sylva Viviani sugli stipendii degli ufficiali italiani che crede superiori a quelli degli ufficiali esteri; nè ricercheremo se l'altezza degli stipendi italiani stia o meno in corrispondenza col livello dei salari e degli stipendi civili italiani. A noi basta per ora avere riprovato che la quistione morale nell'esercitoè quistionedi stomaco a giudiziodi tutta la stampa italiana e che la Commissione

260 RIVISTA POPOLARE d'Inchiesta sull'esercito è del nostro avviso. Serva ciò per quel capo scarico, che vorrebbe essere insolente e riesce solamente sciocco , che prevedeva che detta Commissione avrebbe data una risposta diametralmente opposta al nostro giudizio temerario.(Pensiero militare 23 aprile). • Non vogliamo lasciare questo argomento senza rilevare un articolo di un altro ufficiale, noto come scrittore e come soldato valoroso, il capitano Giulio Bechi. Egli nella Rasregnacontemporanea (N.0 3) ha pubblicato un notevole scritto (Dal tramontodellacasta all'alba della nazionearmata), di cui c'interessa moltissimo lo spirito che l' informa e la conclusione; sebbene dissentiamo in qualche speciale apprezzamento. Dissentiamo da lui nel ritenere che speciale situazione economia - e ce l' hanno già ! - vada fatta agli ufficiali perchè «la milizia richiedendo un « larghissimo consumo di forze, di fibra, di salute, « non può avvalersi dell'opera dei suoi componenti, « se non per un periodo di tempo ben ristretto e << non può quindi assicurar loro, come le altre pro- << fessioni fanno, quasi un'intera vita di lavoro re- « tribuito ». Ma siamo pienamente di accordo con lui nel desiderio di veder soppresso il sottoufficiale di mestiere, ch'è uno spostato raccolto i fra naufraghi delle altreprofessioni, possiamo esserlo ancora di più nel considerare, com'è attualmente la parte dirigente dell'esercito, composta da persone che esercitano la professione, il mestiere delle armi e che conservano certa veste e certi privilegi castali; lo siamo soprattuto nel ritern~re « fatale, di quella fatalità derivante dal progresso « logico dei tempi che corrono irresistibilmente <( verso uno stato di equilibrio, come l'acqua lungo « una china , è logico e fatale che la nazione ar- « mata, com'ègià quasi costituitain Svizzera prenda << il posto dell' esercito moderno, il quale rappre- « senta evidentemente una forma transitoria ». Perciò, egli conchiude : « Tiro a segno, ginna- « stica, insegnamento di discipline militari nelle « scuole, dalle inferiori alle università, e sopra tutto « un sano indirizzo educativo e patriottico (quanto « ne ammaestra il Giappone I) ci permetteranno di « ottenere ferme brevissime e una massa di citta- « <lini, come avviene in Svizzera, costantemente « esercitati alle anni pel mezzo di celeri periodi « annuali d'istruzione, senza che ne abbiano punto « a soffrire le loro professioni e i loro interessi « personali e collettivi: una milizia insomma elevata « in dignità sopra le antiche torme di mercenari e « di predoni e resa popolare dal suo ufficio di tutela, « di salvezza, di ausilio e franca, alacre e lieta, « sgombra di quei tanti perditempo formalisti e « burocratici, che ora servono a riempire le lunghe « ferme e sembrano un; irrisione al bisogno che il « paese ha di braccia e di energie giovanili e al « ftrvore di lavoro che dalle officine, dai porti, dai « cantieri sonanti, martellanti, affacendati, dai ga- « binetti solitari, dove il pensiero si macera nello « studio e nella veglia, prepara fra tanti fati av- « versi, una nuova Italia piu grande e piu pura )>. « E allora apparirà manifesta ed intera la difie- « renza fra l'arme e l'utensile )>. Ecco un modernismo sano , che va oltre la quistione di stomaco, che viene esposto da un ufficiale . dell'esercito e noi lo caldeggiamo. • _ Rimane assodato intanto, per bocca del capitano • Giulio Bechi, che attualmente la funzione dell' ufficiale è mestiere è professione. Tutti i Manfredi, tutti i Borrelli, tutte le K. del Ranzismo se credono che la parola è offensiva provvedano a scagliarsi contro chi l'ha pronunziata. La Rivista I probledmeilli'struziosnee ondaria concorsi e insegnanti ( 1) C'è nell'aria una certa curiosità per le questioni scolastiche: è di moda il parlarne, e si vede anche dalla larga e benigna accoglienza che trova nella stampa quotidiana chi ne scrive a diritto o a rovescio. E' l' indice di una più viva coscienza,. nel paese, dell'importanza dei problemi di coltura nazionale? E', nel gran pubblico, una distrazione come un' altra, come tante altre, fatte di discussioni superficiali destinate a non concludere o a morir nella dimenticanza quand:) qualche più rumorosa novità le caccia dal seggio della chiacchiera quotidiana? Dicendo curiosità, abbiam cercato una via di mezzo fra le illusioni e lo scetticismo: una curiosità la quale, con miglior nutrimento che non i pettegolezzi e le proteste dei mille interessi particolari, alla nobilissima preoccupazione, che vorremmo diffusa in ogni ceto , per le sorti della scuola può davvero condurre; come, volta più che ad altro agli scandali del giorno, può facilmente perdersi fra gli spassetti e chiassetti della vita politica italiana. Nell'uno o nell'altro caso, ad ogni modo, non è fuor di posto il parlare nella Rivista di uno spinoso argomento, che i giornali han cominciato a trattare e di cui s' occupava, per esempio , nello scorso numero, il Marzocco di Firenze; vo' dire del risultato dei recenti o presenti e non ancor terminati, ma già svolti in gran parte, concorsi a cat-. tedre di scuole medie. Non pochi forse, del sullodato gran pubblico, ignorano ancora che in forza della nuova legge - e relativo regolamento - sullo stato giuridico degli insegnanti, è assolutamento necessario per conseguire una di queste cattedre, un concorso per titoli e per esami, i quali costituiscono un vero e proprio « esame di stato », come s'usa da tempo altrove. E son tassativamente prescritti per ora non solo per chi voglia entrare in ruolo, ma anche per chi voglia passar da un ruolo,. da un ordine di scuole all'altro, o conquistare una· delle così dette sedi principali, in una città importante ... o quasi. E - diciamolo per chi non lo sapesse - ecco i pesi e misure per le bilance e le. operazioni delle commissioni giudicatrici: un massimo di 180 punti per i titoli (90 pei titoli di studio, 30 per quelli didattici, 30 per l'anzianità, 30 per le pubblicazioni) e un massimo di 90 per gli esami (30 per la prova scritta, 30 per la discussione orale, 30 per l'esperimento di lezione pratiça) Per (1) Questo articolo, scritto quasi tre mesi fa, e rimandato da un numero all'altro per inesorabili ragioni di spazio aveva il modesto intento di dare ai lettori della Rivista qualche notizia della complessa questione dei concorsi e della prepa• razione degli insegnanti medi - non di discuterne a fondo. Seguita a trattare degnamente l'importante argomento la rivista I nuovi doveri; se n' è occupato nella recente discus~ sione sul bilancio della P. I. l'on. Battelli, che ha sostenuto - come noi, doversi conservare le prove di esame, ma apportare riforme ai regolamenti e al- sistema di esaminare.

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