RIVISTA POPOLARE DI Politiça, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLAJANNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Ih:tlta; anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; s_emestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 4mministrazione: Cm·so Vitto1·io Emanuele, n.0 115 - NAPOLI Anno XlV - Nnm. 9 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, tlS Maggio 1908 SOMMARIO: Glf avvenimenti e gli nomini : Napoleone Cola)annl: Agli amici repubblicani - Noi: (Il Congresso del partito repubblicano italiano -- Durante l'inchiesta sulla Minerva - Sul servizio deg'i esposti - Timori e aperanze degli italiani all' estero - I partiti politici in Italia - Ancora le belle idee di Rooaev~lt - La nuova era nel Portogallo - Birra, elezioni, suffraghette, pr0tezionismo ed altri plums-puddin~s inglesi - I grattacapi Indo-Afgani dell'Inghilterra - La Tavola rotonda - N. C.: Giuseppe Drago di Ferro) - Giovanni Conti : li Congresso Repubblicano Naz:ionale - La Rivista : li sindacalismo rivoluzionario ali' opera - Avv. Od. Bagatti : La lotta economica nel Parmenae - A. Agresti : Il 1° Congresso Nazionale delle donne italiane - Pei forrovieri espulsi (Una lettera di Silvio Drago) - G. Carano-Donvlto: Speriment1li1mo 1ociale (Notizie e dati sul movimento delle Assoc 1azioni operaie in Am~rica l - lti vista delle ltl viste: Il mito della mano nera (North Àmerican Review) - Osservazioni sulla questione di nazionalità (Neue Zeit) - I comuni vesuviani dopo l'eruzione (Critica Sociale) - L'insegnamento nelle Scuole Americane e Italiane ~ l'educazione nazionale (L'Italia :Moderna) - 11programma dei democratici S"cialisti cinisi (Mercure de France) - La nuova Irlanda (North Àmerican Review) - Un saluto all 'India (Indian Review) - La donna americana come tipo superiore ( World T. Day). Recensioni. GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Agli amici repubblicani A voi, amici carissimi, a quelli che conosco ed ai più che non conosco nè di nome, nè di persona devo una parola di vivissima riconoscenza per la accoglienza spontanea e calorosa che voleste farmi quando improvisamente mi presentai nella Casa del popolo per fare atto di solidarietà con quanti prendevano parte al _Congresso repubblicano; accoglienza che ripeteste quando l'amico Barzilai per bo_ntà e squisita sua cortesia propose il mio nome per la Presidenza. A voi devo una parola di riconoscenza da queste colonne per ripetere ciò che dissi in Roma: interpetro la manifestazione esclusivamente come approvazione complessiva del metodo che seguo e delle idee che propugno in questa Rivista popolare senza mai lasciarmi deviare dalle ire, dai rimproveri, dalle carezze, dalle preghiere degli amici e degli avversari. Di personale in -quella per me indimenticabile manifestazione nun vedo che questo: quanti sono sinceri repubblicani mi perdonano volentieri le polemiche vivaci e le aspre parole che talora mi sfuggono anche all'indirizzo degli amici più cari , perchè essi sanno che sono un prodotto della profonda sincerità delle mie convinzioni e dell'alto scopo, cui mirano. NAPOLEONE CoLAJANNI • Il Oongre■ao del partlio repubblicano Italiano. - Un nostro am1co, che è tra i più attivi intelligenti propagandisti si occupa nella rivista dell'ultimo Congresso del Partito repubblicano italiano. Pochi giornali e pochi giornalisti banno negato la opportunità dei temi discussi e la serietà e la calma colla quale procedette la discussione, che fu davvero ammirevole sotto tutti gli aspetti. Pochi giullari della stampa, che pensano ool ventre e ohe credono di poter passare per pubblicisti emeriti a forza di fare della verw stiracchiata, melensa e sciocca, quando non è addirittura a base di malafede, hanno osato scriverne con poco rispetto e con dileggio, e di costoro non c'è davvero da darsene pensiero. Sono tanto sciocchi o tanto di malafede da mettere in burla.. •• Giuseppe Mazzini. Passiamo oltre! A quanto dice l'amico conti sul Congresso noi aggiungiamo questo: mai come oggi 11partito repubblicano si mostrò più numeroso, µlù. intento alle discllSeioni pratiche e di attualità. E::ido ha progredito numericamentè, moralmente e per la t1 ,a educazione politirn; e i suoi progressi i,(lno tanto più notevoli in quanto esso ha resistito alla. concorreuza del partito sociali-;ta, che fu pel primo per molti anni come una bufera devastatrice. La Rivista ha poi Hpeciale ragione di rallegrarsi dei risultati del Congresso soprarutto per quanto riguarda la famosa pregiudiziale o la t,., tti~a. Un discorso chiaro, con1 ;in<'eute t, tutto D)ateriato di esperienza e di positivismo sa.110 pronunziato da Ghisleri (ece prevalere le idee, che furvuo sempre sostenuto in queste colonne che talora ci misero in aspro dissenso con amici carissimi. Ma questo confortante successo del Congresso o'induce forse a sperare che domani, fra un anno o fra. dieci la repubblica. sarà proclamata in Italia? Manco per sogno. Certi avvenimenti non si possono e non si devono prevedere e. scadenza fissa; e tutte le previsioni sociali del resto sono una temerità che prepara amari disinganni. • A questo proposito crediamo che abbia imbroccato nel segno un giornale monarchico che del Congresso ha scritto col più ostentato disdegno; il giorrn~Ie df Scarfoglio. Nel Mattino si legge: e A che pro va.gheg • e giare una repubblica mentre nessllno si ac~orge c4e e ci sia una monarchia? • Cosi è; e cosi abbiamo sempre detto n9i. Sino a tanto che le monarchie non frappongono resistènza ,vielen ta. all'incede-re del progresso umano esse sono tollerate; e . aggiungiamo che tanto più facilmente ·sono. tollerate :l)·.
