Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 9 - 15 maggio 1908

248 RIVISTA POPOLARE si battono i denti, egli non può amare la scuola. Quando pensa che là dentro trova un insegnante che, cinquanta volte au cento, più che amico benevolo, fa sentire tutto il peso della propria autorità, non può sentire l'animo lieto e quindi la volonta d'apprendere. Nessuno, come il fanciullo, è più vivamente disp01to alle impressioni ddl 'ambiente: egli ama la scuola b~lla, gaia, illuminata, tiepida nell'inverno e fresca nell'estate; egli ama nel1' insegnante un uomo come il padre, una donna come la madre, e non un arnese increscioso, tolto di peso non si sa dove, e messo lì. Egli non sa che sia sagrificio, nè deve saperlo; per apprendere. egli vuole godere, e se non gode non impara, o impara così male che, procedendo su per l'erta a tentoni e a scapaccioni, dopo dieci, quindici, venti anni, di studio, più facilmente diviene uno spostato, molte volte ur, arnese insufficiente della propria professione,· rare volte un cittadino per bene, e un impiegato coscienzioso. E' inutili: spe-rperare il pubblico denaro in cannoni e coraue, quando questi cannoni e queste curazze devono essere usati da giovani, ai qu::ili, dagli anni più teneri, fu avaro ogni conforto, fin' anche quello del pane; ai quali non fu istillato nell'a.nimo quel sentimento di grandezza civile e sociale cui figh d'Italia avrebbero diretto per le loro tradizioni, la loro generosa. Prima di affilare le spade, fortifica te il braccio e , meglio , il cuore di quelli ehe dovranno brandirle : ed invece di costruire caserme, costruire vasti edifid lieti d'aria e di luce, adornateli d'arte e cii pace, e col sorriso dell'amore invitatevi i fanciulli della patria a goder della vita , e a movere incontro ali' avvenire col sorriso nelle pupille ed il canto sulie labbra. La scuola rappresenta il primo episodio della vita, !a prima impressione, il primo viaggio che si imprende dubbiosi e trepidanti, la prima conquista dcli' erta difficile e penosa : ogni ricordo di quella è un sentimento che s' inradica profondamente nelle tenere coscienze e comincia a fecondare. Fate che qutl ricordo sia lieto perchè il i:entimento sia nobile, e ritenete che i fanciulli di una scuola ove regni l'amore in qualsiasi occasione dolorosa della vita , saranno sempre i più fieri nemici contro la delinquenza e la deger era 1 ione. Nu - triti d'amore, vivranno d'amore; nobilissimo esempio dell' a_ nima eletta di quel grande educatore la cui dipartita in tanto lutto ha immerso di recente le scuole e le famiglie d'Italia. Ma, sopratutto popolate la scuola, togliendo alla via e alla corruzione i nostri fanciulli: in Italia esiste, è noto, una larva di legge obbligatoria per l'istruzione dei fanciulli fino al conseguimento del certificato di proscioglimento. Ma ahimè I, quanto quella legge è meschin11, e come infelice è l' effetto che ne ritrae I Nello stato semi-barbarico, ne: quale ancora ci troviamo in questo secolo ventesimo, l'unica coercizione inesorabile e santa sarebbe quella ~he agisse salta volontà dei genitori perchè mandassero i figli a scuola. Qui in America, più civilmente in Italia, l'obbligo non si arresta al proscioglimento meschino piccino, gretto ma si estende a mandare i fanciulli a scuola fino a sedici anni, fino a quell'età nella quale la costituzione fisica s'è fortificata al lavoro e la coscienza morale s'è temprata al dovere. L'Italia impari I (L'Italia Moderna, fase. 7-8). + A lbert Maybon : Il program1na dei democratici soclallstt cinesi - I riformisti che in Cina si fecero vivi nel 1898 volevano agire dall' alto in basso e si dimostrarono impotenti. La loro azione durante i cento giorni, nei quali ebbero il potere nelle mani si mostrò nulla. Ora si presentnno i democratici socialisti che formano un vero par dto e che vogliono agire dal basso in alto. Si propongono una rivoluzione nazionalista cacciando i Mandehcus, una rivoluzione politica proclamando la repubblica ed u11a rivoluzione sociale proda- . ma!