RIVISTA alla ferrovia sessantacinque giovenche lasciate totalmente abba·ndonate dagli uo'n1ini di servizio ·della st~lla, e le scioperanti prima e i ccntadini poi anche colla forza vi si opponevano, laonde ebbe luogo un vero e proprio conflitto, che solo per fortuna non trascese a disastro), i' ordine che vietava gli assembramenti non era ancora stato comunicato , nè pubblicato in quella vicina frazione. Da quel giorno si ebbe una resipiscenza - per quanto tardiva - nei dirigenti della Camera del Lavoro. Erasi predicato ed in parte anche scrirto che la finalità ultima dei sindacalisti era la distruzione della proprietà. - Andrà male uno sciopero? ne fim:mo un altro e un terzo, e un quarto, fin che avremo vinto: i proprietari non avranno più interesse a esser tali - tale pareva la impostazione di questa lotta. Si era gridato in tutti i toni ai contadini organizzati - resistete: non lasciate venire un crumiro, non lasciate partire le bestie, a qualunque costo, con qualunque rnez...zo. Ora invece si dice cc Niente violenza da parte degli organizzati; non opponetevi, se vengon crumiri, non impedite l'esodo del bestiame ». A scusare il voltafaccia improvviso si aggiunge: « abbiamo provveduto i:;erchè dalle vicine provincie non parta un crumiro per venire a sostituirvi; perchè nelle vicine provincie non sia accèttato il bestiame che si vuol sottrarre agli scioperanti ». Ma i crumiri veno ero; ma il besti,nne fu accolto dovunque. Allora si disse - scendendo ancor:1 dalla scala delle pretese e delle esagerazioni. « La lotta che la Camera del Lavoro ha iniziata è soltanto economica; non c' entra la lotta politica ; è un' arma messa avanti dai padroni per scusare la loro. resistenza ». Ma non bastò questa nuova tattica a cambiare lo stato delle cose. I proprietari sostenevano di fronte a chicchessia, che qualunque provvedimento avrebbe danneggiato loro soli, assai più che la perdita di tutta l'annata: che la resistenza loro , anche con gravi sacrificii avrebbe dimostrata ai lavoratori, come nessun Ìll teresse essi abbiano ad abbandonare il lavoro e come il danno ricada ancora su loro e sulle loro famiglie. • Così la idea politica fatta entrare nella lotta dalla Carnera del Lavoro, quando questa cercò di stornarla, vi fu mantenuta dai proprietarii. Due organizzazioni altrettante sindacaliste dal lor punto di vista stanno ora di fronte: la organizzazione proletaria sostenuta dalla speranza della riuscita , dalle facili promesse dei' suoi capi (che per sfortuna nulla hanno per garentire le facili parole), dalla attesa che i proprietari cedano piuttosto che perdere tutto il raccolto e •la organizzazione padronale-comprendente proprietariì e fittabili, a cui accedettero industriali e commercianti - sostenuta dalla ferma volontà di vincere e fiaccare la burbanza sindacalista. Alla prima dan soccorso le organizzazioni operaie, con spirito di forte solidarietà; alla seconda i naturali mezzi bastano, e soccorrono anche altre organizzazioni padronali; che sull'esempio dell'Agraria parmense vanno ovunque costituendosi. Un arma terribile, ma legittima, adoperano ora POPOLARE i padroni; è quella degli sfratti di tutti gli sciopera·ntL A dozzine si iniziano cause di sfratto,con procedure spiccie; tutte deciso dai Pretori con sentenze munite di esecuzione provvisoria. Questo costituisce un pericolo enorme pei proletarii. Cacciati sulla strada coi figli anche teneri, senza speranza che altri proprietarii dian loro alloggio, senza lavoro e senza alcuna scorta, che faranno essi? E se pure nella calda stagione non in tera mente sentiranno i disagi della loro condizione, come dagli assalti della natura si salveranno più avanti ? Vincerà la rassegnazione anche allora, o la disperazione li spingerà agli estremi ? Allora potrà chiedersi più fortemente, più solennemente da tutti al governo insipiente, che nulla seppe prevedere e a nulla volle provvedere , allora a Giovanni Giolitti artefice, per inerzia incosciente, dei possibili disastri, si potrà chieder conto degli eccessi immancabili. Ma forse a tanto non si giungerà; forse la esecuzione dei primi sfratti aprirà gli occhi ai lavorarori, cui erasi fatto credere - per ignoranza, o in mala fede- che gli sfratti non potevano darsi, e-in ogni mo90 che occorrevano mesi e mesi per b loro _esecuz10ne. Forse anche il naturale sentimento um'.lno ricondurrà a più miti consigli i proprietarii, cui non può non sorridere l' idea di sacrificare qualche cosa di se pur che non soffrano migliaia di bimbi innoLen ti~ inconscii ancora - e lo restino sempre! - di o<lii e di vendette. L'Associazione Agraria già pubblicò nel suo bol• lettino che non avrebbe lasciato soffrire i bimbi degli sfruttati. E se pure nell'lternazionale la Camera del Lavoro respinse sdegnosamente il pensiero civile dei proprietari, non è a dubitare che alla evenienza il pensiero civile trionferà. Ci fu alcuno che tentò per puro spirito di pacificazione avvicinare le due parti, o meglio i rappresentanti delle due parti, onde tentare un'intesa su' un punto di partenza comune - non tutto cedere, ma non tutto pretendere. Fu opera pressoc hè vana fin' ora. Si dicevan tutti animati dalla più buona volontà, ma ciascuno insisteva sul proprio capo saldo , in perfetta contraddizione con quello dell'altro. cc Ad ogni costo il contratto del maggio deve essere mantenuto, diceva l'Agraria; da quello non si prescinde ». « Ad ogni costo bisogna non parlare del contratto del maggio, che fu già strappaao, diceva la Camera del Lavoro; da ciò non si prescinde ». Con tali premesse la intesa non era possibile; e la buona volontà di pacificare si infranse contro lo scoglio del puntiglio, e cadde. Durerà a lungo lo sciopero? Chi vincerà ? Non si può credere che duri a lungo. E' a ripetere che gli sfratti eseguiti daranno un gran tracollo alla resistenza proletaria. Però che se si eseguiranno quetamente, la conseguenla dello enorme disagio immediato non tarderà a dare i frutti: se per disgrazia dovesse eseguirsi violentemente , la stessa violenza porterebbe la spossatezza; e la disfatta, nel conflitto, dei lavoratori toglierebbe la speranza d'ogni vittoria e la fiducia in
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