226 RIVISTA POPOLARE quanto più lungamente Bonoimpersonate_ in monarchi rispettabili come uomini. E a noi nulla costa il confes.3are che l' attuale Re d'Italia è rispettabile pel suo corretto costituzionalismo e per la. sua vita privata. Ma il fatto che un Re è tollerato in ragione della nessuna azione che esso esercita prova sempre che la monarchia in un regime rappresentativo, politicamente è per lo meno inutile e rappresenta una considerevole perdita economica. Per una nazione povera come l'Italia il risparmio ·di una ventina di milioni all'anno non è cosa disprezzabile .. « Ma un popolo, si obbietta, non fa una rivoluzione per una questione economica di tale portata• .. Di accordo. Ma se domani tornasse un reazionario come Umberto 1°, il cosi detto Re buono, che fu tanto buono quanto Vittorio Emmanuele 2° fu padre della patria? E se domani le redini dello Stato cadessero nelle mani 'di uno scostumato, di cui non c'è penuria, forse, tra i Sabaudi? E se posdomani il pazzesco imperialismo di qualche altro sovrano provocasse una catastrofe militare? .... In questi casi la repubblica verrebbe inesorabilmente. E' sempre bene, perciò, che ci siano degli uomini e che ci sia un partito che non rimangano assorbiti nella grettezza del presente e che g·1ardino aJl'avvenire, ad un avvenire migliore. Questo partito e questi uomini, che non sono guidati da ambizioui volgari e da interessi immediati da soddisfare rappresentano una riserva magnifica d'1deali.:;mo, a cui gli onesti e gl'iutelligenti di ogni partito possono e debbono_guardare con ammirazione e con ri · spetto. Gli scettici, i disonesti, i ventrai 10li sorridano e disprezzino pure ... li paese che li conosce riderà come ride alla facezie di Pulcinella o di Sciosciammocca. + Durante l' Inchiesta sulla Minerva. - l Commissari della Inchiesta indagano .... ; e tra quei commissari ce ne sono di quelli che Lanuo t,1tte le condizioni morali e intellettuali perchè le indagini siano fatte con serietà e con accuratezza. C'è da ridere su di alcuni altri. • Nell'attes1L dei risultati della Inchiesta Il G01··riere di Catania pubblica alcune accuse precise contro parecchi di quei funzionari, che, se fondate - e non abbiamo alcun motivo di non ritenerle tali - proverebbero tutto il marcio che c'è nel Ministero dellll Puhblica Istruzione che avrebbe bisogno di un colossale repulisti, Fatti gravi ha denunziato ed accuse precise ha formulato la Propaganda contro alti funzionari. Nè quelle accuse, nè quei fatti possono essere distrutti dalle patenti di onestà accordate dai deputati Arlotta e 6uarraccino nello svolgimento di due loro interrogazioni al riaprirsi _della Camera. Essi certamente ritengono due galantuomini gli accusati o l' accusato; ma hanno avuto torto nel deplorare che dalla Minerva siano uscite le notizie adoperate del giornale socialista di Napoli. Ma se gli accusati sono incensurabili nessuno dovrebbe provare rammarico che siano uoti certi documenti! .. + Sul servizio degli esposti. - A proposito del disegno di legge sulla assistenza. agli esposti e all'infanzia abbandonata la Deputazione provinciale di Rovigo, che da 20 anni ha abolito la ruota per gli esposti, pubblica dei confronti opportuni; dai quali si desume che sotto l'antico sistema della ruota e dei brefotrofi c' era. una spesa media annua per la provincia di L. 62 mila; colla soppressione della Casa di Maternità di Rovigo e della Ruota e colla sostituzione del baliatico essa si è ridotta a circa 27 mila all'anno. Ma non è il' risultato economico, che int~ressa di più; altri souo i vantaggi. • Infatti col baliatico si avrebbe una diminuzione di mortalità dal 37,82 °/ 0 al 12,7 °lo tra il decennio 1878-87 e quello 1888 97. Di più sarebbe aumentato il numero delle legittimazioni senza che ci sia stato aumento di infanticidi , di procurati aborti e di e::Jposizione di infanti. Noi alla pubblicazione della Deputazione proviµciale di Rovigo dobbiamo muovere due appuuti: 1 ° sarebbe stato deriderabile che il confronto della mortalità fosse stato continuato sino al 1907 come per la spesa; 2° i dati sugli infanticidi sono poco conclusivi, perchè riguardano il decennio del baliatico, 1888-97 e non trovano riscontro in quelli del decennio precedente col sistema della ruota e del brefotrofio; comunque la riduzione ad un terzo della mortalità, quando si sa che i brefotrofi sono dei veri carnai, resta sempre in favore del baliatico. + Timori e speranze degli insegnanti italiani all'estero. - La Commissione governativa nominata per lo studio dei provvedimenti in favore degli insegnanti italiàni all'estero e della quale fanno parte tant,i uomini eminenti quali il Villari, Alfredo Bac• celli, Nitti ec. tarda molto a presentare le sue proposte e mantiene gli animi sospesi di coloro, che attendono provvedimenti adatti a sollevarne le miserevoli c<rndizioni. Dalle colonie del Mediterraneo e specialmenre dalla • Tunisia e dall'E;g-itto a noi sono pervenute non p,)che lettere nelle quali sono manifestate le· speranze e i timori del benemerito corpo insegnante nelle s~uole italiane; e pur troppo sono più i timori che le spe• ranze ..... Sperano gl'insegnanti, che i loro stipendi vengano aumentati non a livello di quelli delle scuole delle altre nazionalità e specialmente delle scuole della Re-' pubblica francese; ma in guisa da essere consentita una esistenza decente. Sperano chi si provveda ai lo· cali delle scuole e che possa ad e:ise essere restituita, mercè le opportune e necessarie misure tutta la influenza e la forza di attrazione e di espansione per la nostra lingua, di cui godevano in altri tempi. Gl' insegnanti italiani non temono soltanto che i provvedi menti economici in loro favore non siano adeguati alla esistenza della vita; ma temono sopratutto che nella Comrpissione prevalga lo spirito clericale e cho un giorno o l'altro tali scuole p9ssano essere cedute a fraterie ed ass}ciazioni che sotto il nome italiano malamente celano la loro dipendenza dal gran nemico d'Italia, il Papato. Ai loro ti rporì danno consistenza la presenza nella Commissione di Alfredo, Baccelli che altra volta, dicono gl' insegnanti, manifestò qualche simpatia verso l'Associazione nazionale di Propaganda fide di Firenze ~ sopratutto la permanenza alla Consulta quale direttore delle Scuole italiane all'estero del Com. Scala.brini che nulla sa di tali s.rnole e nulla ha mai fatto per le medesime e che sospettano di tendenze clericali. Non sappia~o se questi timori sul clericalismo dello Scalabrini siano ben fondati; è innegabile, però, per lo meno, la sua disastrosa inerzia. Crediamo, invece, del tutto infondati i sospetti sulle intenzioni del Baccelli e daremmo quasi affidamento, che egli non si presterà mai a snaturare l'anima della scuòla nostra all' estero; scuola che serve alla conservaz1one delle italianità non solo come forza e manifestazione ideale, ma anche come poderosa spinta alle relazi()ni economiche tra la madrepatria e le colonie. Noi c'interessiamo vivamente alla sorte di questi insegnanti italiani all'estero perchè ci sospinge ad am · mirarli questa loro costante preoccupazione per lo in• dirizzo della scuola italiana: nobile preoccupazione che ci mostra come per loro la quistione morale non sia • esclusivamente una quistione di stomaco.