}do il socialismo agrario. II programma audace ed integrale dei democratici cinesi è stato esposto dal Dott. Sonen-yi Sien in un discon.o pronun• ziato a Tokio il 16 gennaio 1907 e pubblicato dal Ming pao ( Giornale del popolo), giornale giapponese, che ha lo stesso programma dell'oratore. Il discorso venne pronunziato per festeggiare il primo anniversario del giornale e la festa fu promossa dagli studenti cinesi. Non è conosciuto in Europa e ne diamo la prima traduzione. Il Dott. Sonen yi-Sien, che ha subito le sue persecuzion;, che ha fatto i .suoi studi in America e che fu illegulmente arrestato a Londra dagli agenti dell'ambasciata cinese e rila_ sciato per l'intervento del governo inglese, così espose i tre punti del programma innanzi a 5000 uditori : • 1 • 0 La rivolu rione na:rionalista o la lotta delle ,-a rp, Bisogna liberare la Cina dal dominio dispotico della rozza Man• dchou, che dura da 260 anni. I cinesi, che formano la quarta parte dell'umanità non hanno patria e non hanno indipendenza. I Mandchous, che sono pochi dominano per la forza militare e per l' ignoranza del popolo cinese, che non ha coesione e solidarietà. I Cinesi non odiano i Mandehous, ma perchè perchè tali, sono oppresosri; ritornino alle loro case e saranno considerati come amici. Contro di essi non sarà adoperata la violenza se n0n si affideranno alla violenza e non vorranno restare i padroni della patria altrui )). 2,0 « La rivolu 1 ione politica e il popolo sovrano. Non b:>sta la liberazione nazionale: la monarchia dispotica, che dura da migliaia di anni si è mostrata impotente a mantenere l' indipendenza della Cina. Ciò viene dimostrato dal fatto che quando il bonzo cinese Tehou nel 1 368 rovesciò la dinastia tartaromongola dei Yuan, che regnava dal 1280, dopo due secoli e mezzo circa, i Mandohous nd 1644 riuscirono a conquistare la Cina e a fondare la dinastia dei Ming. Perciò la soluzione del problema nazionale deve procedere parallela a quella del problema .rolitico. La Cina deve agire come la Francia nel r 789: deve cacciare i Mandchous e proclamare il regime repubblicano. Se questo non facesse sarebbe perduta. La Cina non deve appartenere ad un particolare, ma al popolo •• 3.0 « La rivolu-rione sociale. l due primi pun:i sono urgenti; alla quistione sòc1ale, però, si deve j'rvYl'cdr.:r,·, se si v0gliono evitare altre rivoluzioni. Non basta \·c.!, r<.: accrescere la ricchezza, perchè parallelamente può a1,mcnt:ire la rniset ia da un lato, come in Inghilterra e altrove; e i 1 .-ovcri .-,0,10 irnpt-tenti e non pensano a lottare. Diversi sistemi intanto ci sono per risolvere la questione sociale e specialmente tre incarnati a questi principii : r .0 ritorno allo Stato della ricchezza nazionale; 2. 0 divisione delle ricchezze tra i poveri; 3.0 ripresa delle ricchezza da parte delle comunità ». « In Europa e in America la rivoluzione sociale è inevitabile. Ma poichè la questione sociale . è posta dallo sviluppo della civiltà; in Cina siamo in tempo ad impedirne la nascita, senza volere arrestare lo sviluppo delle industrie , eh' è fatale .. Se l'Europa e l'America hanno difficoltà a risolvere la questione sociale ciò dipende del fatto che esse non hanno saputo risolvere la questione agraria. Se la civiltà progredise:e , il valore del suolo aumenta; ma la terra quando è proprietà privata non rende ciò che potrebbe rendere e l'industria essendo nelle mani del capitalismo creano le disuguaglianze reali. Non si può lasciar sviluppare la società da se stessa come gli alberi; anche gli alberi abbandonati a loro stessi si sviluppano in guisa da ostacolarsi e danneggiarsi reciprocamente ,. « Il capitalismo non è sorto in Cina. Da mille anni il valore delle terre è immutato ; ma crescerà a misura che si svilupperanno le comunicazioni e la civiltà; e allora ciò chi: oggi vale 10,000 taels varrà almeno r 00,000. Questo aumento di valore andrà a benefizio di pochi proprietari. Ora il socialismo può realizzarsi in Cina senza spoliazioni. Ciò che vale oggi 2000 si può pagare al suo proprietario anche il doppio ; ma

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