RIVISTA POPOLARE 227 • .I_ ~artl~l pollt!cl in l talla. - Abbiamo dispomb1h pochi estratti del lungo studio che l' on. Colajanni pubblicò nell'ultimo numero della Rassegna contemporanea di Roma e che cediamo per O.mi 75 la copia. + Ancora le belle idee di Roosevelt. - Il Co~gresso - come c'era da aspettarsi - boeciò a pieni voti l'allegra proposta di Roosevelt a proposito dell'anarchia. I nostri lettori ricorderanno che ce ne dovemmo occcupare, ed anche questa volta ci duole doverci occupare di Roosevelt a proposito di cose che non possono essere lodate. Roosevelt sembra invaso da una strana megalomania. Nella sua lotta contro i frusts egli non serba più la misura che si conviene all'uomo forte che ba da fare molto più che non abbia da dire. Ne~ suo ultimo messaggio al Congresso egli si è scag11ato contro i trusts e contro il miliardario americano. Bene a rogione, in verità , egli ne ha fatto la critica , ed ha assalito dei suoi sarcasmi e con la sna estrema violenza il sordido Epulone; m~ poi? Parole, parole parole! Parole, clie, in fondo , non fanno male a nessuno: fanno pe1ò piacere a Roosevelt che si lascia pigliare al laccio della sua bella. e!oquenza.' Naturalmente neppure i tr11stisti , nè i miliardari possono dolersi delle chiacchiere di Roosevelt tanto più che quanto più sono roboanti, le sue prediche , tanto più sono inoffensive. Proprio come i suoi e messaggi • a proposito di armamenti e di guerra. Respinto il progetto contro gli anarchici il Congresso ha dovuto subito occuparsi a respingerne un'altro col q nale Roose• velt intendeva ottenere i fondi e l' autorizazione per la costruzione di quattro nuove corazzate. Il Senato, che è orII)ai ben persuaso a non fare nuove spese per l'esercito e la marina, ha respinto il progetto. Naturalmente Roosevelt s'è arrabbiato EO")iha fatto M sapere - in un breve messaggio che si è avuto il torto di lasciar passare quasi inosservato - egli ha fatto sapere che è persuaso che, ben presto, ci sarà una grande guerra, e che è bene che gli Stati Uni ti sieno pronti a tutti gli eventi. Parlando della situazione politica a questo riguardo Roosevelt ha detto: e Gli Stati Uniti sono amici con tutte le nazioni; ma, forse, non è lontano il giorno in cui qnesta amicizia sarà messa alla prova > • Parole sibilline se vogliamo: e se vogliamo anche troppo chiare: ma il Senato non si è lasciato convincere e la· proposta delle quattre corazzate )n più, è andata a r~gµ:iungere l'altra sul boicotaggio degli anarchici Roosevelt comincia ad avere sfortuna, proprio ora, che cominciava ad assumere certe divertentissime arie d'imitazione d'un Kaiser, mattacchione di nostra conoscenza. + La nuova era nel Portogallo. -- Sarà vero ? In questa domanda è chiuso tutto il problema della nazione Portoghese. Parlando alle Cortes, riconvocate ora dai comizi elettorali , Re Manuel II ha promesso riforme nella Costituzione e nelle Leggi; ha promesso riforme di ordine economico e finanziario, amnistia e rimaneggiamento della legge elettorale : sarà vero? Indubbiamente la buona volontà del Re Manuel è fuori di questione, ma sarebbe opportuno non dimenticare che Re Carlo e Franco furono spinti su la via della dittatura, parte dai debiti e dai bisogni di denaro del Re, parte anche dalla enorme corruzione che regnava nel parlamento portoghese. Ora meno poche, insignificanti variazioni , i deputati che componevano il Parlamento a tempo di Carlo di Braganza , e che furono cacciati da lui, sono gli stessi che hanno applaudito le nobili intenzioni di Manoel : sono tornati quasi tutti al Parlamento. I loro applausi darebbero a credere eh' essi sono tornati mutati nella coscienza e nelle intenzioni; sarà vero? D'altra parte si dice che il partito repubblicano voglia concedere a Don Manuel la tregua di Dio, vog!ia, per un periodo di tempo~ e per il bene del paese, disarmare, desistere dalla opposizione sistematica ed irriducibile e cooperare alla pacificazione, ed allo sviluppo economico del paese: salvo a riprendere, più tardi, la lotta per la repubblica ; quando cioè l' esperimento monarchico sarà assolutamente fallito : sarà vero? Qnesta la domanda interessante: poichè se così fosse in veritil._, per il Portogallo si proporrebbe 11n'ora di calma, d1 pace e di fecondo lavoro, qnale nessun'altro paese d'Europa può vanbre. + Bir:ra , elezioni , suffraghette, protezionismo ed altri plums-puddlngs inglesi. - Dunque dopo la sconfitta di Peckam, ni,lla quale il candidato liberale rimase soccombente- I er oltre dnemila voti. ecco 11n'altra tAgola capitata al partito liberale. "\-Vinston Spencer Churchill è stato battuto a MancbPster rimanendo soccombente di oltre 1400 voti contro il suo avversario il candi•ìato conservatore J ohnson Hicks il quale ottenne 5417 voti. Ma la sconfitta di Ch11rchill, benchè egli fosse ministro, e avesse assunto il posto abbandonato dallo Asquith , diventato Premier per h.. morte di Campbell-Bannerman , nè la sconfitta di Peckam, e neppure la opposizione disperata che ora, fanno ai liberali i partigiani dell' lndipendent Lrrbour Pa1·ty, sarebbero cose di grave mom,mto , se dietro esse: anzi se ragione prima di esse non fnsi:rn qn~lla terribile agitazione contro il Licensing Bill, che per due volte è stato I' inciami:;o grave contro il quale si è urtato il partito liberale. Bisogna notare che il partito dei birrai è potentissimo in Inghilterra : potente çerchè fa, a mezzo degli spacci di birra. e liquori , una energica propaganda R. favore della lihertà di ubbriacarsi, fl messa la questione sul terreno della libertà iudividnale, l'Inglese più astemio diventa un feroce difensore del bicchierino di zozza e del diritto alla sbornia. D'altra parte, i principali conservatori sono fabbricanti di birra essi stessi , o azionisti di fabbriche di birra, o legati, o fornitori di birrai: è dunque, per il partito conservatore, non soltanto una lotta contro il rartito liberale; ma alt.resi nna difesa di interessi personali, :in Rffore economie-) e finanziario oltre che un interesse politico. . Intanto il partito -liberale perde rapidamente terreno, in Parlamento e fuori. In Parlamento i rappresentanti operai gli tengono il broncio, e non gli mandano buona neppure qnella proposta su la pensioni alla vecchiaia, la qnale è in fondo un meraviglioso passo verso la integrazione della legislazione sociale; i conservatori lo aspettano al varco della terza lettnra del Licensing Bill. Fra le suffraghette , che a Peckam f 1rono la causa della vittoria dei conservatori , i socialisti , che fanno la guerra più ai liberali che ai consPrvatori, I' Ed11cation Bill. che non h; contentato fl non contenta nes:311no,e il discorso di qnel bravo Ilrunne, liberale, che ad 11nbanchetto di liberali e di liberisti, sotto il naso dello Asquith, si dichiarò protezionista, e fece nna carica a fondo, contro il governo dei free traders, bi8ogna convenire che le acque nelle quali naviga la barca del governo liberale sono agitate assai. Certamente la esposizione finanzia.ria dello Asquitb ha fatto senso. Pit't di 4 milioni di sterline di avanzo nei.l'esercizio dell'anno scorso è una somma che fo una. certa impressione. Vero che l' anno prossimo questo avanzo non ci sarà perchè sarà diminuito il dazio su
228 RIVISTA POPOLARE ]o zucchero, e le spese si saranno aumentate dei 18 miJi'oni di sterline , necessari alla cassa per l~ pensi?n~ della vecchiaia ; ma intanto, per ora e per I pross1m1 anni lo Asqnith ha potuto dichiarare tranquillamente: le nostre condizioni finanziarie sono le migliori in Europa, e tali rimarranno anche quand_o il governo avrà ottenuto i mezzi per poter varare, 10 breve periodo di tempo, un numero di navi sufficienti a distanziare, di quanto è opportuno, la potenzialità della flotta Germanica. Questo è il lato , che rende meno antipatico alla popolazione Inglese il governo liberale, chè se si riflette un po' al tentativo d'attacco alla Camera dei Pari, tentativo che la popolazione Inglese , nella sua grande maggioranza , vide con dispiacere promosso, e con piacere rapidamente e vigorosamente rintuzzato dai Pari stessi, si è forzati a convenire che la piatta forma del governo liberale si restringe di più, in più e che, forse, il ritorno dei conservatori al potAre non è lontano. Ciò che non sarebbe un bene per l'Inghiltèrra, malgrado i plausi delle suffraghette, l'appoggio dei. birrai , e il trionfo - che si tradurrebbe in caro di viveri per il popolo - delle leghe protezioniste che in Inghilterra, ora, pullulano. + I grattacapi Indo-Afgani dell' lnghllterra. Da lungo tempo quanti conoscono e studiano le cose Inglesi a venti relazione con l'India, prevedono una seria ri voita in alcune delle provincie soggette all' Inghilterra 1;1ellaP?nisola del ~ang~: E noi yiù volte ci siamo fatti eco d1 quelle vom, e p1u volte c1 è accaduto di esprimere il nostro pessimista pensiero in proposito. I recenti avvenimenti , le scoperte recenti che con la loro consueta ignoranza i giornali Italiani chiamano anarchiche , provano, una volta di più , lo stato di effervescenza in cui si trova l'India ; specialmente le provincie che nell'India sono le più proµ;redite, e quelle nelle qu~li predomina ancora la casta da cui, nei tempi lontani, uscirono i preti e i guerrieri che dominarono il paese; cioè nel Pendjab, nel Ilombay e nel Bengala, dove i MahHatta fanno una instancabile propaganda d'odio cont.ro l'Inghilterra. E la propaganda non è ingiusta, bisogna convenirne. Lasciamo da parte l'an~rchia che non ha niente a che vedere con i tentati vi di rivolta indiana. I complotti anarchici non sono a.nar0hici che per il poco E1aperedi qualche giornalista. a corto di titoli e sottotitoli. L'agitazione e la rivolta indiana è nazionalista. Questo movimento è un movi· mento patriottico come quelli che _in Italia accaddero dal 21 al 60 : noi dicevamo: fuori gli austriaci I gli Indiani dicono: fuori gli Inglesi I E non hanno torto. L'occupazione Inglese non è abile: Quello che i governatori Inglesi fanno nell'India, non può essere, neppur lontanamente, paragonato a ciò che Lord Cromer ha fatto _r1ell'Egitto. Sotto il governo di Lord Cromer, l'Egitto ha prosperato; sotto il governo Inglese , e specialmente sotto il vicereame di Lord Curzon, l'India è diventata più miserabi'. antre per la possibilità di studiare in Inghilterra, di ";'iaggiare, di trovarsi a contatto con Europei gl; Indianj constatavano il malgoverno che l'Inghilterra fac~va del loro paese. Ma c' è di peggio e di più. I giornali Inglesi ecl anglofili, magnificano ciò che l'lnghil terra ha fatto di bene nell'India, l'apertura di alcune scuole, la ripulitura di alcuni quartieri di certe città, l'abrogazione di alcune barbariche leggi e costumanze Indiane, non dicono però che per domare l' India l'Inghilterra ha distrutto i famosi depositi di grano istituiti dai Rajah per far fronte alle carestie, non parlano del disprezzo ostentato dagli lngle.si verso gli uomini di razza India1:1a; della_ pretensione che gli Inglesi hanno di essere salutati dagli Indiani quando passano per le vie, di volere ceduto loro il passo; non parlano delle mille e mille vessaz1om eh: ·-• dallo si;hiaffo dato e rimasto im- :. punito, ai 30 milioni di sterline che l'Inghilterra munge all'India senza darle, per ciò, alcun corrispettivo; non parlano della in~instizia di affidare tutto il governo del paese a funzionari Inglesi, i quali venendovi solo per un dato periodo di tempo , non vi si affezionano, non ne hanno cura; non se ne interessano profondamente. Da lungo tempo l'agitazione serpeggia nell'India. Le bombe scoppiate pochi giorni fa, le bombe scoperte, ed i, fucili Martini trovati celati in case e templi non sono che un episodio piccolo di questa grande lotta che gli Indiani combattono per la loro indipendenza Lotta che sembra, ora, non aver quartiflre; mentre in realtà sarebbe tanto facile, per l'Inghilterra, evi tarla. E si noti: evitare la lotta nippresen1erebbe per l' Inghilterra lega.re a se l'India con indi,itruttibili nodi; mentre invece continuando cosi verrà il giorno in c11i l'Inghilterra sarà cacciata fuori definitivamente e per sempre dall'India. Gli Indiani chiedono di partecipare al governo del J,.ro paese : chiedono eguaglianza di trattamento e di òirirti con le altre colonie Inglesi: se questo sarà loro con,·n,::i) l'India continuerà ad essere un ricco po::;,;es:;nI,1;r!e,w; il giorno che gli Indiani dovra1rn.i pigi ia r;;i ,·1ò e 111 IR. forza, allora. essi piglieranno ruo1t, di più. f/lug-liì terra perderà l'India. Tanto più che non 111a·1c.,n 1 11glì :-i~;itatori indiani aiuti segreti e palesi, oppJrtu11i e 111 •µportuni, dei ne• miei dell' Inghilterra. Gli ultimi htti alla frontiera dell'Afganistan lo provano. Naturalmeute l'Einiro non si è posto alla testa dei quindici o ventimila afgani che hanno sconfinato invadendo un punto delJa frontiera Indo-Inglese; anzi egli protesta la sua fedeltà, e la sua amicizia per l'Inghilterra : ma il trattato Anglo-Russo, concluso senza eh'egli ne fosse neppllre informato, non deve· avergli fatto piacere. E vero che quel trattato non contempla affatto una. presa di possesso di alcuna parte dei possessi dell' Emiro, ma tin ora la rivalità Anglo-Russa su la frontiera Indiana era stata ia sua salvezza e 11.1s1. 1a fortuna: ora, coucluso il trattato, questa rivalità non ha più luogo di essere : è egli certo di conservare il suo kanato ? C'è chi dice francamente no. Naturalmente l' Emiro non agisce apertamente; anzi egli si tiene in un prudentissimo riserbo , lasciando che suo fratello , predichi, si agi ti, agisca : iutau to le nubi si adden~ano gravide di tempesta su l'India, s'ammassano verso la Persia: il ven.to di odio che soffia attraverso l'Asia contro l'Ellropa sp-ioge le orde innumerevoli dei popoli gialli, e dei semitici ad affilare le armi: c'è più che un pericolo giallo che minaccia l'Europa: gli Indiani in parte sono Ariani, non sono giaqi: è una civiltà che si desta, e assume nuove forme: contro una vecchia civiltà: sono i popoli che si ridestano e i popoli nuovi contro la vecchia Europa, e l'Inghilterra che è la parte del1' Europa più a contatto con loro, ne sente , prima, l' urto. + La Tavola rotonda. - Invece d'intrattenere i lettori coi nostri commenti sul processo di Monaco, nel qnale si riaprì il procesRn di Berlino e si ebhe la rondanna morale del princlpt, Eulemburg e la riahili- ••11.: ,. ::/ uridica - di quella morale non fu mai bisogno - di Massimiliano Harden, che ha messo alla gogna gli omosessuali della imperiale corte germanica, noi avevamo pensato di riassumere il vigoroso articolo dello stesso Harden pubblicato nella Zukunft del 2 maggio. Ma lo spazio non ci permise di pubblicarlo in questo numero. Lo daremo nel venturo. • Tra i tanti articoli che per la solita tirannia dello spazio siamo costretti a rinviare, oltre quello sulle . lettere di u~ prete modernista ce n'è uno sulle assicu - r~ioni di iStato del Prof. Emmanuele. Pisani, reso d.i { '
RIVISTA POPOLARE 229 vera att11alità dal fallimento della Mutual Reaerve di New-York. Lo daremo immancabilmente nel prossimo numero. Per la stessa ragione rimandiamo ancora Q"li articoli di Crespi e Cantimori. ~01 + Giuseppe Drago di Ferro. - Una parola di sincero cowpiauto, di vivo rawmatico per la improvvisa scomparsa di qnesto onesto, modesto e coraggioso cittadino avvenuta in Trapani il quattordici corrente. Giuseppe Drago di Ferro che conobbbi in Trapani nel 1891 e che trovai sempre fermo e incrollabile nei principi democratici professati ebbe il coraggio di porre la propria candidatura contro quella di Nasi nell'ultima battaglia elettorale. A chi gli osservò che egli non aveva alc;rna probabilità di riuscire e ch'era invece sicura l'ira della grande maggioranza dei propri concittadini egli rispo:3e sorridendo: sono certissimo deìla cadùta ed anche cun unc, votazione ·meschina; ma voglio provare al r·estod'Italia, che in Trapani ci sono cittadini onesti e coraggiosi, che osano opporsi al vento di follia, che imperversa nell'Isola. E in ciò sta il suo merito principale; a perciò va ricordato ed additato come esempio degno di essere imitato. L'atto suo fu tanto più lodevole in quanto che egli di vita .privata intemeratissima, non cercò mai sottrarsi agli obblighi della vita pubblica; ma non fu mai dominato dall' ambizione sfrenata di pervenire e di arrivare in qual-unque modo e con qual-unque mezzo. Alla vedova, ai figli desolati nessuna parola di ccnforfo nostro, ma l'assicurazione che saranno innumerevoli in Sicilia i buoni che si associeranno al loro dolore; alla democrazia di Trapani il consiglio, la preghiera d'inspirarsi alla nobile e fiera condotta di Giuseppe Drago di Ferro. N. C. Il CongreRsseopubblicNaanzoionale Il Congresso repubblic:mo tenutosi in Roma nei . giorni 3, 4, 5 m:1ggio è su to un :rvvenimento di notevolissima 1m p1>rt:t 1:z:1. Chi si occupa del movi111cnto po:itico del nostro paese con onesti e sereni i 1tc:1H.ii11it1ic deve aver seguito con interesse lo svoìgimènto dei lavori del1' assem blej repubblicana , e deve avere· formulato un giudizio, almeno rispettoso, sul partito repubblicano. Disgraziatamente però, in Italia, ci sono ancora molti i quali, o per ristretta mentalità, o per cieca intolleranza o miopia o per altri men confessabili motivi, non hanno creduto essere doveroso ed utile, studiare, in una loro riunione, questi uomini d'ogni regione che si mantengono ostinatamente fedeli ad una idea e ad una dottrina tanto discussa , e che resistono agli assalti degli avversarii e dei competitori stringendosi in torno alle loro organizzazioni per conquistare al loro partito nuove aderenze e nuove simpatie. • • Chi ha assistito al Congresso e chi si è fatto un dovere di leggere i resoconti obiettivi dei giornali, ha dovuto esprimere sul partito repubblicano giudizi diversi da quelli che fino a ieri sono stati ripetuti. Scempiaggini, sciocchezze, errori grossolani hanno scritto i soliti impressionisti che ignorano le dottrine, le tradizioni, e non hanno neppure una idea della azione odierna del partito repubblicano, degna di essere osservata da vicino, specialmente in alcune regioni della penisola dove essa è prevalente su quella di ogni altra parte politica. • Il giudizio che a no1 sembra di poter formulare è questo. li Congresso di Roma ha dimostrato la maturità del partito repubblicano, nel suo nuovo periodo di riordinamei}tO e e.i rinnovamento. Sono passati tredki 1 nri dal primo Congresso del partito ricostituito "~~· gti elementi delle vecchie organizzazioni mazziniane e con gli sparsi elementi repubblicani di altre scuole e durante questi diciotto anni, attraverso a molte vicende, esso ha super"'to tutte le fasi della formazione di un organismo politico. Il « nuovo » partito repubblicano risolveva al suo primo congresso di Bologna (novembre 1895) la questione della partecipazione alle lotte elettorali, ma dal suo atteggiamento astensionista, immediatamente precedente doveva derivare il metodo della assoluta intransigenza degli individui e dei gruppi. Nei successivi congressi esso dovè provvedere a costituire saldamente il suo organismo disciplinando con regole precise i suoi aderenti investiti di pubbliche cariche, e determinando rigorosameu.re i suoi metodi di lotta politica e amministradva. Fino a ieri ha dovuto combattere per la affermazione delle sue dottrine e delle sue formule ·pecifiche. Ha dovuto difendere il senso della famosa « pregiudiziale » che altro non era se non la dichiarazione della lotta antimonarchica , ha dovuto lottare in difesa della sua dottrina economica, negata o avversata specialmente dai socialisti e ha dovuto anche assumere nel campo politico atteggi:1menti rigidi spesso anche antipatici , per sconfessare il possibilismo ministerialista dei repubblicani, nel campo economico ha dovuto spesso distinguersi nettamente, combattendo i metodi di azione proletaria sinà 1calisti e rivoluzionari e secondando e seguendo il rnetodo evoluzionista educativo. Oggi, il partito repubblicano saldamente organizzato , ben definito e caratterizzato dalla stessa azione fin qui svolta non ha più bisogno di fare dichiarazioni e affermazioni di principi , di segnare rigorose linee di azione e di lotta. Esso ha la coscienza della sua forza e intende che le sue dottrine, i suoi principii , non possono subire diminuzioni o adulterazione nella più completa e ampia partecipazione sua alla vita del paese. I confusionismi e gli equivoci non sono più possibili. Mentre nel passato nelia partecipazione 31Ìa vita del paese il partito repubblicano poteva essere contuso con altri partiti, oggi esso può non solo attrarre nella corrente sua uomini e partiti ma forse anche dare la sua impronta al movimento democratico italiano. Di questa matura coscienza è stata espressione sicura il Congresso di Roma. . La succinta cronaca che qui facciamo confermerà il nostro giudizio. + La seduta inaugurale fu solenn~ e significativa. Solenne per il grande numero di inttrvenuti, per il sincero entusiasmo dell'assemblea. Sianificativa per l'acclamaiiCJ1 ~ :ti'.:- presidenza di o . Napoleone Colajanni. Quel primo atto _delConrresso non i_u ~oltanto una simpatica manifestazio"ne di aB:ett~ e d1 :1conoscenz~ verso l'illustre uomo, che onora 11partito repubbh ..
23Ò RIVISTA POPOLARE cano, ma fu uno dei primi sintomi dello stato d'animo del partito. Coloro stessi che pochi anni fa, nella affannosa opera di ricostituzione delle sparse membra repubblicane, non vedevano altra tattica che quella intransigente, altro sistema d'aggregazione delle forze repubblicane se non quello della rigida disciplina e della fedeltà cieca al circoletto, hanno calorosamente applaudito l'ostinatissimo indisciplinato dimostrando che essi nella serenità derivante dalla sentita esuberanza di vita e di forza, intuiscono quale grande forza può trarre il partito , non solo dalla personalità di Napoleone Colajanni , ma da tutti coloro i quali, pur non sapendo accettare, per il loro temperamento la disciplina del partito , pure non potendo accogliere integralmente il suo programma, seguono con simpatica aspettazione e con sentimenti di solidarietà il movimento repubblicano. Una seduta memorabile del Congresso è stata quella nella quale si è discusso del giornale quotidiano del partito « La Ragione». Il Congresso per bocca di molti aveva manifestato alcuni espliciti desideri: 1.° Che La Ragione dovesse assumere il sottotitolo di « giornale repubblicano ». 2.° Che esso si occupasse più largamente del movimento del partito. Esprimendo questi desideri ogni oratore aveva lasciato comprendere che dalla loro mente non era ancora uscita la vecchia concezione del giornale di partito, monotono, pesante, fatto di irose polemiche e di attacchi furiosi , e cosparso di una asfissiante serqua di « notizie di partito» inutili e ingombranti. Ma il Congresso seppe essere anche in questa discussione, elevatissimo. Esso accolse con entusiasmo indicibile il discorso che Arcangelo Ghisleri fece per illustrare il suo ideale, non ancora raggiunto, ma sempre perseguito, di un giornale di nuovo tipo fatto per il pubblico : di un nuovo tipo di giornale che potesse penetrare in mezzo ad ogni categoria di persone per interessarle alla discussione dei grandi problemi nazionali, che potesse imporsi per la elevatezza delle· polemiche , che potesse distruggere i più radicati pregiudizi intorno al partito repubblicano e che s,1pesse rinvigorire, riordinare far rifulgere il suo grande patrimonio intellettuale. Due o tre anni addietro , il partito non avrebbe accolto con entusiasmo il discorso di Arcangelo Ghisleri. Invece le parole del direttore de La Ragione ebbero un consenso così completo da dimostrare chiaramente che oggi la concezione comune della funzione del partito è quella stessa che fu custodita nell'animo e nel cervello dei nostri migliori, quando il partito, forse anche per necessità di vita , seguì altre tattiche ed altri metodi. + La discussione sulla politica anticlericale non c1 sembrò all'altezza delle altre. L' on. Euaenio Chiesa fece al congresso una relazione che O meritava una attenta discussione. Il Conaresso non intese il valore stesso delle o parole: politica anticleri~ale. . _ . Mentre si trattava d1 delmeare un programma d1 lotta contro i privilegi della chiesa consentiti dalle legai italiane, e si trattava <li assegnare al Partito rep~bblicano il compito di iniziare una seria lotta, Congresso credette che esso fosse chiam.at? a trattare ancora !.lria volta di quella molto più mo-- dest~ e superata necessità della propaganda anticlericale. E che ciò abbia inteso il congresso ci dimostra il fatto che qualche oratore si levò per raccomandare la propaganda anticlericale femminile. Così l'argomento , importantissimo , non fu discusso come si sarebbe dovuto, e la q uestil1ne opportuna men te portata al Congresso non appassionerà il partito. e l'ordine del giorno notato, restera forse, lettera morta. + Sulla questione dell'arbitrato obbligatorio dei pubblici servizi la discussione fu ampia, e il congresso vi si appassionò alquanto. Ma esso respinse l'ordine del giorno proposto e sostenuto animatamente dal relatore Serpieri. Ci- parve che il Congresso in tra vedesse nell'istituto dell' arbitrato più un espediente che una soluzione , più un mezzuccio che non ofl:re neppure sicuri requisiti di adattabilita pratica che un rimedio e comprese come un voto in favore del principio dell'arbitrato potesse coinvolgere, molte altre quistioni d'ordine economico e politico che era pericoloso , il] una ,iflrettata discussione, aflron tare. E noi crediamo che il Congresso abbia bene deliberato. + Dopo discusso dell'arbitrato obbligatorio il Congresso si occupò di due altre importanti questioni. 1.0 Le organizzazioni operaie e la Confederazione del lavoro. 2.0 Rapporti coi partiti affini nelle elezioni politiche e amministrative. Sulla prima questione riferirono l'operaio Costantino Fusacchia di Terni e l' avv. P. M. Gorini di Ravenna. , Il Congresso era stato chiamato a decidere se convenissè: agli operai repubblicani aderire alla Confederazione del lavoro in seguito ad alcune manifestazioni della Commissione direttiva di questa istituzione operaia uazionale, di asservimento al Partito Socialista. Sebbene dopo i deplorati atti della Con federazione del lavoro fossero passati i congressi regionali repubblicani, nei quali la questione era stata può dirsi risoluta, e sebbene nell'ultimo congresso dei contadini di Reggio Emilia fossero avvenuti spiegazior1i fra i dirigenti la Confederazioni e llcun i dei più attivi e autorevoli organizzatori repubblicani, pure al Congresso si erano formate due correnti: l' una facente capo al Fusacchia, favorevole alla adesione senza condizioni e senza patti, l' altra facente capo all'avv. Gorini favorevole alla adesione condizionata al riconoscimenlO del diritto della minoranza repubblicana. Il Congresso approvò le idee sostenute dal Fu"."" sacchia, a grandissima maggioranza respingendo tutte le grette considerazioni di coloro che perdendosi in una meschina schermaglia avrebbero voluto continuare la discussione sugli atti compiuti dalla Confederazione del lavoro, discussione che ha rifiutato perchè nell'assemblea era diffuso il concetto che il partito, nelle attuali sue fiorenti condizioni, avendo nel suo seno uomini di vero valore che si sono dedicati all'opera di organizzazione operaia, invece di smarrirsi nelle polemiche e nelle discussioni, invece di seguire 1mpùlsi di partigianeria, debba par-
RlVISTA POPOLARE 231 tecìpare con attività e vigore alle organizzazioni operaie ed esercitare una potente azione educativa intesa specialmente a sostenere i metodi di az10ne operaia propugnati dal partito repubblicano. + Arcangdo Ghileri riferi sui ,:appor/~ coi partiti affini nelle elezioni politiche e ammmtstrattve. Il discorso che egli pronunziò fu una eloquente e documentata disamina della condizione attuale del partito repubblicano concludente con l'aflermazione che la sua maturità, la sua vigoria gli consente di rinunziare a molte formalità nel determinare l'atteggia men t0 e i rapporti c0n i partiti affini nelle lotte elettorali. Il partito repubblicano deve oggi partecipare ad ogni movimento di carattere politico, morale, economico e perciò, sicuro della saldezza del suo organismo , della fede dei suoi uomini , deve liberarsi delle limitazioni che potrebbero r,ostituire divieto od ost1colo per una vit:l di azione. Il Congresso approvò l'ordine del giorno che crediamo opportuno di riprodurre: ORDINE DEL GlORNO « Il Congresso del P. R. I. radunato in Roma integrando i concetti del programma e delle precedenti deliberazioni del nostro partito in materia di elezioni politiche e amministrative, riafferma per i suoi aderenti l'opportunità di partecipare alle lotte elettorali, come elettori e come eleggibili, non solamente per aver occasione di fare propaganda dei nostri principii nel paese, ma al preciso scopo: 1 ° di premere sui poteri pubblici in favore di taluni postulati o vantaggi immediati consentanei col nostro programma educativo, economico e politico, alleandosi all'uopo caso per caso con altri partiti o gruppi i quali consentano nei medesimi intenti immediati ; 2° di addestrare i propri aderenti allo studio dei problemi d'interesse pubblico e di mostrare che il partito possiede uomini capa~i di tentarne la· soluzione nell' interesse del popolo ; 3° di tenersi a contatto con le forze vive della nazione per propagare in tutte le classi il sentim~rito dei bisogni e della necessita di quel regime più sincero, più onesto e di più celere incivilimento, che costituisce la nostra costante aspirazione e direttiva; pertanto: a) nelle elezioni comunali e provinciali il congresso fa voti che, se anche pochi, i repubblicani si affermino presentando sempre qualche candidato proprio, e in caso di accordi pongano 1 condizione del loro appoggio ad altri candidati qualche punto preciso del nostro programma comunale, primissimo quello della lotta contro l'analfabetismo e della laicità nell' insegnamenlo e nelle opere di pubblica ·assistenza ; b) nelle elezioni politiche il partito fa obbligo di presentare nel primo scrutinio c,indidati repubblicani nei collegi ove siavi probabilità di successo o di entrare in lizza pel ballottaggio con un candidato di altro partito , tenendo presente questo criterio. nella scelta del candidato che esso per notorietà di fede di carattere e di qualità personali, non dia luogo a nessun equivoco intorno alle sue convinzioni presso i partiti affini od avversarli, e possa realmente esercitare una propaganda attiva a favore dei nostri principii: ma dove tali probabilità di successo non si presentino, il Congresso lascia giudi1.,ile singole sezioni del partito delle opportunità di appoggiare o no , quello dei candidati di parte estrema, che presenti le maggiori probabilità di riuscita, a condizione esplicita che egli accetti di propugnare in Parl:imento una politica anticlericale risoluta quale venne precisata dal!' ordine del giorno Chies:1 , e quelle altre esigenze immediate di politica finanziaria, scolastica, militare ed operaia, che a suo tempo il C. C. del partito designasse come condizione indispensabile del nostro appoggio ». Dobbiamo dire, che esso passò fra qualche contrasto pur essendo approvato a grandissima maggioranz·1. Qualche congressista più sollecito della forma che della sostanza credette di vedere nell' ordine del giorno una adesione aflrèttata ad unioni popolari. In vaità ci sembra che esso, cancellando in omaggio alla sincerità e alla verità l'ordine del giorno del congresso di Porli, abbia riaffermato che i repubblic,rni intendono di partecipare a tutte le lotte senza timore di venir meno alla loro fede e ai loro principi, per iniziare anzi quella opera di penetrazione che è necessario per avvicinare il popolo al partito, che lotta per la conquista delle istituzioni del domani. • Chiudendo questi succinti appunti sul Congre;so repubblicano ci riferiamo al giudizio che abbiamo dato in principio e crediamo di poter affermare che il Partito Repubblicano esce da questo suo IX0 congresso rinvigorito, vivifi..:ato. GIOVANNI CONTI Ilsin~acalismo rivoluzjo~ario all'o~era Manteniamo la promessa mercè la cortese cooperazione di un nostro amico e pubblichiamo un articolo sul conflitto di Parma, che a. noi sembra e che ai lettori sembrera senza dubbio un modello di esposizione serena ed equanime dei termini della contesa nel Parmigiano, ammirevole pure per la sobrietà dei commenti e per la prudenza delle previsioni. Sia1110nel dovere di constatare che all'amico Bag,ttti si è avvicinato nèlla obbiettività_ l'on. Berenini nell'organo del partito socialista, che in cronaca e negli stello:1cini dai titoli reboanti a base di rettorica contromina l'opera dei socialisti come il deputato per San D0nnino, di Turati e di altri, continuando in quell'azione incerta e deleteria che g~i ha_ tolto credito tra i riformi5ti e tra i rivoluz10nan. Questo linguaggio di verità concorda completamente con ciò che nella Ragione (15 nuggio) ha scritto testè Arcangelo Ghisleri. Egli risponde ad alcuni repubblicani, che gli hanno amorevolmente rimproverato alcuni severi giudizi sul De Ambris e sugli altri sindacalisti rivoluzionari e l'accordo transitorio e parziale nel giudicare la lotta nel Parmense in cui è caduta la 7{.agione cogli organi del riformismo.
·232 RIVISTA POPOLARE ~In· un Nota bene, pieno di senno e diJsincerità il Ghisleri si leva contro un preconcetto di alcuni repubblicani: « Il preconcetto o pregiudizio, di cui « sono vittime certi nostri amici repubblicani, egli « osserva, consiste in ciò: che da repubblicani, per- « cbè repubblicani , in ogni conflitto sorga tra ope- « rai o ontadini da una parte e industriali o pro- « prietari dall'altra, noi ci si debba unire sempre a « chi dice plagas di questi ultimi si debbano per << dir più tacere i toni dell'altra parte, tacere i no- « stri apprezzamenti, tacere i fatti e per non dan- « neggiare i prolet:ui combattenti ,,. « E' sofisma indegrn, della nostra virilità di ca- « rattere e del nostro programma di educazione « popolare. » « Noi, infatti, crediamo che i proletari siano stati « troppe volte danneggiati appunto dalla viltà J i co- « loro, che essendo in gr:iJo di dir loro la ver tà, « tutta la verità, ! 'han no scientemente ingannata ta- « cendola ». Bendetto. ( 1) Questo è il linguaggio, che teniamo da quattordici anni in questa 'RJvista, cui da socialisti e da repubblicani, non potendo dimostrarsi che essa aveva torto, si rimproverava che c.;;sa si trovasse di accordo coi conservatori e coi tiepidi liberali,. quasichè per sostenere la verità .non fosse doveroso, strettamente doveroso, mettersi lì accordo anche col diavolo. Ai repubblicani poi, dal punto di vista della tattica e della utilità ricordammo sempre, che essi mettendosi alla coda dei più scalmanati socialisti, scontentavano la borghesia senza guadagnare un solo fantaccino del partito socialista. Verso gli uomini più eminenti dd riformismo e dell'integralismo - da Turati a Treves, <laBissolati a Morgari - infine, noi oggi abbiamo il diritto di constatare con legittimo orgoglio che .essi oggi adoperano quel linguaggio e quegli argomenti, che parecchi anni or sono trovavano detestabili in bocca nostra o che ci facevano a_dditare al disprezzo dei loro c~rreligionari, gabellandoci come conservator.i.. e peggio, Il nostro torto fu uno solo : li precorremmo. Ma noi che conosciamo la loro scarsa lealtà , non ci attendiamo, intanto, che essi ci rendano giustizia... Ah no I Piuttosto è probabile che qualche giorno ci denunziino come rivoluzionarii ... e peggio l ♦ La lotta del Parmense ha avuto la sua ripercussione nelle Puglie. Là è in azione il sindacalismo coscientemente rivoluzionario, quà agisce il sindacalismo incosciente e che può arrivare agli estremi çhe non sono forse nemmeno voluti da coloro, che sinora hanno guidato lè masse lavoratrici e ne hanno scatenato le ire senza calcolare che verrebbe l'ora, nella quale essi stessi dovrebbero manifestare la propria impotenza a guidare il movimento proletario. Le differenze nelle condizioni demografiche e intellettuali dei due movimenti si sono immediatamente fatte palesi. A Parma e nella provincia ci sono scioperi, che durano da parecchi mesi e c' è questo agrario, che si presente coi caratteri più pe- ( 1) Mentre correggiamo le bozze di stampa apprendiamo che i repubblicani di Parma hanno dato torto a Gh1sleri. Non ce ne sorprendiamo perchè sbmo avvezzi a qul!ate esplosioni sug-- gcritc da aentimenlalità o da passioni ed interessi locah. ricolosi, perchè i proprietari sono ' rtemente organizzati e i due campi stnnno <lifronte apertamente, pronti a qualunque sbaraglio; ciò non ostante sinora non ha provocato che incidenti di scarsa importanza e quali non mancherebbero nemmeno in Inghilterra. Nelle Puglie la violenza e la prepotenza si tanno innanzi sin dal primo giorno e quindicimila contadini di Corato non si inducono a togliere il blocco alla citta se non dallo intervento della cavalleria. . Ma altre gravissime fondamentali differenze corrono fra i moti dell'Emilia e quelle delle Puglie. Nel Parmigiano c'è un'agricoltura floridissima, che può consentire dei miglioramenti ai lavoratori delle terre. Nelle Puglie invece i contadini vogliono spremere sangue dalle rape, perchè l' agricol.tura attraversa la gravissima e irremediabile crisi della mevente del vino e sono dalla sicciià terribilmente minacciati nel raccolto '-lelgrani. I lavoratori delle terre stoltamente e i loro capi, più o meno nascoti scelleratamente non comprendono, infine che l'elevazione dei salari chiesti ed ottenuti dalle leghe al di là del possibile , ha fatto ridurre al minimum strettamente indispensabili i lavori agricoli, aggravando quella disoccupazione che già c'era e provocando gli aspri e dolorosi conflitti tra lavoratori di diversi paesi in concorrenza fatale tra loro I ♦ Come finiranno queste minacciose contese dell'Emilia e delle Puglie ? E siamo prossimi alla fine, dell'episodio ultimo, ben s'intende, e non alla soluzione del ponderoso problema? Nelle Puglie perora la violenza avendo provocato l'intervento della forza dello Stato, un ordine relativo, molto relativo, pare ristabilito. Ma le previsioni non sembrano molto facili e di probabile avveramento nel Parmigiano. Se fossero vere le diserzioni che ciascuna delle parti segnala nelle fila del campo avverso lo sciopero volgerebbe alla fine; ma noi crederemo che esagerino gli uni e gli altri. C'è qualche accenno a vioìenza dal canto dei sindacalisti, che farebbe intravvedere la loro stanchezza e debolezza; e se nella violenza si persistesse o se essa si estendesse l'intervento delle forze dello Stato porrebbe termine a questo episodio doloroso. Comunque le conseguenze non saranno liete. Sono milioni che si perdono dai lavoratori e dai propriet~ri ; che non si spostano soltanto come nei loschi giuochi di borsa, ma che sono realmente perduti per la economia nazionale, perchè è tanta produzione che viene meno. Ai danni economici probabilmente si aggiungeranno quelli politici. Avremo forse senza che lo stesso Giolitti lo desideri, una· reviviscenza di reazione nelle future elezioni generali, come si ebbe nel 1904 all'indomani dello sciopero generale. Ciò che è avvenuto in Francia nelle ultime elezioni comunali dovrebbe servire di ammonimento e ci dà un indizio di ciò che potrebbe avvenire trà noi. Nella repubblica francese nessuno ha potuto rimproverare al governo una ingerenza illecita o pressioni di qualsiasi sorta nelle ultime elezioni comunali ; ma il paese allarmato dal verbiage sindacalista - là, dove è nato il sindacalismo le prove di maturitti, che ci ha dato in Italia, non si sono
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